Olio di CBD per Alzheimer, amnesia, schizofrenia e fibromialgia: può aiutare
Ormai, tutti sono sempre più interessati ad alternative naturali per accompagnare i farmaci tradizionali e per mitigare gli effetti di moltissime malattie. Questo, senza dover riempire il proprio corpo di sostanze chimiche artificiali.
Oggi, anche se non è considerato una cura vera e propria, sembrerebbe che il CBD offra un aiuto reale a chi, mentre si cura, desidera ridurre le conseguenze negative di malattie, anche serie. Ciò ha provocato un accrescimento della quantità di ricerche condotte sul CBD e sui suoi presumibili vantaggi per la salute. È universalmente accettato che il CBD sia positivo per il sistema immunitario. Tuttavia, c'è ancora molta titubanza quando si tratta di condizioni più serie.
CBD ed Alzheimer
Il CBD è conosciuto ed apprezzato, anche dalla comunità scientifica e accademica, per le sue proprietà antinfiammatorie e antiossidanti, per via dei suoi benefici indubitabili. Questi sono stati corroborati da numerosi studi, come quello realizzato da Nagarkatti per il Journal of Future Medicinal Chemistry.
Però, altri studi sono stati capaci di dimostrare che il CBD, somministrato a roditori affetti da Alzheimer, è in grado di frenare il declino della memoria e delle funzioni cognitive. Inoltre, si è rivelato utile come trattamento contro l'ansia e lo stress, due condizioni comunemente osservate nei malati di Alzheimer. Sebbene ciò non abbia un impatto diretto sul modo in cui la malattia chiamata Alzheimer evolve nel tempo, il venir meno di questi sintomi può rendere la vita un po' più facile per una persona che ne è affetta.
Amnesia e CBD: esiste una relazione?
Può il CBD essere utile in caso di amnesia?
Parrebbe di sì. Le perdite di memoria possono avere molti moventi, ma quasi sempre sono legate ad un rilascio di ossigeno, che può causare un rilascio di O2 e, di conseguenza, dei connessi sintomi di deterioramento a livello cerebrale. Poiché il CBD è un antiossidante capace di far indietreggiare i problemi da mancanza di ossigeno, le mansioni cerebrali condizionate sfavorevolmente possono migliorare. Inoltre, è di giovamento ed efficace nel prevenire la amnesia, se questa è una conseguenza dello stress ossidativo come sintomatologia da infermità distinte.
Olio di CBD e fibromialgia
Sai che l'olio di CBD può aiutare con la fibromialgia? Purtroppo è una bella gatta da pelare perché i sintomi più diffusi sono emicrania, disordini del sonno, cistite interstiziale, depressione e ansia, assopimento inguaribile e sofferenza incredibile, riconducibile alla colonna vertebrale e all'apparato articolatorio delle zone periferiche. Anche se non è una terapia, e va assunto sotto stretto controllo di uno specialista di medicina, il CBD aiuta a gestire i disagi associati alla malattia. Per esempio, la percezione di fitte e spasmi di dolore, i turbamenti nel dormire, l'affaticamento, il nervosismo e l'apprensione.
CBD per la schizofrenia: aiuta o no?
Un peggioramento nella sintomatologia psicotica potrebbe avere luogo in soggetti affetti da un quadro patologico schizofrenico quando si assume la cannabis, ma nonostante ciò è anche comprovato che il CBD abbia il potenziale sufficiente per poter rendere più sopportabili i sintomi peggiori.
Alcuni esperimenti, come quelli condotti da Osborne e Co. (2017) hanno acceso i riflettori sulla abilità appena citata del CBD oltre a far emergere il potenziale negli annessi stati cognitivamente significanti. Eppure in seguito non è stato sfortunatamente possibile rilevare alcun esito positivo nel tentativo di tenere sotto controllo i sintomi della patologia (tra cui le allucinazioni auditive e visive), che è nota con l'appellativo di schizofrenia.
Tuttavia, un team di luminari composto dal dottor McGuire e dai suoi compagni della prestigiosa Royal University di Londra, smentendo tale congettura ha stabilito che sia gli esperimenti realizzati e condotti sull'essere umano, ma anche su altri mammiferi, hanno riportato che il CBD gode di doti antipsicotiche.
Per poter portare a termine lo screening ,lo studio è proceduto così: divisione dei pazienti schizofrenici in due gruppi distinti, uno trattato con CBD e uno con un farmaco inerte (placebo), sempre in complemento (quindi senza dover rinunciare) a antipsicotici di uso corrente e previamente assunti. Sono stati poi sottoposti ad esami, adoperando dissimili scale di valore. Unendo i dati pre e post trattamento, in 42 giorni il gruppo a cui era stato somministrato CBD presentava una livello inferiore di sintomi, a differenza di quello che solo aveva assunto un placebo.
Insomma, non esiste una opinione ed una risposta univoca.
CBD e malattie, la conclusione
Riassumendo, il CBD si è rivelato un valido aiuto nel gestire e controllare i sintomi di molte malattie serie, pur non essendo un farmaco valido per curarle.
Si tratta di un composto non psicoattivo legale nella gran parte dei paesi, e che ha dimostrato di poter agire come antischizofrenico e anti-ansia. Nonostante questo, non si tratta di un medicamento!
Prima di assumerlo, chiedi consiglio al tuo medico curante. Inoltre, il CBD è un calmante, e può ridurre la consapevolezza o l'attenzione.