“My body did not fail me”, un bellissimo progetto sul parto cesareo
Ogni corpo è perfetto, e ogni gravidanza ha il suo corso. Perché, quindi, condannare il parto cesareo? Sono ancora troppi i detrattori del parto cesareo, che puntano il dito contro questo parto e lo comparano con quello naturale. Certo, ogni mamma vorrebbe non dover ricorrere a questa pratica, ma l’opzione del parto cesareo salva moltissime partorienti che altrimenti soffrirebbero e metterebbero in pericolo la propria vita e quella del proprio figlio. Ed essere sottoposte ad un parto cesareo non è un fallimento.
Qualche mese fa la fotografa Natalie Mccain ha pubblicato sul suo sito il progetto “My body did not fail me”, un progetto per sensibilizzare su questa operazione chirurgica che non rende una mamma meno mamma.
“My body did not fail me”, un bellissimo progetto sul parto cesareo: le fotografie di Natalie McCain per parlare del cesareo in maniera positiva
Natalie McCain è una fotografa che concentra i suoi bellissimi lavori sul corpo delle mamme. Corpi imperfetti ma sempre perfetti, corpi dilaniati eppure bellissimi, corpi deformati dalla gravidanza ma sempre meravigliosi.
Tra i suoi ultimi progetti c’è “My body did not fail me”: “Il mio corpo non mi ha deluso”, “Il mio corpo non ha sbagliato”, si potrebbe tradurre. E nel titolo sta tutto il senso del lavoro: il corpo di chi ha subito un parto cesareo non è sbagliato. Non ha sbagliato. Non ha deluso nessuno. Non è meno perfetto di quello di chi ha partorito in maniera naturale.
Natalie ha chiesto ad una mamma di condividere la propria esperienza, attraverso alcuni suoi scatti e attraverso le sue stesse parole.
“La prima volta che ho fotografato questa mamma era il 2015”, scrive sul suo sito Natalie, “e le ho fatto visita l’altra sera fotografandola di nuovo, dopo il suo terzo cesareo con la nascita del suo terzo figlio. Le fotografie sono state scattate la sera prima della rimozione dei punti. Il suo corpo non ha fallito. Il tuo corpo non ha fallito. Spero che queste immagini tocchino il cuore di coloro che soffrono dopo aver partorito con il cesareo”.
Le immagini sono bellissime, forti, naturali e potenti, e anche davvero, davvero tenere, piene di amore, non solo per il corpo che ha ospitato quelle creature, ma anche per quelle stesse creature che dividono l’obiettivo con la mamma.
Ciò che questa madre racconta è commuovente, ma soprattutto fa riflettere. Perché anche lei, come molte, è consapevole che subire un cesareo sia sentito ancora da troppe madri come un fallimento, probabilmente per le idee che la società ci mette in testa.
“Sento moltissimo parlare le altre mamme di come desiderassero che i loro corpi non fallissero. Di come un parto “tradizionale” sarebbe stato meglio, e di come sia potuto accadere di arrivare qui. Posso dirvi che io il cesareo non l’ho programmato. Non volevo un cesareo. Ma il mio corpo non ha fallito”.
La nascita è sempre un miracolo, e un miracolo è anche la riduzione drastica di madri che muoiono durante il travaglio, grazie anche al cesareo. Lei ne è consapevole, Natalie ne è consapevole, e dobbiamo esserlo anche noi.
“Mio figlio è vivo, io sono viva, e nessuna cicatrice o procedura chirurgica me lo porterà via. La cicatrice che ha quasi determinato il mio passato e la cicatrice che mi dà futuro”.
Giulia Mandrino