I bimbi nati nel 2020 hanno più difficoltà comunicative: come il lockdown ha influito negativamente
Oltre ai disagi più evidenti e alle tragedie più palesi, la pandemia da Covid19 che da quasi tre anni ha sconvolto il mondo ha portato con sé diverse conseguenze più sottili, nascoste, ma altrettanto negative. Perché più subdole.
A farne le spese sono soprattutto - nel post pandemia - i bambini più piccoli. E in particolare quelli nati proprio nel periodo peggiore dell'epidemia mondiale.
Un nuovo studio recentemente pubblicato nella rivista Disease in Childhood mette in luce e conferma quella che fino a poco tempo fa era solo un'ipotesi: i bambini nati nel 2020 si stanno dimostrando più lenti per quanto riguarda l'apprendimento delle skill di comunicazione.
L'ipotesi
L'ipotesi da cui sono partiti i ricercatori era un pensiero che moltissime persone si sono fatte negli ultimi anni. Osservando la chiusura forzata e le nuove regole di distanziamento - che si stanno allentando solo ora - veniva naturale chiedersi come queste avrebbero influenzato la crescita e l'apprendimento dei bambini più piccoli. I loro primi anni di vita, infatti, si sono rivelati massicciamente diversi rispetto a quelli dei bambini più grandi, abituati fin da subito a una diversa socialità.
Una socialità limitata, insomma, poteva avere conseguenze negative sulle competenze di comunicazione (e quindi il linguaggio, per esempio), sui pandemic kids?
I pandemic kids comunicano peggio
Lo studio a cui ci riferiamo si intitola Social communication skill attainment in babies born during the COVID-19 pandemic: a birth cohort study, ovvero Lo sviluppo delle competenze sociali comunicative nei bambini durante la pandemia da Covid19. A condurlo è stato un gruppo di studiosi e studiose coordinati dalla dottoressa Susan Byrne del dipartimento Paediatrics and Child Health dell'University of Medicine and Health Sciences, Royal College of Surgeons di Dublino.
Ciò che hanno osservato è un cambiamento rispetto al passato. Se infatti prima dei lockdown i bambini tendenzialmente puntavano il dito verso gli oggetti intorno ai 9 mesi e parlavano a partire da circa 1 anno d'età, ora questi tempi si sono dilatati. Secondo i dati da loro raccolti, i bimbi e le bimbe nati tra marzo e maggio 2020 a un anno d'età hanno dimostrato peggiori doti comunicative rispetto ai bambini nati tra il 2008 e il 2011.
Parlare, indicare e salutare: le competenze che hanno risentito degli isolamenti
Le capacità osservate erano una decina, ma per capire la situazione possiamo prendere in considerazione le skill di linguaggio. Se l'89% dei bambini pre-pandemia a un anno era in grado di dire le parole "ciotola" e "tazza" ("bowl" e "cup"), la percentuale nei pandemic kids si abbassa al 77%.
Anche la capacità di indicare gli oggetti caduti con il dito e quella di salutare con la manina hanno risentito degli isolamenti, abbassandosi nel primo caso dal 93% all'84%, e nel secondo caso dal 94% all'88%.
Questi risultati sono importanti e starà agli esperti e alle esperte formulare le conclusioni. Ma quella più palese - ovvero l'importanza della socialità per la crescita e l'apprendimento dei bambini - fa già molto riflettere, facendoci rendere conto di quanto gli stimoli, le relazioni e lo scambio con altri bebè e persone più grandi siano essenziali per la vita.
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