Neveo, un regalo per sempre per i nostri nonni
Lunedì, 03 Giugno 2019 08:59I nonni sono una delle ricchezze della vita. E non solo quando sono vicini (perché, sì, sono un aiuto incommensurabile e perché fare i nonni allunga la vita), ma anche quando sono lontani. Perché la figura del nonno e della nonna rappresenta un amore immenso, diverso da quello genitoriale, e il rapporto che lega un nipote ad un nonno è spesso unico. Coltivare questo rapporto è quindi fondamentale, a prescindere dalla distanza.
Ma quanto dimostriamo ai nonni la loro importanza? Quanto facciamo capire loro quanto gli vogliamo bene? Quanto li coinvolgiamo nelle nostre vite? Con questo servizio che abbiamo scoperto da poco queste domande trovano risposta. Perché a volte basta un pensiero così semplice ma così immenso a consolidare ancora di più il rapporto, a fare sentire la vicinanza (non solo fisica!) e a coinvolgere come si deve nella vita dei nipoti queste persone così importanti per la nostra vita. Insomma, viva Neveo! Ma di cosa si tratta? Ve ne parliamo subito.
Neveo, un regalo per sempre per i nostri nonni: con Neveo il servizio per un album di famiglia che unisce sempre di più nipoti e nonni
In un’epoca nella quale viviamo costantemente con il telefonino tra le mani e in un periodo storico nel quale fotografare i nostri bambini è così semplice, perché non sfruttare la tecnologia per consolidare i rapporti e rendere i ricordi davvero indelebili? Perché se ci pensiamo, per quante foto scattiamo al giorno, in realtà ne stampiamo sempre meno. Capita così che gli scatti rimangano sul cellulare, che non vengano quasi mai riguardati e che i ricordi rimangano così intrappolati dietro allo schermo. Un’assurdità e un paradosso, non credete?
Bene, con Neveo tutto questo cambierà, senza fatica e con una semplicità incredibile. Neveo, infatti, è una applicazione semplicissima che possiamo scaricare sul nostro cellulare e che permette, periodicamente, di condividere le foto e i momenti che custodiamo nei nostri telefonini con i nonni dei nostri bambini.
Neveo si trova su Google Play per i dispositivi Android e sull’App Store per iPhone. Si tratta proprio di un album di famiglia sul quale caricare le foto che scattiamo ogni mese ai nostri bambini. Grazie all’app e a un abbonamento, poi, questo album mensile verrà spedito ai nonni, che riceveranno così un album cartaceo come quelli di una volta, bellissimo e personale, da sfogliare per scoprire cosa hanno fatto i bambini e da conservare per poter accedere ai ricordi (analogicamente!) ogni volta che si vuole.
L’idea dietro a Neveo è semplice: se noi viviamo una vita ormai digitale, le persone più anziane spesso sono sconnesse completamente, e per quanto ci venga da pensare che ormai ogni scatto e ogni ricordo siano condivisi, in realtà i nonni non hanno accesso a questi strumenti digitali e rimangono così all’oscuro di tutto. Questo divario, spesso inconsapevole e inconscio, porta nonni e nipoti (ma anche figli e genitori, perché noi per primi non ci pensiamo!) a staccarsi, anche quando vicini, con i primi che restano tagliati fuori. Ecco che allora Neveo è davvero un piccolo pensiero mensile prezioso e importante!
Per realizzare questo album è tutto molto semplice: basta scaricare l’app e aggiungere le foto ogni volta che si vuole, in maniera super intuitiva. Alla fine di ogni mese, l’app raccoglie le fotografie caricate durante il mese e le inserisce in un vero album-foto cartaceo, che viene spedito a casa ai nonni e alle nonne.
Un regalo bellissimo, sentito e importante, che diventa una possibilità per tutti: per i nonni che in questo modo possono vedere le foto in una maniera a loro congeniale, per noi che possiamo sfogliare i ricordi in maniera non digitale e per i bambini che possono scoprire la bellezza dello sfogliare un album fotografico vero e reale. E che potranno, da grandi, sfogliarlo per vedere i ricordi tutti insieme, non scorrendo un feed ma toccando le foto con mano!
Cos’è il bola messicano e la sua tradizione
Venerdì, 31 Maggio 2019 13:35Un ciondolo semplice e bellissimo, che racchiude significati ed emozioni: il bola messicano è sempre più diffuso anche nel nostro Paese. Fateci caso: sono moltissime le donne in dolce attesa che portano questo lungo ciondolo a forma di piccola palla, di color argento, che dondola delicatamente ad altezza pancione.
Si tratta proprio del bola messicano, un ciondolo che in realtà è un piccolo sonaglio a forma di sfera e che viene anche chiamato “chiama angeli”. È ormai diffuso in tutto il mondo ma la sua origine in realtà è indonesiana (e non messicana come in molti credono).
Cos’è il bola messicano e la sua tradizione: la storia e il significato del bola messicano, il “chiama angeli” nato in Indonesia
Il bola messicano non è in realtà messicano. Questa usanza ormai diffusa in tutto il mondo ha avuto origine in Indonesia, a Bali, paese nel quale le donne in dolce attesa portavano per tradizione al collo questo ciondolo sferico tintinnante. Il motivo? Fare percepire al bimbo in grembo questo suono dolce e rilassante, familiare, per accompagnarlo durante i nove mesi in pancia e per farlo sentire al sicuro una volta nato, continuando a portarlo per qualche mese.
Il nome “messicano” deriva però dal fatto che oltre alle donne indonesiane anche quelle messicane sono molto, molto legate a questa tradizione. E da qui il nome del “chiama angeli” che tutti conosciamo.
Essendo così semplici ed essenziali, i chiama-angeli sono tutti simili tra loro: sono composti da una lunga catenina argentata (lunga abbastanza perché si appoggi al pancione, ad altezza ombelico), alla quale è appeso un ciondolo sferico che contiene una piccola pallina responsabile del suono (che ricorda quello di uno xilofono).
Solitamente, il bola è di piccole dimensioni: non supera il centimetro di diametro (anche se in commercio ne esistono anche di più grandi, ma mai più di tre centimetri) ed è molto confortevole anche da indossare, grazie alla collana così lunga. Dove comprarlo? In tutte le gioiellerie, su Etsy o su Amazon (come ad esempio questo semplicissimo con ciondolo e collana di 1m).
Il dolce rumore che produce il bola messicano accompagna così la giornata della mamma e del piccolo, che riesce a sentire (dalla 24esima settimana) i rumori dall’esterno. Questa tradizione non è dunque qualcosa di sciocco: gli studi hanno ormai dimostrato che i bambini nel grembo della mamma possono sentire, anche se in maniera attutita, i suoni attorno a loro, come le voci dei genitori, e di conseguenza questo rumore delicato potrebbe avere realmente l’effetto confortevole che ci aspettiamo.
In particolare, i rumori forti e improvvisi spaventano il feto. Il chiama-angeli diviene così un punto di riferimento uditivo per il bambino, che ne trae rilassamento e pace anche nei momenti più stressanti. E se la mamma sceglie di portare il ciondolo anche nei mesi successivi alla nascita, il neonato avrà di nuovo il suo riferimento sensoriale che contribuirà a rendere il passaggio dall’utero al mondo esterno più dolce, piacevole e meno pauroso.
In questo caso è possibile anche accorciare la lunghezza della collana: in questo modo, quando il ciondolo si troverà ad altezza gola-petto della mamma, il bimbo ne godrà nei momenti di coccola e di allattamento.
Primavera e pulizie: rendere la casa igienizzata per far star bene i bambini
Venerdì, 31 Maggio 2019 11:06Nessuno di noi ama l’idea di dover cominciare a pulire casa quando arriva il bel tempo, eppure le pulizie di primavera sono un accorgimento assolutamente necessario. Questo soprattutto per una questione igienica, e dunque anche per poter garantire ai bambini di passare l’estate in un ambiente sicuro e salubre. Se organizzate al meglio, però, queste pulizie si dimostrano meno impegnative di quanto si possa credere: ecco perché oggi vedremo insieme alcuni consigli per sbrigare queste faccende in modo veloce ed efficiente.
Organizzare le pulizie
Il primo step è la pianificazione delle pulizie, iniziando da una suddivisione stanza per stanza. In questa fase si consiglia di procedere per gradi: meglio prendere ogni macro-attività di pulizia e suddividerla in tante piccole attività. Vi permetterà di non impazzire, e di avanzare per obiettivi concreti e facili da raggiungere.
Organizzare la manutenzione
Quando si pensa alle pulizie di primavera, spesso si perde di vista la manutenzione degli elettrodomestici. Primo fra tutti il condizionatore, il cui ruolo si rivela essenziale per la pulizia e per il ricambio dell’aria quando in estate tendiamo a rintanarci in casa per sfuggire al caldo. Trattandosi però di un lavoro non semplice o alla portata di chiunque, si consiglia sempre di affidarsi a chi lo fa di professione. Se non sapete chi contattare, potete cercare su Internet i professionisti per ricaricare il condizionatore con Yougenio, che vi permetterà di valutare diversi preventivi. Nella manutenzione figurano pure le piccole riparazioni, quindi anche queste ultime vanno pianificate e messe in conto per preparare al meglio la casa all’estate. Da non dimenticare, infine, la pulizia e manutenzione dei caloriferi, che devono essere sistemati prima di essere spenti in vista della loro riattivazione invernale. Dopo aver controllato che non abbiano alcun problema, si consiglia quindi di pulirli e lucidarli a dovere per evitare che la polvere accumulata rimanga anche nella bella stagione.
Decluttering e armadi
Quando arriva la primavera, giunge anche il momento di sistemare il guardaroba e di fare il canonico cambio dei vestiti. Di conseguenza, gli abiti invernali vanno lavati, stirati e conservati in modo intelligente, ovvero imbustandoli sottovuoto piuttosto che mettendoli nelle scatole, in modo che occupino meno spazio. Nel mentre, approfittate di questa occasione e assicuratevi di fare anche un po’ di sano decluttering: tutto ciò che non usate più va buttato, per fare definitivamente ordine nell’armadio.
Divani, tende e tappeti
La primavera è il momento delle grandi pulizie, dunque bisogna pulire pure i divani, le tende e i tappeti. Ricordatevi che ognuno di questi complementi richiede un metodo di lavaggio che sia rispettoso dei suoi tessuti. Le tende, ad esempio, spesso possono essere lavate in lavatrice senza problemi, mentre i tappeti pregiati richiedono quasi sempre un lavaggio a secco. In genere esistono elettrodomestici come i pulitori a vapore che svolgono egregiamente qualsiasi compito, compresa la pulizia dei divani.
Pulire letti e materassi
Meglio non dimenticarsi che, in primavera, anche i materassi vanno prima sbattuti e poi puliti e igienizzati. Di solito è possibile farlo usando il bicarbonato, un prodotto che si rivela molto efficace anche sui tappeti e sui tendaggi. Inoltre, se il materasso possiede un lato estivo questo è sicuramente il momento migliore per girarlo e fargli prendere un po’ d’aria, magari all’aperto esponendolo alla luce del sole per qualche ora.
I bambini hanno bisogno di un ambiente sano, ed è per questo che in primavera si rende sempre necessaria una fase di pulizia più profonda: a patto però di sapersi organizzare al meglio, per evitare di impazzire.
Il radicchio è una verdura invernale e primaverile che si presta a moltissime preparazioni. Declinarlo in nuove ricette è molto semplice, e a me piace molto proporlo ai bambini, che si abituano così al suo sapore amarognolo (che basta smorzare attraverso gli abbinamenti giusti). Ad esempio, loro adorano la vellutata di radicchio e patate, che propongo in tavola praticamente fino all'estate (la sera adoriamo sempre le creme di verdure!).
Ecco dunque la ricetta per una pasta con crema al radicchio, davvero semplice e gustosa!
Pasta con crema al radicchio: la ricetta della pastasciutta al sapore di radicchio, di colore viola
Le tipologie di cuscini per l’allattamento
Giovedì, 30 Maggio 2019 09:08Negli ultimi mesi di gravidanza il pensiero non va solo al parto, ma anche a ciò che arriverà dopo. Ecco che allora si comincia a fare la baby check list, ovvero la lista di cose imprescindibili per quando il nostro bambino arriverà.
Nella lista non potrà certamente mancare il cuscino per l’allattamento, uno strumento davvero utile tanto per le mamme che allatteranno al seno quanto per quelle che nutriranno il bebè con il biberon. Ma non solo: questo cuscino diviene infatti anche un aiuto validissimo per dormire più comode, o per avvolgere il bambino mentre dorme per evitare che cada dal divano o dal letto, proprio come un confortevole salvagente.
Ma quale scegliere? Ecco la nostra selezione.
Le tipologie di cuscini per l’allattamento: quale cuscino per l’allattamento scegliere in vista dell’arrivo del bambino
Il primo cuscino per allattamento è più un supporto per il seno e per il bambino. Lo trovate qui e costa circa 20 euro. Si tratta di un accessorio che sostiene il seno durante la poppata e che permette di avere così le mani libere. Morbido e comodo, è utile anche per essere trasportato nella borsa del cambio pannolino quando usciamo di casa. Solitamente è consigliato alle donne con taglie di seno abbastanza alte, dalla terza in su.
Passiamo ora al cuscino di allattamento vero e proprio, quello a forma di “U”, grande e morbido. Questo è quello classico, un grande “salsicciotto” che può essere utilizzato come sostegno per il bambino mentre si allatta, per assicurargli la giusta posizione durante la poppata. Ma è utile anche per la mamma durante la gravidanza, per dormire di lato alleviando i dolori alla schiena e il peso della pancia, e per il bambino: allacciando le estremità, infatti, si crea una ciambella perfetta per accoglierlo quando dorme o quando sta sul divano.
Questo cuscino per allattamento è ancora più consigliato poiché imbottito in pula di farro biologica, molto traspirante e naturalmente antiacaro. La pula di farro è anche termoregolatrice, e grazie a questa sua proprietà permette di avere una temperatura ottimale sia in estate che in inverno. La fodera è completamente in cotone ed è sfoderabile, quindi lavabile in lavatrice.
Ecco poi il super cuscino per la gravidanza che diviene perfetto strumento per allattare il bambino da straiate, in tutta confortevolezza. Durante la gestazione aiuta a ridurre i fastidi del pancione nel letto, può essere sistemato come ci è più comodo, ed è utile per tutte coloro che vogliono dormire di lato sentendosi ancora più confortevoli. Questo cuscino aiuta a rilassarsi meglio, dormire sonni più profondi e tranquilli e migliorare così la circolazione. Inoltre è utile quando il nostro bimbo dorme nel letto perché diviene un ottimo paracolpi.
Infine, un piccolo cuscino per sostenere la testa del bimbo durante l’allattamento, pratico e maneggevole, da portare ovunque, anche fuori casa, per assicurare al bambino la giusta posizione e togliere la fatica del sostegno. Al centro è concavo (cosa che i cuscini normali non prevedono) e questo permette di disperdere uniformemente il peso della testa del neonato evitando così colpi e lesioni.
Foto di copertina: https://www.flickr.com/photos/thesleepjudge/29391856727
C’è qualcosa nei burro cacao che fa impazzire i bambini. Io li capisco: li ho sempre amati anch’io, un po’ per il profumo, un po’ per il colore, un po’ per la consistenza, e un po’ perché quando ero piccola mi piaceva spalmare il burro cacao con un fare da adulta! Detto questo, la maggior parte dei burro cacao in vendita sono spesso chimici e zeppi di ingredienti che solitamente evito quando si tratta di prodotti per i bambini.
Quindi mi sono chiesta: che fare? Che fare per lasciare ai bambini il piacere di usare il burro cacao (che è anche una buona abitudine per mantenere le labbra morbide, soprattutto in inverno e sotto il sole) senza rinunciare alla sicurezza?
Ho trovato quindi questa ricetta per realizzare in casa un burro cacao per bambini, un balsamo in barattolo che possono usare quando vogliono, profumato e, soprattutto, naturale!
Il burro cacao fatto in casa per i bambini: la ricetta del balsamo per labbra naturale che i nostri bambini adoreranno
Il bello di questo burro per nutrire la pelle di tutto il corpo? Non solo il profumo, non solo le proprietà, ma anche la consistenza: per prepararlo, infatti, bisogna montarlo a neve, ottenendo la consistenza di una nuvola cicciosa!
Morbido e cremoso, profuma di cannella e zenzero ed è a base di olio di semi di zucca, burro di karité e burro di mango. Questa combinazione è perfetta perché si assorbe molto velocemente (non lasciando la pelle unta come quando utilizziamo il burro di karité da solo).
Ecco quindi la nostra ricetta, veloce e favolosa!
Burro corpo speziato alla zucca e mango: come preparare il burro corpo a base di olio di karité, mango e zucca
Lavarsi i denti in maniera divertente, smart e comoda!
Martedì, 28 Maggio 2019 13:14L’igiene orale è importantissima, sin dai primi anni di vita, già con i denti da latte. E la prima regola per trasmettere questa consapevolezza ai bambini è curare per primi noi la nostra igiene orale lavandoci i denti dopo i pasti, la mattina e la sera.
L’importanza di curare i nostri i denti è semplice: con questo piccolo gesto che richiede pochissimi minuti, infatti, possiamo prevenire i più comuni disturbi ai nostri denti, evitando che si trasformino in problemi più gravi ed evitandoci troppe visite dal dentista.
Insomma: le regole sono semplici ma vanno seguite. Queste regole sono: lavarsi sempre i denti, passare il filo interdentale, fare le visite di controllo dal dentista ogni 6 mesi e scegliere uno spazzolino che sia serio, delicato ma efficace. Proprio come questo che abbiamo scelto noi: si chiama ISSA mini 2 ed è prodotto da Foreo. La particolarità? Non solo è divertente e bellissimo (ed è perfetto per i bambini un po’ più grandi, quando hanno imparato a lavarsi bene i denti - non più quelli da latte), ma è elettrico e la sua carica dura per più di 250 giorni!
Lavarsi i denti in maniera divertente, smart e comoda: con ISSA mini 2 di Foreo lavarsi i denti è più colorato e sicuro
Lo spazzolino elettrico è di certo la scelta migliore che possiamo fare: rispetto allo spazzolino tradizionale, quello elettrico riesce ad arrivare nei punti più reconditi dei denti e della bocca, ma soprattutto riesce a rimuovere più placca e tartaro. Ma quale scegliere? Ce ne sono davvero tantissimi, e la maggior parte richiede una base di ricarica o delle scomode pile che rendono lo spazzolino pesante.
Ma con ISSA mini 2 di Foreo non più: questo simpatico e colorato spazzolino elettrico disponibile in quattro tonalità ha una carica che dura 265 giorni ed è quindi perfetto per tutti, anche per chi viaggia o ha necessità di portare lo spazzolino qua e là (senza dover così ricorrere per forza a quello tradizionale). E poi essendo così carino invoglia anche gli adolescenti più svogliati a lavare i denti, senza “dimenticarsene”!
Piccolo e maneggevole, compatto e tecnologico, ISSA mini 2 si ricarica poi tramite cavetto USB (in un’ora hai la carica completa!), senza i classici caricabatterie ingombranti. Ma il bello di questo spazzolino di Foreo sta soprattutto nel materiale, nel design e nella tecnologia.
Funziona infatti con la potenza Sonic Pulse, che incanala nelle setole 9000 pulsazioni ad alta intensità al minuto, creando così micro movimenti che puliscono a fondo ma delicatamente i denti e le gengive, in maniera davvero efficace. La sua testina e le sue setole, poi, sono in PBT polimero e morbido silicone, sicuri e morbidi, una combinazione perfetta.
Il silicone, ricordiamo, è davvero igienico: le sue proprietà naturali, insieme a quelle del polimero PBT, contrastano la formazione di batteri, e la testina è quindi super igienica e pulita, al contrario dei classici spazzolini con setole in plastica, che attirano batteri e sporcizia.
Queste testine durano come i classici spazzolini dai 3 ai 6 mesi (in base a come e quanto spazzoliamo), e possiamo poi cambiarle comprando quelle di ricambio. Accanto ad esse troviamo poi la testina pulisci lingua, delicata, morbida e sicura, per completare la routine di igiene orale quotidiana e contrastare anche l’alito cattivo.
I dolori al seno in gravidanza
Martedì, 28 Maggio 2019 09:46I dolori al seno in gravidanza sono un fastidio abbastanza comune. Variano solitamente in base alle settimane di gestazione, e nella maggior parte dei casi non sono nulla di preoccupante.
Ma vediamo insieme quali sono i dolori più comuni e quali sono le strategie migliori per alleviarli per vivere ancora più serenamente la gestazione.
I dolori al seno in gravidanza: come variano i dolori al seno in gravidanza e come fare per alleviarli in maniera naturale
Il momento della gravidanza in cui il seno è più dolorante è sicuramente durante il primo trimestre: già dai primi giorni di gestazione le donne notano un aumento del seno, della circonferenza del capezzolo (che può anche cambiare leggermente colore) e un dolore nuovo, abbastanza fastidioso. Nulla di preoccupante: il seno si sta già infatti preparando all’arrivo di un bambino.
I primi tre mesi di gravidanza, dunque, sono caratterizzati da un aumento del volume delle mammelle e da una tensione fastidiosa: questo è dovuto ai cambiamenti dei dotti galattofori e dei lobuli, e soprattutto agli ormoni in circolo. Gli estrogeni, la prolattina e il progesterone.
Durante i successivi tre mesi (il secondo trimestre di gestazione) il seno potrebbe quindi assestarsi, tornando a fare male durante il terzo trimestre, periodo durante il quale il seno si prepara definitivamente all’allattamento, con le ghiandole mammarie che aumentano di volume e con il colostro che comincia ad arrivare. Ecco perché è possibile, anche, che si verifichino delle perdite bianche: si tratta del colostro (che diventerà poi latte con l’arrivo e la suzione del bambino).
Se le secrezioni invece non sono bianche e lattiginose, ma striate di sangue, allora è necessario recarsi dal medico o dal ginecologo, che saprà individuare il problema e risolverlo.
Per quanto riguarda le strategie per alleviare questi dolori al seno in gravidanza, la migliore sono di certo le spugnature (e non i massaggi alle mammelle come molte credono: questi, infatti, potrebbero aumentare la produzione di prolattina, situazione che a sua volta intensifica l’aumento del dolore in un circolo vizioso).
Le spugnature al seno sono semplicissime da fare e sono molto efficaci: si tratta di utilizzare semplicemente un panno umido (come un asciugamano) o una spugna naturale, imbevuti di acqua tiepida o fredda. Dopo averlo strizzato, passiamolo delicatamente sul seno, ripetutamente.
Anche il reggiseno può fare molto: evitando quelli con i ferretti e quelli troppo strutturati e preferendo quelli comodi ed elasticizzati possiamo infatti alleviare immediatamente il dolore.
Per quanto riguarda l’alimentazione, ridurre il sale è indicato per alleviare il dolore: la ritenzione idrica è infatti un nemico, in quanto potrebbe aumentare la sensazione di fastidio al seno in una situazione così delicata. Via libera, dunque, anche all’acqua: idratarsi molto (con liquidi o con la frutta di stagione) è fondamentale. Ma non con il caffè: la caffeina, infatti, è controindicata in caso di dolore.
Infine, l’attività fisica aiuta molto. Quando la gravidanza è fisiologica e il ginecologo ci ha autorizzato a proseguire le nostre attività sportive, approfittiamone: il corpo ne beneficia in toto, e le endorfine che rilascia aiutano contro il dolore.
Quando il dolore non passa nemmeno in questo modo, è consigliata una visita dal proprio medico curante o dal ginecologo: dopo un esame specifico saprà dire se i dolori sono fisiologici o dovuti ad altro e, soprattutto, potrà prescriverci antinfiammatori specifici in linea con la nostra gravidanza.
Come parlare ai bambini della violenza sessuale
Martedì, 28 Maggio 2019 08:54Un tema difficile, difficilissimo, ma allo stesso tempo importante e fondamentale, di cui parlare. Perché purtroppo la violenza e gli abusi sono una realtà ancora presente nella nostra società. Non solo sui telegiornali, ma spesso nella vita di chi ci sta attorno.
L’abuso sessuale, soprattutto nei confronti dei nostri figli, è qualcosa che ci terrorizza, ma non per questo non bisogna parlarne. Anzi: la consapevolezza e il dialogo sono fondamentali. Soprattutto se pensiamo al rischio che i bambini e le bambine corrono durante la loro vita, perché i casi di abuso sessuale si trovano tanto in famiglia quanto da parte di conoscenti o sconosciuti. Mettere in guardia i nostri figli, quindi, è un nostro dovere. E anche se è difficile parlarne, ci sono alcune strategie che possiamo mettere in campo, frasi da dire e conversazioni da intavolare che possono aiutare i nostri figli ad essere consapevoli del pericolo, a proteggersi e a parlarne.
Come parlare ai bambini della violenza sessuale: informare i nostri figli sui pericoli degli abusi è importante quanto insegnargli ad attraversare la strada
Essere informati dei pericoli è il primo passo verso la sicurezza. Ecco perché dovremmo parlare con i nostri bambini dei pericoli degli abusi sessuali e della violenza, in maniera diretta ma alla loro portata, comprensibile ma efficace. Non risolverà il problema e non proteggerà i bambini totalmente, ma almeno daremo loro qualche strumento in più per ridurre il rischio. Proprio come quando insegniamo loro ad attraversare la strada in sicurezza, o ad utilizzare le forbici senza farsi male, o a non accettare passaggi dagli sconosciuti: sono tutti consigli e regole che diamo per proteggerli. E anche se questo non eliminerà il pericolo, i nostri figli sapranno comunque muoversi un po’ meglio nel mondo, un pochino più protetti.
Ciò che fa paura è naturalmente l’argomento, perché è molto delicato e scioccante, non c’è dubbio. Temiamo che parlare loro degli abusi sessuali possa traumatizzarli, rubare la loro innocenza… Ma basta parlarne in determinate maniere per rendere la conversazione efficace, naturale e meno traumatica.
Innanzitutto, è bene parlarne in un momento tranquillo, libero da stress. Come per ogni dialogo e conversazione importanti, quando c’è paura e stress i bambini lo sentono, e il pericolo è che tutto si trasformi in qualcosa di terrorizzante, stressante o preoccupante. Quando invece c’è tranquillità, i bambini non solo ascoltano con maggiore attenzione, ma recepiscono anche i messaggi in maniera più profonda e duratura. Cerchiamo quindi la tranquillità e parliamone in maniera delicata, senza rendere la cosa un tabù (come quando parliamo del sesso, ad esempio).
In questo modo i bambini capiranno che è qualcosa di cui si può parlare con noi, e quando si sentiranno in pericolo sentiranno che potranno esprimersi senza sentirsi sbagliati o in colpa (perché questo è anche uno dei motivi per i quali tanti bambini abusati non dicono nulla, finché è troppo tardi).
Ma quando cominciare a parlarne? Fin da subito, già dai 2-4 anni. E possiamo cominciare in maniera tranquilla e calma, spiegando innanzitutto l’anatomia. Cosa significa? Quando gli facciamo il bagnetto o la doccia, indichiamo le “parti private”, i genitali, mettendo in chiaro che mamma e papà (e loro stessi) possono lavarli, ma che nessun altro può toccarle.
Anche nominare i genitali con i loro nomi esatti è importante. Come diciamo “pancia”, “testa” o “ginocchio”, allo stesso modo insegniamo ai bambini le parole “vagina”, “pene” e “ano”, spiegando (anche in base all’età) l’anatomia, aiutandoci anche con libri per bambini che parlano del corpo umano. Molti bambini abusati non ne parlano o non riescono a parlarne perché non sanno indicare e identificare la parte del corpo in cui sono abusati. E soprattutto non sanno capire che quelle zone sono private, intime, e che chi cerca di avvicinarsi sta facendo loro del male.
Tutto sta, insomma, nel fare passare il concetto che le loro zone private sono importanti, che i genitali sono speciali, che non sono un tabù ma nemmeno qualcosa da condividere con tutti, se non con chi si prende cura di loro (ad esempio durante la doccia, o dal medico…). Facendo capire loro che il tocco e le sensazioni del “lavare” o “curare” sono diverse da tutte le altre li aiuterà inoltre a sapere riconoscere quando sta accadendo qualcosa di diverso. Ed è importante insegnargli a dire quando qualcosa li sta facendo sentire a disagio o quando qualcosa gli fa male: mettiamogli bene in testa di dircelo subito!
Anche trasmettere l’idea che il corpo sia loro e non di qualcun altro è importante. Per questo, è bene spronare a parlare del disagio quando non si sentono di fare qualcosa relativo al loro corpo, o a dire “no” quando sentono di dover dire “no”. Come ad esempio quando si sentono obbligati ad abbracciare o baciare i parenti: spesso siamo noi adulti che li spingiamo a fare qualcosa che li fa sentire a disagio, ma se loro per primi capiscono il disagio e sanno comunicarcelo, allora questo diventerà una loro arma di difesa.
E poi non dimentichiamoci di parlare sempre della violenza come di qualcosa di sbagliato, da condannare: nessuno dovrebbe venire ferito o aggredito, in qualunque parte del corpo, ma soprattutto nelle parti intime.
Infine, cerchiamo di creare in famiglia un ambiente sano e aperto, confortevole, nel quale i bambini sentano di potersi esprimere liberamente: diciamogli sempre che condividere segreti con mamma e papà non significa svelarli, perché rimarranno comunque un segreto; e che se credono di essere in pericolo o se qualcuno gli sta facendo del male non succederà nulla se ne parlano, anzi. Spesso i bambini hanno l’idea di essere nei guai, in colpa per qualcosa che sta accadendo loro. Mettiamoli invece nella condizione di parlarcene liberamente, senza conseguenze, ma facendogli capire che, anzi, siamo orgogliosi di questo, senza mostrare paura o arrabbiature.