Quando l’ossitocina favorisce la fedeltà
Ovvero: come si comportano gli uomini sposati o in una relazione stabile quando vengono approcciati o vedono una donna secondo loro attraente? A quanto pare un gioco fondamentale lo gioca l’ossitocina, un ormone che sembra tenerli distanti da esse e che quindi è un alleato potente della fedeltà!
Quando l’ossitocina favorisce la fedeltà: come questo ormone aiuta gli uomini a tenere le distanze dalle donne attraenti quando sono in una relazione stabile, secondo la scienza
“Gli uomini in relazioni stabili scelgono di tenere una distanza maggiore tra loro e una donna sconosciuta che trovano attraente grazie all’ormone ossitocina, secondo la nuova ricerca pubblicata sul Journal of Neuroscience”. I risultati suggeriscono che l’ossitocina possa aiutare ad aumentare la fedeltà nelle relazioni monogame”: lo si legge su Society of Neuroscience, e anche se non è un articolo troppo recente la ricerca è ancora valida e decisamente interessante.
L’ossitocina è un ormone che conosciamo soprattutto in relazione alla gravidanza. Nelle donne, infatti, è responsabile delle contrazioni durante il parto e facilita il travaglio; non solo: durante l’allattamento stimola le cellule dei dotti lattiferi e la secrezione del latte. Importante anche il suo ruolo nella maternità: vari studi hanno infatti dimostrato come sia proprio l’ossitocina a stimolare il senso materno nei mammiferi.
È anche importantissimo, però, per tutta la sessualità, poiché è grazie ad esso se viene liberata dopamina durante l’orgasmo (che ne regola l’intensità).
Anche il maschio, tuttavia, è influenzato dai livelli di ossitocina nel suo organismo. Bassi livelli di questo ormone provocano aggressività, indifferenza al distacco e assenza di attaccamento sociale. Un buon livello di ossitocina, invece, è responsabile di una buona vita sessuale (regola il piacere ma influenza anche il volume del liquido seminale e la motilità degli spermatozoi), e allo stesso tempo aiuta a stabilire relazioni sentimentali più stabili e durature e un buon livello di istinto parentale (proprio come accade nelle donne).
Anche per questo l’ossitocina è detta “ormone del legame”: si trasmette dalla mamma al figlio durante il parto, ma soprattutto viene rilasciata maggiormente quando compiamo atti di generosità, quando facciamo o riceviamo complimenti, quando ci tocchiamo vicendevolmente (attraverso carezze o massaggi), quando proviamo gratitudine… Insomma, quando abbiamo un buon rapporto con chi ci sta di fronte, occasionale o duraturo.
Essendo un ormone che accresce quando ci abbracciamo, ci tocchiamo e ci coccoliamo, è strettamente legato alla nostra relazione. E il dottor Rene Hurlemann dell’Università di Bonn e il suo team con la loro ricerca hanno provato come abbia un legame diretto anche con la fedeltà e la monogamia.
Semplicemente, gli scienziati hanno fatto inalare per via nasale ad un gruppo di uomini impegnati e ad un gruppo di uomini single questo ormone. Dopo 45 minuti, tutti gli uomini venivano approcciati da una bellissima donna. Gli studiosi hanno quindi chiesto loro quale pensassero fosse la distanza ideale tra loro e quella donna, indicando quando l’avvicinamento diventava troppo disagevole per loro.
Gli uomini single lasciavano avvicinare molto di più la donna, quasi arrivando a toccarla, mentre gli uomini impegnati in una relazione stavano a più debita distanza. Questo perché, secondo i ricercatori, essendo l’ossitocina un ormone “del legame” connesso direttamente con il tocco, il legame tra gli uomini impegnati e le loro partner viene proprio rafforzato dall’ormone, come in un circolo virtuoso, aumentando in loro il sentimento di fiducia familiare.
La conclusione è quindi chiara: l’ossitocina aumenta notevolmente la fedeltà nell’uomo (e nella donna), e un buon livello di questo ormone in corpo aiuta certamente la buona riuscita di una relazione. Ecco perché dovremmo sempre lasciarci andare al tocco, abbracciare, fare i complimenti, essere generosi, coccolarci e baciarci, tutti comportamenti che aumentano decisamente i livelli di ossitocina nel sangue.
Giulia Mandrino