Scuola: rispettando le regole il rischio di contagio è pari a zero
Coronavirus e scuola, se ne sono dette di tutti i colori. È vero. C’è chi ha ragione e chi ha torto, ma alla fine solo qualche fatto è innegabile. Su tutti, l’eccezionalità di questa assurda pandemia (c’è qualcuno che avrebbe potuto arrivare preparato?); e insieme ad essa, il protagonismo dei nostri bambini. Perché si parla tanto di insegnanti, banchi, didattica, didattica a distanza, sedie, mascherine… Ma dei bambini parliamo proprio pochino.
Eppure molta responsabilità è sulle loro spalle. La buona notizia, tuttavia, è che basta seguire le regole. E stavolta per davvero, perché a dirlo sono gli esperti: se i bambini rispettano le regole (e se sono abituati a farlo a casa e fuori scuola è ancora più semplice!) il rischio di contagio e di diffusione del coronavirus Covid19 scende a zero.
Scuola: rispettando le regole il rischio di contagio è pari a zero
Sono passati pochi giorni dalla riapertura delle scuole e già ci sono i primi casi di bambini risultati positivi e, di conseguenza, di classi già rimandate a casa per una quarantena preventiva, con l’obbligo di frequenza a distanza. È normale e si prevedeva: questo coronavirus è così insidioso e potente che era inevitabile che qualche bambini arrivasse a scuola positivo.
Detto questo, è importante non darsi per vinti e soprattutto è fondamentale non abbassare la guardia. Anche perché se rispettiamo le regole possiamo arginare il rischio di moltissimo, proteggendo noi e gli altri e limitando la diffusione. Insomma: abbiamo la possibilità di fare davvero del bene. Anche partendo dalla scuola, ambiente considerato particolarmente a rischio contagio.
Ciò che dobbiamo fare, tuttavia, è seguire le regole che ci stanno imponendo scuole e governo. A dirlo è il presidente della SIP, la Società Italiana di Pediatria, e dirigente dell'Unità Operativa Complessa di Pediatria e Malattie Infettive dell'Ospedale Bambino Gesù Alberto Villani, che a Sky Tg24 (come fanno sapere da Ansa) riferisce che l’unico modo per evitare i contagi è il rispetto delle regole.
“Se si evitano gli assembramenti, se si rispetta il distanziamento, l'uso della mascherina e il lavaggio frequente delle mani, anche nell'ipotesi che un compagno di classe risulti positivo, il rischio concreto di contagio è pressoché zero”, ha spiegato, aggiungendo che “la scuola è uno dei luoghi più sicuri, perché ci sono delle regole precise e c'è chi le fa rispettare. Il problema è ciò che avviene fuori. È molto più facile che il virus entri nella scuola piuttosto che esca da scuola”.
In altre parole, i nostri bambini sono bravi a rispettare le regole, e sono bravi i loro insegnanti a fargliele rispettare. Ma come per tanti altri aspetti della vita, la famiglia deve essere la prima scuola.
“Bambini e ragazzi sono molto più ossequiosi delle regole rispetto agli adulti”, ha sottolineato Villano “e come si è visto per la raccolta differenziata (che, dopo tante campagne pubblicitarie non fruttuose, venne portata realmente all'interno delle famiglie quando fu insegnata a scuola), lo stesso avverrà in questo caso, cioè i saranno i bambini a diventare diffusori di un nuovo modo di relazionarci”.
Cosa significa? Che noi genitori dobbiamo essere per primi l’esempio, anche quando ci sembra che non ci sia pericolo, come durante gli appuntamenti al parco con altre famiglie, come durante le uscite con gli amici o i pranzi e le cene in famiglia.
E, ultimo accorgimento, il buonsenso deve sempre guidare le scelte. Proprio perché è più facile che il virus entri a scuola, rispetto a farlo uscire da lì, è bene tenere a casa i bambini con febbre e avvertire il proprio medico se ci sono stati contatti o situazioni potenzialmente rischiosi.
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