Le confessioni di... Samantha
Quando penso al sabato sera, soprattutto io che negli anni ottanta ho sognato di riuscire ad eseguire un perfetto moon-walk alla Michael Jackson, nella memoria ritrovo qualche frammento di "movida"... ma veniamo ad un ordinario sabato sera di oggi... Madre, compagna di un uomo con quindici anni più di me e, nonostante ciò, inguaribilmente amante della notte... Eccomi, infatti, illuminata dalla luce di fondo dell'anticamera, con un bagliore addosso che sembra quello di un ectoplasma, davanti al computer come una invasata che voglia vergare con le proprie memorie un ultimo pezzo di carta rimasto dopo un nubifragio. Insomma, questa digressione per dire che mai mi sarei sognata che un giorno sarei stata così in astinenza di un'uscita, da andare da sola, in auto, nella migliore gelateria della zona, acquistarvi un gelato "Cookies e cioccolato scuro" ed appartarmi a mangiarlo, rigorosamente da sola, seduta nella terrazza comune della corte dove abito. E la bambina? La bambina lontana dalla perdizione che avrebbe potuto generare la presenza di un gelato alle ore 21; spalmata sul divano con suo padre visibilmente turbato da questi miei "colpi di testa". E' stato un attimo, un'irresistibile esigenza di mettere il naso fuori casa... vado a prendere un gelato ho sibilato e già nella mano tintinnavano le chiavi dell'auto, con il compagno interdetto che deve avere fatto un cenno con il capo tipo... "mah..." e poi via, fuori per un momento di scelleratezza... Un gelato, si, mai e poi mai avevo avuto bisogno di "farmi" un gelato, soprattutto la sera... ma fa caldo, è primavera, le stelle formicolano in cielo... una volta in gelateria ho pensato che non fosse carino prendere un gelato solo per me... Una coppetta per mia figlia, si, per domani, certo, ma al mio compagno? Lo chiamo con un'aria che doveva sembrare circospetta. potevo apparire come una tipa losca... Mi guardo attorno: tutte con tacchi vertiginosi ed io in ciabatte... con una canotta slavata ed un po' sdrucita... non ero proprio un gran vedere... "vuoi il gelato?" sussurro come se fosse un segreto (effettivamente lo è visto che mia figlia [che sta per dormire] ne va matta). La risposta secca "NO!" "Prego" rispondo altrettanto seccamente. Me lo faccio incartare. Volo a casa... non dentro casa... fuori, sul terrazzo... quel solito formicolio di stelle che sento anche nella pancia. Apro la carta stagnola come fosse di vetro, con inaudita delicatezza. Lecco meticolosamente quel po' di gelato che ha imbrattato la carta. E poi via, a piccoli cucchiaini, assaporo i gusti che quella gelateria fa da dio... "cookies" ha perso un po' di "smalto" rispetto all'ultima volta... Lo amalgamo bene con il cioccolato, ne proporziono le quantità. cucchiaini piccoli ma ben dosati. Più cioccolato, meno cookies. Un "bip" del cellulare mi distrae dalla degustazione. Leggo: Mariella. E' la mia amica che frequenta da qualche mese un uomo "separato" . Lui restìo a dedicarsi totalmente alla relazione, non aveva mai voluto dormire con lei, preferendo gli incontri diurni. Mi scrive: "sta arrivando Luigi." Essendo sera, penso che finalmente si sia deciso a condividere un po' di intimità casalinga con lei.
"Evvai!" rispondo tra un cucchiaino e l'altro di gelato... "Io sola sul terrazzo a mangiare un gelato" proseguo... se fosse una puntata di "destini incrociati", dovrei cogliere qualche messaggio subliminale dal tempismo con cui ricevo il messaggio dalla mia amica quasisingle. Mariella abita a qualche isolato. Mi dice "scusa se non vengo a farti compagnia, ma vestita così non posso proprio uscire!" Immagino che si sia agghindata di tutto punto... Penso "però... che fatica mettersi in tiro ogni volta che si vedono." Un attimo dopo, mentre raschio la coppetta del gelato, penso a me che qualche tempo prima non avrei fatto una riflessione del genere... porca miseria, come si cambia... E penso a mia madre che è tanto ingrassata dopo il matrimonio... e penso a me che mi sono sempre sentita estranea a quella modalità di compulsione verso il cibo... E penso che stasera... si, a conti fatti, avrei fatto volentieri cambio con Mariella.
di Sara Donati
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