Come vincere la timidezza nei bambini che non salutano
Giovedì, 24 Marzo 2016 04:25Prima ancora del "grazie" e del "prego", i genitori insegnano ai bimbi come comportarsi correttamente spiegando l'importanza del saluto. Un insegnamento indiretto, spesso, dal momento che salutare è un'azione quotidiana e comune (i bimbi lo vedono sempre fare!), ma anche diretta, attraverso i vari "fai ciao con la manina!" e le frasi come "saluta l'amica della mamma".
E se non lo fanno? Significa che sono maleducati? Oppure che sono troppo timidi e questa loro ritrosia è impossibile da modificare?
Ecco come vincere la timidezza nei bambini che non salutano: assecondare i loro tempi li aiuterà a superare la timidezza del saluto
Mamma e papà dovrebbero innanzitutto tenere conto della psicologia infantile e delle fasi che il bambino deve attraversare per arrivare alla socializzazione.
Quando sono piccoli piccoli (dai 3 agli 8 mesi) i bambini si interfacciano con le persone nuove con i loro sorrisi; ma appena iniziano a crescere (quindi dagli 8 mesi in poi) cominciano anche loro a comprendere il concetto di "sconosciuto", che inizialmente li spaventa.
Non considerate maleducazione o capriccio il rifiuto dei bambini a salutare: dai 7 ai 15 mesi circa, infatti, attraversano la cosiddetta fase dell'"angoscia dell'estraneo". Un passaggio naturale, necessario alla futura socializzazione.
Questa fase non deve tuttavia spaventare i genitori: attraverso l'osservazione di mamma e papà, il bambino impara e prende confidenza con queste circostanze. In poche parole, quando è in presenza di sconosciuti guarda attentamente i genitori, studia la loro reazione e, solitamente, se loro sorridono e si mostrano tranquilli anche lui inizia ad aprirsi.
Quando però i bimbi crescono e continuano a mantenere questo atteggiamento di chiusura, i genitori spesso attribuiscono il "non saluto" o alla maleducazione o alla troppa timidezza. In entrambi i casi, spesso, ci si sbaglia.
Tacciare di maleducazione un bambino significa imprimere nella sua mente questa caratteristica: penserà "ok, sono maleducato, è nella mia natura quindi chissenefrega". Se quindi è solo questione di educazione, continuate tranquillamente a regalargli i vostri insegnamenti, soprattutto con il buon esempio.
Per quanto riguarda invece il concetto di timidezza, è vero che molti bambini sono riluttanti durante le interazioni sociali e che è nel loro carattere non aprirsi troppo. Ciò tuttavia non significa che saranno così per sempre e che dobbiamo quindi rassegnarci al loro atteggiamento (non tanto perché intacchi noi, quanto piuttosto perché rende la loro vita un pochino più difficile).
Se quindi il vostro bambino è uno di quelli etichettati come "timidi", non preoccupatevi. Fate attenzione ai suoi comportamenti e cercate di capire cosa lo terrorizza.
A volte parlare e confrontarsi apertamente si rivela soluzione migliore. E, soprattutto, cercate di non chiamarlo mai "timido", né direttamente né parlando con gli altri: per lo stesso motivo del "maleducato", se il bimbo sentirà di essere identificato come "timido" allora agirà come tale. Sarà come giudicarlo.
La timidezza compare soprattutto nelle situazioni extra-famigliari: cene con amici che non si vedono da tanto tempo, la nuova scuola, il parco giochi dove non ci sono i propri amichetti. Per arginare quindi la timidezza e rendere le giornate più piacevoli e meno stressanti a vostro figlio, preparatelo la sera precedente o qualche tempo prima che si presenti l'occasione.
"Come ti senti? Hai paura che parlare con questa gente nuova ti metterà a disagio?"; oppure "Temi che penseranno che sei "timido"?"; o ancora "Quali sono le cose che ti spaventano?". Sono semplici domande alle quali il bambino probabilmente risponderà con sincerità, sentendosi al sicuro a parlarne solo con mamma o papà. Il passo successivo nella conversazione è fargli capire che è normale sentirsi un po' a disagio o sotto pressione, e che nessuno gli corre dietro: potrà parlare e aprirsi solo quando si sentirà pronto, in ogni caso e senza fretta.
Sembra un concetto semplice, ma per un bambino abituato a sentirsi dare del "timido" o ad avvertire il fiato sul collo ogni volta che conosce qualcuno di nuovo è un toccasana, un respiro, un sollievo.
Sono piccoli passi, che tuttavia avranno un beneficio enorme su vostro figlio, che pian piano capirà come socializzare secondo i suoi tempi e che si fiderà sempre di più dei suoi genitori, i quali impareranno ad accettare le sue tempistiche sociali e gli faranno capire che non è un problema sentirsi intimoriti.
Sara Polotti
Al MuBa due giornate per capire l'importanza dell'acqua
Giovedì, 24 Marzo 2016 03:57Nel 1992 l'ONU istituì, lungimirante, la Giornata Mondiale dell'Acqua. Il 22 marzo in tutto il mondo si celebra così l'importanza di questo bene primario dell'umanità, troppo bistrattato e bisognoso di attenzioni.
Ogni anno il Gruppo Sanpellegrino, leader nella produzione di acqua in bottiglia e di bibite analcoliche, si impegna in iniziative volte proprio a sensibilizzare su questo tema, dedicando alcune giornate anche ai nostri bambini. Quest'anno il progetto sarà ospitato dal MuBa, il Museo dei Bambini di Milano situato all'interno della Rotonda della Besana (via Enrico Besana 12), che apre le sue porte a tutti i piccoli dai 6 agli 11 anni che vorranno cimentarsi in attività ludiche e didattiche dedicate proprio a questo bene preziosissimo.
Al MuBa due giornate per capire l'importanza dell'acqua: il Museo dei Bambini e il Gruppo Sanpellegrino in prima linea nella sensibilizzazione ecologica
Il Gruppo Sanpellegrino è da sempre impegnato nella lotta allo spreco dell'acqua: il risultato, notevole, è stato il risparmio, negli ultimi cinque anni, di più del 12% di acqua per ogni litro imbottigliato. Restando quindi nell'orizzonte di questa battaglia a favore dell'ambiente, il marchio è consapevole dell'importanza della sensibilizzazione, e si impegna così nella diffusione del pensiero ecologico.
Nascono con questo obiettivo le giornate dei Laboratori WET del MuBa: attraverso giochi e attività didattiche, i bambini potranno scoprire il ruolo fondamentale dell'acqua per la vita, il suo essere purtroppo limitata e non rinnovabile e quindi l'importanza del risparmio.
Il tema è rilevante e grave, ma il tono dei laboratori non rinuncerà alla giocosità necessaria con i bambini. Sabato 26 marzo (ma tutti i posti sono esauriti!) e domenica 27 il MuBa quindi offrirà ai bambini dai 6 agli 11 anni una giornata all'insegna dell'acqua, con turni alle 10, alle 11.30, alle 14, alle 15.45 e alle 17.30 all'interno dei quali i partecipanti seguiranno ben 4 differenti laboratori.
Si partirà con "Il pianeta blu", che prevede lo studio del rapporto tra acqua e terra attraverso l'osservazione di un mappamondo gonfiabile e con esperimenti per scoprire il ciclo dell'acqua, l'evaporazione, la condensazione e la formazione delle nuvole.
Seguirà "Un incredibile viaggio", che indagherà di nuovo il ciclo dell'acqua, ma stavolta aiutandosi con tappetini rotondi, dadi e perline colorate che formeranno poi un braccialetto che i bimbi potranno portare a casa con sé.
"Segui il flusso" si concentrerà sul corpo umano, bisognoso anch'esso di acqua! La sagoma umana e le carte a disposizione mostreranno ai bambini come mantenere l'organismo idratato come si deve.
L'ultima tappa del percorso sarà rappresentata da "Ogni goccia conta", laboratorio dedicato al consumo dell'acqua: quanta ne beviamo, quanta ne viene consumata ogni giorno? Scoprendo i numeri i bambini si renderanno conto che lo spreco è una follia.
La partecipazione è gratuita per tutti i ragazzi, previa prenotazione allo 0243980402. Oltre ai braccialetti di perline che i bimbi potranno portare a casa dopo l'attività ludica, verrà donata loro anche una maglietta in ricordo della giornata.
I laboratori del sabato sono già sold out, quindi affrettatevi per prendere posto domenica!
Sara Polotti
Travasi di materiali solidi di Maria Montessori
Mercoledì, 23 Marzo 2016 05:27Bacinelle sul vassoio e strumenti di lavoro ben ordinati: e parte il gioco! Con Maria Montessori i bimbi possono (e devono) imparare attraverso l'esperienza, acquisendo l'abilità di movimento che permetterà loro di diventare indipendenti e sperimentando la logica diretta.
L'ordine, lo ripeteremo all'infinito, è fondamentale, e per questo quando si arriva alle attività proposte dalla pedagogista italiana sono presenti vassoi e bacinelle: all'interno del perimetro del vassoio vanno disposti i materiali, sistemati rigorosamente per aiutare il bambino a concentrarsi.
Tra le attività proposte, quelle più utili per i più piccoli sono i travasi, che permettono loro di allenare la presa e la coordinazione occhio-mano, fondamentali per la scrittura ma utili anche perché abituano i bimbi alla concentrazione e alla logica. I bambini manifestano naturalmente l'istinto di travasar. Pensiamoli al mare, mentre si lavano le mani (quando noi gli urliamo "non giocare con l'acqua lavati le mani") e con il cibo: è un istinto che loro hanno innatto e che serve appunto per acquisire il naturale bagaglio di competenze della loro vita.
Oggi parliamo dei travasi di materiali solidi di Maria Montessori: i giochi utili alla coordinazione occhio-mano che aiutano il bimbo a crescere
Per travasi, si intendono quelle attività che prevedono il trasferimento di oggetti solidi o liquidi da un recipiente ad un altro. Oggi ci concetriamo sui travasi di materiali solidi, in un secondo articolo parleremo di quelli liquidi.
Il primo travaso a 8 mesi
Il primo materiale di travaso per un bambino, all'incirca intorno agli otto mesi, è quello che prevede la presenza di due contenitori come cesto: ottimi in questo caso una cesta di vimini, una scatola di latta. Sistemiamo nel cesto di vimini dei materiali grandi così che il bimbo non possa ingerirli, ottimi sono i tappi che consentono di provocare rumore all'interno della cesta di latta, ma possiamo scegliere anche palline e tutti materiali che riteniamo sicuri. E' però importante che il tipo di oggetto proposto sia omogeneo, quindi evitiamo tappi e palline e cucchiaini tutti insieme perchè il bambino sarà confuso dall'eccesso di stimoli e non riuscirà a comprendere la finalità del gioco proposto.
Gli oggetti dei travasi
Un secondo oggetto di travaso man mano che il bimbo cresce sono le farine: si inizierà con la farina di mais perchè meno pericolosa di quella bianca che se ingerita cruda o avvicinata agli occhi. Successivamente poi, diciamo quando vediamo scemare la fase orale dove il piccolo vuole sperimentare tutto con la bocca (giustamente), possiamo introdurre la farina bianca e la sabbia.
Altri materiali da proporre quando il piccolo ha esaurito almeno in parte la fase orale sono i legumi: lenticchie, fagioli, ceci possiamo sbizzarrirci.
E' utile però proporre non sempre gli stessi materiali ma variare il più possibile: proponiamo quindi altri oggetti che abbiamo in casa come cotone, happy mais, noci, nocciole, spugne, frutta, verdura, pigne, piume tappi di sughero, foglie... Cambiamo forme, colori, sonorità affinchè sperimentino più proposte possibili.
I contenitori
I contenitori possono essere come nel primo caso una cesta e una latta così da percepire anche il suono dell'oggetto quando impatta su questa, oppure dei cestini di vimini, barattoli, pentole.
Ottime anche le muffin tin e le vaschette del ghiacchio con più compartimenti.
Gli strumenti per fare i travasi
Il travaso degli oggetti solidi può essere eseguito semplicemente con le mani, per poi proseguire ma mano che il bimbo cresce con cucchiai, mestoli, imbuti e setacci.
Successivamente possiamo inserire pinze grandi da cucina, pinzette, forchette e stuzzicadenti.
Vassoi
Come anticipato in precedenza è fondamentale l'ordine: non è corretto fornire al bambino 10 materiali tutti insieme, pinze, imbuto, tappi, farina e piume. Meglio invece preparare un vassoio sottoponendo a lui un gioco per volta.
Ecco alcuni esempi di gioco che ho proposto a Emma oggi:
1. TRAVASI DI FARINA DI MAIS CON MISURINO AMERICANO
2. TRAVASI CON SOIA VERDE E CUCCHIAINO
3. TRAVASI CON FARINA DI MAIS E CUCCHIAIO PER GELATI
4. TRAVASI CON HAPPY MAIS E FORCHETTA
5. TRAVASI CON HAPPY MAIS E STUCCADENTI
6. TRAVASI CON COTONE E PINZETTE
Giulia Mandrino
I bambini e il mal di pancia per andare a scuola
Martedì, 22 Marzo 2016 13:09Probabilmente molti genitori ne hanno già fatto esperienza: il piccolo che ha continuamente mal di pancia nei giorni scolastici; il medico che dice che è un po' di gas, o stipsi, e che consiglia fibre e verdure; e la dieta sana che comunque non cambia le cose. Non passa molto prima di capire che il mal di stomaco è causato dallo stress che la scuola provoca nei nostri bambini, no?
Nessuno vuole affermare che sia colpa dell'ambiente scolastico, delle maestre (che, anzi, spesso godono di un amore smisurato da parte dei bambini), dei troppi compiti o delle richieste troppo esigenti. Certo, a volte il pensiero di una verifica può causare ansia e stress (ce lo ricordiamo tutti!), ma la maggior parte delle volte questo mal di pancia psicosomatico è causato semplicemente da sentimenti di nostalgia di casa dei bimbi, che stando tante ore lontani dalla famiglia iniziano a risentirne. E la sera, nel letto, pensando al giorno dopo, i piccoli sentono un pochino d'ansia, riversando il sentimento - inconsciamente - sul pancino.
I bambini e il mal di pancia per andare a scuola: come alleviare un fastidio dovuto ad ansia e stress
Spesso questi episodi si circoscrivono in periodi limitati durante l'anno, e possono avere una causa precisa oppure insorgere senza motivo apparente. Il rischio talvolta è quello di scambiare questi mal di pancia nervosi (veri!) con il bisogno del bambino di fare i "capricci" perché non ha voglia di andare a scuola, come fosse una scusa.
Ma basta stare attenti ai loro comportamenti per capire che i dolori non sono strumentali, ma reali: il fastidio dura poco (al massimo mezz'oretta) prima di placarsi; i bimbi si muovono e contorcono per alleviarlo; lo avvertono nella zona ombelicale.
Non attaccate quindi il bambino, e non spazientitevi. Con qualche attenzione potete aiutarlo!
- Essendo il dolore causato dallo stress che la scuola provoca in loro, unito al fatto di stare lontani da casa per molte ore, mentre lo mettete a letto e quando il piccolo si sveglia la mattina provate a parlare con lui delle cose belle che farà a scuola, o dei suoi compagni più divertenti. In questo modo si focalizzerà su ciò che a scuola guadagnerà e non perderà (in termini di tempo lontano da voi).
- Un altro consiglio è decidere insieme a lui qualcosa da fare insieme il giorno dopo al termine delle lezioni: potete andare al parco insieme, o al cinema, o a mangiare un gelato. Sarà come pensare al giorno dopo ma distraendolo dal pensiero "scuola".
- Se vi accorgete che ciò che lo rende ansioso e triste è proprio la lontananza da mamma, papà e fratellini, perché non aiutarlo dandogli una fotografia da tenere in tasca da riguardare quando si sente un pochino giù? E' un accorgimento solo visivo, ma molto potente: gli ricorderà che voi ci siete sempre.
- Pregare insieme, indipendentemente dalla religione, può essere davvero d'aiuto: affidate insieme nelle mani di qualcun altro la vostra giornata, per far sì che sia più tranquilla. E pregare o meditare, si sa, calma e distende i nervi più di ogni altra medicina.
- Parlarne apertamente, magari quando sta iniziando a calmarsi con il passare dei giorni, può essere un toccasana. Non partite però dal problema ("perché ti fa male la pancia?") ma da altri punti, come ad esempio un dialogo su cosa gli piace o non gli piace riguardo alla scuola, e su come si può agire per risolvere il problema rendendolo innocuo (ad esempio, bambini cattivi nei suoi confronti, verifiche troppo difficili per lui, brutti voti o tutto ciò che per loro è quotidiano).
Alla fine, la cosa fondamentale è non dire mai (o fare capire con atteggiamento svogliato e supponente) che le loro sono preoccupazioni superflue o che il loro malessere è immaginario. Per i bimbi il problema è davvero importante, e come tale va trattato!
La redazione di mammapretaporter.it
Come usare l’olio essenziale di camomilla per gli adulti e i bambini
Martedì, 22 Marzo 2016 07:12La camomilla è conosciuta da tutti noi grazie alla massiccia campagna mediatica del secolo scorso che la suggeriva come rimedio rilassante e utile per favorire il sonno: come abbiamo spiegato nel nostro libro Mamme pre a porter questo fiore ha numerose proprietà ma non quella di migliorare il sonno, anzi alcuni soggetti dopo una tazza di camilla calda hanno difficoltà ad addormentarsi: la tisana di camomilla agisce infatti principalmente a livello intestinale, per cui può essere usata con grandi benefici dopo i pasti e in generale per chi soffre di gonfiore e tensioni addominali, magari in abbinamento con la malva per una perfetta sinergia.
Oggi parliamo dell'olio essenziale di camomilla, le sue proprietà lenitive e antinfiammatorie: come usare l’olio essenziale di camomilla per gli adulti e i bambini
Esistono due tipi di olio essenziale di camomilla: la camomilla blu e la camomilla romana. Quest’ultima è sicuramente più economica, è caratterizzata da un profumo erbaceo, e ha proprietà simili alla camomilla blu, anche se meno importanti.
La prima invece, sulla quale ci soffermiamo oggi, è caratterizzata dal tipico profumo di camomilla, molto piacevole e intenso e dal colore blu, in quanto ricca di azulene: l’azulene è considerato l’antidoto naturale contro l’istamina, ossia contro gli stati infiammatori del nostro organismo. Per questo la camomilla blu è utile per contrastare febbre, bruciature, mal di denti, artrite e molto altro come vedremo.
La pelle è il primo organo che beneficia delle proprietà della camomilla blu: quando secca, arrossata o, in generale, sensibile, utilizzare l’olio essenziale di camomilla aiuta lenire irritazioni cutanee, psoriasi e herpes, oltre a contrastare i rossori tipici della pelle sensibile.
Questo olio aiuta non solo a distendere la muscolatura osteo-articolare e nervoso quindi in caso di contratture, dolori cervicali, ma anche quella interna, per cui è utile per contrastare coliti, intestino irritabile e dolori mestruali. Ed è un grande alleato, essendo antispasmodico, della digestione.
Questo olio diviene un potente strumento aromaterapico, se inalato o nebulizzato, per contrastare comportamenti aggressivi e stati emotivi irritabili, per diminuire lo stress, gli attacchi di panico, l'agitazione e quindi, di conseguenza, molti mal di testa.
In caso di dolori (sia viscerali che osteo-articolari) è utile la seguente miscela: 100 ml di olio di iperico e 15 gocce di olio essenziale di camomilla.
Per un'azione continua e quotidiana è possibile inoltre miscelare qualche goccia di olio essenziale di camomilla nella propria crema idratante, da applicare poi mattina e sera.
Ma l’olio essenziale di camomilla è compatibile anche con preconcepimento, gravidanza, parto, allattamento e prima infanzia: qui trovate le indicazioni per utilizzare l’olio essenziale di camomilla sui bambini e neonati, qui invece la ricetta per contrastare le colichette del lattante a base proprio di camomilla e finocchio.
Giulia Mandrino
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Come si portano i bambini in bicicletta?
Lunedì, 21 Marzo 2016 20:18Uno dei mezzi di trasporto migliori, per la salute, per l'ambiente e per le tasche, è la bicicletta. Se avete la fortuna di vivere in città o paesi pianeggianti, è il momento di mettere in garage la macchina: iniziate questa primavera, prendetela come abitudine e vedrete che il prossimo inverno non vorrete più farne a meno.
Non importano le condizioni climatiche: come per tutto, basta uscire con la giusta attrezzatura e coprendosi bene (anche in inverno), e la bicicletta diventa un modo di viaggiare unico. Comoda, veloce, salutare, perfetta per portare spesa e bambini.
Ma come si portano i bambini in bicicletta? Ecco la guida per sfruttare al meglio questo mezzo di trasporto per mamme e papà che vogliono coinvolgere i loro figli.
Innanzitutto, i bambini possono viaggiare nel seggiolino: è possibile iniziare a saltarci dentro fin dal momento in cui si riesce a stare in posizione seduta, quindi, presumibilmente, dai sette-otto mesi. Prima di quel momento, i genitori possono ricorrere al marsupio porta-bebè, che consente di avere le braccia libere portando i figli sul petto.
Scegliete un seggiolino sicuro e comodo, e nei primi tempi optate per quelli anteriori, assicurandovi però che la vostra visuale non sia compromessa: sono più sicuri per il bambino perchè i genitori possono controllare che vada tutto bene in maniera più diretta.
Solitamente, questi seggiolini anteriori si possono sfruttare fino a quando il bambino pesa circa 15 chili. Dopo quel momento, è ora di passare alle sedute posteriori, più grandi e ingombranti ma decisamente più funzionali per i bimbi, che, nonostante non abbiano più la visuale libera (e magari faranno qualche contestazione), si sentiranno più comodi grazie all'appoggio delle gambe.
Con i seggiolini, la cosa più importante è la loro sicurezza: devono rispondere alle norme di legge, essere omologati e fissati molto bene!
E un altro accorgimento da prendere per salvaguardare l'incolumità dei bambini è far sì che quando vengono trasportati siano sempre svegli: addormentarsi significa rischiare di scivolare o di cadere per colpa dello sbilanciamento del loro corpicino che si lascia andare a peso morto! Attenti quindi agli orari, che non siano troppo assolati e che siano lontani dal momento in cui solitamente schiacciano il loro pisolino.
foto 1 http://cupofjo.com/2015/07/how-to-bike-with-kids-nyc/
Alternativa al seggiolino è il trasportino fissato alla bicicletta, comodissimo sia per i genitori, che non hanno l'ingombro del seggiolino davanti alle mani o dietro al sellino, e per i bambini, che vi si accoccolano all'interno.
Solitamente i carrelli si fissano sul retro della bicicletta, oppure davanti, come un cestino con due ruote. Il vantaggio è sì la comodità di guida, ma soprattutto il fatto che con la loro copertura possono proteggere da pioggia, neve e vento, e sono quindi perfetti sia per gli spostamenti quotidiani in città sia per passeggiate più lunghe (anche i bambini più stanchi possono addormentarsi).
foto 2 http://www.icebike.org/the-truth-about-bike-trailers-for-kids-and-babies/
Pian piano i figli crescono, e arriva il momento di pedalare anche per loro (diciamo, circa, superati i 25 chili di peso). Ricordate com'era bello ed emozionante viaggiare in tandem? Esatto, ora è possibile farlo tutti i giorni, scegliendo di dotare la bicicletta di mamma e papà di un'appendice per il bambino.
L'appendice, o mezza-bici, è come una bicicletta extra senza ruota anteriore da fissare al retro della bici di mamma e papà. Ha un manubrio, ma non i freni, perché i bambini possono pedalare insieme ai genitori, che mantengono tuttavia il comando di guida. Queste mezze-bici esistono per uno o per due bambini: per i fratellini sarà uno spasso!
foto 3 http://diply.com/different-solutions/5-innovative-bicycles-fit-parents-kids/21046
E, alla fine, ricordate: utilizzate, sia voi che i bambini, il caschetto. Sempre, sempre, sempre!
Sara Polotti
Il trasportino bici per bambini: dal Croozer agli economici
Lunedì, 21 Marzo 2016 08:17Arrivano dalla Germania e sono sempre più usati dalle mamme di tutto il mondo: sono i trasportini da biciclette per bambini. Mono o biposto si trasformano da carrelli a passeggini in pochi semplici step.
Sono particolarmente sicuri in quanto se per caso la bici dovesse cadere il piccolo non subisce cadute dall'alto, come quando è sul seggiolino, ma è protetto dalla struttura che è quasi impossibile da capottare. Ogni azienda ha standard di sicurezza diversi: in generale per legge i bambini non sono obbligati a utilizzare un casco, ma noi vi consigliamo vivamente di usarlo.
Il trasportino bici per bambini: dal Croozer agli economici, i migliori rimorchi per la bici per portare bambini
Il primo e originale è del marchio tedesco Croozer: eccellente in qualità dei materiali, confort e sicurezza ha un prezzo abbastanza elevato, tra i 400 e gli 800 euro circa. Sul sito italiano trovate modelli e rivenditori del territorio: it.croozer.com.
E' possibile trasportare bambini fin dai sei mesi di vita grazie agli accessori proposti, in particolare l'Amaca Baby e il Supporto Seduta
Su Amazon si trovano numerosi modelli di trasportino, con un range di prezzo che va dai 90 ai 200 euro circa. Nonostanze i prezzi bassissimi (pensate che l'ultimo costa a mala pena 80 euro) hanno ottime recensioni e indici di soddisfazione. Eccone alcuni selezionati per voi:
http://www.amazon.it/Rimorchio-porta-bimbo-biammortizzato-bicicletta-jogging/dp/B00BSTIP8G/ref=sr_1_cc_7?s=aps&ie=UTF8&qid=1458550929&sr=1-7-catcorr&keywords=rimorchio+bici
http://www.amazon.it/dp/B008USF0A4?psc=1
http://www.amazon.it/TRASPORTINO-RIMORCHIO-BICI-CARRELLO-BIJOU/dp/B008R81TLG/ref=cm_cr_arp_d_product_top?ie=UTF8
Giulia Mandrino
GAIAsmart, l'App per viaggi in città coi bimbi
Sabato, 19 Marzo 2016 09:42Non solo mare, montagna, lago e passeggiate: le vacanze in famiglia si possono organizzare anche nelle città. Sono sempre più, infatti, i genitori che decidono di dedicare le ferie con i bambini alla visita di cittadine d'arte, italiane o europee, alla ricerca di cultura, divertimento e spazi a misura di bambino.
Per aiutare queste famiglie a coinvolgere ancora di più i bimbi nelle passeggiate in centro è nata GAIAsmart, un'applicazione (gratuita!) per smartphone ideata dalla startup ProMuoviti e da Caterina Pavan (storyteller, "raccontatrice di storie" - in italiano se ne coglie il fascino), insieme allo sviluppatore Ivan Manca e all'architetto Paolo Carli.
GAIAsmart, l'App per viaggi in città coi bimbi: da Milano a Olbia, da Torino a Venezia, i percorsi tematici e le curiosità da scoprire per arricchire le vacanze culturali in famiglia
Gli ideatori hanno pensato a un dato ormai innegabile: la vita è fatta di digitale, di interazione, di smartphone e di tablet. Come approfittarne per creare qualcosa di fruibile, leggero e utile? La risposta è stata la realizzazione di questa App, che permette di rendere interattivi i viaggi, trasformandoli in cacce al tesoro, in gare, in narrazioni affascinanti e in giochi per tutta la famiglia.
Rendere più coinvolgente la visita in città è quindi possibile: con GAIAsmart (e con "GAIA" si intende "Giochi e Attività Interattive all'Aperto) è possibile trovare nei luoghi scelti per le vacanze angoli insoliti, luoghi misteriosi e scorci inediti!
L'App propone alle famiglie e agli utenti tappe da raggiungere, approfondimenti sui luoghi visitati, quiz divertenti e enigmi da risolvere, sempre spingendo per un turismo sostenibile, indicando come spostarsi a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici. Insomma, un toccasana per l'ambiente ma anche per ogni individuo della famiglia, che ne trae un salutare giovamento.
L'utilizzo è intuitivo e semplice: scaricando l'App dagli store Apple o Android, basta poi scegliere la città (oppure geolocalizzarsi, quando già sul posto) e scegliere il percorso preferito. Senza una mappa: per scelta, gli sviluppatori hanno deciso di lasciare alla famiglia la sorpresa delle tappe e dell'arrivo. Si conosce quindi l'inizio, il punto di partenza, ma non la meta!
Anche perché durante il percorso non c'è una scelta univoca: le famiglie possono decidere di fermarsi in un punto particolarmente apprezzato, e di svoltare a destra o a sinistra a un dato bivio, senza obbligo!
E non preoccupatevi dell'invadenza dello smartphone o del tablet: non è necessario tenerlo sempre in mano con gli occhi incollati sullo schermo. Che piacere ci sarebbe? No, GAIAsmarti vi avvisa quando c'è una strada interessante, quando vi imbattete in un luogo storico e curioso, quando c'è una narrazione o quando incontrate, metaforicamente, un personaggio della storia o uno della fantasia. E quando dovete proseguire nel percorso.
Per ora le città coinvolte nel progetto sono Milano (con i tour "animali misteriosi" tra il castello Sforzesco e Parco Sempione o sulle tracce di Leonardo da Vinci, oltre che sui Navigli), Torino ("al gusto di cioccolata" o alla scoperta di San Salvario, o, ancora, sui Giganti del modellismo, sulla storia del Quadrilatero Romano e sul parco del Valentino), Venezia (per aggirarsi tra le religioni della città), Olbia, Pinerolo e Torre Pellice.
Ma l'obiettivo è coinvolgere tutta Italia, perché, lo sappiamo, è tutta da scoprire. E con GAIAsmart sarà tutto ancor più bello.
Come realizzare il campeggio perfetto in salotto
Sabato, 19 Marzo 2016 07:20Anche se durante queste vacanze di Pasqua avete deciso di restare in città, nessuno vi vieta di organizzare qualcosa di avventuroso per tutta la famiglia. Senza spostarsi nemmeno di un metro!
Ecco come realizzare il campeggio perfetto in salotto: le tende e le attività per divertirsi con tutta la famiglia senza abbandonare il salotto
Ai bambini piace moltissimo la pratica del campeggio, anche per il loro bisogno naturale di nascondersi: la tenda è il perfetto luogo per sentirsi al sicuro, in intimità e pieni di coraggio.
Anche al chiuso, in casa, si può realizzare un campeggio bellissimo, senza i disagi del freddo, della pioggia, degli insetti o del vento (che, a bene vedere, spesso non sono poi così fastidiosi).
Il primo passo fondamentale è dotare il salotto, o la camera, di una tenda: quella da campeggio classica (non necessitando in casa di paletti da infilare nel terreno) va benissimo, e rende il tutto ancor più verosimile.
foto 1 http://52fortwo.com/indoor-camping/
Ma se non si dispone della tenda, perché non crearsela con i tessuti e i cuscini che già avete in casa? Per un effetto davvero bohemien.
foto 2 http://www.buzzfeed.com/findeaze/19-cute-things-to-do-for-your-partner-1eneb
I piccoli dettagli fanno la differenza e riescono a rendere davvero l'atmosfera campeggistica: cosa c'è di più "outdoor" di un fuocherello, ad esempio? Mica vero, non vogliamo incendi in casa! Bastano sassi, legnetti e lucine a led.
foto 3 http://www.octoberjune.com/2014/12/diy-flameless-fire-pit.html
Ma anche le stelle sono prerogativa del campeggio, no? Appena scende la sera, spegnete le luci, accendete quelle sul soffitto e sdraiatevi tutti insieme raccontandovi storie.
Per completare anche l'ambiente circostante, pensate a tutto ciò che è possibile fare in campeggio e ricreatelo al chiuso. Ad esempio, un angolo per il picnic...
foto 5 http://hoosierhomemade.com/winter-blues-indoor-picnic/#_a5y_p=3702334
... Oppure uno per la lettura e il rilassamento pomeridiano.
foto 6 http://www.buzzfeed.com/peggy/cozy-makeshift-reading-nooks?sub=2434661_1398769#.yx088AVmYR
Le attività, infine, possono essere le più svariate: basta rendere i giochi tipicamente esterni adatti al salotto, come ad esempio la pesca di pesci peluches!
foto 7 http://www.designdazzle.com/2012/06/summer-camp-fish-game/
10 idee di vassoi e contenitori montessori per bambini
Venerdì, 18 Marzo 2016 15:56Nella pedagogia montessoriana ci sono alcuni oggetti quotidiani fondamentali, da sfruttare per tutte le attività che i nostri bambini possono intraprendere nella loro scalata all'indipendenza. Cestini per riporre i giocattoli, mensole alla portata dei piccoli, bacinelle e contenitori per giocare (e imparare) a trasferire i liquidi, cubi per costruire scale e torri; ma, soprattutto, vassoi!
I vassoi sono quasi sempre presenti quando si parla di attività montessoriane. Essi possono essere usati per tutti i giochi e gli esercizi dei bambini, per tenere ben ordinati i materiali durante l'uso, oppure per riporre comodamente giocattoli e oggetti nella cameretta, appoggiandoli sopra a questi vassoi e cestini in maniera da contenere lo spazio, concetto fondamentale per il piccolo. Così come nelle scuole Montessori le attività vengono proposte appunto su vassoi, così ogni bambino riuscirà appunto a ottenere un contenimento. Lo scopo? Suscitare l'interesse del bambino, attratto dall'ordine, e proiettare questo ordine visivo nella sua mente, che sarà così più performante. E, non ultimo, delimitare il campo di lavoro per favorire la concentrazione e la logica.
Ecco 10 idee di vassoi e contenitori montessori per bambini: importantissimi nella pedagogia di Maria Montessori, un suggerimento su dove trovarli
Abbiamo fatto una profonda ricerca su Amazon, e di vassoi e recipienti bellissimi, realizzati con materiali naturali come piace a Maria Montessori, ce ne sono a bizzeffe. Arduo barcamenarsi tra tutte le proposte? Vi aiutiamo noi, con la nostra selezione.
- Per i bambini più piccoli una caratteristica fondamentale è la comodità di presa. Come insegna la pedagogista italiana, i bimbi devono imparare a fare da soli, quindi possiamo da subito insegnare loro a preparare l'attività portando sul tavolo i materiali necessari. In questo senso, un vassoio con maniglie o aperture per le dita è perfetto: potranno maneggiarlo con più facilità prima di passare a forme meno intuitive.
- La proposta sopra riguarda un vassoio in legno, materiale naturale tra i preferiti nell'educazione Montessori, che preferisce non ricorrere a materiali artificiali o troppo plasticosi ed evitare colori eccessivamente sgargianti. Il legno va bene per la maggior parte delle attività, ma a volte la plastica è necessaria, soprattutto quando si gioca con i cibi come le verdure o la farina (che infiltrandosi nel legno farebbero proliferare i batteri). Questo vassoio coniuga bene la necessità di maniglie, di materiale (almeno in parte) naturale, di semplicità e di comodità, grazie alla plastica sul fondo.
- Un vassoietto perfetto per le attività di travaso e di classificazione, che si rivela utilissimo anche per riporre e dividere i giocattoli più piccoli sulle mensole: con le sue tre bacinelle simili ma differenti e l'estetica super naturale questo oggetto è da considerare assolutamente montessoriano!
- Anche in bagno si può trasformare la quotidianità in ordine montessoriano ed attività educativa: i bambini possono avere il loro piccolo vassoio sul quale sistemare il proprio necessaire: spazzolino, dentifricio, pettine e sapone. Questo in melamina resisterà anche alle cadute. Ma ricordatevi la regola fondamentale: bisogna tenerlo alla portata del bambino, che ne usufruirà ogni volta che vuole.
- Non solo i vassoi: anche i cestini sono utili sia per sistemare i giocattoli sulle mensole sia per contenere i materiali utilizzati durante le attività educative come il famoso cestino dei tesori. Per iniziare ricordate, come per i vassoi, che i bambini più piccoli devono allenare la presa, quindi sceglieteli dotati di manici o maniglie. Un po' come questi:
- Potete scegliere, invece del solito rettangolo, la forma quadrata: prendendone due piccoli e quadrati, i vassoi diventeranno un ottimo strumento per la disposizione speculare dei materiali, magari inserendoli in un vassoio più capiente che li contenga entrambi.
- Lo stesso vale per i barattoli: anch'essi sono un attrezzo necessario alle attività Montessori, come ad esempio per i travasi, utili allo sviluppo della manualità e della presa. Di nuovo, i materiali naturali sono da preferire, così come il vetro infrangibile (meno pericoloso) e per la maggior parte delle attività sceglietene alcuni con l'apertura abbastanza ampia, che non abbiano il tappo attaccato (di quelli ermetici): sarebbero scomodi e tenderebbero a sbilanciarsi.
- Le ceste portafrutta hanno una forma ottima per le attività montessoriane: sono basse e larghe, e come rifugio per i giocattoli a riposo si rivelano una bella soluzione. Con i manici...
- ... Oppure senza.
- E dalla cucina arriva un altro oggetto praticamente già pronto all'uso, pensato per l'ordine e trasformato in campo di gioco grazie ai suoi piccoli scomparti: il porta posate. Ce ne sono di bellissimi, semplici, geometrici e naturali (come questo in bambù). Per le attività montessoriane, che prevedono spessissimo la classificazione, non c'è nulla di meglio.
Per lo stesso principio perfette sono anche le teglie da muffin che possono essere usate sia per mangiare che per giocare classificando oggetti per colore, forma e tipologia