L’action art per bambini, ovvero Jackson Pollock completamente rivisitato
Lunedì, 06 Novembre 2017 15:23L’action panting fu una tecnica inventata dagli espressionisti americani che prevedeva il dipingere in movimento. Per capire meglio, basta pensare ai quadri di Jackson Pollock, realizzati dall’artista in piedi sulla tela attraverso lo sgocciolamento dei pennelli, di qua e di là.
Ai bambini affascina moltissimo questo concetto. Abbiamo quindi pensato di proporvi 6 attività artistiche “action”, ovvero delle tecniche creative in movimento, strane, pazze, bizzarre, che prevedono l’utilizzo di strumenti cinetici oppure del proprio corpo.
Unica nota: se non volete sporcare tutto, utilizzare un bel tavolone adibito ai progetti artistici, oppure uscite in giardino!
L’action art per bambini, ovvero Jackson Pollock completamente rivisitato: 6 attività artistiche movimentate, divertenti e davvero creative
- Partiamo da un’action painting come si deve, fatta esattamente con il proprio corpo. Prendiamo dei fogli giganti e appiccichiamoli al muro con dello scotch, quindi infiliamo tra le dita dei piedi delle matite colorate o dei pennarelli. I bambini semplicemente dovranno cercare di dipingere con i propri piedi, prima cose astratte e poi (se vogliono) soggetti precisi, provando una sensazione nuova e una prospettiva completamente ribaltata!
- Super carina è la pittura con il trapano. No, non è pericoloso, poiché al posto delle punte ci saranno dei pennelli. Basta infilarli nel foro adibito e stringere bene, poi intingerli nelle tempere o negli acquerelli e azionarli!
- Con uno di quei taglieri girevoli che teniamo in tavola durante la cena per fare roteare le vivande possiamo creare dei disegni astratti bellissimi. Basta appoggiare il foglio al centro (fissandolo con del nastro adesivo di carta), rovesciare le tempere e colorare facendo girare forte il tagliere. Possiamo usare diversi mezzi: i pennelli, i cotton fioc, gli stuzzicadenti…
- Le vecchie macchinine tornano utili! Non preoccupatevi, poi si lavano con acqua tranquillamente. Immergiamo le ruote nella tempera e lasciamo che i bambini disegno guidandole sul foglio.
- Dischetti di cotone e martello: questi gli strumenti per un’action art divertente e incredibile. Utilizziamo uno di quei martelli in gomma meno pericolosi di quelli pesantissimi in metallo (insegnando prima di tutto a maneggiarlo e a sentire il pericolo, come facciamo con le forbici). Dopodiché sistemiamo un foglio su un piano di lavoro, riempiamo il centro di un dischetto di cotone con del colore (le tempere vanno benissimo) e capovolgiamolo sul foglio. I bimbi dovranno spiaccicare i dischetti con il martello, facendo così esplodere le macchie di colore.
- Infine, l’arte con la scopa! Perché quando si tratta di creatività tutto può diventare uno strumento di lavoro, anche una vecchia scopa. La utilizzeremo proprio come fosse un mega pennellone, mescolando i colori in maniera astratta.
Giulia Mandrino
60 attività Montessori per il mio bebè
Lunedì, 06 Novembre 2017 10:33Se state pensando di affidarvi alla didattica montessoriana per crescere il vostro bambino, saprete che gli strumenti sono davvero moltissimi, e questo non può che fare piacere. Non serve infatti preparare grandi cose o utilizzare una filosofia astrusa, poiché il metodo pedagogico ideato nel secolo scorso da Maria Montessori ha pochi ma validissimi principi, e basta seguirli per rendere l’educazione del nostro bambino montessoriana.
Più questo metodo educativo (prima un po’ bistrattato, come altre teorie didattiche italiane che dovrebbero essere più presenti nelle scuole) si afferma, più troviamo materiali didattici, libri e spiegazioni accessibili nella nostra lingua. Una bella notizia!
Tra i libri disponibili uno che certamente vi consigliamo è “60 attività Montessori per il mio bebè”, scritto da Marie-Hélène Place, che dagli anni Novanta si occupa di filosofia montessoriana con libri tradotti in tutto il mondo.
60 attività Montessori per il mio bebè: un libro utile per sfruttare in ogni momento la didattica di Maria Montessori in casa
Il metodo Montessori non è semplicemente una teoria didattica utilizzata nelle scuole: possiamo rendere montessoriano ogni giorno, portando la pedagogia di Maria Montessori a casa, per sfruttare al meglio tutti i principi che porteranno il nostro bambino alla famosa indipendenza che era l’obiettivo primario della pedagogista italiana.
Per farlo, questo libro uscito lo scorso anno per edizioni L’Ippocampo è davvero prezioso, e sarà utile a tutte le mamme e a tutti i papà, non solo a chi il metodo montessoriano già lo conosce, ma anche a chi è sconosciuto e vorrebbe iniziare a capirlo o semplicemente a trovare attività stimolanti per i propri bambini.
Attraverso varie attività, il libro spiega in dettaglio come rendere la casa il più montessoriana possibile, allestendo i materiali sensoriali adatti alle tappe della crescita dei bambini, allo stimolo della sua indipendenza e rendendo il tutto sereno e piacevole, stimolante e positivo.
Questo volume, in particolare, è dedicato al periodo che va dalla nascita ai 15 mesi, un lasso di tempo importantissimo per la formazione del bambino, che va stimolato moltissimo per aiutarlo a scoprire se stesso e il mondo. Marie-Hélène Place propone così 5 macrosezioni per iniziare con le nostre attività montessoriane:
Preparare l’universo del neonato
Creare e allestire il materiale sensoriale adatto ad ogni tappa della sua crescita
Accompagnarlo nello sviluppo delle sue competenze
Incoraggiare la sua autonomia e aiutarlo a fare da solo
Favorire a casa un’atmosfera serena e positiva
Per ogni sezione ecco quindi le attività spiegate in dettaglio, dall’allestimento della cameretta allo spazio per mangiare, dagli specchi (importantissimi) ai mobiles (le giostrine sospese), dal vestirsi da soli fin da subito ai giochi con le mani, dalla musica alle attività di classificazione, dalle faccende quotidiane da fare insieme fino ai giochi sensoriali in giardino.
Ma non è solo questo libro ad essere fantastico: Ippocampo ha infatti pensato di pubblicare un’intera collana dedicata esattamente al principio montessori, con libri pensati per i genitori genitori e cofanetti di attività per i bambini. Date un’occhiata!
Per questo dopo il primo libro potremo passare a quello dedicato alle 100 attività Montessori a partire dai 18 mesi, a quello per scoprire il mondo dai tre anni e a quello per prepararsi ad imparare a leggere e scrivere.
Se vi interessa il metodo Montessori e volete approfondirlo, qui trovate la nostra sezione dedicata, con articoli e attività per tutti!
Giulia Mandrino
Il zentangle sulle foglie, per creare, rilassarsi e ammirare la bellezza della natura
Venerdì, 03 Novembre 2017 15:13Conoscete lo zentangle? È conosciuto anche come doodling, o “arte dello scarabocchiare” o “arte dei ghirigori”, e da qualche tempo va molto di moda, perché in effetti è davvero bello e rilassante. Scarabocchiando (ci sono libri per trovare l’ispirazione oppure libri che spiegano in dettaglio come questa tecnica sia davvero benefica per la mente) si stacca la spina e si lasciano vagare i pensieri e le mani, creando anche magnifici disegni astratti.
Insomma, è il solito, buon vecchio scarabocchio sul post it fatto quando siamo distratti portato ad un livello successivo e reso terapeutico e bellissimo.
Perché non provarlo con i bambini coniugando anche il rilassamento che porta l’osservazione della natura?
Lo zentangle sulle foglie, per creare, rilassarsi e ammirare la bellezza della natura: l’arte dello scarabocchio coniugata con la bellezza della natura per sprigionare rilassamento e creatività
Il periodo perfetto per sperimentare lo zentangle sulle foglie è proprio questo, l’autunno, perché diventa anche l’occasione giusta per uscire a fare una passeggiata nel bosco (o nel parco) per raccogliere le foglie secche di mille colori che troviamo per terra.
Scegliamone di grandi, di piccole, di marroni, di rosse, di gialle, di robuste o di fragili: non c’è una regola e, anzi, più variegate saranno e più speciale diventerà l’attività, che ci permetterà così di creare altri oggetti a partire dalle foglie (ma ci arriviamo un attimo più avanti).
Torniamo quindi a casa con le nostre foglie e scaldiamoci con una tisana. Mettiamoci comodi sul tavolo in salotto e iniziamo a fare vagare la nostro creatività, preparando sul tavolo (coperto da una tovaglia per proteggerlo!) semplicemente le foglie e dei pennarelli a punta fine, di colore bianco o argentato (o comunque un colore che spicchi chiaramente rispetto al colore delle foglie; sul giallo, ad esempio, andrà benissimo il nero).
Il procedimento è quanto di più semplice possa esistere, perché l’unica regola è: scarabocchiare!
Cerchi, linee, triangoli, curve, puntini, pallini, greche, spirali… Tutto è concesso, nello spirito dello zentangle. Guardate qualche esempio di zentangle su carta:
Replichiamo quindi sulle nostre foglie questi pattern, senza regole, semplicemente lasciando correre la nostra mano.
Diverse saranno le foglie e i colori e diversi saranno i risultati, così come la difficoltà manuale, dato che i bambini dovranno disegnare anche su foglie fragili o molto sottili, come ad esempio in questo caso:
Anche lasciandole attaccate ai loro rametti (se le troviamo già così in terra! Evitiamo sempre di deturpare la natura solo per la nostra creatività!) diventano bellissime.
Con queste foglie potremo poi creare bellissimi oggetti e regali per la casa. Ad esempio? Dei segnalibri, semplicemente regalandole così come sono; dei quadri, incollandole tutte insieme su cartoncini pesanti; delle ghirlande, attaccandole ad un filo; degli scacciapensieri (sempre su un filo, ma in verticale)… Insomma, anche qui possiamo sbizzarrirci, utilizzandole come base perfetta da cui scatenare la creatività manuale.
Giulia Mandrino
“Dimmi da dove nasce”, il libro perfetto per i bambini d’oggi
Venerdì, 03 Novembre 2017 14:43Un libro che all’apparenza può sembrare semplice, innocuo, banale o inutile. Ma che nella sua semplicità racchiude davvero un mondo. Di cosa stiamo parlando? Di “Dimmi da dove nasce”, il libro di Françoise de Guibert e Clémence Pollet per i bambini d’oggi, che, volenti o nolenti, passano molto meno tempo nella natura di quanto dovrebbero.
“Dimmi da dove nasce”, il libro perfetto per i bambini d’oggi: il libro di La Margherita per parlare di natura, frutta e verdura in maniera semplice ma educativa
Fun fact: moltissimi bambini non sanno da dove nascono frutta e verdura. O meglio: pensano che nasca sui banchi del supermercato. Perché? Perché noi genitori diamo per scontate molte cose, tra cui il ciclo della vita naturale. Ed ecco perché fino ai 4 o 5 anni (se non addirittura più in là!) i bambini pensano che le mele, le pere e i cavoli nascano direttamente nel supermercato, dove poi noi li prendiamo. Fa ridere, ma è così, e se ci riflettiamo non è poi così divertente.
Questo libro per bambini de La Margherita edizioni, scritto e illustrato da Françoise de Guibert e Clémence Pollet, è quindi geniale, ed è perfetto per iniziare a parlare ai bambini della frutta, della verdura e della natura, sin da piccolissimi, per affezionarli alla bellezza del mondo naturale. In maniera molto semplice: spiegando come si presentano e da dove nascono tutti gli alimenti vegetali. Sugli alberi, in terra, in guscio, su piante alte, su piante basse…
I frutti e le verdure presenti nel libro sono moltissimi: dalla mela alla ciliegia, dalle prugne alle arachidi, dalle castagne al fico, dalle castagne all’alchechengio peruviano. E poi, per quanto riguarda le verdure, le melanzane, i piselli, la rapa, la patata, le verdure esotiche come la manioca o il gombo (e in questo caso il libro torna utile anche a noi, no?).
Ogni pagina è doppia, e presenta su una facciata la descrizione dell’alimento vegetale, e sull’altra la spiegazione della pianta e dell’habitat in cui nasce.
Prendiamo i cavoli:
In maniera semplice e coinvolgente, che cattura subito l’interesse dei bambini, i due autori riescono così a entusiasmare i bambini riguardo alla bellezza della natura e soprattutto li rendono consapevoli del prezioso legame tra gli alimenti e la terra, del miracolo della nascita e della crescita.
Questo libro illustrato per bambini può essere quindi un primo passo verso il coinvolgimento dei bambini nella vita naturale, o un’attività che integra e completa quelle all’aperto, ancora più importanti perché coinvolgono in toto la sensorialità e soprattutto perché impegnano i bambini in un’educazione diretta e concreta, dell’”imparare facendo”: dopo aver letto il libro una visita ad un’azienda agricola o ad un orto può diventare immediatamente più interessante, divertente e sentita, e i bambini applicheranno concretamente, toccando con mano, ciò che abbiamo letto insieme!
Una lettura che noi consigliamo già dai tre anni, leggendola insieme, perché non è mai troppo presto per appassionare i bambini alla vita all’aria aperta!
La truffa delle scuole di yoga
Venerdì, 03 Novembre 2017 10:19Come sempre quando si parla di discipline olistiche, purtroppo l’Italia in fatto di regolamentazione non è molto sul pezzo. Tardano sempre ad arrivare leggi che regolino il settore, e a pagarne le conseguenze è anche lo yoga. Perché lo yoga? Perché c’è un vuoto legislativo davvero importante, che, come sempre quando ci si trova in una situazione del genere, crea parecchi disagi, perché (lo sappiamo, è un paradosso) chiunque, allo stato attuale, può decidere di praticare e insegnare lo yoga, diventando in 3 giorni maestro.
Ne abbiamo quindi parlato con Clemi Tedeschi, formatrice e insegnante di yoga.
La truffa delle scuole di yoga: perché dovremmo fare più attenzione quando ci affidiamo ai professionisti del settore yoga e olistico
Gli ultimi anni hanno visto un diffondersi sempre più importante delle scuole di yoga. Le principali associazioni si sono naturalmente impegnate per ottenere un riconoscimento, un riconoscimento che però in Italia tarda ad arrivare, come per tutte le discipline olistiche. Il clima che si è perciò creato si inserisce in un’incertezza giuridica e in una mancanza di controllo che purtroppo non può che destare preoccupazioni.
Recentemente (per fortuna) le principali associazioni italiane di yoga hanno quindi deciso di concordare una sorta di protocollo nel quale vengono definiti alcuni standard professionali a cui gli insegnanti di yoga dovrebbero attenersi in termini di conoscenze specifiche e competenze pedagogiche. “Grazie a questo protocollo”, ci ha raccontato Clemi, “chi fosse in possesso di un corso di studi di 700 ore e volesse sottoporsi ad una certificazione presso un ente supervisore (l’UNI) potrebbe farne richiesta. L’unica difficoltà è che per farlo bisogna necessariamente essere in possesso di partita IVA, e anche in questo senso, quindi, sembra che più che alla certificazione della competenza si punti ancora solo all’inquadramento fisico degli insegnanti”.
Detto questo, esistono molti corsi di formazione professionale dedicati allo yoga. Ma anche qui dovremmo accettarci che questi siano seri, e non organizzati alla bell’e meglio per ottenere certificazioni che oggettivamente, poi, non valgono nulla. Per essere certi che siano seri, quindi, dovremmo prendere in considerazione alcune caratteristiche: che abbiano un programma articolato e coerente; che ci sia una buona alternanza di teoria e pratica (poiché l’una non vive senza l’altra, e viceversa); che gli insegnanti abbiano un punto di vista equanime, e non “confessionale”, come specifica Clemi Tedeschi, dal momento che ci sono varie scuole di pensiero; che preveda esercitazioni frequenti per verificare in itinere l’apprendimento degli allievi; e infine che sostenga la promozione di un clima di rispetto e di cooperazione tra docenti e allievi, poiché troppo spesso “ho riscontrato un clima di sudditanza alimentato da alcuni docenti che ritengo poco rispettoso e poco produttivo, in quanto inibisce i rapporti tra allievi e una proficua circolazione di conoscenze”.
“In altre parole nella quasi totalità delle scuole di formazione mancano la competenza pedagogica e didattica. Fatto ancor più grave se si considera che lo Yoga è prassi, è esperienza e l’approccio intellettuale è bandito dalla trasmissione”: Clemi è perentoria, e le sue parole derivano direttamente dalla sua esperienza. “Insisto su quest’ultimo punto perché credo fermamente che in occidente anche in ambito yoga si debba mettere al centro del processo di trasmissione l’allievo e non i contenuti come avviene nelle classi indiane”
Ma allora quali sono le conseguenze per chi si affida a insegnanti non competenti (non sapendo, naturalmente, quali siano le loro competenze)? Premesso che è sempre meglio “fare qualcosa” che “non far niente sul divano” (in altre parole: meglio frequentare una classe qualsiasi di yoga che non farlo del tutto), “quando lo yoga proposto è una ripetizione di sequenze di asana esperite in modo fisico e superficiale tanto varrebbe andare ad un corso di buona ginnastica”. Ciò significa che esistono scuole che, erroneamente, puntano quasi esclusivamente sulla perfezione tecnica delle asana, quando in realtà la pratica dello yoga ha anche un’anima.
Non solo: “l’allievo andrebbe affiancato nella pratica, nella respirazione e nell’auto osservazione con gradualità, nel rispetto dei propri ritmi. Il rispetto di questi ritmi respiratori produce calma e chiarezza mentale, è uno dei principali obiettivi della pratica, e senza questa componente si rischia di alimentare solo frustrazione e competitività. Trovo le classi in cui tutti respirano insieme allo stesso ritmo molto belle da fotografare, ma piuttosto ansiogene da frequentare”.
E non sono solo le classi per adulti ad essere a rischio incompetenza. Anche quando scegliamo di fare praticare lo yoga ai nostri bambini dovremmo assicurarci che i corsi siano qualitativamente e professionalmente alti. Le regole da seguire per capire se un corso di formazione per insegnanti di yoga che vogliano concentrare il loro lavoro sui bambini sono le stesse di cui sopra, a cui dobbiamo aggiungerne certamente di altre pensate proprio nello specifico per la pedagogia dei più giovani.
Meglio quindi evitare le proposte di corsi di formazione concentrati in una sola settimana: “per acquisire e digerire le competenze essenziali servono alcuni requisiti iniziali e tempi di assorbimento, sperimentazione e verifica”. Quando si tratta di bambini e ragazzi, infatti, non si sta insegnando solo uno sport, ma si sta contribuendo alla loro crescita. Ecco perché l’insegnante dovrebbe essere in grado di conoscere a fondo le caratteristiche dell’allievo, del contesto educativo e di quello socio culturale in cui vive.
Allo stesso modo sarebbero da evitare i corsi di formazione gestiti solo da un paio di persone: “Un programma efficace richiede la cooperazione di un team di docenti, non di pochi prescelti”.
In questo senso Clemi suggerisce quindi il corso “Yoga per Crescere”, “di cui andiamo molto fieri: si sviluppa in otto incontri e vanta la presenza di un folto gruppo di insegnanti di altissimo profilo. La teoria si alterna alla pratica e le competenze vengono verificate con un questionario intermedio e una tesi di gruppo finale. Dall’anno prossimo saremo presenti anche in Toscana e in Veneto con una formula più concentrata (8 giorni + 2 week end), mantenendo le caratteristiche di serietà e ricchezza di offerta che ci contraddistinguono”.
Giulia Mandrino
6 ricette con le bacche di Goji
Giovedì, 02 Novembre 2017 15:05Non sono solo gli adulti a trarne beneficio, perché le bacche di Goji sono super benefiche anche per i bambini: supportano la vista e il suo sviluppo, danno moltissima energia, forniscono vitamina C, omega3 e elementi antiossidanti che contrastano l’invecchiamento cellulare, e poi stimolano al punto giusto l’ormone della crescita.
Ecco perché dovremmo usarne sempre di più nei nostri piatti ed ecco perché oggi vi proponiamo 6 ricette per preparare deliziosi colazioni, pranzi e cene a base di questo super frutto nutriente, buono e sano.
6 ricette con le bacche di Goji: le nostre ricette per integrare al meglio nei piatti il super frutto della salute
Estratto antiossidante: la prima ricetta che vi proponiamo è un semplice estratto a base di carote viola e bacche di Goji che grazie alla presenza di carotenoidi è un ottimo antiossidante, perfetto da bere alla mattina per colazione o come spuntino pomeridiano al posto dei succhi. Qui trovate la nostra ricetta.
Quinoa alle bacche di Goji: la quinoa è un cereale-non cereale perfetto per i primi piatti. Cuociamola bollendola secondo le istruzioni, quindi saltiamola in padella con delle patate rosse precedentemente fatte soffriggere con della cipolla tagliata fine (bisogna cuocerle una mezz’oretta, a cubetti piccoli), e, a freddo, delle foglie di spinaci e delle bacche di Goji.
(http://tastefulventure.com/warm-quinoa-sweet-potato-kale-salad-goji-berries/)
Palline nutrienti: in un mixer frulliamo, uno alla volta, i seguenti ingredienti: una tazza di mandorle; una tazza di bacche di Goji; una tazza di datteri. Mischiamoli insieme, aggiungendo anche dei semi misti e della cannella (a seconda del gusto), quindi formiamo delle palline e conserviamole in un recipiente chiuso per mangiarle come snack!
(http://sujaskitchen.blogspot.it/2017/04/goji-berry-almond-date-power-balls-no.html)
Aglio, olio e bacche di Goji: questa ricetta è semplicissima e oltre a inserire le bacche di Goji nella nostra dieta ci permette di rivisitare la classica pasta aglio, olio e peperoncino rendendola perfetta anche per i bambini, dato che il peperoncino viene messo da parte in favore delle bacche, che daranno però il tradizionale tocco rosso che non dovrebbe mai mancare. Prepariamo la nostra pasta come al solito, bollendo gli spaghetti e preparando nel frattempo il sugo: mettiamo a rosolare in una padella dell’olio con due spicchi d’aglio, e a metà cottura aggiungiamo le bacche di Goji (una manciata ne basterà). Una volta cotta la pasta, scoliamola e facciamola saltare in padella nel sughetto.
(http://piuntiquinto.weebly.com/ricette-bacche-di-goji.html)
Frittata alle cipolle con bacche di Goji: in una padella antiaderente, facciamo appassire con un filo d’olio una cipolla tagliata a pezzetti. Nel frattempo sbattiamo tre uova in un recipiente e condiamole con un pizzico di sale, uno di pepe, una manciata di bacche di Goji, una di pangrattato e una di pecorino grattugiato. Versiamo nel composto anche le cipolle e mescoliamo, quindi versiamo nella stessa padella (che già è unta per l’olio delle cipolle) il nostro mix. Facciamo cuocere per cinque minuti a fuoco moderato, quindi giriamo la frittata e lasciamola cuocere per mezz’oretta a fiamma bassa, girandola ancora di tanto in tanto.
(https://it.pinterest.com/pin/412642384593941857/?lp=true)
Brownies alle bacche di Goji: dopo aver preriscaldato il forno a 180 gradi, in una ciotola mischiamo mezza tazza di olio di cocco sciolto, una tazza di zucchero di canna integrale, un terzo di tazza di cioccolato fondente sciolto e mezza tazza di cacao amaro in polvere, mescolando molto bene. Aggiungiamo quindi due uova e mezza tazza di farina integrale e mischiamo fino ad ottenere una crema omogenea. Mettiamo quindi nel mix due belle manciate di bacche di Goji. Prepariamo una teglia coperta da carta forno e distribuiamoci sopra il nostro composto. Inforniamo per circa 30-35 minuti, quindi estraiamo la teglia e distribuiamo in superficie un’altra manciata di bacche. Inforniamo di nuovo e lasciamo cuocere per altri 5/7 minuti, fino a che non è tutto cotto molto bene. Sforniamo, lasciamo raffreddare e tagliamo a pezzettoni, ottenendo così i nostri brownies.
(https://www.runningtothekitchen.com/superfood-brownies/)
Giulia Mandrino
L’importanza di un corretto sviluppo motorio
Giovedì, 02 Novembre 2017 09:31Rispetto alla nostra infanzia sono cambiate un bel po’ di cose: ci sono gli smartphone, i giochi elettronici, la realtà virtuale… tutte innovazioni incredibili rispetto ai nostri tempi ma forse si è anche perso parte del contatto con l’esterno. I nostri bimbi sono meno abituati a trascorrere del tempo all’aperto e il rischio che corrono è di cadere in quello che viene chiamato analfabetismo motorio.
Analfabetismo motorio, di cosa si tratta?
In passato, un bambino trascorreva parecchio tempo all’aperto: giocava in strada dopo la scuola e i giochi erano tutti di corsa, salti e arrampicate, ogni giorno anche per due o tre ore di seguito. Nel contesto in cui si viveva era molto più facile uscire a piedi e rimanere fuori a giocare, oggi le distanze si sono allungate e sono anche cambiati i ritmi di vita: molti bambini non hanno la possibilità di andare a piedi a scuola o in bicicletta, pochi sono abituati a stare fuori al parco tutto il pomeriggio, ancora meno quelli che passano il weekend a passeggiare o a esplorare
Oggi il movimento che i bambini fanno è sempre più spesso limitato alle poche ore di educazione fisica a scuola e alle due orette di sport settimanali. Questo sbilanciamento sta creando dei veri e propri “ignoranti” del movimento, da qui il termine analfabetismo motorio: viene, in pratica, a mancare tutta quella quota di esperimenti, rincorse e cadute che rappresentano il patrimonio dello sviluppo motorio di ogni bambino, il suo “alfabeto”. Questa mancanza di esperienze motorie rischia di rendere il bambino meno consapevole del proprio corpo, con una relativa maggiore fatica a sviluppare la coordinazione e, di conseguenza, i muscoli. Questa difficoltà da bambini si traduce in problemi posturali anche da adulto e non solo. Lo sviluppo motorio è strettamente connesso a quello sociale, per questo è importante dedicare del tempo e la dovuta attenzione non solo all’educazione scolastica dei propri figli ma anche a quella motoria.
Cambiamo rotta: perché dovremmo ripensare a quanto movimento fanno i nostri bambini per farli crescere al meglio a livello motorio
Cosa possiamo fare per abituare i nostri bimbi ad un maggiore movimento?
Potremmo prima di tutto sforzarci di trascorrere sempre più tempo all’aria aperta con loro, anche in inverno. Puntare sulla natura, sul correre liberi, sul camminare ma anche solo sul camminare e sull’uscire insieme.
E’ importante far fare anche dell’attività fisica: non importa quale sport, vanno bene tutti! Far sperimentare più sport, senza focalizzarsi su uno in particolare (almeno fino ai 12 anni), permette di sviluppare più capacità a favore di un completo e armonico sviluppo.
E se ci accorgessimo che qualcosa non va? Una visita dal podologo o dal fisiatra è consigliata, su suggerimento del pediatra. Verso i 4 anni è il momento “giusto” per chiedere un primo consulto. Non prima perchè il piedino dei bambini è ancora fisiologicamente piatto.
Attenzione anche alle scarpine.
A volte non ci pensiamo, crediamo che siano tutte uguali, In realtà dobbiamo fare subito attenzione alle caratteristiche delle scarpe che scegliamo per i nostri bambini, fin dai primi anni di vita. Addirittura, i primi due sono fondamentali, perché è il periodo nel quale i bambini imparano a camminare, impostando la loro andatura,.
Il piede presiede all'equilibrio, alla stabilità e alla locomozione: è un elemento essenziale nell’educazione motoria. Per questo è essenziale che le scarpe abbiano suole leggere e flessibili per facilitare il passo, senza affaticare la muscolatura, con una punta ampia, in modo da permettere la completa articolazione delle dita. Meglio scegliere scarpe leggermente alte posteriormente, per aiutare il bambino nella fase dei primi passi, e rivestite internamente con materiali naturali che lascino traspirare il piede. Se poi la scarpina aiutasse anche il piede nel corretto movimento del passo sarebbe un plus importante.
La linea Imparo di Chicco, è stata studiata in collaborazione con il Biomeccanico dott. Mauro Testa, e l’Osservatorio Chicco. La suola delle scarpine Imparo è stata progettata con spessori differenziati per guidare i movimenti del piedino durante il passo e aiutare, così, il bambino ad apprendere il corretto movimento della camminata, ossia la capacità di appoggiare il piede dal tallone, passando sul lato esterno fino all’alluce. Le scarpine della Linea Imparo partono dal numero 18 e arrivano al numero 23.
Una volta imparato a camminare, l’attenzione non deve calare, anche perché è uno dei periodi di maggiore movimento per i bimbi, che corrono, saltano e camminano a più non posso. Ecco quindi, che Chicco ha studiato la nuova Linea In Progress, per i bambini dai 2 anni (con numeri che vanno dal 24 al 32). La linea lavora sempre per spessori differenziati: i punti in rilievo sono stati realizzati per dare al piede gli stimoli giusti anche durante le attività motorie di un bambino più grandicello.
Nelle scarpine In Progress è stata, poi, data particolare attenzione al controllo della zona astragalica, cioè della zona corrispondente al tallone, con un rinforzo sulla parte posteriore della scarpina che evita scivolamenti laterali interni o esterni responsabili di possibili atteggiamenti posturali errati.
Giulia Mandrino
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La musica illimitata, per vivere momenti di relax solo per noi
Giovedì, 02 Novembre 2017 09:25C’è chi legge un buon libro, chi si fa un bagno rilassante e profumato, chi esce per una passeggiata, chi per un po’ di shopping, chi per un gelato, chi si mette a spolverare casa. Ognuno si rilassa a modo suo. E poi c’è chi ascolta musica. E chi ascolta musica mentre si concede tutti questi gesti rilassanti.
Noi, per esempio, ce l’abbiamo sempre in sottofondo. Perché ci calma, ci dà energia, ci intriga, ci emoziona, ci completa. Insomma, la musica ha sempre risvolti perfetti per ogni momento della giornata, e quando un servizio ce la offre illimitata noi non sappiamo dire di no!
La musica illimitata, per vivere momenti di relax solo per noi: con Amazon Music l’occasione perfetta per iniziare ad ascoltare la nostra musica ogni volta che vogliamo, per prenderci dei momenti perfetti e rilassanti
Prendersi un momento per se stessi è fondamentale per mantenere la pace interiore, esteriore e della famiglia. Stare bene con se stessi è il primo passo verso il benessere generale, e per farlo i modi sono moltissimi: prendersi 10 minuti solo per noi, fare ciò che ci fa stare bene, decidere di fare quella cosa che rimandavamo da troppo tempo… E poi c’è la musica, che, è scientificamente provato, contribuisce più di mille altre cose al nostro benessere emotivo.
Come? Influendo prima di tutto sugli ormoni (dal momento che aumenta le endorfine e abbassa l’ormone dello stress) e poi per il fatto di regolarizzare il battito cardiaco, la pressione sanguigna e la respirazione, che diviene più performante e in questo modo la quantità di ossigeno nell’organismo aumenta significativamente e in maniera benefica.
Anche la medicina tradizionale cinese riconosce appieno il ruolo della musica: per loro è uno strumento di guarigione, e uno studio dell’università del Missouri in qualche modo lo conferma, dato che i ricercatori hanno provato ascoltare la musica migliora l’umore e la felicità; idem una ricerca dell’Università McGill in Canada, che ha addirittura paragonato l’ascolto della musica al sesso, per le endorfine che si sprigionano.
Ecco perché decidersi di prendersi del tempo per noi per ascoltare della buona musica (e per “buona” intendiamo la nostra preferita!) è sempre un’ottima idea.
Il bello della musica è, oltre a tutto il resto, il fatto di poterla fruire quando vogliamo, mentre svogliamo altre attività, che così ne guadagnano in relax o in benessere psicologico: mentre portiamo a spasso il cane, mentre ci concediamo da sole quella passeggiata senza bambini (ogni tanto ci sta!), mentre sguazziamo tra le bolle del nostro bagno caldo, mentre spolveriamo con calma, mentre cuciniamo… C’è chi addirittura ascolta musica mentre lavora, in sottofondo, e in effetti abituandosi ci accorgeremo che è davvero piacevole (soprattutto quella classica, ad un basso volume).
Qualche giorno fa, uscendo il servizio di musica streaming Amazon Music Unlimited, noi ne abbiamo quindi approfittato. Essendoci due mesi di prova gratuita, non abbiamo saputo resistere, perché è un servizio perfetto sia per chi la musica la consuma e non può viverci senza, sia per chi ama concedersi quei momenti rilassanti o energizzanti sporadici (iniziando così ad ascoltarla davvero con costanza!).
Ma cos’è Amazon Music Unlimited? Amazon Music Unlimited è un servizio di musica digitale diverso da tutti gli altri. Noi, che siamo solite ascoltare la nostra musica su YouTube, lo troviamo davvero più figo. Innanzitutto per l’assenza di pubblicità, e poi per la possibilità di ascoltare solo la musica che scegliamo, senza i video suggerirti che partono a casaccio.
il servizio include la possibilità di ascoltare più di 50 milioni di brani, tra la musica del momento e quella del passato, dalla pop alla classica, dal folk al rock, senza praticamente limiti. Possiamo creare playlist, ascoltare le radio degli esperti Amazon Music, lasciarci guidare dai suggerimenti finalmente sensati, e soprattutto fruire del servizio sempre e in ogni momento, dato che possiamo ascoltare la nostra musica sul computer, sul cellulare, in cuffia o in stereo, senza pubblicità e con la possibilità di scaricare i brani per metterli in play offline quando siamo fuori casa (quando usciamo a camminare, ma anche in macchina collegando lo smartphone al bluetooth!).
I primi due mesi, dicevamo, sono gratuiti, dopodiché potremo scegliere se continuare con l’abbonamento, che è molto conveniente, dato che costa mensilmente 9,99 euro (con la possibilità di scegliere già l’abbonamento annuale a 99 euro, per risparmiare moltissimo!).
Insomma, c’è davvero da approfittarne, e noi che lo stiamo già facendo ne siamo già più che entusiaste: cuffie nelle orecchie mentre portiamo il cane a passeggiare; cellulare sul bancone della cucina mentre prepariamo la cena; viaggi in macchina cantando (da sole!) a squarciagola. Staccare la spina per un attimo è diventato per noi mamme molto più piacevole!
Giulia Mandrino
È frutta secca; contiene moltissimi sali minerali; se consumata nelle giuste quantità (una decina al giorno, sempre meglio non esagerare perché sono molto caloriche!) stimola la regolarità intestinale; è praticamente sempre bio grazie allo spesso e forte guscio che la protegge; dà una bella botta di acido folico... Insomma, le proprietà delle castagne sono davvero molte, e per questo ottobre e novembre sono uno dei nostri mesi preferiti.
Una delle caratteristiche delle castagne è però l'esigenza di essere consumata cotta e mai cruda. Detto questo, una volta cotte si conservano per qualche giorno, quindi noi amiamo cucinarle in padella o al forno, preparando le caldarroste, le sbucciamo e le diamo ai nostri bambini per merenda (a casa o a scuola, mettendole in comodi sacchettini): le castagne sono infatti uno snack perfetto per loro, che hanno bisogno di energia e che giustamente vorrebbero sempre qualcosa di gustoso!
Caldarroste, la merenda perfetta per i bambini: la ricetta delle caldarroste - le castagne cotte - per una merenda alternativa per i bambini, sana e gustosa
Lo skateboard, sport benefico per corpo e spirito
Lunedì, 30 Ottobre 2017 14:47Non è solo stiloso, è anche benefico. Qualche anno fa andava tantissimo di moda (un po' come i pattini a rotelle, che sono tornati alla ribalta quest'anno!), e ancora ci sono ragazzini irriducibili che lo praticano. E sono da stimare, non solo perché è uno sport bello da vedere: lo skateboard è un’attività outdoor benefica per corpo e spirito, e sceglierlo come sport da fare praticare ai nostri bambini (anche accanto alle scelte più tradizionali, dato che poi lo possono sfruttare sempre, anche quando semplicemente si esce per una passeggiata) è un’ottima idea.
Lo skateboard, sport benefico per corpo e spirito: perché scegliere lo skate come sport da fare praticare ai bambini è un’idea bellissima
La premessa è semplice: tutti gli sport outdoor sono un’ottima scelta. I bambini hanno bisogno di vivere quanto più tempo possibile nella natura e all’aperto, un po’ per stimolarli a fare esperienze, un po’ perché fisicamente ed emotivamente hanno bisogno, per la loro crescita, di spazi ampi e di largo respiro.
Ma ecco i benefici dello skate, la tavola con le rotelle che piace ai bambini e che dovrebbe piacere ancora di più a noi genitori:
Lo skateboard migliora coordinazione e precisione
È uno sport che ha bisogno di molto allenamento e di molta pratica, e che si impara soprattutto attraverso gli errori. Ecco perché migliorano la coordinazione e la precisione: perché privando i trick e i movimenti e sbagliandoli di volta in volta i bambini imparano a riprovare, ad aggiustare il tiro, ad ascoltare il loro corpo, i loro legamenti e i loro movimenti fino a trovare la giusta coordinazione.
Lo skateboard migliora l’equilibrio
Allo stesso modo del punto precedente, la pratica dello skate migliora l’equilibrio, e non c’è nemmeno bisogno di dirlo. Come la bicicletta (soprattutto quella senza pedali nei primi anni di apprendimento), lo skateboard è uno sport che si basa essenzialmente sull’equilibrio e sul bilanciamento, e dunque non c’è modo migliore per allenare questa capacità fondamentale per un corretto sviluppo motorio.
Insegna la pazienza
Come dicevamo, lo skate si impara sbagliando e riprovando i movimenti, i trick e i salti, e per questo i bambini piano piano imparano cosa significa concretamente la pazienza, virtù che gli permetterà da adulti di non mollare davanti agli ostacoli ma di vedersi sempre di fronte l’obiettivo finale.
Riduce lo stress
Implicando molta concentrazione, imparare a skateare aiuta i bambini a staccarsi dai problemi che li affliggono (perché ricordiamoci che anche se li consideriamo dotati di un’armatura antistress e antinervosismo i bambini risentono delle situazioni difficili della vita quanto noi; possono essere i problemi a scuola, il cambio di stagione, la separazione dei genitori… Piccoli o grandi, sono comunque problemi che li influenzano), focalizzandosi sulla bellezza dell’imparare cose nuove (anche perché con lo skate non si finisce mai di imparare: ci sono sempre numeri fantasiosi da provare!). E una volta imparato, una volta che i bambini hanno confidenza con il mezzo, anche solo fare un giro sulla tavola è un modo davvero utile per staccare la spina e stare senza pensieri all’aria aperta.
Insegna a stare in allerta, a conoscere i pericoli, sperimentandoli sulla propria pelle
Sì, si cade moltissimo. Ecco perché serve sempre l’attrezzatura giusta, con ginocchiere, gomitiere e caschetto a norma. Ma è anche il motivo per cui lo skateboard è uno sport davvero benefico. Il principio è lo stesso delle forbici: impegnarsi in attività che comportano pericolo (supervisionati) aiuta i bambini ad essere consapevoli dei rischi, calibrando così i movimenti senza essere protetti nella bambagia (un atteggiamento genitoriale protettivo che in realtà più che proteggerli li espone a maggiori rischi).
È economico
Le tavole non costano molto (se non ci lanciamo su quelle super lusso o super alla moda) e dopo le prime lezioni (che spesso si svolgono negli skatepark da parte di ragazzi giovani che arrotondano lo stipendio) i bambini sanno andare da soli e possono continuare a girovagare senza spendere nemmeno un quattrino.
Insegna l’autonomia
Ricollegandoci al punto sopra, essendo uno sport perfetto per imparare anche da soli (dopo le prime lezioni), i bambini possono provare a sperimentarlo anche da soli, sentendosi autonomi e indipendenti e incrementando così anche l’autostima.
Si crea una comunità
Essendo praticato all’aperto, negli skatepark e nei parchi comunali, lo skateboard è uno sport di appassionati che si trovano a qualsiasi ora del giorno e in qualsiasi giorno della settimana, anche nel weekend, creando piccole comunità costruttive e divertenti.
Combatte l’obesità ed è tra gli sport più completi
Sembra scontato, ma come tutti gli altri sport lo skate è un’attività che in età pediatrica è tra le più consigliate. L’ha detto in un’intervista il pediatra Alberto Colombini, che ha spiegato come lo skate evita le malattie del nostro secolo come l’obesità e insegna uno stile di vita sano ed equilibrato. Non solo: è considerato uno degli sport più completi dal punto di vista armonico. E già questo dovrebbe chiarire ogni nostro dubbio.
Giulia Mandrino