Mare profumo di mare
31 Agosto 2017. Le mie ferie sono ufficialmente quasi finite. Ci godiamo l'ultimo sole della Sardegna, le ultime giornate che scorrono lente e pigre.
Quest'anno abbiamo fatto davvero tantissimo mare, e sapete perchè? Perchè finalmente anche il mio nanetto riesce a stare in spiaggia senza rischiare la morte ogni tre minuti. Non si butta in acqua lasciandosi affogare. Non mangia i granelli di sabbia come se fossero m&m's. Non scappa ovunque con addosso un cartello con scritto “rapitemi” e soprattutto gioca. Oh si! Finalmente gioca...o guarda un giornaletto. E io dopo anni e anni dalla prima gravidanza, ce l'ho fatta a rilassarmi, prendere il sole e finire la settimana enigmistica. E vi posso garantire che riuscire, con due figli, a leggere in spiaggia e a fare il Bartezzaghi...son soddisfazioni! Ci sono stati addirittura dei momenti, udite udite, in cui in spiaggia mi sono annoiata. La commozione lo so...asciugate le lacrime...mi state invidiando e odiando, ma me ne farò una ragione ;-)
E nei miei meravigliosi momenti di noia, indovinate che ho fatto? Dormito sul lettino? No, troppo banale. Ciondolato sullo sgabello del bar sorseggiando un mojito? No, mi spiace, sono astemia. Mi sono dedicata per una volta ad uno sport nazionale spesso praticato da molti, ma abbastanza discusso...lo so, non andrebbe fatto, ma che posso farci è stato più forte di me. Io nei momenti di noia...mi sono vergognosamente e palesemente fatta i cavoli di tutti i miei vicini di ombrellone. Ecco l'ho detto. Occhiale da sole strategico, sguardo vago, giornale sotto mano per non destare sospetti e via, ne ho viste che ne ho viste. Coppiette pomicione (che invidia), ragazze con appresso solo asciugamano e crema solare (doppia invidia), famiglie di 978 componenti più chiassose dei centri commerciali di sabato, e soprattutto...mamme! Si! Ad attirare la mia attenzione erano soprattutto le altre mamme...forse perchè essendo mamma anch'io, non potevo fare a meno di notare e osservare i loro comportamenti. E mi perdevo talmente tanto a curiosare che ogni tanto mio marito mi chiedeva se avessi pagato almeno il canone...simpatico lui! E di mamme in spiaggia, ce ne sono davvero tante.
C'è la mamma chic...oh si, lei arriva tutta in tiro, con la borsa abbinata al copricostume. Al seguito ha sempre bambini biondi e con gli occhi azzurri, una piccola borsa frigo Gucci, zero ombrellone perchè la tintarella delle maldive oramai li ha resi super resistenti ai proletari raggi uv del sole sardo e un'abbronzatura perfetta e dorata. La mamma chic si muove sulla sabbia come sospesa...io quando cammino sulla sabbia ho la stessa goffaggine e lentezza di un bradipo con una scopa nel didietro. Per ogni passo avanti, due li faccio indietro cercando di non cadere e di non attirare l'attenzione. Se devo risalire dalla riva con Samuele in braccio poi...vi lascio immaginare la scena. Sembra mi abbiano sparato nel sedere una di quelle freccette per addormentare gli elefanti. Mi trascino fino all'ombrellone con un'andatura barcollante, come se il mojito di cui sopra lo avessi bevuto per davvero e quando arrivo lancio mio figlio, e mi accascio sull'asciugamano inerme. Una scena pietosa. Ma la mamma chic, lei no. Lei esce dall'acqua come una sirena, bikini taglia 40, raccoglie i capelli sulla nuca (mentre io li raccolgo solo dal lavandino) e torna al suo ombrellone sculettando. I figli ovviamente sono già seduti composti e reclamano per merenda frutta fresca e latte di cocco. I miei invece urlano “ a ma, datte un po 'na mossa e dacce la pizza bianca!”. E io sorrido, cercando di scacciare dalla mia mente che si, sono sarda e ho due bambini che mi parlano in romano...che mi dicono ahò! E che quando cresceranno e saranno adolescenti mi urleranno i morti, anzi li mejo morti, ogni due minuti.
Poi in spiaggia, c'è la mamma ansiosa. Si, quella che arriva col tir perchè nonsisamaiconibimbi. Quella che appena si sistema, mette in fila i figli e inizia a riempirli di crema solare protezione 2mila, che sembra mastice, non crema, e che quando hai finito di spalmarla hai perso la sensibilità alle mani. E sti ragazzini li vedi, bianchi come mozzarelle, con addosso pure la maglietta anti raggi uv di decathlon, che io giuro solo a guardarli me sento male, me viene la rosolia! E lei, mamma ansia, li raduna tutti all'ombra, non sia mai dovessero assorbire un pochetto de vitamina D, e inizia già a sudare al pensiero che tra breve dovranno entrare in acqua! Gonfia ciambelle, braccioli, giubbini. Attrezza la scialuppa di salvataggio, da la mancia al bagnino affinchè abbia un occhio di riguardo e cautamente, lentamente, li fa entrare...prima i mignoli, poi le caviglie, e verso sera, piano piano un bagnetto di 33 secondi. E nel mentre, i miei di figli, sono dentro l'acqua da talmente tanto tempo che hanno le mani aggrinzite e le labbra viola come i cadaveri. Madre degenere...
E infine, in spiaggia, c'è lei. Quella che io ho definito la madre “sticazzi”. Quella che arriva in spiaggia a mezzogiorno e mezzo, quando la maggior parte delle persone sane di mente va via. Quella che ha al suo seguito un numero indefinito di bambini e nipoti, e che passando raccatta pure quelli degli altri ombrelloni, che je frega. Se li porta appresso in fila indiana, e cammina per chilometri fino quando non trova il posto che dice lei. Piazza l'ombrellone, lo stuolo di ragazzini si spoglia e tira tutto per aria e lei inizia a urlare “ma nemmeno la crema ve siete messi...vabbè sti cazzi!”. Il primo sticazzi. Si mette seduta, raccatta la roba alla bene meglio, borbotta e fruga nella borsa “uh me so scordata l'acqua...mo che je do...vabbè sticazzi! Berranno a cena...” E così tutta la giornata, un susseguirsi di sticazzi che le consentono di stare attaccata allo smartphone per tutto il tempo, nonostante i 28 ragazzini che orbitano attorno al suo ombrellone. Lei si che campa serena.
E poi in spiaggia ci sono io, che fino allo scorso anno ero peggio della mamma ansia, molto peggio. Ma che quest'anno ho tenuto un profilo basso ed essenziale. Minimalista oserei aggiungere. Crema solare solo per evitare il reparto grandi ustionati, in acqua fino che non iniziavano a battere i denti (ho scoperto che a un certo punto i bambini escono dall'acqua da soli, senza doverli chiamare. Basta solo aspettare che abbiano fame o che inizino a perdere la sensibilità agli arti), merende variabili da “mangia la banana che sennò non cresci “ a “sticazzi magnate sta merendina, fa come te pare, se poi resti nano non dare la colpa al DNA sardo” e all'ombra se davano segni di evidente cedimento, o iniziavano a non riconoscere i familiari. La madre dell'anno direte voi! Forse no, anzi quasi certamente. Ma sicuramente ci siamo goduti le vacanze senza troppe paranoie (mio marito avrà da ridire, ma stacce, per adesso va bene così e fattelo bastare) e ci siamo goduti i bimbi. Io in modo particolare me li sono goduti come non accadeva da troppo tempo. Immersi nell'acqua meravigliosa della mia terra, con le loro braccia attorno al collo e il sole che scaldava le nostre teste.
L'essenziale.
Cinzia Derosas