In palestra per il pipilates
Tutte almeno una volta nella vita ci siamo iscritte in palestra “da domani si cambia, vita sana in corpo sano”, cazzata! Da quel giorno partiranno nell’ordine: le voglie più assurde di tutte quelle cose che se prima non mangiavi o comunque mangiavi sporadicamente, ora saranno per te la peggio tentazione, cibi che ti drogano l’anima, unti, sudici, malsani, ipercalorici, strafritti o mega zuccherati, cioccolatosi, pannosi, cremosi, salati in superficie, salati dentro fuori e intorno e vivadio quanto ne hai bisogno; inizieranno gli inviti a cena di tutte quelle persone che per mesi ti hanno detto “dai poi ci becchiamo per un caffè?”… e ora ti diranno “Domani ci becchiamo per una pizza o un aperitivo?”; inizieranno una serie di imprevisti ed impegni che mai avresti pensato di dover mettere in agenda e che sfalseranno tutti i tuoi piani.
Perché all’inizio non cedi “no cavoli ho detto che devo andare in palestra e ci vado”, e per un po’ è così, ci vai, ti spremi come un limone per incastrare anche solo un’oretta pelata che comprende la strada per arrivarci, il cambio outfit, gli esercizi, una breve doccia e il ritorno a casa, ma non molli, proprio no “ecchecavolo un attimo per me”…
Poi inizia a scemare l’entusiasmo e nemmeno l’aver pagato ti sprona abbastanza da farti uscire di casa, e trovi le peggio scuse, che a volte tanto scuse non sono: fuori fa quaranta gradi all’ombra e in palestra c’è l’aria condizionata va a finire che mi becco una polmonite, fuori fa quaranta gradi sotto zero e in palestra c’è il riscaldamento a bomba va a finire che mi piglio una polmonite, quando torno devo disfare la borsa della roba puzzolente e prevedere di lavarla nell’immediatezza prima che i vicini chiamino il Ministero della Difesa per potenziale arma chimica, la doccia magari me la faccio a casa così non prendo i funghi e le verruche, magari la doccia me la faccio veloce veloce in palestra così non lascio che mi si asciughi il sudore addosso e via così…
La realtà è che dopo un po’ non è solo questione di organizzarsi e che magari ti rompi pure la palle a camminare al chiuso su un rullo e per lo più senza arrivare da nessuna parte… ma che cammino a fa’? E i risultati? Quelle a fianco a te sembrano scolpite nel marmo, tu nella pannacotta e più ti alleni e più hai fame, e più ti alleni e più mangi e giustifichi le calorie che ingurgiti con “vabbè ma oggi sono stata in palestra”… vero o no?!
Allora un’illuminazione improvvisa: mi iscrivo ad un corso, sarò più spronata dall’insegnante che verifica i tuoi progressi, da un sano senso di competizione, dalle amicizie che fai e che se non ci sei ti chiamano, una roba che non fai da sola ma che coinvolge qualcuno con cui riderci un po’ su…
Dalla zumba ai balli di gruppo, da yoga alla ginnastica dolce, da acquagym a spinning fino al pilates.
Come va va, alcune mollano, altre restano… c’est la vie.
A me viene da proporre un corso il PIPILATES che contiene la parola pilates e la pipì, rispondiamo tutte in corso al grido “ALLENIAMO LA GIMBARDA”.
Pensateci, non è forse la parte di noi che ha più bisogno di allenarsi e rimanere tonica e sul pezzo, rispetto a tutto il resto del corpo?
Cosa vuoi che succeda, a parte un fastidioso senso estetico, se hai un po’ di cellulite, se il tuo culo assomiglia ad un avocado troppo maturo, se quando saluti qualcuno ti dondola la pelle delle braccia come le ali di Batman, se la pelle della faccia ha le zampe di gallina e pure quelle del gallo, se la tua tartaruga sembra si sia rivoltata dal lato del guscio, se ti conviene girare con la tuta di pile invece di una tuta in lattice tipo Catwoman? Niente, non succede nulla, zero, nada.
Aspetta che i muscoli della gimbarda cedano, che il prolasso abbia la meglio o che la zona sia talmente irrigidita da non far passare nemmeno una goccia di pipì, che la secchezza o il prurito si facciano sentire, che tutto lo stress accumulato vada a riversarsi nella zona sforna/inforna…
Noi donne siamo vaginocentriche, lo avevo già raccontato, quella parte nostra deve stare in pace col mondo e risente e rispecchia ogni nostro stato d’animo più del colore del nostro ombretto o del maglione che indossiamo: quindi? Diamo il via alla PIPILATES.
Un corso magari da vedersi con dvd comodamente a casa, oppure di sole donne, in un ambiente rilassante, magari con una personal trainer che ti spiega come tonificare la muscolatura della patata, come sfruttare al meglio queste potenzialità, come scongiurare che un momento di risate fragorose tra amiche possa tragicamente trasformarsi in “un momento ops”. Un mondo dove nessuno deve più spalmarsela, lubrificarsela, grattarsela, pannolinarsela, dove hai il pieno controllo del tuo piccolo oscuro intimo mondo femminile. Perché alla fine della fiera, a parte il cervello, quella è l’unica zona che vale davvero la pena di allenare, per noi stesse …… e per gli altri (non so se mi spiego…), che forse a pensarci bene magari manco ci serve allenare tanto il cervello, se abbiamo ben allenato l’altra zona… ☺