L’importanza della rappresentazione per i bambini
Quando si parla di rappresentazione, spesso si viene tacciati di politically correct o di esagerazione. Ma non ci si scappa: la televisione, la letteratura e i prodotti sono invasi dalla white culture. Non solo: i bambini, guardando la tv e leggendo i libri, trovano una sola rappresentazione: quella dell’uomo e della donna (e del bambino e della bambina) bianchi, tendenzialmente magri, benestanti, con capelli lisci e stili standardizzati.
Ma per un bambino trovare sullo schermo la propria rappresentazione è fondamentale, soprattutto se vogliamo che la società progredisca e che le diversità siano finalmente valorizzate.
L’importanza della rappresentazione per i bambini: perché è giusto che sullo schermo si vedano standard diversi per identificarsi positivamente
Rappresentazione: differenziare lo standard
Il tema della rappresentazione e dell’identificazione, fondamentale oggigiorno, fa subito venire in mente la necessità di portare sullo schermo bambini, uomini e donne con la pelle diversa. Ma non si tratta solo di questo. Certo, il primo passo è differenziare lo standard, proponendo finalmente carnagioni di tutti i tipi in un ecosistema televisivo prettamente bianco.
Ma pensiamo anche a un bambino o una bambina con capelli molto ricci: sicuri che siano rappresentati bene? Se si cresce con l’idea che i capelli lisci siano più belli e comodi, un motivo c’è: i nostri prodotti televisivi e cinematografici ci hanno abituati a quelli.
Lo stesso discorso vale per le curve: i ragazzini e le ragazzine (ma anche noi adulti!) un po’ più in carne si sentono brutti, non si accettano. E il motivo, di nuovo, è da ricercare ANCHE nella rappresentazione.
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Idem per quanto riguarda i tratti e la pelle: i bambini orientali hanno pochissimi riferimenti identitaria sullo schermo, e lo stesso vale per le persone nere, per gli individui latini, per chi ha origini mediorientali…
Prendiamo gli stessi ragazzini e le stesse ragazzine: se vedessero sullo schermo un attore con capelli ricci come i loro, o corpi finalmente normali e comuni, o la pelle nera e gli occhi a mandorla finalmente normalizzati e valorizzati, non sentirebbero di non essere diversi? Non avrebbero un modello su cui costruire la loro autostima?
Gli studi sulla rappresentazione
Sono moltissimi gli studi che lo stanno dimostrando: avere modelli identitari positivi a cui guardare (e per modello si intende una rappresentazione simile a se stessi) è incredibilmente benefico per i bambini, soprattutto se questi modelli si allontanano dai classici stereotipi.
Questa ricerca parla ad esempio di come la rappresentazione stereotipata di certi gruppi etnici influisca negativamente sulle persone appartenenti a questi gruppi. Quest’altra studia come l’identificazione con i personaggi della propria etnia abbia risvolti “protettivi”.
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Come capire l'importanza della rappresentazione per i bambini
Sembrano frivolezze, ma non lo sono. E per capirlo, come sempre bisogna mettersi nei panni degli altri, comprendendo il privilegio che una persona bianca e occidentale vive inconsapevolmente perché circondata da rappresentazioni che effettivamente la ricalcano.
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Riducendo la questione all'osso per renderla più comprensibile, proviamo un esercizio su noi stessi: qual è il tratto che di noi non ci piace perché "diverso"? Io, ad esempio, non amo i miei capelli ricci e crespi. Cos'avete provato nel momento in cui sullo schermo avete visto qualcuno con quella caratteristica, stavolta valorizzata? Un'attrice con i vostri stessi capelli, un corpo come il vostro rappresentato come bello, una linea di cosmetici dedicata alla vostra pelle, un influencer su Instagram con quel difetto che a voi fa schifo e che lui riesce a mettere in luce come positivo... La prima reazione, probabilmente, è un "finalmente!". La seconda è una sorta di imitazione positiva: proverete a replicare quel look, quella postura, quel portamento... E non è positiva, questa "imitazione", se porta all'accettazione di sé?
La situazione in Italia e nel mondo
In Italia siamo ancora lontani da tutto questo, ma i paesi anglosassoni per fortuna stanno capendo l’importanza della rappresentazione. Ricordate il bambino afroamericano che nello studio ovale chiese a Barack Obama se i suoi capelli fossero come i suoi?
Barack Obama nello studio ovale permette a un bambino di toccargli la testa dopo che questo gli ha chiesto se i suoi capelli fossero proprio come i suoi
E lo scalpore positivo suscitato da Black Panther, un supereroe finalmente nero in un film Marvel con un cast quasi completamente nero? Target, addirittura, ha incluso bambini in sedia a rotelle nelle loro pubblicità, dando la possibilità ai disabili di riconoscersi e sentirsi finalmente considerati. Barbie, invece, sta andando sempre più verso una gamma di bambole di tutti i tipi. DAVVERO di tutti i tipi (ci sono le Barbie curvy, quelle in sedia a rotelle, quelle senza genere, quelle alte, basse, magre, ricce, lisce…).
Non sminuiamo con un “basta con tutto questo politicamente corretto”. Le nuove rappresentazioni non minacciano la nostra, ma la arricchiscono. Diamo finalmente spazio anche agli altri, che dite?