L'opportunità di essere madri: gocce di autenticità
In questi giorni di grande polemica in merito al caso dell'uccisione del piccolo Loris ho letto molti commenti sui social da parte delle mamme italiane: dagli insulti, a parole di comprensione parziale dei sentimenti che hanno portato al tragico gesto motivati dal fatto che il mestiere di mamma sia davvero complesso e sfiancante, carico di solitudine e affaticamenti fisici e mentali. Ma anche commenti indignati di mamme che, leggendo le frasi di comprensione dell'omicidio da parte di altre madri, consigliavano a queste di crescere e di smettere di lamentarsi e di comportarsi come adolescenti, in quanto i figli crescono e normalmente sono bambini cercati e voluti, per cui basta con questo "che fatica fare la mamma".
Vorrei rispondere a queste ultime mamme, in quanto credo che non sia tanto l'essere mamma in sè a essere complesso, credo sia l'essere mamme oggi in questo contesto. Nello specifico:
1. diventare mamme ma essere prive di un vissuto di donne con competenze in accudimento (il primo neonato che ho preso in braccio è mio figlio). In passato già da piccoli ci prendeva cura dei figli della comunità nelle corti e nelle cascine. Abbiamo voglia di metterci in discussione, di imparare, e siamo sempre alla ricerca di nuovi imput come genitori.
2. non essere abituate a seguire l'istinto, ad ascoltarsi, ad aspettare, ad annoiarsi, perchè molte di noi sono cresciute imparando dai libri universitari o da formazoni lavorative dove la memoria, la logica e la velocità sono ciò che conta. Questo è il primo punto che, se colto e ben coltivato, può essere una grande opportunità di crescita personale.
3. conciliare la voglia/necessità di lavorare raggiungendo obiettivi personali con le esigenze di accudimento dei bambini. Forse alcune (e ripeto alcune) di noi potrebbero smettere di lavorare rinunciando alla casa con la stanza per il bambino, alle vacanze, a uscire a cena, alla macchina, ad andare al cinema e fare la mamma a tempo pieno non lasciando il bambino senza la mamma dalle 7 del mattino alle 7 di sera. Il problema è che tutte noi, io mi includo, abbiamo come standard di vita l'inclusione di determinati benefit ai quali facciamo fatica a rinunciare e, come detto prima, la nostra identità ha all'interno, come uno dei pilastri portanti, la dimensione lavorativa.
3. ridimensionare la voglia di fare e acquisire la capacità di passare anche molto tempo in casa, imparare a dare semìnza avere nulla in cambio. Si, in una società dove se dai solo per il piacere di dare e di fare sei un cretino perchè non hai fatto fruttare il tuo tempo e il tuo investimento, i figli a 18 anni posso dirti che hai sbagliato tutto e trafersi in Australia, lasciandoti solo nella tua vecchiaia. Si è così. E' la vita. Questa è la vita, quella vera. Resettare il passato non è semplice, ma se riusciamo a imparare queste verità attraverso i nostri figli avremo fatto un passo in avanti verso la Felicità vera, quella autentica, quella che non ha bisogno di nulla.
4. mettere in moto volenti o nolenti grandi cambiamenti partendo da aspetti bui del nostro passato di figli: si, i nostri bimbi hanno questa capacità. Se le cose da sistemare nel nostro passato sono poche è più facile. Se sono molte il lavoro è lungo e difficile, ma se si tiene duro e ci si fa aiutare, la maternità sarà di nuovo il più potente strumento per far sbocciare noi stesse, liberandoci da prigioni del passato e grandi insicurezze.
5. creazione di una rete famigliare femminile e la condivisione con il proprio compagno. Non è semplice. Si fa, si fa del proprio meglio ma non è semplice, e per me dire che non è semplice è un passo in avanti, non un limite. Non c'è niente di peggio che la mamma "del Marco" che ha un figlio bravissimo che lei riesce a fare tutto che lei non è stanca che lui mangia tutto che lei riesce a stare 45 minuti in bagno a truccarsi perchè lui si addormenta da solo gioca da solo si veste da solo, a farti girare i cocomeri come non mai. Per me poter dire che non è facile, che a voltre vorrei scappare a Thaiti, che ogni tanto mi sono trovata a chiedermi "ma chi me l'ha fatto fare" mi fa stare bene, dandomi la forza a ripartire per nuove energie.
Forse la maternità in quest'epoca di grande "non autenticità" può essere il motore per riportare gocce di autenticità nella vita di noi donne e farci fare grandi passi avanti come esseri viventi. Ma ci deve essere il terreno giusto perchè i fiori sboccino: credo che l'informazione e i social possano dare una grande mano in tal senso: partendo dalla comsapevolezza di queste complessità possiamo fare tanto. Già è da noatere come negli ultimi anno si stia mettendo in moto una vera e propria rivoluzione in tal senso!
Ma credo anche sia necessario un intervento pubblico per rendere prima di tutto il part time una via praticabile in Italia: può sembrare una banalità ma questa possbilità di lavoro, a mio modo di vedere, sarebbe la prima, fondamentale e neccessaria tutela che uno stato moderno dovrebbe dare per legittimare il ruolo di madre non solo come "utero" e "seno" ma anche come genitore del proprio figlio e dello Stato.
Giulia Mandrino
Immagine tratta da indianblogger.com