La maternità nel mondo: essere mamma in India
Come sarà diventare mamma e crescere un bambino nella terra delle spezie, degli elefanti, del caldo e dei tessuti coloratissimi? Sicuramente è un mondo totalmente differente rispetto a ciò che siamo abituati in Occidente. Ed è per questo che è davvero interessante curiosare tra le abitudini e le caratteristiche del diventare mamma in India!
La maternità nel mondo: essere mamma in India, dove il co-sleeping è una pratica naturale e assolutamente normale
La prima curiosità riguarda un fatto pre-natale. Un fatto strano, un'abitudine che in realtà è legge, una strana, stranissima legge: in India è contro le regole (non solo “umane” ma anche burocratiche) sapere il sesso del bambino prima della nascita. Il motivo? Parecchio pauroso e inquietante: qui la società preferisce di gran lunga i bambini maschi, e il governo vuole mettere ai ripari le bimbe femmine: si ha paura che, scoprendo il sesso femminile, molti genitori decidano di interrompete volontariamente la gravidanza.
E l'allattamento? Qui, come in molte culture orientali, è normalissimo e accettato, e allattare in pubblico è incredibilmente normale; tuttavia da molti anni le donne passano per un motivo “sociale” al latte artificiale: è un po' uno status symbol. Utilizzare il latte in polvere significa mostrare agli altri di poterselo permettere, e di potersi permettere una tata.
Ma se l'allattamento è un fatto normale e naturale, il popolo indiano ha ancora difficoltà ad esprimersi sul sesso, sull'anatomia e sui fatti più naturali del corpo umano femminile e della maternità. Ci sono corsi preparto, ma da pochissimo, e soprattutto è solo un fatto recente la presenza dei mariti a questi corsi.
Il fatto che questi corsi siano un qualcosa di assolutamente innovativo per un paese come l'India lo conferma il fatto che, nonostante la loro presenza ai corsi, i maschi si ritrovino ancora molto imbarazzati di fronte ai termini medici anatomici. Il sesso è ancora un tabù, non si studia nemmeno educazione sessuale nelle scuole, e negli ospedali “normali” (quelli non “di classe”) la presenza degli uomini in sala parto non è permessa (non solo per un fatto di regole, ma soprattutto per la tendenza a sentirsi ancora a disagio).
Una volta a casa, il bello dell'India è che il bambino dorme con i genitori regolarmente, a prescindere dalla classe sociale (nel senso: avere una casa grande non significa obbligatoriamente fare dormire il bambino nella sua stanza, nonostante la possibilità). Questo co-sleeping (con i genitori o con la tata di famiglia) dura fino ai sei o ai sette anni! Già: o con i genitori o con la tata. Perché in India è normale, quando si hanno le possibilità economiche, assumere una tata a tempo pieno.
I genitori, infatti, che abbiano entrambi o meno un lavoro, affidano i figli alle tate a tempo pieno; queste tate vivono insieme a loro (con la loro famiglia in una parte dedicata della casa dei datori di lavoro, per essere sempre raggiungibili ma non sempre occupate quando non ce n'è bisogno) e si occupano di tutto ciò che riguarda i bambini. Addirittura, è raro uscire e vedere bambini (che non siano molto poveri) con i loro genitori: solitamente l'uscita è solo con la tata, o, com'è chiamata qui, la ayah.
E, se non ci si può permettere la tata, saranno i nonni, i parenti e i vicini ad occuparsi dei bambini quando i genitori vogliono o devono uscire (non solo per piacere e tempo libero, ma anche per le commissioni).
In tutto questo, la parte più difficile dell'essere mamma e accudire un figlio in India è la paura delle infezioni. Se nei paesi Occidentali (ma anche in molte zone Orientali) cadere, sbucciarsi e prendere qualche botta è solo parte del processo di crescita e di formazione del sistema immunitario, in India sbucciarsi un ginocchio o graffiarsi (o, addirittura, bere una goccia d'acqua del rubinetto o quando si fa il bagnetto) significa venire a contatto con moltissimi germi e batteri pericolosi che possono causare importanti infezioni, infezioni che gli ospedali faticano a curare per il loro stesso stato di sporcizia. Ecco perché le mamme sono iper apprensive: devono esserlo per forza!