Adozione internazionale: le tappe, il percorso, la burocrazia
Scegliere di adottare un bambino significa decidere di formare una bellissima famiglia, fatta di diversità e di amore incondizionato. Tuttavia sembra che la burocrazia e i costi frenino la maggior parte delle coppie, alle quali pare un percorso zeppo di ostacoli insormontabili. Ognuno di certo vive i momenti di attesa, analisi, esami e percorsi psicologici a suo modo, ma vediamo, in maniera semplificata, cosa significa intraprendere il percorso di adozione internazionale (sempre più scelto rispetto a quello nazionale).
Parliamo di adozione internazionale: le tappe, il percorso, la burocrazia
Facendo ordine, le tappe che i futuri genitori devono intraprendere sono sostanzialmente sette (le trovate in dettaglio sul sito ufficiale della Commissione per le Adozioni Internazionali, all'indirizzo http://www.commissioneadozioni.it/it/per-una-famiglia-adottiva/per-adottare.aspx).
Il primo passo dell'adozione internazione, che è un'adozione di un bambino straniero fatta nel suo paese e davanti alle autorità di quello stesso paese, è contattare il Tribunale dei Minori di competenza nella zona nella quale si abita. Prima di presentare la domanda ufficiale (che può essere depositata solo al compimento dei tre anni di matrimonio, o, comunque, dopo tre anni di convivenza se si è sposati da meno tempo - in ogni caso è necessario essere sposati ed essere idonei ad educare, istruire e mantenere un bambino) si verrà indirizzati all'ASL territoriale di riferimento.
L'ASL organizza solitamente incontri con gli assistenti sociali, incontri informativi e corsi formativi: essi servono per indirizzare i genitori nel lungo e tortuoso percorso che si sta per intraprendere prima della decisione definitiva, e hanno l'obiettivo di informare e formare le coppie fornendo loro tutte le informazioni, burocratiche e psicologiche, che serviranno loro.
Al termine dei corsi la coppia potrà quindi presentare al Tribunale di riferimento la Dichiarazione di Disponibilità, ovvero la domanda con la quale si dichiara al tribunale di essere disponibili ad adottare un bambino. Sarà poi il giudice, con l'aiuto degli assistenti sociali, a valutare se la coppia è ritenuta idonea all'adozione e all'accoglienza di un bambino.
Entro 4 mesi dall'invio della documentazione i servizi sociali territoriali inizieranno quindi l'indagine sui futuri genitori, al termine della quale consegneranno una relazione che servirà al giudice per valutare l'idoneità. Entro due mesi dalla ricezione, il tribunale convocherà i coniugi e deciderà se rilasciare o meno il decreto di idoneità, con il quale la coppia sarà dichiarata in grado di poter accogliere un bambino.
Entro un anno dal rilascio di questo importantissimo documento, la coppia dovrà quindi affidarsi ad un Ente Autorizzato dalla Commissione per le Adozioni Internazionali che operi nel paese estero (o in più paesi) che si è scelto.
Gli Enti Autorizzati sono organizzazioni no profit che operano contatto con le realtà dei paesi esteri. Organizzano incontri informativi, corsi e sedute attraverso le quali informano in genitori delle situazioni straniere, delle implicazioni dell'adozione, seguono i coniugi (anche psicologicamente) e svolgono le pratiche, ma soprattutto sono loro a cercare il bambino che verrà accolto dalla nuova famiglia.
Dopo aver affidato il compito ad un Ente inizia quindi la parte più dura. E cioè l'attesa. Dopo qualche tempo, tuttavia, l'Ente comunicherà ai futuri genitori che c'è un bambino potenzialmente adottabile proprio da loro, e organizzerà così, dopo l'accettazione, un incontro all'estero.
Ogni paese ha le sue regole: alcuni prevedono più incontri di breve durata, altri un solo incontro un po' più lungo (fino a un mese) nel paese d'adozione, al termine del quale i genitori torneranno con il bambino (o i bambini!) tra le braccia.
Al rientro in Italia la Commissione per le Adozioni Internazionali, dopo aver verificato la legittimità e la regolarità dell'adozione e dopo aver atteso gli eventuali tempi di pre-affido, ufficializza l'adozione, dando di fatto legittimità alla nuova, bellissima famiglia.
Giulia Mandrino