Addio Luis Sepúlveda, e grazie
Kengah e il suo uovo salvato dal petrolio, Zorba che deve mantenere le tre promesse, il branco di gatti dai nomi altisonanti che si prendono cura della piccola gabbiana che è rimasta in tutti i nostri cuori… Sono moltissimi i bambini che si sono appassionati alla lettura grazie a Luis Sepúlveda. Sepúlveda che, purtroppo, ci ha lasciato proprio a causa del Coronavirus.
Addio Luis Sepúlveda, e grazie: la notizia della scomparsa dello scrittore a causa del coronavirus ha rattristato il mondo
La notizia della scomparsa è arrivata oggi, 16 aprile 2020, dopo che il mondo già sapeva del suo contagio: Luis Sepúlveda, di ritorno da una cerimonia in Portogallo per ritirare un premio, aveva contratto il Coronavirus. Ed è stato proprio il virus a portarlo in terapia intensiva e poi a portarcelo via. Lui, scrittore per tutti, scrittore di tutti, che nel 1996 uscì con “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”, parlando a tutti di temi ambientali (era molto ecologista!), di responsabilità, di amicizia, di differenze…
Il libro, letto da adulti e bambini in tutto il mondo, divenne anche un film d’animazione, “La gabbianella e il gatto”, diretto da Enzo D’Alò. Da allora la storia è tra le più conosciute e apprezzate, e ha saputo davvero avvicinare moltissimi ragazzi alla lettura e ai temi dell’ecologia e del rispetto dell’altro.
Nato a Ovalle, Cile, il 4 ottobre 1949, lo scrittore cileno aveva compiuto 70 anni lo scorso ottobre e la sua vita è tra le più piene e vitali: arrestato due volte e esiliato durante la dittatura di Pinochet, si stabilì in Europa, prima ad Amburgo e poi in Francia, riottenendo la cittadinanza cilena solo nel 2017. Dal 1996 viveva a Gijon, in Spagna, con la moglie Carmen Yáñez.
Il romanzo d’esordio, “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore”, parlava proprio parzialmente della sua vita e dei sette mesi passati nella foresta amazzonica insieme agli Indios, quando nel 1977, espulso appunto dal Cile, si unì a una missione dell’Unesco.
L’ultimo pubblicato in Italia, invece, è “La fine della storia”, dal titolo quasi premonitore, e di nuovo ripercorre alcuni dei momenti della sua esistenza, come quelli passati a fianco del presidente Salvador Allende, attraversando tuttavia la storia di tutto il Novecento.
Per bambini, invece, non scrisse solo “la gabbianella”. Ci sono anche “Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza”, “Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico”, “Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà” (raccolte in “Tutte le favole”), “Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa”,
A dare la notizia della scomparsa è stata in Italia la casa editrice Guanda, che ha pubblicato tutti i suoi romanzi sin dagli esordi: “La sua opera di narratore, che ha conquistato milioni di lettori italiani, ha comunque anche avuto, va detto, un carattere fortemente innovativo”, scrive Luigi Brioschi, presidente di Guanda. “Rispettoso com'era verso la tradizione del boom latinoamericano, Sepúlveda ha però saputo dar forma, limpidamente, a uno stile proprio, inconfondibile, lo stile di una nuova generazione, com'è evidente fin dalla pubblicazione del suo libro più classico, Il vecchio che leggeva romanzi d'amore. Vi è poi l'amicizia, con tutti noi: tutti. Il rapporto con Sepúlveda, mi vien da dire, o era d'amicizia o non era. E l'amicizia, sentimento forte e certamente antico, entrava in ogni discorso, in ogni progetto, in ogni ricordo”.
Addio, quindi, Luis, e grazie per tutte le parole. "Vola solo chi osa farlo".