Il plogging, che combina fitness ed ecologia
Gli svedesi ne sanno sempre una più del diavolo. La cultura nordica è qualcosa di unico al mondo, con le sue stranezze e la sua efficienza, la sua bellezza e la sua confortevolezza. Pensi “nordico”, infatti, e pensi a qualcosa di bello, comodo, verde, rispettoso, integrato, legnoso, coccoloso…
Anche quando si tratta di fitness, a quanto pare gli svedesi sono avanti anni luce rispetto a noi. No, non perché hanno ideato qualche metodo per perdere peso e tonificarsi miracoloso e ineguagliabile, ma perché, con un semplice hashtag, sono riusciti a rendere moda una pratica tanto semplice e tanto bistrattata quanto la pulizia delle strade. Come? Con il PLOGGING. Perché il senso civico non è qualcosa di sfigato, ma è assolutamente attuale, figo e cool.
Il plogging, che combina fitness ed ecologia: raccogliere i rifiuti mentre si corre è l’ultima tendenza svedese in fatto di jogging (e Instragram)
“Plogging” significa letteralmente “raccogliere i rifiuti mentre si corre”. È una parola inventata, un hashtag nuovissimo che prende spunto dalle parole “running” (correre) e “plocka upp” (raccogliere, in lingua svedese). Potremmo quindi definirlo un metodo per restare in forma super ecologico e super civico.
Il tutto nasce da un gruppo di amici che circa un anno fa hanno deciso di documentare su instagram e Facebook la propria attività, coniando un hashtag che fortunatamente è diventato virale. Oggi, quindi, è normale imbattersi - nei parchi o sulle strade, in campagna o in città - in gruppi di persone o di singoli runner intenti nella loro corsa quotidiana, una corsa intervallata da piccole pause nel momento in cui il runner incontra sul suo cammino della spazzatura da raccogliere.
Che poi non sono delle reali pause, non preoccupatevi: l’abbassamento è comunque un’azione di fitness (un po’ come gli squat!) e a quanto pare il plogging sarebbe ancora più efficiente del running semplice.
L’abbigliamento necessario è lo stesso della tradizionale corsa che probabilmente molti di noi già eseguono quotidianamente o settimanalmente. Semplicemente, ci si attrezza con due oggetti in più: dei guanti (leggeri, sottili e comodi, per proteggersi dalla sporcizia) e un sacchetto (oppure uno zainetto rivestito con della plastica) per infilare al volo i rifiuti trovati a terra.
I rifiuti a terra, dispersi nell’ambiente, sono un problema davvero vergognoso: noi ci chiediamo come possa ancora esistere gente che non si fa scrupoli a gettare la spazzatura in terra. E non parliamo del sacchetto intero, ma anche di piccole carte, lattine, sigarette, pezzetti di plastica che ingombrano le tasche…
Attraverso il plogging ci si accorge davvero di quanta spazzatura ci sia attorno a noi. Provate a farci caso, e ve ne accorgerete. E, infatti, i sacchetti dei “ploggers” sono sempre zeppi, purtroppo. Ma è anche così che si smuovono le coscienze. Perché il plogging non è solo una questione di pulizia, ma anche di senso civico. Certo, i ragazzi tengono pulite le strade, ma questa non è la soluzione. La soluzione, che si raggiunge anche grazie a ciò che questo hashtag sta mostrando, è l’annullamento della dispersione dei rifiuti da parte di TUTTI i cittadini!
Noi certamente raccoglieremo la sfida del plogging e cominceremo a portare con noi i sacchetti della spazzatura. Chissà che un po’ dello spirito svedese non ci contagi, incuriosendo le persone che ci incontrano durante la nostra corsa (o durante la nostra camminata veloce), che a loro volta porteranno con sé il loro sacchetto, in un circolo virtuoso magnifico, nordico e molto, molto ecologico e civico.
Giulia Mandrino