Ambarabacciciccocco... quel pisellino a chi lo do?
E’ nato, è un maschietto. E’ sano, roseo e bellissimo. Tutti, ma proprio tutti – parenti, amici, vicini di casa, portinaia, giornalaio, panettiere, estetista, parrucchiere, esattori delle tasse – si complimentano con voi per la meraviglia che avete creato. E qualcuno, immancabilmente, non si dimenticherà di elargire consigli, spesso non richiesti. “Non tenerlo troppo in braccio che lo vizi!”. “Lascialo piangere che si fa i polmoni!” (Si fa i polmoni!? Quindi se non piange non gli crescono? Qualcuno ha mai sentito parlare di embriologia?). “Se vuole mangiare ogni ora è perché non hai abbastanza latte o non è abbastanza nutriente!” (E tu invece che rompi le scatole sentenziando assurdità ogni trenta minuti, dimmi, quale problema avresti?). E via dicendo, fino all’estremo consiglio finale: “Quando gli cambi il pannolino, devi tirargli giù la pelle del pisellino per scoprirglielo e lavarglielo per bene, altrimenti gli verranno infezioni, si chiuderà tutto e avrà problemi da grande con le ragazze.” E sì, probabilmente diventerà anche un drogato, un ladro, un assassino, o un politico.
Care mamme, cari papà, alt. Facciamo un passo indietro. Anatomicamente parlando, il pene maschile è naturalmente coperto nella sua parte apicale, il glande, dalla pelle del prepuzio, che assolve la funzione di protezione, e che lascia fuoriuscire il glande nel momento dell’erezione. In un neonato, è normale non vedere il glande, dal momento che esiste nessuna utilità alla sua fuoriuscita. Il prepuzio non occlude tutto completamente, infatti l’urina è in grado di fuoriuscire riempiendo il pannolino e regalandovi mille fontane dorate. Ma perché questa smania di smanettare, tirare giù, aprire?
Proprio perché il glande del bambino non fuoriesce dal prepuzio normalmente per almeno i primi 3 anni di vita, spesso la prima paura è che possa rendersi difficile una buona operazione di igiene, causando infezioni genitali. In realtà, è proprio il prepuzio che tenendo tutto “chiuso” e protetto, limitando l’ingresso di germi o sostanze potenzialmente irritanti o nocive per la salute del pisellino. Quindi, invece di forzare, possiamo lasciar fare alla natura, attendendo che tutto possa aprirsi quando ve ne sarà bisogno, senza rischiare danneggiare una protezione che la natura regala ai nostri bambini.
La seconda paura, ovvero di una futura mancata apertura che dovrà risolversi con un intervento chirurgico di rimozione del prepuzio (circoncisione), non ha tuttavia nulla a che vedere con la cosiddetta “ginnastica prepuziale”. Esistono teorie secondo cui l’esercizio di “tira su-tira giù” del prepuzio dovrebbe renderlo più elastico ed evitare possibili chiusure più o meno patologiche (chiamate fimosi), che possono causare non pochi problemi in caso di erezione, oltre ad una futura vita sessuale difficile, dolorosa, inappagante. Esistono teorie secondo cui, invece, addirittura la quasi totalità delle fimosi, che si presentano come un anello fibroso all’apice del prepuzio e che non ne consentono l’apertura e dunque lo scorrimento sul pene, possano essere provocate da…indovinate un po’…proprio dalla ginnastica prepuziale! Insomma, disturbare la natura, anche se con ovvio intento benevolo, può provocare seri danni futuri. Tira che ritira, possono infatti crearsi delle mini cicatrici che, unendosi le une alle altre, possono diminuire invece di aumentare l’elasticità del prepuzio, causando una futura chiusura che si risolverà solo in sala operatoria.
E allora, che fare? Proprio nulla di nulla, e lasciare al controllo pediatrico la valutazione della salute del pene del vostro bambino.
Ps: Vi siete mai chiesti come mai, allora, non venga eseguita la ginnastica imenale alle bambine? Ai posteri l’ardua sentenza.
Ostetrica Eleonora Bernardini
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Immagine tratta da www.merakoh.com