La Riverbend School in India, nuovo modello di educazione emotiva
Una scuola focalizzata sull’insegnamento della felicità e non sulle nozioni: la definiscono così, la Riverbend School in India, una scuola progettata dallo studio Kurani che per ora è solo un progetto ma che si avvia a diventare una struttura per 300 studenti (che durante la settimana vivranno proprio nel campus) assolutamente all’avanguardia.
Kurani è uno studio d’architettura specializzato proprio nella progettazione di spazi didattici: il loro scopo è costruire luoghi nei quali l’apprendimento e l’insegnamento si inseriscano alla perfezione, ma soprattutto nei quali i ragazzi possano vivere al meglio la loro esperienza educativa.
La Riverbend School in India, nuovo modello di educazione emotiva: dallo studio Kurani il progetto per la scuola indiana fondata su felicità, meditazione e intelligenza emotiva
L’idea che sta dietro a questo progetto per una scuola a Chennai, in India, è tanto semplice quanto rivoluzionaria: un istituto nel quale i ragazzi possano concentrarsi non solo sulle materie e sull’apprendimento e sullo studio degli argomenti, ma soprattutto sulla loro persona, imparando la felicità, la compassione e l’empatia, per far sì di crescere dotati di tutte queste skill fondamentali per la vita.
Tutto questo lo si può raggiungere non solo attraverso il programma, ma anche grazie agli spazi progettati apposta per lasciare che gli studenti possano esprimersi, sperimentare e vivere l’ambiente in maniera funzionale all’apprendimento di tutte queste competenze.
Ecco perché nella scuola progettata dallo studio Kurani - guidata dal fondatore dello studio, Danish Kurani, e che dovrebbe aprire i battenti nel 2020 - si troveranno moltissimi spazi inusuali ma assolutamente innovativi, utili e affascinanti. Ad esempio? Delle cucine aperte a tutti, stanze per la meditazione piene di alberi, falegnamerie, auditorium, spazi per il rilassamento, cortili aperti per giocare e per immergersi nel verde, una piazza, degli orti, spazi per la musica, per la danza, per il teatro, per l’arte…
Il campus rispecchia, insomma, i propositi dei fondatori di questa scuola, che sorge in una zona rurale dell’India e che richiama la forma tradizionale dei villaggi. Perché la scuola sarà esattamente un villaggio vissuto in tutto e per tutto dai ragazzi, dagli insegnanti e dai genitori, che potranno fruirne in maniera molto più aperta rispetto alle scuole tradizionali.
Perché? Perché stare bene in luogo significa viverlo fino in fondo, e vivendo quel luogo fino in fondo lo si rende “casa”. All’interno di questa casa potranno sorgere migliaia di relazioni, e le relazioni sono alla base della felicità, un concetto molto caro alla Riverbend School. Grazie alla forma di villaggio lo studio Kurani vuole quindi dare agli studenti la possibilità di costruire il maggior numero di relazioni, inseguendo così la felicità.
Non è che le materie e lo studio tradizionale non trovino qui il loro spazio. Semplicemente, non sono al primo posto, dal momento che gli ideatori di questa scuola (gli incubatori dello SPI incubator) ritengono che lo studio tradizionale sarà presto obsoleto e superato in favore di competenze più universali, più umane e più utili nella vita. Ecco perché gli studenti non avranno i test standard per misurare il loro livello di apprendimento, ma soprattutto ecco perché potranno scegliere da soli le materie da studiare, abbinandole allo sport, alla meditazione e alle attività che solitamente vengono considerate “secondarie” e che qui hanno invece un’importanza imprescindibile.
Vivendo la scuola in questo modo, i ragazzi potranno godere degli insegnamenti di educatori che vogliono renderli non semplicemente “esperti” ma persone in grado di influenzare positivamente il mondo. Tra queste competenze abbiamo quindi uno sguardo positivo sulla vita, la creatività, le competenze sociali, l’attenzione all’ambiente, l’intelligenza emotiva, l’empatia, la capacità di adattarsi, la resilienza… Crescendo ragazzi felici e intelligenti dal punto di vita emotivo, pensano i fondatori della scuola, è possibile bypassare gli insegnamenti tradizionali (che ci sono ma sono, come già detto, secondari), poiché le competenze che gli studenti apprenderanno saranno sufficienti per permettergli una vita piena, gratificante e altruista.
(Photo credit: studio Kurani)
Giulia Mandrino