Come gestire il distacco dalla mamma
Quando nasce un bambino il più grande impegno dei genitori è quello di accudire al meglio il proprio figlio, occupandosi di lui nel modo migliore possibile.
Durante i primi mesi di vita l’importanza del genitore è evidente e la sua presenza è necessaria per la crescita e per la sopravvivenza del bambino. Mentre il bambino cresce le sue esigenze cambiano e si moltiplicano ed i genitori sono chiamati ad adeguarsi ad esse e spesso ad interpretare i segnali del bambino in molti casi anticipando e soddisfacendo i bisogni che esprime. Il legame che si crea tra genitore (soprattutto la mamma) ed il bambino ha le caratteristiche di un legame simbiotico, dopo la nascita la mamma è il veicolo di cibo, coccole e contenimento e anche il papà, in modo più progressivo lo diventa. I primi mesi di vita per la mamma sono un proseguimento naturale della gravidanza, non a caso si parla infatti di diade mamma-bambino, questo naturale processo ha un’evoluzione che spesso i genitori e soprattutto le mamme faticano a vedere in modo chiaro, il figlio cresce e pur avendo bisogno della presenza costante dei genitori, durante i primi mesi inizia anche a prenderne le distanze ed a riconoscersi come entità separata dalla mamma.
Questo processo viene chiamato di separazione ed individuazione, è proprio attraverso la progressiva separazione dalla mamma che il bambino impara a riconoscersi ed ad avere una percezione di sé come individuo ed a formare la sua identità. E’ proprio il processo di separazione che spesso mette in crisi il genitore che lo vive come una mancanza di indispensabilità per il proprio figlio, il bambino inizia a voler fare da solo a richiedere i propri spazi e il genitore non sa come comportarsi e come rispondere a queste nuove esigenze.
La prima cosa che il genitore deve ricordarsi è che la separazione è un processo naturale e necessario e che la sua presenza è indispensabile ma muta nelle modalità a seconda della fase di crescita in cui il bambino si trova. Quello che ricordo sempre ai genitori è che loro sono tenuti ad amare i propri figli e per fare questo è fondamentale che accettino il fatto che prima o poi il bambino affronterà il mondo da solo, separarsi vuol dire riconoscere l’altro come individuo diverso da sé, con i propri bisogni, il proprio carattere ed i propri gusti e questo ha inizio già durante i primi mesi di vita, più o meno da quando il bambino inizia a gattonare ed a esplorare il mondo in autonomia.
Il camminare, lo svezzamento,il linguaggio, il dire no, la disobbedienza, “i terribili due anni” sono una chiara manifestazione del bisogno di autonomia che nel bambino cresce, sono fasi necessarie e indispensabili che servono per una crescita sana e positiva. Se il genitore ha piena consapevolezza di questo potrà guidare il proprio figlio ad affrontare e superare queste fasi (spesso anche critiche) in modo positivo e propositivo riconoscendo autonomia e capacità al proprio figlio, l’autonomia e la competenza cambieranno a seconda dell’età e dello sviluppo del bambino, se pur in modo diverso per ognuno ci sono delle fasce d’età in cui queste fasi si presentano ed il genitore dovrà accoglierle come ha accolto i bisogni della primissima infanzia. Per tutta la prima infanzia il genitore svolge un ruolo prioritario, c’è sempre per il proprio figlio ma il rapporto da simbiotico si dovrà trasformare in un rapporto tra individui.
Il rispetto degli spazi personali diventa quindi fondamentale, l’insistenza con cui molti pedagogisti e psicologi ad esempio invitano i genitori a non far dormire i propri figli nel letto coniugale o il consigliarli a ritagliare degli spazi di gioco comune ma anche autonomo con i figli si basa proprio sulla necessità di separarsi da loro. Il processo è infatti bilaterale, da una parte è il figlio che deve staccarsi da genitore e dall’altra è il genitore che deve separarsi dal figlio guardandolo nelle sue capacità e potenzialità come un essere separato da sé e autonomo.
Spesso le mamme hanno delle difficoltà a percepirsi in questo modo, forse l’origine di questo è data dalla gravidanza, la mamma viene a contatto con il bambino sin dai primi mesi della gestazione lo sente come un essere legato a sé, i papà invece entrano a contatto con il proprio figlio solo alla nascita, quando esiste come essere separato dalla madre. Spesso infatti sono proprio i papà che ricordano alla mamma le risorse del bambino e che gli dicono che è cresciuto, che è capace, che ha bisogno dei propri spazi esattamente come ne hanno bisogno i genitori, sia come coppia che come singoli. Non è raro che il bambino si comporti in modo differente con il papà e con la mamma, ed esempio vogliono sempre stare in braccio con la mamma e camminare con il papà, essere imboccati con uno e con l’altro no o ancora usare il vasino o addormentarsi da solo. Questo perché in questi casi il papà non soddisfa subito il desiderio del bambino, riconosce la sua autonomia e vede più facilmente il fatto che il proprio figlio è un individuo a sé stante.
La difficoltà della separazione affonda la sua ragion d’essere anche nelle paure che i genitori hanno, vorrebbero tutelare i propri figli da tutto ciò che li può ferire, vorrebbero essere sempre con loro ed aiutarli ad affrontare il mondo e gli altri, temono che le delusioni, le sconfitte e le difficoltà siano troppe e che facciano male, ma in realtà è proprio il contrario, sono parte integrante della crescita ed è proprio attraverso queste che il bambino può mettere alla prova le sue risorse e capacità.
Il ruolo del genitore è quello di guida non di sostituto ed a volte dovrà limitarsi ad esserci come riferimento per il proprio figlio mentre lo guarda sbagliare o soffrire ma senza intervenire in modo diretto perché amare è anche questo, fornire gli strumenti e la forza per affrontare le difficoltà e non intervenire per evitarle perché si crede nelle capacità dell’altro. Ogni genitore ha dentro di sé gran parte degli strumenti per crescere al meglio il proprio figlio e la capacità di renderlo autonomo è uno di questi, dovrà solo ricordarsi che l’autonomia è necessaria e indispensabile per crescere e essere felici.
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