"IO NON AIUTO MIA MOGLIE NELL'ACCUDIMENTO DEI FIGLI, né TANTOMENO NELLE FACCENDE DOMESTICHE"
Questo ciò che dice lo psicologo Alberto Soler Sarriò, dopo aver udito in un supermercato due signore che commentavano: "devi vedere i giovani d'oggi come aiutano le mogli a tirar su i figli".
Dopo aver ascoltato questo discorso non potè far altro che mordersi la lingua e sorridere. Tornato a casa, però, decise di scrivere sul suo sito, ciò che avrebbe desiderato dire loro.
"questa è una situazione allettante per poter provocare e mettere in luce il mio lato "femminista".
Cosa avrei desiderato dire a queste signore? Probabilmente, come in altre occasioni avrei detto loro: mi scusi signora, ma la contraddico: non aiuto, né penso di aiutare mia moglie con i figli."
E proseguirei spiegandole il mio punto di vista a riguardo. "Prima di avere dei figli, non ero mai stato di quegli uomini che aiutano le proprie mogli nei lavori domestici, ma nemmeno mia moglie ha mai aiutato me. E quando sono arrivati i figli, le cose hanno proseguito nella stessa maniera: né ho aiutato con i figli, né con le faccende domestiche. Ci sarà qualcuno che non avendo intuito il tono del mio discorso, sarà ben felice di potersi appigliare a queste argomentazioni e starà pensando che sia una persona meravigliosa, compatendo mia moglie (poveretta che pena le è toccata).
No! Io non aiuto mia moglie con i figli perché non posso aiutare qualcuno con qualcosa che è mia intera e completa responsabilità. I bambini, come le faccende domestiche, non sono patrimonio di nessuno: non appartengono né all'uomo né alla donna. Come se non fossero i miei figli e non fosse mia responsabilità occuparmene. Faccio, con molto sforzo e molto gusto né più né meno quello che mi compete. Come del resto fa mia moglie."
Dopo di che, spiega perché abbiamo questa visione delle responsabilità ripartite, dicendo che:
"abbiamo ancora in mente un modello di educazione patriarcale, all'interno del quale ci sono delle distinzioni di ruoli molto nette: l'uomo è colui che procura il sostentamento, mentre la donna è colei che gestisce la casa (il che include i figli). Senza dubbio, negli ultimi decenni, la società è cambiata profondamente e questa distinzione di ruoli è passata, in molti casi, alla storia.
Oggi, la donna, seppure seguiti a subire discriminazioni, è responsabile delle sue scelte di vita. Può sviluppare le proprie capacità lavorative nello stesso ambito in cui le sviluppa un uomo, sebbene tutt'oggi le discriminazioni sociali siano profonde. Quando decide di dedicarsi alla cura dei figli, nella maggior parte dei casi, lo fa per scelta personale e non per mancanza di opportunità o diritti sociali.
In un momento storico in cui abbiamo questa parità di ruoli, parlare dei figli come fossero responsabilità esclusiva della donna, è un retaggio del passato. Oggi giorno uomini e donne si dividono (o dovrebbero farlo) in modo equilbrato quei compiti che impegnano entrambi, come la casa ed i figli. E cosa significa impegnarsi in modo equilibrato? Questo equilibrio non implica in (quasi) nessun caso una ripartizione 50-50, bensì un adattamento flessibile di disponibilità tra membri della famiglia ed incombenze che si avvicendano."
Prosegue il Dott. Sarriò segnalando quali sono i compiti propri della madre e quelli propri del padre. "Possiamo dire che, a parte il fatto di essere biologicamente madre, quindi incaricata dell'allattamento, il resto degli innumerevoli compiti che sono connessi alla cura dei figli, non sono patrimonio esclusivo di nessuno e sono totalmente ed assolutamente intercambiabili tra madre e padre, naturalmente in funzione delle circostanze o delle preferenze (sia dei figli che dei genitori - Oggi vorrei dormire con papà/mamma -) o delle abilità di ciascuno.
Una buona suddivisione dei compiti genera comprensione e non instaura conflitti, permettendo un'organizzazione armoniosa della routine domestica."
Per concludere:
"Quindi, tornando al principio, NO SIGNORA, IO NON AIUTO MIA MOGLIE NELL'ACCUDIMENTO DEI FIGLI. TANTOMENO NELLE FACCENDE DOMESTICHE. Vado con loro al supermercato e mi accompagnano ovunque vada. Cambio loro i pannolini, faccio loro il bagno, li porto al parco o preparo loro da mangiare, non per aiutare mia moglie, ma perché sono miei figli, sono mia responsabilità e desidero che possano crescere con un modello di famiglia e di suddivisione di compiti differente da quello che è stato il mio ed il suo signora."
Traduzione e revisione del testo di Sara Donati (www.saradonatifilmaker.com)