Non ci si scappa: i bimbi bilingue hanno una marcia in più
I bambini bilingue, nel mondo, sono moltissimi. In Italia un po' meno: non abbiamo l'abitudine di trasmettere i film e i programmi, i cartoni animati e le serie tv in lingua originale e questo ci lascia un passo indietro rispetto a paesi (per lo più nordici) nei quali è normale guardare la tv in inglese.
Detto questo, anche da noi ce ne sono molti. I casi sono diversi: mamme o papà che sono madrelingua in un idioma diverso dall'italiano, genitori stranieri emigrati in Italia, tate, tati ed educatori che parlano ai bimbi in un'altra lingua, scuole internazionali... Qualunque sia il motivo, di una cosa possiamo essere certi: i bambini bilingui hanno una marcia in più. E a dirlo sono gli esperti, oltre che gli sbocchi lavorativi che automaticamente si moltiplicano.
Lo studio
Uno studio condotto dall'Università di Udine con l'Irccs Eugenio Medea e la Scuola Provinciale di Sanità Claudiana, pubblicato sull'International Journal of Bilingual Education and Bilingualism, ha considerato 62 bambini tra i 4 e i 6 anni.Tra questi, 31 bambini frequentavno la scuola d'infanzia statale italiana; l'altra metà, la scuola d'infanzia internazionale. Per il resto del tempo la lingua parlata (quindi in casa) era quella madre, ovvero l'italiano.
I risultati? Parlano chiaramente di benefici innegabili.
Le capacità cognitive ne escono rafforzate
Come fanno sapere anche da Ansa, che ha intervistato il ricercatore in psicologia generale Andrea Marini, sapere parlare fin da piccoli due lingue stimola molto la memoria a breve termine di lavoro, ovvero l'abilità mentale che ci permette di sapere risolvere i problemi in breve tempo.
E l'italiano?
Chi teme che imparare una nuova lingua possa compromettere l'apprendimento dell'italiano - come se nella testa del bambino potesse stare solo una lingua, provocando così lacune da una parte e dall'altra - deve ricredersi e stare tranquillo: essere bilingue e conoscere a fondo due lingue non compromette l'apprendimento dell'uno o dell'altro idioma. Al contrario: lo sviluppo cognitivo ne esce rafforzato. Anche in questo caso sono i ricercatori a confermarlo, dal momento che hanno analizzato anche le abilità linguistiche dei due gruppi di bambini. "Dati alla mano", spiega Marini ad Ansa, "i bilingue hanno mostrato la stessa capacità di articolare e distinguere i suoni della lingua italiana dei monolingue".
Per quanto riguarda il vocabolario, è vero: è risultato un po' meno ricco rispetto a quello dei bambini monolingue. Ma questo non è un problema: man mano che i bimbi vengono esposti alla lingua madre, continuano ad acquisire vocaboli e lemmi. E il lieve ritardo viene compensato tranquillamente ed efficacemente dalle più spiccate abilità cognitive.