Adozione internazionale: come scegliere il paese?
Già, è una scelta importante. Che cambierà la vostra vita, ma anche quella di un'altra piccola persona che sconvolgerà completamente le sue abitudini. Come fare allora a scegliere il paese nel quale fare la richiesta?
Adozione internazionale: ma come scegliamo il paese? I nostri piccoli consigli per una scelta serena.
Sì, la scelta è importante e profonda, ma la cosa fondamentale è che i futuri genitori, dopo aver ricevuto la dichiarazione di idoneità dal tribunale dei minori, vivano questo passo in maniera serena. Dopotutto sarà da lì che arriverà il fortunato bambino!
Innanzitutto, dopo aver ricevuto la dichiarazione di idoneità, entro un anno la coppia deve decidere a quale ente autorizzato affidare il suo percorso. Un'idea sul paese dal quale vorrà vedere arrivare il proprio bambino allora deve averla.
Ogni ente infatti lavora con uno o più paesi, e scegliere un ente significa scegliere uno dei paesi nei quali questo opera.
Detto questo, i coniugi possono iniziare a ragionare a macro zone, oppure selezionare un ventaglio di paesi, e in base alla scrematura finale scegliere l'ente che ne tratta il maggior numero. È sempre meglio comunque affidarsi ad un ente che tratta più paesi, per non rischiare di trovarsi con un percorso eccessivamente lungo, oppure uno interrotto: quando un ente opera con un solo paese può capitare che quel paese entri in guerra, oppure decida di chiudere le frontiere. E allora lì la faccenda si fa davvero seria e complicata.
Ma facendo un passo indietro, come ci si orienta sulla mappa mondiale?
Non capita spessissimo, ma se i genitori hanno un legame particolare con un determinato paese (perché hanno fatto volontariato lì, perché conoscono molto bene la zona, perché hanno legami di sangue...) è possibile che scelgano proprio quel luogo specifico: in quel caso si affideranno, appunto, ad un ente che vi opera, raccontando il perché di una scelta così determinata.
Se invece non si ha nemmeno un'idea su dove buttare l'occhio, bisogna iniziare a pensarci seriamente (soprattutto quando in mano si ha già il decreto del giudice).
Innanzitutto, sarebbe bene restringere il campo ad un continente: una piccola idea in fonda al cuore la coppia la avrà!
Bene, quello è già un primo passo che permette di recarsi dagli enti prescelti. Saranno poi loro a indicarvi tutte le caratteristiche di ogni paese, e sarà in base a quelle che vi indirizzerete (o vi indirizzeranno se seguirete alla lettera) in una specifica nazione.
Tutto questo in base al tipo di famiglia di ogni coppia, in base all'età, in base al contesto culturale: ogni paese ha infatti le sue abitudini, le sue tipologie di famiglie (e questo influisce sulla scelta da parte degli istituti, che possono preferire una famiglia italiana rispetto ad un'altra), le regole e le leggi per tutelare i bambini (una minima e una massima differenza di età con i genitori, un reddito minimo...) e la sua lunghezza di viaggio (ad esempio, in Kenya deve restare almeno un genitore per 8 mesi: per molti è dura).
Alla fine, la valutazione richiede la considerazione di così tante variabili che davvero ogni coppia non può sapere dove finisce.
L'importante è avere un cuore aperto e una mente serena: il vostro piccolo da qualche parte sicuramente nascerà.
La redazione di mammapretaporter.it