La maternità nel mondo: essere mamma in Cina
Pensando alla maternità in Cina la prima cosa che viene in mente è sicuramente la politica del figlio unico: per 35 anni i cinesi sono stati obbligati dal governo ad avere un solo figlio per coppia, pagando una multa esorbitante in caso di un secondo figlio o venendo forzatamente obbligati all'aborto. Per fortuna sta cambiando, e da quest'anno i figli ammessi sono due. Uno spiraglio di luce in una situazione davvero disumana.
Tuttavia essere mamma in Cina non è solo questo, anzi! La Cina, paese antichissimo e dalle tradizioni molto belle, è un buon paese nel quale crescere il proprio figlio. Vediamo perché.
La maternità nel mondo: essere mamma in Cina
La prima curiosità, tuttavia, riguarda proprio la politica del figlio unico, o almeno le implicazioni che finora ha comportato. Le famiglie, essendo autorizzate ad avere un solo figlio (o due; in ogni caso un numero limitato), tendono a vedere (e chiamare) i bambini come “piccoli imperatori”: li coccolano, li viziano, sono loro a comandare in casa.
Lo stesso discorso si applica sulle aspettative che i genitori cinesi hanno sui loro figli: sono altissime, naturalmente! Il sintomo è anche il vedere per strada o in giro pochissimi bambini al di sopra dei sei anni: tutti studiano moltissimo, investono il loro tempo solo nell'educazione. Se infatti nei paesi occidentali (ma non solo) la preoccupazione delle mamme si rivolge alla sicurezza dei bambini, qui le città sono così sicure (pochissimi rapimenti, armi contro la legge...) che non è assolutamente un pensiero. Pensiero che così si rivolge alla volontà di stabilità per i bambini!
Ma il bello per le mamme cinesi sapete qual è? Non è come da noi. Qui, nei paesi occidentali soprattutto, sulle mamme pende una spada di Damocle pesantissima: ok, sono ben volute e trattate benissimo, ma dall'altra parte ci si aspetta da loro che facciano tutto in maniera impeccabile, crescendo i figli, mantenendo la casa e lavorando pure.
In Cina no: in Cina è un fatto stabilito che le mamme hanno bisogno di aiuto, che non possono fare tutto loro, che vanno rispettate! Ecco perché quasi tutte le famiglie hanno una tata, chiamata “zietta” e parte integrante della famiglia. Non solo: anche i nonni aiutano moltissimo con i bambini, e allo stesso tempo mamma e papà si prendono cura di loro, finanziariamente. La famiglia è al primo posto!
Questa tendenza al rispetto e all'aiuto alle madri la si nota sin dai primi momenti della maternità: quando un bambino nasce, le neomamme vivono un mese di “confinamento”. Come una quarantena, ma intesa in maniera positiva. Ci sono strutture che accolgono le mamme, che in questo momento hanno bisogno di concentrarsi sul bambino ma anche su se stesse, mangiando cibi speciali e seguendo regole apposite. La gente cerca insomma di sgravare dai pesi le mamme, che possono così riposarsi e “guarire” dai postumi della gravidanza.
Credenza diffusa è poi quella di tenere sempre al caldo i bambini per evitare che si ammalino. Secondo la tradizione cinese, se i bimbi hanno piedi e dita scoperte sicuramente si buscheranno un malanno.
Dall'altra parte, fa sorridere, hanno la cultura della libertà dal pannolino: viene da ridere, ma i piccoli indossano pantaloni aperti sul sederino e fanno i loro bisogni in terra. Ciò significa imparare prima a “farla nel vasino”, anche se il passaggio è completamente differente rispetto al nostro. Se noi insegniamo ai bambini a farla nel loro vasino, in Cina insegnano a farla praticamente dovunque, dove trovano!
Se vi capiterà di andare in Cina, in particolare a Shanghai, vi accorgerete che i parchi giochi sono davvero pochi. Ma questo non è un problema per i genitori cinesi: ogni città ha moltissimi parchi verdi e giardini zen, all'interno dei quali i bambini possono giocare, correre e sfogarsi, proprio come fosse un parco giochi, con il beneficio della tranquillità degli spazi verdi di questa cultura.