Collezioniamo esperienze
Spesso ci lamentiamo che i nostri bambini abbiano tanti giochi che non apprezzano, e che non apprezzino nemmeno tutte le attività e le esperienze che gli proponiamo: finita una ne chiedono un’altra, e il livello di soddisfazione è comunque troppo basso. Perché?
Le risposte sono sia culturali (da ricondurre in primis alla iperstimolazione mediatica), sia sociali, e riguardano quei processi che vedono una generazione di genitori e nonni che tende a investire molto denaro nel comprare oggetti tendenzialmente inutili ai bambini, quasi a colmare un senso di vuoto, una incapacità a fermarsi e parlare e giocare con il corpo e con la parola invece che buttarsi nel processo di acquisto: è più semplice, più veloce, ma alla lunga sono convinta che queste scelte si paghino.
Collezioniamo esperienze: una riflessione sulla perdita del senso di esperienza e un metodo per riprendere in mano i nostri ricordi, le nostre attività e il senso di ciò che i bambini imparano e vivono
Lo diciamo sempre: i bambini devono sviluppare creatività e un pensiero emotivo che consenta loro di far emergere un equilibrio solido sia dal punto di vista psicologico che sociale. Collezionare oggetti ed esperienze vissuti e percepiti in maniera superficiale e parziale va davvero nella direzione opposta a questa.
Quello che però trovo significativo e importante nella nostra generazione di genitori è il desiderio di impegnarsi per donare ai propri figli non solo oggetti ma anche esperienze: così è esponenzialmente incrementato l'interesse nei confronti di viaggi family friendly e in generale il piacere di costruire memorie significative all'interno di un tempo di qualità trascorso insieme. L'impressione che però ho io è quella, appunto, che i nostri figli non siano mai sazi di tutto ciò. Mai contenti.
Oltre alle cause prese in considerazione precedentemente voglio soffermarmi su un punto secondo me fondamentale: quello della catalogazione. Quando noi apprendiamo abbiamo bisogno non solo di "ingurgitare" informazioni, ma anche di rielaborale, sistematizzarle, ordinarle prendendo tempo per fermarci e osservarle. Un metodo? Certamente le fotografie, che ormai non stampiamo più ma che rimangono sempre il metodo migliore per tenere con noi i ricordi. Oggi ci sono molti metodi per stamparle senza spendere un capitale, come ad esempio affidandosi a siti internet che stampano e inviano a casa (conoscete, ad esempio, i servizi di Cewe? Io ormai non ne faccio più meno!).
Quello che noi non facciamo in questa fase della nostra storia sociale è fermarci per osservare indietro, quindi non ci rendiamo bene conto di cosa abbiamo fatto o vissuto, perciò non lo rielaboriamo in quanto siamo sempre di corsa: mi rendo conto che spesso sottopongo i bimbi a troppi stimoli ed esperienze e non do loro il tempo di parlarne nei giorni successivi, di rielaborare il vissuto.
Quando ero piccola sicuramente le esperienze vissute al di fuori dell'ordinario erano poche ma erano percepite con grande intensità, sia prima, che durante, che dopo l'evento stesso. Per fare questo gli album fotografici erano davvero utili perché permettevano di avere una visione concreta dell’esperienza.
Come diciamo sempre, i bambini almeno fino agli 8 anni vivono e apprendono principalmente attraverso l'esperienza perché non hanno capacità di astrazione come un adulto. Ecco perché adorano visionare le fotografie sul nostro smartphone: per loro è una modalità per fare ordine, per apprendere.
Ho iniziato a soffermarmi sul ruolo degli album fotografici quando la scuola ci ha richiesto come compiti delle vacanze alcune esperienze e lavoretti al fine di stimolare tutte le aree intellettive del bambino, che come sostiene Howard Gargener sono almeno 8 (logico matematica, linguistica, spaziale, musicale, cinestetica, interpersonale, intrapersonale, naturalistica): così al termine delle vacanze abbiamo stampato tutte le foto e realizzato un album di tutte le esperienze vissute ma anche di lavori effettuati, dalle semplici lettere realizzate con gli alimenti ai piccoli lavoretti con materiale di riciclo a gite di una giornata. È stato davvero interessante per i bambini sotto diversi punti di vista:
in primis per mettere in ordine cronologico quello che hanno fatto;
poi, per rivedere dove sono stati, per esprimere le loro emozioni, per porre ulteriori domande e per apprendere maggiori informazioni e chiarimenti.
È in questo modo che mi sono resa conto di quanto spesso siamo noi per primi a non dare la possibilità ai bambini di vivere in profondità e assimilare appieno ciò che offriamo loro: è un po' come dare un piatto di lasagne e mangiare solo i primi due strati. Non ha molto senso, non trovate? (p.s. le lasagne sono così buone che secondo me rendono magnificamente l’idea!).
Quello che mi sono quindi proposta è prima di tutto di fermarmi e darmi tempo per rivivere e parlare di quello che è stato fatto: inutile collezionare una nuova esperienza se non ho finito di vivere appieno quella precedente.
Quindi, di realizzare album fotografici per permettere ai bambini di aver maggior consapevolezza dei loro vissuti a 360 gradi: meno cose vissute più intensamente e fino in fondo insomma. Investire perciò tempo e risorse per catalogare, riflettere e rielaborare.
Il metodo più economico e pratico per creare i miei album di esperienze attraverso le foto per me è il sito Cewe: oltre alle stampe su supporti particolari, come il plexiglas, la tela e i poster (che sono comunque un’ottima idea per arredare casa circondandoci dei ricordi delle esperienze familiari), permettono di stampare a poco prezzo pacchetti davvero grandi di fotografie, di vari formati.
L’ideale è scegliere un formato piccolo e standard per tutte le foto, comprare degli album uguali tra loro (oppure realizzarli a mano con i bambini, come piccoli lavoretti) e, una volta arrivate comodamente a casa, procedere con la catalogazione tutti insieme.
Certo, c’è anche la possibilità di ricevere i fotolibri già completi, con le foto selezionate stampate direttamente sulle pagine (e sono bellissimi, naturalmente). Tuttavia credo sia più divertente, stimolante ed efficace fare una bella selezione di fotografie e stamparle proprio come una volta facevamo dal fotografo, per poi smistarle e incollarle insieme ai bambini, sparpagliandole sul tavolo e raccontandosi insieme ciò che sta dietro ad ogni immagine!
Parlavamo del fotografo “di una volta”, poco fa. Ce ne sono sempre meno in ogni paese, e giustamente i loro costi sono più alti, perché i servizi sono cambiati. Se una volta quindi bastava portare il rullino a sviluppare, oggi rischiamo di lasciare sul cellulare i nostri più belli ricordi. Scegliere un servizio semplice e veloce come quello di Cewe (che fino al 31 dicembre ha in programma un’offerta da non perdere: possiamo utilizzare il codice 10CEWE17 per uno sconto di 10 euro su qualunque ordine, oppure 30CEWE17 per uno sconto di 30 euro su una spesa minima di 150 euro!) permette di evitare il rischio di perdere tutte le immagini e tutti i sorrisi delle nostre esperienze come i bambini: basta caricare sul programma del sito le immagini, scegliere il formato e attendere di riceverle a casa.
I bambini amano collezionare le figurine e completare gli album, no? Bene. Iniziamo a collezionare esperienze: piace a noi, piace a loro; fa bene a noi, fa benissimo a loro.
Giulia Mandrino