L'abito non fa il monaco
Tante di noi si accontentano di un velo di crema, un velo di trucco ed un velo sullo slip, che fatto quotidianamente può già essere un successo.
Molte di noi hanno più del necessario nell'armadio ma penso poche abbiano l'insana abitudine di cambiare outfit a seconda dell'orario e dell'occasione d'uso: chi non ha nel suo guardaroba un abito per l'ora del the, uno da cocktail, l'immancabile lungo per le serate speciali? ... ad esempio io!
Magari sbirciamo un po' le ultime mode e qualcosa scimmiottiamo a seconda delle nostre possibilità, della nostra fisicità e dei nostri gusti e non è solo questione di soldi, ricordate, il buon gusto non si compera!
Non disperate però, anche tra i vip, che non hanno certo problemi di portafogli, alcune orrendezze sono una costante.
Una di quelle che mi viene in mente è Luciana Littizzetto, è simpatica e nel suo genere ha il suo perché, devo però dire che in fattore scarpe n.c.s. (non si siamo); deve ficcarsi in testa che avendo il numero di calzatura di una bambina ed essendo alta un metro e tanta voglia di crescere, le zeppe che si mette non la fanno sembrare più alta, la fanno sembrare solo una bassa che vorrebbe sembrare più alta, sembra abbia rubato le scarpe alle Winx!
Vorrei scambiare due paroline con Gianni Sperti... qualcuno gli dica che i pantaloni strizzacoglioni a zampa di elefante è un po' che sono passati di moda, così come le scarpe con le punte a modi Vacheros.
La Cecilia Rodriguez? Recentemente sbarcata sull'isola ha disboscato le palme per farsi una gonnella, poi è passata al costume fatto con la tela dei sacchi di patate (che tra le altre cose le stava pure bene... odiosa), tutta preoccupata a Playa Desnuda che si potesse vedere una briciola di chiappa. Dopo che di lei e di sua sorella abbiamo visto tutto e per vederle più nude ci servirebbero le radiografie. Ora approda a Playa Uva e gira con un bikini fatto di francobolli e fino interdentale ... bah!
Altra icona di stile la Milly Carlucci, super boccolona in abito lungo pare ingessata. Che siano pantaloni o abito da gransera ho l'impressione che sotto abbia una pancera con le stecche, ha una forma non forma, c'è qualcosa di non giusto. Vorrei tanto vederla tossire, che le partisse uno starnuto, così per vedere se le cedono i tiranti bel bustino.
Altra biondona Rai? Antonella Clerici che dopo più di vent'anni alla Prova del Cuoco non ha ancora imparato a cucinare e non contenti l'unica occasione per uscire dalla cucina è andare a Sanremo o Ti Lascio una Canzone e la bardano con dei vestiti a metà tra il carnevale di Venezia e i costumi del circo.
E la Barbara D'Urso? La regina dei lunghi, lunghissimi, interminabili pomeriggi, con le tette strizzate sotto il mento, la vita fasciata negli abitini a longuette e quella luce che usano per inquadrarla che la fa sembrare eterea, avvolta da una leggera nebbiolina come certe foto che si vedono negli album di nozze di vent'anni fa dove gli sposi vicino al laghetto di baciavano in una immagine leggermente sgranate e fiabesca.
Ma la mia preferita è Valeria Marini. A noi sembra abbondante perché siamo abituate a forme di anoressia cronica in tv, a mio parere sfoggia con grande disinvoltura delle forme burrose di assoluto rispetto. La adoro, l'ho soprannominata la donne dai "tre quarti". Si mette sempre in posa, non davanti, non di profilo, sempre sinuosa col piedino a mezza punta. E' nata con le paillettes, trucco in ogni occasione sempre uguale e perfetto, gioiellini ovunque, dal mignolo del piede alla catenina in vita è tutta una sbriluccichio, la donna dal glitter facile e pizzo come se piovesse. Sandalo gioiello con calza a rete contenitiva anche in pieno inverno e quell'atteggiamento da Jessica Rabbit conquistato con anni di prove.
Poi mi guardo allo specchio: pigiama di felpa d'inverno, mascara sbavato d'estate e penso a quelle che comperano baby-doll e dormono con solo due gocce di Chanel e mi convinco sempre più che trucco, parrucco perfetti non sono da tutti, di quelle che si preparano con la "p" maiuscola, anche per andare a fare la spesa o una passeggiata al parco, mentre io mi infilo la tuta o la prima cosa che mi capita, senza troppe pretese. Penso avesse ragione mia donna quando diceva: la classe non è polenta, chi non ce l'ha non se la inventa.
Elena Vergani, autrice di Il mondo è bello perchè è variabile