5 lavoretti di Natale Montessori
Venerdì, 13 Dicembre 2019 13:27I lavoretti di Natale sono un must durante il periodo delle feste. E non solo perché ci permettono di realizzare decorazioni e oggetti da sfoggiare poi in casa (o da regalare!), ma anche perché attraverso il divertimento possiamo allenare la manualità fine dei bambini e stimolare la loro creatività.
Ecco quindi 5 lavoretti di Natale montessoriani per passare creativamente le feste in famiglia.
5 lavoretti di Natale Montessori: i lavoretti montessoriani a tema natalizio
I braccialetti natalizi
Infilare le perline in un filo in maniera ordinata è un’attività molto montessoriana. Per renderla natalizia, prepariamo uno spago, delle perline rosse e delle piccole stelline ritagliate dalle bucce di mandarino o arancia (stagionale e di riciclo!), alle quali faremo un buchino al centro. I bambini prepareranno così dei bellissimi braccialetti da sfoggiare al pranzo di Natale!
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Le pietre per le storie natalizie
Con i bambini usciamo nella natura e raccogliamo un po’ di sassi piatti. Con dei pennarelli a tempera disegneremo poi dei soggetti natalizi (un Babbo Natale, delle renne, un pupazzo di neve, una tazza di cioccolata fumante, un albero di Natale…). Dopodiché li infileremo in un sacchetto e per giocare ne sfileremo uno alla volta, inventando storie in base ai sassi che usciranno.
https://www.etsy.com/it/listing/643659494/pietre-di-natale-rocce-dipinte?ref=shop_home_active_15
L’albero di bottoni
Con i bambini un po’ più grandi (dai 6 anni) per allenare la manualità fine, che serve moltissimo anche a scrivere, ago e filo sono molto utili. A Natale possiamo utilizzarli per cucire dei bottoni su un albero di feltro, come fossero palline decorative.
https://www.naturalbeachliving.com/montessori-diy-button-christmas-tree/
L’albero con i fili di lana
Di nuovo la manualità fine, ma stavolta anche per i più piccoli, non essendoci l’ago pungente. Ritagliamo da del cartoncino spesso verde dei triangoli abbastanza grandi, quindi con la forbice facciamo dei piccoli spacchi orizzontali di un centimetro lungo i lati lunghi. Dopodiché, con del filo di lana, i bambini creeranno la decorazione, avvolgendolo attorno all’albero e infilandolo negli spacchi in modo che non si muova.
Il filo natalizio con le mollette
Questo più che un lavoretto è un’attività montessoriana educativa, ma se poi appendiamo il risultato avremo una bella decorazione! L’occorrente sono delle piccole mollette di legno, un filo e delle calze natalizie ritagliate da vecchi tessuti. I bambini (dai 2-3 aanni) semplicemente appenderanno le calze al filo con le mollette, allenando la manualità e la coordinazione occhio mano e ottenendo un bel filo natalizio.
Se la Svezia è il paese più felice, è anche grazie al design d’interni
Venerdì, 13 Dicembre 2019 11:51La cultura Hygge sicuramente fa moltissimo: la ricerca della confortevolezza in ogni aspetto della vita, in un paese nordico bianco e freddo, porta gli svedesi a sentirsi più soddisfatti e a stare insieme più serenamente.
Ma al di là del vivere Hygge (qui 10 attività Hygge per bambini), anche la struttura delle loro case, che segue certamente questa filosofia di vita, aiuta moltissimo lo star bene: nelle loro abitazioni gli svedesi cercano confortevolezza, atmosfera coccolosa e comodità. Sembra sempre Natale, insomma. E a Natale si è tutti più felici, no?
Se la Svezia è il paese più felice, è anche grazie al design d’interni: come le abitazioni degli svedesi portano serenità in famiglia
Se pensiamo ai paesi nordici, in effetti le prime parole che ci vengono in mente sono coccole, accoglienza, calore. Nonostante fuori sia quasi sempre buio e bianco di neve. Il clima e le poche ore di luce invernali hanno fatto sì che nei secoli i popoli nordici cercassero la felicità nelle piccole cose, contrastando anche l’oggettiva depressione che deriva dalla poca esposizione alla luce naturale.
Ecco che allora le case degli svedesi sono portatrici di felicità, anche grazie a piccoli accorgimenti che rendono tutto molto, molto accogliente e caldo.
In primis, le luci: attraverso un’illuminazione strategica, calda e soffusa, con tante file di led caldi e molte candele naturali, gli svedesi ricreano in casa un’atmosfera godibile e confortevole, perfetta per le serate sul divano in famiglia, per le cene con gli amici e per leggere un buon libro.
Le luci non vengono disseminate solo all’interno, ma anche in prossimità delle finestre, creando piccole fonti luminose calde e accoglienti. Si possono mettere lumini a led, oppure piccole abat-jour. In questo modo anche da fuori si nota la presenza in casa.
La scelta degli arredi segue poi regole ben precise. Tanti colori pastello si accostano agli arredamenti nordici classici di modernariato, che mescolano linee geometriche rigorose a materiali naturali caldi. L’amore per la natura e l’armonia con essa, infatti, sono parte integrante del design d’interni svedese, che coniuga Hygge e Friluftsliv, ovvero l’amore per la natura.
I pavimenti sono spesso e volentieri in legno, materiale naturale caldo al tatto e caldo alla vista. Via libera, poi, a tessuti di ogni tipo, con coperte calde e cuscini in ogni angolo della casa, così come i tappeti.
Oltre ai colori pastello, anche il bianco è molto utilizzato, soprattutto per le pareti. Di nuovo, una scelta che asseconda il clima e il meteo nordico. Essendoci poche ore di luce e un sole piuttosto spento, per avere stanze più luminose in inverno si punta sui colori chiari. Dopodiché, si riempiono le stanze di colori più caldi attraverso, appunto, le luci e i tessuti.
Infine, senza spendere capitali per riempire la casa di oggetti(anche se spesso ci sono un paio di icone del design in ogni casa), gli svedesi puntano piuttosto sulla felicità dello stare insieme, apprezzando ciò che si ha e puntando ai piccoli piaceri quotidiani. Quindi, a volte, bastano davvero una coperta calda, qualche candela e una bevanda fumante!
Come festeggiare il Capodanno con i bambini
Giovedì, 12 Dicembre 2019 14:09Non serve uscire per il cenone, andare al ristorante (spendendo un capitale) o ritrovarsi schiacciati in una piazza. Le feste più belle, secondo noi, sono quelle casalinghe!
Chiamate qualche amico, la nonna, gli zii, e organizzate il Capodanno da voi. Sì, anche con i bambini! Perché non è assolutamente difficile, stressante o impossibile. Basta rendere la festa godibile dagli adulti e a misura di bambino, con qualche piccolo accorgimento.
Come festeggiare il Capodanno con i bambini: come realizzare una festicciola semplice ma coinvolgente per l’ultimo dell’anno
Vestirsi da Gran Gala
Chi lo dice che le feste in casa siano noiose? Possiamo organizzare una festa semplicissima, ma darle un tocco prezioso semplicemente vestendosi con cura. Diamo quindi un dress code agli invitati: tutti dovranno vestirsi come se andassero ad un gran gala. Anche i bambini, che si divertiranno moltissimo a sfoggiare i loro outfit! Basta che siano loro a scegliere. Divertimento assicurato.
Invitare amici con figli
In questo modo, possiamo fare il tavolo dei bambini, oppure mescolarli a tavola con noi per coinvolgerli nella conversazione. Ma, in ogni caso, invitare 5 o 6 bambini sarà meglio, in modo che si facciano compagnia e che si divertano tra loro, oltre che con noi!
Decoriamo senza spendere un capitale
Basterà tenere le decorazioni natalizie e completare il tutto con tantissimi palloncini colorati (che costano pochissimo!), dei coriandoli e delle stelle filanti.
Organizzare dei giochi
Ci sono moltissimi giochi che possiamo organizzare, che faranno divertire i bambini ma che faranno sbellicare anche noi! Qui trovate proprio 10 giochi da organizzare a Capodanno con i bambini.
Ognuno porta qualcosa
Per quanto riguarda il cibo, per non doversi arrabattare con mille ricette il 31 dicembre, chiediamo ad ogni invitato di portare qualcosa, e organizziamo una cena in piedi, senza doversi sedere attendendo le portate. In questo modo, tutto sarà più semplice e spensierato.
Tanta musica!
Lasciamo che i bambini scelgano la musica: in questo modo si sentiranno super coinvolti, cominceranno a ballare e anche noi ci sentiremo più festosi!
Il countdown in anticipo
La festa di Capodanno può essere un’occasione per fare uno strappo alla regola, andando a letto tutti tardissimo. Ma se non vogliamo stravolgere le abitudini e mandare a letto i bambini prima, alla solita ora, possiamo fare un countdown in anticipo! Sapete? Netflix solitamente intorno al 26 dicembre inserisce nel catalogo il “Countdown”, il “Conto alla rovescia” per Capodanno, proprio per i bambini che non vogliono perderselo! E possiamo farlo partire all’ora che preferiamo.
Scriviamo insieme gli obiettivi per il nuovo anno
Con i bambini possiamo fare anche la lista degli obiettivi per il nuovo anno. Una cosa “da adulti”, è vero, ma che se declinata in chiave familiare diventa occasione di scambio e di crescita.
Festeggiamo con le bollicine
Mentre noi beviamo del buon vino, anche i bambini possono festeggiare da grandi! Esistono in commercio bevande per bambini frizzanti e imbottigliate proprio come i nostri champagne e prosecchi. Facciamoli sentire chic per una serata!
Paw Patrol, al cinema il film che fa impazzire i bambini
Giovedì, 12 Dicembre 2019 09:45Non so voi, ma a casa mia quando la tv è accesa c’è poca scelta: è obbligatorio guardare Paw Patrol! La serie tv animata per bambini è ormai un successo planetario che non accenna a spegnersi, e un motivo c’è: piace davvero a tutti i bambini, anche ai più grandicelli, che, cresciuti, continuano comunque ad amare questi cuccioli eroici!
In questi giorni, dal 21 al 25 dicembre 2019, c’è un evento da non perdere: arriva infatti al cinema “Paw Patrol - Mighty Pups, il film dei supercuccioli”, per passare una serata natalizia al cinema con tutta la famiglia!
Paw Patrol, al cinema il film che fa impazzire i bambini: nel nuovo film d’animazione al cinema dal 21 al 25 dicembre i Paw Patrol diventano super-cuccioli
Gli ascolti da record non sono casuali: i “Paw Patrol”, i cuccioli-eroi, piacciono ai bambini perché attraverso la fantasia incuriosiscono i bambini su elementi del mondo reale. Il protagonista Ryder, un bambino di dieci anni, e i suoi sei cuccioli dai superpoteri vivono ad Adventure Bay e ogni cucciolo-eroe ha un’abilità tutta sua ispirata ad una professione. Ci sono il pompiere, il poliziotto, il muratore…
Ogni puntata vede la squadra, la Paw Patrol, entrare in azione per compiere delle missioni di salvataggio. E ora questa missione di salvataggio diventa SUPER, arrivando al cinema. Nickelodeon e Adler Entertainment hanno infatti fatto approdare i Paw Patrol (che solitamente vanno in onda su Nick Jr, sul canale 603 di Sky) sul grande schermo.
Dal 21 al 25 dicembre in tutta Italia ecco dunque “PAW PATROL – MIGHTY PUPS IL FILM DEI SUPERCUCCIOLI”, cartone animato nel quale Ryder e i suoi cuccioli Chase, Marshall, Rubble, Zuma, Skye, Rocky ed Everest dovranno salvare la città di Adventure Bay da un meteorite la cui traiettoria è stata inavvertitamente deviata dal nipote del sindaco Humdinger, Harold.
Questo meteorite, tuttavia, non è solo pericoloso: al suo passaggio i super cuccioli acquisiscono inaspettatamente e per la gioia di tutti i bambini dei superpoteri, diventando dei MIGHTY PUPS, ovvero dei cuccioli ancora più eroici e forzuti! Ma questi superpoteri li acquisisce, purtroppo, anche Harold, che tenta così di imprigionare Ryder nella torre della città e di impossessarsi di Adventure Bay.
Come sempre, il messaggio è chiaro e tondo: anche i cuccioli più piccoli possono salvare il mondo e cambiare le cose, ognuno con la sua personalità e la sua abilità!
Il film è adatto, come la serie tv animata, ai bambini in età prescolare, ma anche i più grandicelli apprezzano moltissimo questo film (che dura suppergiù 45 minuti). “Paw Patrol -Mighty Pups” è dunque l’occasione perfetta per passare una serata al cinema con tutta la famiglia, proprio sotto le feste!
Come abbassare il colesterolo in gravidanza
Giovedì, 12 Dicembre 2019 09:11Il colesterolo troppo alto è un problema in tutte le fasi della vita, ma soprattutto in gravidanza, momento molto delicato per la vita di una donna. Detto questo, un aumento di colesterolo durante la gestazione è solitamente normale, e se resta entro certi limiti è da considerarsi fisiologico, ovvero privo di complicazioni.
Il problema insorge nel momento in cui il colesterolo aumenta troppo, con conseguenze negative per la mamma e per il bambino. In quel caso, si tratta di ipercolesterolemia gravidica, e sarà bene cercare soluzioni, come, ad esempio, degli integratori per abbassare il colesterolo, uniti ad uno stile di vita più sano.
Come abbassare il colesterolo in gravidanza: i consigli per tenere sotto controllo la colesterolemia gravidica
Come accennato, un aumento del colesterolo in gravidanza è normale: questo perché durante la gestazione aumenta il bisogno di questo elemento da parte delle cellule animali che devono costruire le membrane del feto. Pensiamo al caso della gravidanza: è un periodo in cui il corpo della mamma sta dando vita ad un altro organismo, e per questo motivo il fabbisogno aumenta.
I primi due mesi di gravidanza sono caratterizzati da un lievissimo e quasi impercettibile aumento del colesterolo. Sarà intorno al quarto mese che comincerà ad aumentare più significativamente, arrivando al culmine durante l’ottavo mese.
Il colesterolo durante la gravidanza, quindi, è essenziale per la salute della mamma e del bambino, dal momento che quest’ultimo, per svilupparsi, ha bisogno di grassi soprattutto a livello nervoso. E, non ultimo, il corpo della mamma utilizza il colesterolo come base per la sintesi degli ormoni steroidei.
I valori di riferimento dovranno però rimanere sempre compresi tra i 200 e i 337 mg/dL. Se il colesterolo non supera i 337 mg/dL non ci saranno dunque problemi. Se, invece, i valori superano questa cifra, si parla di ipercolesterolemia gravidica, che, oltre alle classiche conseguenze negative legate al colesterolo alto nel sangue (come l’ictus, l’infarto del miocardio e l’arteriosclerosi), aumenta il rischio di parto prematuro. Non solo: recenti studi hanno messo in luce il legame tra il colesterolo alto in gravidanza e l’aumentato rischio di arteriosclerosi e di malattie cardiovascolari per il feto.
Nel momento in cui ci si trova di fronte ad una situazione di ipercolesterolemia gravidica (che spesso è causata all’aumento degli estrogeni unito alla resistenza insulinica, oppure da uno stato infiammatorio in atto) è bene dunque rivolgersi al proprio medico, che saprà indirizzarci verso la terapia adatta e che saprà consigliarci metodi per abbassare questo colesterolo troppo alto.
Una dieta povera di grassi animali (dal momento che il colesterolo è dovuto soprattutto all’elevato consumo di prodotti di origine animale come carne e latticini) sarà il primo passo per abbassarlo, insieme ad un esercizio fisico (nel caso di una gravidanza fisiologica, senza problemi) e ad uno stile di vita più sano, attivo e unito ad una dieta corretta. Anche il controllo del peso aiuta: lungi dall’utilizzare la regola “Si deve mangiare per due”, una donna in gravidanza non dovrebbe, tendenzialmente, superare i 10-12 chili in più rispetto a prima.
Esistono in commercio anche integratori che abbassano il colesterolo nel sangue, e il nostro medico o ginecologo, dopo aver valutato le nostre analisi, saprà indicarci quali sono i migliori per la nostra situazione.
Dopo la gravidanza è bene sapere che i livelli di colesterolo tornano solitamente normali dopo circa 4-6 settimane dal parto, e che si abbassano più velocemente nel caso delle madri che allattano al seno. Se dopo un mese e mezzo i valori faticano a tornare normali, è consigliato chiedere il parere del medico, che saprà indicare terapie e precauzioni per riportare il colesterolo a livelli normali, in modo da scongiurare le complicazioni legate all’ipercolesterolemia, quelle legate alla salute cardiovascolare.
Il convegno dei ragazzi che salvano il mondo
Mercoledì, 11 Dicembre 2019 09:27In copertina ci sono loro, i ragazzi protagonisti del libro. Ma ci sono anche gli animali e le piante, perché sono in primo piano quanto loro. La penna di Fulvio Evras ha deciso stavolta di scrivere un libro per ragazzi, e il risultato è “Il convegno dei ragazzi che salvano il mondo”, un romanzo delizioso per risvegliare le coscienze ambientaliste in maniera perfetta, in un momento storico nel quale i ragazzi stanno davvero diventando i protagonisti del cambiamento green.
Il convegno dei ragazzi che salvano il mondo: il nuovo romanzo di Fulvio Evras è dedicato ai ragazzi e al pianeta da salvare
A chi consigliamo questo libro? A tutti i ragazzi, a quelli che amano leggere e a quelli sensibili riguardo alle tematiche ambientali, ma anche a quelli più svogliati, che potranno così identificarsi nei protagonisti della loro età!
Il libro di cui vogliamo parlare è “Il convegno dei ragazzi che salvano il mondo”. L’ha scritto Fulvio Ervas (scrittore veneziano noto per il romanzo "Se ti abbraccio non aver paura", storia vera del viaggio di un padre con il figlio autistico da cui Gabriele Salvatores ha tratto il film "Tutto il mio folle amore"), è edito da Marcos y Marcos (nella collana Gli Scarabocchi) ed è pensato per i ragazzi a partire dai 10 anni. Il bello di questo libro è che pone in forma di romanzo, e quindi super coinvolgente più di ogni altra forma libraria, un tema a noi molto caro, quello della salute del nostro pianeta.
La trama è semplice e deliziosa: si parte con D.D.T., una sorta di super cattivo della plastica, che non crede ai cambiamenti climatici e che ridicolizza il movimento giovanile dei ragazzi che cercano di sensibilizzare su questo tema. Molto attuale, no? In un mondo nel quale Greta Thunberg viene troppo spesso schernita o minimizzata, c’è bisogno come non mai di sbugiardare chi la addita di essere solo una ragazzina!
D.D.T., Mister Daniel Douglas Tossic, adora riempire gli oceani di plastica e guidare i suoi Buttacarte insieme al suo braccio destro Regis Regis. Ma fortunatamente i ragazzi di ottocentosei paesi del mondo sanno che è tremendo, ciò che fa D.D.T., e che il mondo DEVE essere salvato. Ecco che allora organizzano un super convegno planetario, a cui arrivare ognuno con i propri mezzi, che siano la bicicletta, il treno, la camminata… E, naturalmente, D.D.T. vuole boicottare e sabotare questo convegno.
I protagonisti sono moltissimi, ognuno con la propria storia, la propria idea di ecologia, i propri valori. Ci sono Cleo con la sua iguana, Irma che trova creature nei tombini, Zack e la sua ape (pardon, il bombo Leone!) e la macchina fotografica al collo, Ocean, Rand, i Botanics (la band che canta canzoni sulla natura)…
Il bello di questo libro è che parla ai ragazzi attraverso la loro lingua, fa capire loro l’importanza delle idee (non importa l’età) e li coinvolge in maniera diretta. E le cose che insegna sono moltissime, e non solo a livello ecologico: Zack che prende il treno da solo, con i tanto temuti cambi, mostra, ad esempio, come si possa essere indipendenti anche quando temiamo di non farcela; il linguaggio usato dai ragazzi fa vedere come si possa combattere per le proprie idee pacificamente; la sorellina di Zack, quattro anni, chiarisce che si possa credere in qualcosa anche da piccolissimi.
Ciò che ci piace di questo libro è proprio la forma: non è il solito saggio, non è la solita infografica, ma è un romanzo completo e coinvolgente, che parla ai ragazzi senza un briciolo di paternalismo ma con concretezza e serietà, buttandoci pizzichi di divertimento e tante riflessioni, in mezzo ad una trama che fa difficilmente staccare gli occhi dalle pagine.
Un libro davvero consigliato a tutti i ragazzi, un regalo diverso che sarà sicuramente apprezzato!
Crema Seno Clemulina, una crema non solo per il seno
Martedì, 10 Dicembre 2019 08:45Il seno in gravidanza subisce notevoli variazioni, ma è soprattutto durante l’allattamento che ha bisogno di cura precisa e delicata. La crema seno Clemulina di Fiocchi di Riso è in questo senso un prodotto davvero di qualità che tutte le neomamme dovrebbero tenere nel beauty case: il preparato originale di Fiocchi di Riso è infatti pensato per lenire e addolcire la zona del capezzolo e del seno in un momento nel quale questo viene parecchio stimolato, ma essendo a base di lipidi naturali, Clemulina diviene utile anche per moltissimi altri aspetti!
Crema Seno Clemulina, una crema non solo per il seno: perché Clemulina di Fiocchi di Riso è un preparato originale che non dovrebbe mai mancare nel beauty case
La sua composizione è davvero unica: a base di colostro bovino (ricco di vitamine, sali minerali e amminoacidi), olio di emu (con azione seboregolatrice e antinfiammatoria) e lanolina (dalla composizione cerosa che contribuisce alla formazione di un sottile strato lipidico protettivo sulla pelle), contiene Omega 3, 6 e 9, lipidi naturali che elasticizzano, idratano e rinforzano le zone più sensibili della cute, proprio come quelle del seno e del capezzolo, prevenendo le fastidiose ragadi e le screpolature nel momento dell’allattamento al seno (preparandolo nei mesi precedenti - dal settimo di gravidanza - e nutrendolo nel periodo delle poppate). Ma questa sua funzione rende Clemulina utile anche in caso di mani screpolate, soprattutto in inverno: questa crema accelera, infatti, il processo di rigenerazione cutanea e aiuta a mantenere integra la barriera lipidica che, quando scompare, causa la secchezza locale. Basta applicare la crema al bisogno, anche più volte durante la giornata, per ottenere un risultato immediato e duraturo.
Allo stesso modo, Clemulina di Fiocchi di Riso diviene preziosa per chi soffre di labbra secche e screpolate, a causa del freddo l’inverno oppure del sole in estate: ne basta un sottile strato un paio di volte al giorno per proteggere le labbra e, soprattutto, per ristabilire l’elasticità e la morbidezza fisiologiche, guarendo i taglietti e dando una sensazione molto piacevole.
Essendo pensata per le ragadi (piccole ulcerazioni della pelle o delle mucose), per contrastarle e per prevenirle, Clemulina è indicata anche in caso di ragadi in generale, e non solo sul seno: c’è chi ne soffre sulle mani e sui piedi, chi nelle zone intime. In ogni caso, applicare Clemulina può dare non solo sollievo, ma può anche rigenerare la cute eliminando le ragadi e, successivamente, prevenirle nelle zone più soggette.
In caso di ferite cutanee, anche dei neonati e dei bambini, possiamo affidarci di nuovo a Clemulina: dopo aver deterso la zona colpita dalla ferita con un detergente delicato con oli vegetali (che rispettano e supportano l’equilibrio fisiologico della pelle), Clemulina può normalizzare la cute e aiutare il naturale processo di rigenerazione cutanea, proprio perché, come detto inizialmente, è una crema lipidica che rigenera e lenisce allo stesso tempo.
Tutti questi usi sono assolutamente sicuri e testati: come tutti i preparati di Fiocchi di Riso, Clemulina è un prodotto pensato per la dermo-cura della pelle ed è dermatologicamente testato e preparato con principi attivi di origine naturale scelti per rispettare ogni tipo di pelle, anche la più sensibile. Inoltre, Clemulina è testata ad ogni lotto di produzione per il sottoprodotto 1,4-Diossano e Nichel (un elemento potenzialmente irritante).
L’acqua: alleata anche in menopausa
Martedì, 10 Dicembre 2019 08:38La menopausa è una fase naturale della vita di una donna, che determina la cessazione della fertilità e, di conseguenza, del ciclo mestruale. Durante il passaggio dall’età fertile alla menopausa la donna va incontro a numerosi disturbi, e i sintomi della menopausa possono essere molti e diversi. Fisiologicamente, solitamente le donne entrano in menopausa intorno ai 50-51 anni, ma quest’età è indicativa, e, soprattutto, i sintomi possono comparire già prima.
Il ciclo che si fa irregolare, le vampate di calore, i dolori muscolari, il mal di testa, le palpitazioni, un calo della libido, la secchezza della pelle e dei capelli, l’ansia, l’irritabilità, l’aumento di peso… Tutto questo contribuisce a rendere il periodo della menopausa un momento delicato e pesante per la donna. Ci sono tuttavia rimedi e consigli che possono aiutare moltissimo. E, tra questi, l’acqua può diventare un alleato importante.
L’acqua: alleata anche in menopausa
In generale, l'acqua è fondamentale per la nostra salute. In una situazione normale, ogni essere umano (il cui corpo è composto per la maggior parte proprio da acqua) dovrebbe berne almeno 1 litro e mezzo al giorno, per mantenere l’organismo idratato. Quando l’acqua scarseggia, i processi vitali ne risentono, si rallentano, e, non ultimo, non vengono espulse le sostanze nocive al meglio.
Nel caso della menopausa, l’acqua è altrettanto importante, se non di più. E il consiglio è quello di bere acqua mineralizzata, bicarbonata-calcica. Questo perché in menopausa l’organismo di una donna necessità di maggiore apporto di calcio.
Durante la menopausa una donna perde, insieme al ciclo mestruale, una buona parte della produzione di ormoni femminili, tra cui gli estrogeni, prodotti dalle ovaie. A risentirne sono in particolare gli apparati generale, urinario e cutaneo. Per questo motivo, tra i sintomi della menopausa ci sono anche la secchezza della pelle e dei capelli, il prurito diffuso, le macchie cutanee, la perdita dei capelli e le unghie più fragili.
Oltre a questo, perdere gli estrogeni porta anche ad un aumento del rischio di osteoporosi, con la riduzione della massa ossea e il rischio di fratture. Proprio per questo motivo il consiglio è quello di bere molta acqua con alto contenuto di calcio.
L’acqua, tuttavia, non aiuta solo a contrastare l’osteoporosi e i problemi legati al calo di estrogeni. Uno dei problemi più fastidiosi legati alla menopausa sono le vampate di calore, che colpiscono improvvisamente a qualsiasi ora del giorno e della notte (causando anche insonnia), a prescindere dalle condizioni climatiche esterne. Viso e collo si arrossano, il corpo sembra prendere fuoco, e per qualche minuto il disagio è profondo.
Queste vampate di calore, così come l’ansia, l’irritabilità, la leggera perdita di memoria e la sensazione di malinconia, sono dovute ai cambiamenti del corpo, ma anche alla modificazione del volume di acqua presente nell’organismo della donna durante la menopausa. Se, infatti, il volume di acqua presente nel corpo di un uomo è pari al 65% del peso totale, con l’avanzare dell’età questo volume si riduce. Durante l’infanzia l’acqua è all’80% circa, mentre in età anziana si riduce fino addirittura al 50%.
Questa riduzione di acqua nell’organismo porta alla secchezza dei tessuti: nelle persone anziane la pelle è meno elastica, più secca, così come i tessuti di tutto l’organismo.
Ecco perché bere molta acqua in menopausa può aiutare moltissimo le donne: l’acqua, che è l’unica bevanda indispensabile all’organismo, aiuta a contrastare tutti i sintomi (le vampate di caldo, la secchezza della pelle e dei capelli, il malessere generale) e, soprattutto, diviene elemento fondamentale per mantenere in salute l’organismo, che sarà così più idratato e che, grazie al calcio presente naturalmente nell’acqua minerale, aiuterà a contrastare l’osteoporosi. E, non ultimo, aiuta a rallentare i primi segni dell’invecchiamento, tiene lontana la cistite (altro sintomo della menopausa, dato che questo passaggio colpisce anche il sistema urinario) e aiuta a mantenere la regolarità intestinale.
Il consiglio è quello di bere almeno 8 bicchieri di acqua al giorno in menopausa, e di sfruttare questa bevanda anche nel momento in cui compaiono le vampate di calore (anche di notte), per ristabilire la temperatura corporea normale. Meglio scegliere quelle mediamente mineralizzate, con almeno 200-300 mg di calcio al litro.
Quanti mesi servono per adattarsi alla maternità
Lunedì, 09 Dicembre 2019 15:03Ogni grande passaggio della vita porta con sé un periodo di adattamento. E non sempre è semplice. L’uomo è un essere abitudinario, e cambiare le sue abitudini significa metterlo in difficoltà. Pensiamo al cambiamento di lavoro, al cambiamento di casa, al matrimonio, all’inizio di una nuova scuola, ad una separazione…
Così, anche la maternità porta con sé un periodo, più o meno semplice, nel quale una donna deve adattarsi. Ma quanto dura questo periodo? E dopo quanto, tendenzialmente, ci si sente mamme appieno, si trovano i propri equilibri e si comincia a stare bene del tutto?
Quanti mesi servono per adattarsi alla maternità: un sondaggio rivela quanto tempo ci impieghino le neomamme a sentirsi nuovamente sicure
Non c’è nulla da vergognarsi, non c’è nulla di sbagliato e non c’è nulla di strano: per quanto diventare mamma sia meraviglioso e i primi tempi portino con sé novità, sorprese ed emozioni nuove, i primi mesi sono anche i più difficili, per molte donne. È normale, soprattutto se ridimensioniamo la cosa inquadrandola, come dicevamo prima, nella categoria dei “grandi cambiamenti”, quelli che fanno dire “Ma che sto facendo? Ma sono in grado?” e che portano con sé forti preoccupazioni. Beh, non è forse questo IL cambiamento? Il cambiamento più grande? Lo è.
Un nuovo sondaggio, pubblicato sul New York Times e condotto da OnePoll, mostra come la maggior parte delle mamme americane (perché lo studio è stato condotto negli Stati Uniti d’America, ma può applicarsi a tutto il mondo) impiega più o meno 14 settimane a sentirsi nuovamente sicura di ciò che sta facendo. Perché i cambiamenti portano con sé per un attimo anche insicurezza, un’insicurezza che si annulla solo vivendo le situazioni.
A confermare questi dati ci pensa anche uno studio scientifico pubblicato sulla rivista “Sexual and Reproductive Healthcare”, che spiega anche come il 25% delle neo-mamme si senta, per un periodo, non adatta al ruolo, sentendo una mancanza di istinto materno e molto stress. Questo studio dice anche e soprattutto che la maggior parte delle nuove mamme ci impieghi almeno 6 mesi a sentirsi nuovamente tranquilla e serena.
Dopo sei mesi dalla nascita del bambino, fortunatamente, gran parte delle donne sente tuttavia tornare la confidenza in se stessa, confermando il fatto che la maternità, come tutto nella vita, è sì un grande cambiamento, ma non insormontabile.
Questi dati sembreranno inutili, ma non lo sono, soprattutto per quelle neomamme che per un periodo non sentono di essere all’altezza proprio perché sperimentano queste emozioni del tutto naturali, sentendosi invece in difetto. Non lo siete assolutamente: ogni donna ha i suoi tempi, c’è chi sta meglio in un giorno, chi in un mese e chi in un anno, e sentirsi un attimo instabili per il primo periodo di maternità è assolutamente naturale, normale e anche benefico, se preso alla giusta maniera.
Chiedere aiuto non è un fallimento. Sentire di doverci mettere ancora del tempo non deve fare vergognare. Non sentire sin da subito l’istinto materno non fa di una mamma una non-mamma o una meno-mamma.
Soprattutto, per le mamme che sentono di non essersi ancora adattate alla nuova vita, questi dati servono per capire che non si è sole, che tutto questo è normale, che se ci si sente sopraffatte è giusto chiedere aiuto. Perché come in tutto, nessuno nasce imparato. Ed è sano e salutare anche non essere perfetti in qualcosa.
Tutto, per sentirci bene, ha bisogno di tempo. Tutto, prima di essere confortevole, era pauroso.
Come spegnere videogiochi, tablet e telefoni senza capricci
Venerdì, 06 Dicembre 2019 14:50“Ancora un minutoooo!”. “Solo un attimo”. “Fammi passare il livello”. E via così, finché non passa un’altra mezz’ora. Lo sappiamo: spegnere i device è estenuante. Perché anche se siamo attenti al tempo che i nostri bambini passano con la tecnologia, anche i più abituati cercano sempre di strapparci qualche minuto in più. A volte ci va bene, altre, apriti o Cielo, fanno scoppiare nervosismo, capricci e pianti. E, soprattutto, le minacce non portano da nessuna parte.
Esistono però dei metodi per far sì che lo spegnimento degli schermi sia indolore, facile e veloce. Quali? Eccoli!
Come spegnere videogiochi, tablet e telefoni senza capricci: i consigli per togliere i device ai nostri figli senza pianti né urla
Usiamo un timer
Così, non saremo noi a dovergli dire “basta”, e soprattutto l’avvertimento non arriverà all’improvviso. Basta impostare dei timer sul telefono o sul tablet, in modo che i bambini sentano quando sono passati dieci minuti, e poi venti, e poi trenta. Magari dovremo richiamarli ancora, ma perlomeno il nostro “Stop” arriverà che loro sono già preparati.
Prepariamo subito un’altra attività
Spesso i bambini rimangono attaccati allo schermo perché dopo non hanno nulla di programmato, e il tempo a disposizione gli sembra infinito. Se, invece, gli permettiamo di giocare o guardare i cartoni mezz’ora prima di un’attività programmata allora, anche inconsciamente, non avranno più scuse, ma, anzi, sapranno che dovranno fare altro. E non necessariamente qualcosa di “obbligatorio”, come preparare la tavola o lavarsi i denti, ma, ancora meglio, un’attività insieme, come disegnare, dipingere, costruire con i mattoncini…
Diamo l’esempio
Innanzitutto, l’esempio va dato sempre, e non solo nel momento dell’esigenza. Detto questo, dal momento che i bambini ci prendono come guida, nel momento in cui chiediamo loro di staccarsi dal cellulare o dal tablet è bene che lo facciamo anche noi, se lo stiamo facendo. E possiamo farlo insieme, decidendo gli orari in cui nessuno userà il cellulare, o allestendo una zona tecnologia-free, con un sacchetto nel quale mettere i device di tutti.
Impostiamo lo stop in base all’attività, non al tempo
Ovvero: al posto di dire “Solo mezz’ora”, possiamo chiedere ai bambini di guardare solo due episodi del cartone animato, o di giocare solo tre livelli del videogioco. In questo modo non verranno interrotti nel bel mezzo di ciò che stanno facendo e staccarsi dallo schermo sarà per loro più naturale.