Il parto in casa
Argomento sempre discussissimo e che scatena le polemiche di esperti e non.
“Il parto in casaaaa? Ma sei pazzaaaa? Non è sicuro!”
Questa, di solito, è la reazione di tante mamme e donne a cui presento l’opzione di dare alla luce il proprio bimbo al di fuori delle mura ospedaliere.
Dunque, sfatiamo un mito: il parto in casa è sicuro tanto quanto quello in ospedale nel momento in cui la gravidanza e il travaglio si mantengono fisiologici.
Questo non lo dico io, ma lo dice l’OMS.
Poi è indubbio che il parto spaventi gran parte della popolazione, tante future mamme hanno paura del dolore, di metterci troppo tempo, che il piccolo soffra, di perdere il controllo etc, etc…
A volte bisogna sapersi fidare del proprio corpo, delle proprie capacità ed affidarsi alla natura… se non ci siamo estinti (e per millenni le donne hanno partorito dappertutto: giungla, capanne, igloo, in casa, in campagna, in acqua) forse il parto extra-ospedaliero non è poi così assurdo. Basti pensare che in Inghilterra e in Olanda c’è il 15% di parti in casa (e non rientrane nelle specie protette né gli inglesi, né gli olandesi!)
Siamo nel 2014 e, ad oggi, è inaccettabile che si rischino delle complicanze gravi visto che spessissimo si può intervenire e salvare la situazione. D’accordissimo.
La verità sta nel mezzo, come sempre.
Il travaglio e il parto in casa sono una risorsa perché (non dovendo sottostare ai rigidi protocolli ospedalieri) i tempi di quella coppia mamma-bambino possono esprimersi in tanti modi e le ostetriche che assistono in casa lo sanno, non hanno mai visto un travaglio uguale all’altro perché ogni utero ha un ritmo e un tempo adatto al bimbo che sta ospitando.
Troppo spesso in ospedale si assiste a travagli accelerati con ossitocina sintetica perché “la dilatazione non è perfettamente come ci si aspetta” o peggio ancora “tra non molto finisco il turno, acceleriamo un po’ i tempi”… il rischio è che si interferisca con il naturale percorso di quel travaglio.
Esistono anche ospedali in cui non si è così quadrati e dove si lascia lo spazio necessario alle contrazioni e alla coppia mamma-bambino di fare un percorso armonico, in equilibrio.
Ci sono dei requisiti per poter partorire in casa?
Certo:
- Gravidanza a termine tra le 37 settimane + 1 giorno e 41settimane + 6giorni
- Devono esserci 2 ostetriche
- La gravidanza deve essere a basso rischio ostetrico
- Feto singolo in presentazione cefalica
- Peso previsto tra 10° e 90° percentile
- Assenza di patologie fetali e materne note
- Placenta normo inserta
- Insorgenza di travaglio spontaneo
- Liquido amniotico limpido alla rottura delle membrane
- Rottura delle membrane non superiore alle 24 ore
- Tampone vagino-rettale negativo
- Domicilio della donna non distante più di 20 minuti dal centro ospedaliero di riferimento
Non condanniamo chi ha scelto di partorire in casa additandola come “una pazza”, è una scelta consapevole, personale e come tale va rispettata, magari non verrà condivisa, ma merita di essere accolta.
Ostetrica Silvia Bianchi
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