Compiti estivi: sì o no?
Molte di noi si troveranno in questo periodo estivo alle prese con i compiti scolastici da far svolgere ai propri figli che, giustamente, non hanno nessuna intenzione di farli. Dopo aver lavorato duramente sui libri di scuola per novi mesi all'anno, i bambini si ritrovano anche nei tre mesi di vacanza estiva a dover affrontare l'impegno dell'esercizio scolastico e noi genitori, di conseguenza, a supervisionare, controllare, aiutare i nostri figli in questa attività. Ma sarà proprio vero che i compiti estivi sono importanti? Che servano veramente a non far perdere ai bambini le tappe dell'apprendimento raggiunte o a colmare eventuali lacune? Se dovessi rispondere tenendo conto di ciò che ci dice la teoria sul funzionamento cognitivo del bambino, direi di no. Un apprendimento va consolidato nel periodo di tempo immediatamente successivo all'apprendimento stesso. Per cui acquisisco nuove informazioni e subito dopo mi esercito per facilitarne la memorizzazione e l'automatismo. Ma si possono perdere nel tempo acquisizioni già interiorizzate se non continuamente sollecitate attraverso l'esercitazione? Sicuramente si possono dimenticare le sfumature, si può impiegare più tempo per recuperare una certa informazione, ma basterà un breve ripasso poco prima di riprendere la scuola per far riaffiorare alla memoria ciò che è stato appreso.
Spesso gli insegnanti tendono a dare comunque i compiti delle vacanze (a volte anche talmente tanti da condizionare le vacanze dell'intera famiglia )! Spesso ... ma non sempre! Ci sono anche, per fortuna, professioniste del settore che si chiedono il perché di questa pratica diffusa, la mettono in discussione e cercano nuove forme didattiche e nuove esperienze cognitive da proporre ai bambini durante quelle che sono, di nome e di fatto, le Vacanze estive.
Io ne conosco due, Lidia e Giuliana, attente e sensibili insegnanti di scuola primaria, che hanno voluto spiegare così la loro scelta al proposito :
"Dopo diversi anni di insegnamento alla Scuola Primaria, con esperienza anche relativa ai bambini diversamente abili, abbiamo maturato una visione chiara e solida sulla questione.
Innanzitutto riteniamo doveroso fare una riflessione sui compiti in generale: durante l'anno scolastico i compiti hanno la funzione di consolidare gli apprendimenti "in corso d'opera", di abituare i bambini all'impegno anche a casa, di consentire loro un esercizio individuale ed una riflessione personale sul percorso che si sta svolgendo a scuola.
In particolare poi il compito a casa ha, a nostro avviso, un diverso valore a seconda dell'ordine di scuola frequentato: si pensi al significato che assumono per uno studente di Scuola Media e Superiore, consapevole delle proprie lacune e quindi mosso dalla volontà di colmarle....
Altra questione sono i compiti per le vacanze estive.
Crediamo che i libri delle vacanze, così come si trovano di solito in commercio, non abbiano la funzione né di consolidare gli apprendimenti effettuati durante l'anno scolastico, né di recuperare eventuali lacune.
Pagine di completamento di esercizi grammaticali non servono ad imparare a scrivere dei testi grammaticalmente corretti. Operazioni matematiche svolte meccanicamente non favoriscono l'utilizzo di strategie di calcolo. Pagine semplicemente da colorare non affinano le abilità grafo-motorie. Schede senza un reale filo conduttore non favoriscono la motivazione del bambino al "fare per imparare".
Del resto... a quale adulto piacerebbe portare un po' del proprio lavoro in vacanza? ... magari affidatogli con l'intento di non fargli dimenticare come si svolge il proprio lavoro...
I compiti forse andrebbero eseguiti con un adulto che contestualizzi il mero esercizio, fornisca spiegazioni, aiuti ad andare oltre la semplice esecuzione di esercizi favorendo la riflessione.
...e allora quale migliore compito per le vacanze di attività che contemplino invece la riflessione, l'osservazione, la lettura, la scrittura e la comprensione: un diario personale, la lettura di vari tipi di testo, lo svolgimento di compiti di responsabilità affidati da un adulto, l'esecuzione di attività pratiche come il fare la spesa, il costruire oggetti, il riordinare logicamente del materiale,...
E poi a settembre un veloce ripasso di ciò che è stato svolto a scuola durante il precedente anno scolastico, sfogliando i propri quaderni e libri, rilassati, ricchi di nuove esperienze ed apprendimenti, contenti della vacanza appena conclusa e magari con tanta voglia di ricominciare la scuola!"
Questa è la visione della scuola che mi auguro abbiano sempre più insegnanti, attraverso riflessioni, pensieri innovativi, ricerca continua degli strumenti operativi più efficaci, messa in discussione di modalità consolidate nel tempo ma che non sempre si dimostrano essere le più idonee, voglia di crescita professionale, capacità di mettersi in discussione in prima persona.
Grazie alle insegnanti, ma soprattutto alle persone Lidia e Giuliana, fonti di arricchimento non solo didattico, ma anche e soprattutto umano per i nostri bambini!
Dott.ssa Monica Contiero
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