Carne e bambini: se sapessero che si tratta di animali, la mangerebbero?
La risposta alla domanda nel titolo è "no", ma non è così semplice. Facciamo un passo indietro.
Ricordate quel libro che parlava della frutta e della verdura per fare capire ai bambini che i frutti e gli ortaggi non nascono sugli scaffali del supermercato? Nasceva dal fatto che i bambini e le bambine d'oggi non passano abbastanza tempo nella natura da capire immediatamente che banane, noci, lattuga e mele arrivano dagli alberi e dalla terra.
Per lo stesso motivo, i bambini non sanno di stare mangiando degli animali nel momento in cui si trovano nel piatto della carne. Ma questa potrebbe essere una buona notizia se presa dal punto di vista della sostenibilità e dell'ecologia. Perché? Ecco lo studio che spiega meglio questa correlazione.
Carne e bambini: se sapessero che si tratta di animali, la mangerebbero? No, ma è una buona notizia per l'ambiente
Si tratta di una ricerca recentemente pubblicata sul Journal of Environmental Psichology, Children are unsuspecting meat eaters: An opportunity to address climate change, ovvero I bambini mangiano la carne senza sospettare nulla: un'opportunità per affrontare il cambiamento climatico. Tutto parte da una considerazione, ovvero dal fatto che i bambini non sono attendibili quando si tratta di riconoscere l'origine del cibo che si trovano nel piatto. Non lo sanno fare con le verdure e tanto meno con la carne. Il 41% dei bambini e delle bambine intervistati (ragazzini statunitensi tra i 4 i 7 anni), ad esempio, è convinto che il bacon cresca su una pianta.
Quando è stato chiesto loro se gli animali fossero fonti di cibo appropriate, hanno risposto di no. Allo stesso modo, si sono detti contrari a mangiare polli, mucche e maiali.
Visti questi presupposti, le conseguenze sono due: i bambini e le bambine prima di tutto hanno bisogno di un'educazione alimentare più efficace. Non è giusto che non conoscano la provenienza del cibo che arriva in tavola. Ma allo stesso tempo per i ricercatori questa potrebbe rivelarsi un'opportunità per far fronte al cambiamento climatico in maniera positiva. Come mai?
Come ormai sappiamo, la dieta vegetariana è la più sostenibile. Mangiare carne causa un'impronta ambientale davvero molto pesante, a causa degli allevamenti intensivi e per colpa delle modalità di produzione.
Se i bambini conoscessero meglio le origini dei cibi (non solo della carne, ma anche degli alimenti a base di derivati animali) potremmo costruire una nuova consapevolezza e magari dare una spinta in più alla riduzione del consumo di carne e di derivati animali.
Un po' come con il riciclo: la raccolta differenziata in Italia ha visto un'accellerazione quando è entrata nelle case di tutto il Paese attraverso la scuola, quando negli anni Novanta si cominciò a diffondere la cultura del riciclo. Tutto scaturì da una consapevolezza scientifica, ma furono i bambini a dare il boost, spingendo i genitori ad impegnarsi. E ora i millennial, quei bambini ormai cresciuti, sono i più dediti alla raccolta differenziata e i più consapevoli rispetto ai cambiamenti climatici.
Educare i bambini a riconoscere il consumo di carne come potenzialmente problematico (se non contenuto e se fondato solo sugli allevamenti intensivi) significa dare una nuova spinta, "obbligando" gli adulti ad impegnarsi a loro volta nel preferire cibi di origine vegetale.