"Viva" il good food
In una pausa pranzo a Milano io e la mia bimba Emma, che in quel periodo era nella piena fase svezzamento, eravamo alla ricerca di un posticino dove mangiare qualcosa di sano, energetico, gustoso (ditemi tutto ma un'insalata verde con carote e uovo sodo non può dare soddisfazione al palato) e non eravamo intenzionate a spendere 50 euro. Cosa da poco, sopratutto a Milano.
E ci siamo imbattute in un piccolo, graziosissimo take away dove c'era la possibilità di fermarsi a mangiare; si chiamava Viva e il suo slogan era "buono, fresco, naturale". A differenza degli altri posti natural, dove gli spazi sono caratterizzati da colori chiari, pareti bianche, arredamento minimal e talvolta un'atmosfera di asetticità, in Viva si respirava un'aria accogliente, e si capiva già dalla cura degli spazi che questo piccolo take away avrebbe soddisfatto non solo gli occhi ma anche il palato. Parlava non solo di cibo sano, ma di Gusto con la G maiuscola. Dal marrone al verde acido delle pareti, dall'alternanza del legno ferro battuto e acciaio, da piante aromatiche e piante grasse rigorosamente vere e in vendita a frutta fresca in casette di legno pronta per farsi centrifugare, si capiva subito che questo posticino proponeva uno stile di vita, fatto di piccole passioni autentiche. Dopo un centrifugato (sgolato quasi alla goccia dalla mia pupa), ho preso per me un'insalata di riso rosso con prugne, feta, zucchine grigliate, origano e mandorle (questa è un'insalata!!!). Senza parole, questo riso rosso è diventato una mia ricetta di punta per stupire gli ospiti. Per la pupa ho optato per una zuppa di zucca, a dir poco deliziosa: in Viva le zuppe vengono tenute calde all'interno di pentole di terracotta grezza, che oltre a dare un sapore molto intenso alla vellutata sono davvero belle a vedersi.
Sparsi per tutto il negozio dolcetti, biscotti e torte handmade... non potevo uscire senza assaggiarli, così ho fatto lo sforzo e ne sono rimasta piacevolmente colpita.
Così ho contattato l'ideatore di Viva, Corrado, al quale ho chiesto qualche informazione in più.
Ecco le sue risposte:
Siamo interessate a scoprire la sua storia e cosa l'ha portata a creare Viva. Come si è avvicinato a questo stile di alimentazione?
"Il nostro stile di alimentazione è riassunto nel nostro claim "Buono, fresco, naturale", che significa semplicemente poter mangiare cose sane senza rinunciare al gusto. Un'esigenza molto sentita per chi, come molti e come me, è obbligato da anni a pranzare fuori per lavoro. Diciamo un piccolo tentaivo per risolvere il problema...."
Sopratutto dove ha imparato a fare dei piatti che combinano elementi così inaspettatamente deliziosi insieme?
"La cucina amatoriale è sempre stata una passione. Più che altro c'è la convinzione che con un piccolo sforzo di ricerca e un po' di creatività si possa offrire qualcosa di diverso evitando di appiattirsi sul solito panino o sulla solita insalata. Diciamo che è solo una questione di volontà. Le fonti di ispirazione non mancano, le ricette nemmeno, basta applicarsi un po' con il piacere di farlo."
Possiamo definire davvero Viva come un naturale pret a porter, in quanto coniuga la praticità e la velocità del take away con il gusto e la varietà dell'offerta. Qual'è il progetto, quello che vuole offrire Viva?
"Direi che la definizione è azzeccatissima e la prenderemo a prestito. Il piatto pronto in Italia sconta sempre una sorta di prevenzione, basata sul fatto che solo ciò che è espresso è di buona qualità. Devo dire che l'offerta in generale di cibi preparati è effettivamente poco interessante e con una proposta molto lontana da quella che si può trovare in Inghilterra o anche negli Stati Uniti, dove, proprio perchè la gente ha una scarsa cultura alimentare e non cucina, il livello dii servizio e di qualità del piatto pronto è paradossalmente molto elevato."
Quali sono le caratteristiche strutturali dell'arredamento e dei materiali scelti che io trovo davvero deliziosi? Dalla terracotta delle zuppiere che realmente scaldano l'anima, ai legni...
"Quando abbiamo pensato a cosa chiedere agli architetti a cui abbiamo commissionato il lavoro abbiamo immaginato un locale che comunicasse il posizionamento della nostra offerta nell'utilizzo dei colori, nel protagonismo della frutta e della verdura, nel privilegiare materiali primari quali il legno, il marmo, il ferro, il vetro. Allo stesso tempo volevamo che il locale risultasse caldo, lontano da molte interpretazioni che avevamo visto attorno al concetto di natural bar con troppi bianchi, troppi verdi, troppa plastica o materiali di sintesi e, secondo noi troppa freddezza, troppa asetticità. Volevamo un locale comunque "cool" ma che fosse vissuto, saturo, colorato, insomma che esprimesse una sorta di disordine controllato."
Ci sono dei piatti o dei prodotti particolari che ci vuole raccontare?
"Un prodotto che proponiamo con successo sin dall'inizio è il riso venere con feta, prugne secche, olive nere, mandorle e origano (noi acquistiamo il mazzo essicato e lo sfogliamo al momento, ha tutto un altro sapore). Un altro primo di successo è l'avena con zucchine saltate, zenzero e pinoli. A me piace tantissimo la nostra greca leggermente rivisitata con l'utilizzo del pomodoro datterino, del peperoncino verde dolce e dei pomodori secchi."
Si pensa che mangiare sano significhi privarsi di gusto, colore e creatività. Viva lo smentisce. Come è possibile?
"Questa è un po' la nostra sfida, parlando strettamente di cibo. La sosta da Viva non deve essere una sosta punitiva, ma innanzitutto una sosta di piacere, di gusto, di appagamento. Scoprire poi che questo gusto è anche sano, è la prerogativa che ci deve in qualche modo distinguere. Ma il punto di partenza è quello di un cibo innanzitutto buono."
Ci parli dei vostri centrifugati, frullati e smooties?
"Fortunatamente c'è molto poco da dire, nel senso che per i nostri frullati e centrifughe usiamo solo frutta e verdura fresche, senza aggiunta di null'altro se non un po' di poesia. Questo improvvisa moda degli smoothies (che poi non è altro che la traduzione del nostro frullato) nasconde talvolta una serie di scorciatoie come l'utilizzo di polpa di frutta surgelata, o varie forme di correttori di gusto quali addolcitori o sciroppi, snaturando il senso di questo prodotto. Un po' come sta avvenendo con lo yogurt proposto sotto forma di gelato con i vari topping. Uno pensa di mangiare uno yogurt e si ritrova in mano qualcosa di molto diverso e di molto lontano dal prodotto e dalle sue proprietà. Noi lo yogurt lo acquistiamo direttamente da un'azienda agricola di Bellinzago, naturale e probiotico. Frulliamo della frutta fresca e la aggiungiamo, tutto qui!!"
Ci sono iniziative che ci vuole segnalare?
"Un'iniziativa che sta avendo molto successo di pubblico è la vendita dalle ore 19 in poi di tutti nostri prodotti di giornata al 40% di sconto. Spesso sono prodotti che possono durare 2 o anche 3 giorni ma noi preferiamo fare così. Ormai abbiamo uno zoccolo duro di clienti che, prima di tornare a casa acquistano un primo, un'insalata o una macedonia e cenano con pochi euro."
lo definirebbe un locale più adatto a sole donne, a mamme in gravidanza, a neomamme o mamme con bambini?
"All'inizio il locale era frequentato prevalentemente da donne che venivano in pausa pranzo. Ancora oggi sono la maggioranza ma e' cresciuta moltissimo la quota degli uomini, forse rinfrancati dal fatto che si mangiasse anche bene. Capita sempre più spesso di vedere mamme con bambini nel pomeriggio. Un'alternativa alla classica merenda con un frullato o uno yogurt che piacciono anche ai più piccoli"