Andare a braccio non è poi così male...
L’otto giugno è finita la scuola per la mia bimba più grande...e fino alla fine del mese siamo state sole a casa io e lei, mentre il fratello ha frequentato l’asilo. Le giornate con lei scorrono lisce...ha quasi 8 anni, è molto indipendente e con lei posso fare davvero tutto. Giochi da grande, la spesa assieme, pulire casa mentre mi da una mano, cucinare. Insomma, come da sempre sostengo, più i figli crescono più a mio avviso diventa semplice la loro gestione. E onestamente il tempo trascorso assieme a una bimba di otto rispetto a quello trascorso con un neonato urlante...ecco...beh...non c’è proprio storia.
Sì, sono carini, piccoli, morbidi, profumati e tutto quello che vi pare. E mi mancano le loro manine minuscole e i loro piedini da bambola...ma me ne sto facendo una ragione!
Comunque dicevo, le tre settimane passate con la mia bimba sono filate in fretta e indolori. Poi è finito l’asilo per il mio treenne...e lì sono sincera le cose si sono complicate un attimino. Perché sebbene si adorino, Madonna Santa quanto litigano questi figli miei! E le giornate sono lunghe da far passare...trooooppo lunghe!! Quindi ho iniziato a ingegnarmi, a stilare liste e controliste di attività da proporre loro che andassero abbastanza bene per entrambi e che non implicassero l’implosione della mia casa. Mi sono scervellata per cercare posti da vedere e cose da fare. Ho cercato ricette per pappe veloci e leggere che non levassero troppo tempo a loro. Insomma, il mio cervello macinava e macinava per cercare di organizzare il loro e il mio tempo fino alle tanto sognate ferie (ancora lontanissime). Andavo sul web e cercavo spunti e idee, segnavo tutto su post it volanti, prendevo appunti mentali, facevo mezzanotte alla ricerca di...di cosa? Ve lo dico io di cosa...di qualcosa di impossibile! Perché organizzare il tempo quando il tempo non c’è...è matematicamente impossibile.
E sapete cosa stava succedendo? Che spendevo ore per organizzare le mie ore...Signore mio ditemi voi se non c’è qualcosa di seriamente contorto in un ragionamento del genere. Tutto questo fino alla settimana scorsa...quando ad un certo punto mi sono resa conto che stavo solo perdendo momenti bellissimi e spontanei con i miei bambini. E ho ripensato all’inverno, che peraltro io amo tantissimo, e alle nostre giornate dove ogni singolo secondo era incasellato dentro a una griglia che non lasciava scampo a ritardi. Giornate passate a correre per riuscire a far tutto! Scuola danza compiti pediatra ancora compiti ancora danza influenza pediatra di nuovo! Un corri corri che mi lasciava a fine giornata stremata! Un corri corri che mi vedeva alle 21 morta sul letto spesso senza essere riuscita nemmeno a coccolare i miei figli 5 minuti.
E mi sono detta...è questo che voglio anche durante le vacanze estive? I miei figli devono avere giornate super programmate che non lasciano tempo a quel meraviglioso oziare che io stessa da bambina adoravo? No. Ben venga la noia, la totale disorganizzazione, il piatto di pasta col tonno, il pigiama mai tolto, i denti lavati a mezzogiorno, i muffin dell’ultimo minuto senza la metà degli ingredienti, i giochi con l’acqua in giardino, i panni stirati la sera mentre i grilli cantano, la televisione accesa nelle ore più calde, quando anche solo respirare diventa un peso, l’orario di cena che...boh chissà se ceniamo vista la doppia merenda del pomeriggio! Ben venga il gelato alle sette perché, ma si usciamo che adesso c’è fresco, il panino al mc Donald che oggi non cucino manco morta, il riposino nel lettone tutti assieme, una passeggiata in pineta, un pic nic a sorpresa e tirar tardi a letto. E pazienza se la sera poi un po’ di cose le devi fare...perché siamo mamme, motore del mondo.
Dobbiamo comunque lavorare pulire stirare cucinare...ma senza orari, Dio mio quanto è bello! E va bene cosi per adesso! La nostra estate proseguirà a braccio...come se ogni giornata fosse un dono, un pacchetto da scartare, una sorpresa. Senza troppi orari e troppe regole...accettando anche i momenti di noia...perché noi mamme davvero non abbiamo tempo (ahimè) di annoiarci, ma i nostri figli dovrebbero poterlo fare. Star fermi senza far nulla, a fissare le immagini di un libro, in silenzio. Buttati per terra sul pavimento fresco ad ascoltare solo i propri pensieri. Invece di cercare di riempire le loro giornate, dovremmo solo cercare di riempire i loro cuori e le loro teste di tanti ricordi meravigliosi. I ricordi delle estati che scorrevano lente e pigre, giornate tutte diverse, passate in riva al mare o al parco sotto casa. Lasciamo loro il ricordo dell’immobilità , un’istantanea della loro meravigliosa infanzia. Fermiamo il tempo, rallentiamolo un pochino...che già di suo scappa così in fretta. Sospesi per sempre su un’altalena che vola, mentre le foglie degli alberi vanno a tempo con le cicale che cantano e il sole pian piano se ne va a dormire. Fermi. Immobili. Felici.