Come il digiuno aiuta il nostro sistema immunitario
Lunedì, 29 Aprile 2019 14:27Il digiuno è una pratica conosciuta da secoli e secoli, ma erroneamente molti pensano che serva essenzialmente per perdere peso. Niente di più sbagliato, anche perché digiunare senza cognizione di causa può portare a danni importanti nel nostro organismo.
Il digiuno prolungato, dunque, è sconsigliatissimo. Ma sono molti gli scienziati che accordano invece su una cosa: che il digiuno breve porta notevoli benefici al corpo. Ma non in fatto di dieta e perdita di peso: a beneficiarne è il nostro sistema immunitario, che in sole 72 ore di digiuno si trova rigenerato e rinforzato. Vediamo insieme perché.
Come il digiuno aiuta il nostro sistema immunitario: una ricerca svela come digiunare per 72 ore rinnovi le nostre difese immunitarie e porti benefici all’organismo
A dirlo sono i ricercatori della USC, l’University of Southern California: quando digiuniamo per 72 ore il nostro corpo ne trae beneficio, poiché il sistema immunitario si rigenera aiutando l’organismo a combattere le infezioni.
Lo studio potrebbe aiutare soprattutto le persone che si trovano in uno stato di debilitazione, come ad esempio gli anziani o chi si è trovato a combattere il cancro attraverso la chemioterapia: osservando gli effetti del digiuno prima sui topi e poi sugli umani, i ricercatori hanno infatti notato come digiunando i globuli bianchi diminuissero scatenando poi una reazione benefica, nella quale le cellule staminali rigeneravano nuovi globuli bianchi, rinnovando in questo modo il sistema immunitario del soggetto in questione.
Allo stesso tempo, il corpo dei soggetti si liberava delle cellule danneggiate o vecchie, durante questi periodi di digiuno, e tutta questa catena si rivelava una sorta di elisir, in quanto le cellule danneggiate dalla chemio o dall’età venivano così sostituite da quelle uove.
Ma i benefici non terminano qui, poiché il digiuno breve ha portato nei soggetti alla riduzione dell’enzima PKA, un effetto che porta alla longevità, e alla riduzione dell’ormone IGF-1, responsabile dell’invecchiamento e della progressione dei tumori.
“Se la chemioterapia salva delle vite, allo stesso tempo porta danni collaterali al sistema immunitario”, ha spiegato nell’articolo della USC la professoressa Tanya Dorff. “Questo studio suggerisce quindi che il digiuno possa mitigare alcuni degli effetti dannosi della chemioterapia. Serviranno altri studi clinici, e soprattutto nessuno dovrebbe seguire questa dieta se non sotto controllo di un medico, ma stiamo capendo se questi effetti siano applicabili anche ad altri sistemi e ad altri organi, e non solo al sistema immunitario”.
Insomma: le buone notizie per il sistema immunitario ci sono, e sono ottime sia per chi sta in buona salute (e vuole semplicemente dare una spinta alle proprie difese) sia, soprattutto, a chi sta soffrendo per gli effetti della chemioterapia una volta guarito da un tumore. I ricercatori, intanto, continueranno i loro studi per capire se effettivamente il digiuno breve è un toccasana o addirittura una terapia efficace.
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Come arredare la cameretta del bambino con mobili di design
Venerdì, 26 Aprile 2019 08:28Il mondo del design non è solo per adulti: ci sono anche mobili di design per bambini (o che si adattano facilmente ai bisogni dei bambini) per rendere la cameretta un luogo magico, perfetto per l’infanzia e anche molto fashion dal punto di vista dell’interior design.
Ecco quindi una selezione di mobili di design per bambini o adatti alla cameretta per un ambiente bellissimo, piacevole, sicuro e super cool.
Come arredare la cameretta del bambino con mobili di design: i migliori mobili per bambini che arrivano dal mondo del design
I nuovi componibili Kartell in bioplastica
Sono stati presentati all’ultimo Salone del Mobile di Milano e sono favolosi: sono i classici componibili di Kartell, un oggetto simbolo dell’azienda, ma stavolta realizzati in bioplastica e in colori pastello che diventano subito un pezzo immancabile per la cameretta. Verdi, gialli, rosa, blu: i colori sono stampati a iniezione e sono naturali e per questo perfetti per la camera dei bambini. Possono diventare un perfetto comodino (anche perché non hanno spigoli) oppure un cassetto porta-giocattoli. Ed essendo bassi e semplici da aprire sono anche parecchio montessoriani.
La lampada foglia di Rotaliana
Si chiamano Eden e sono una serie di lampade da terra a forma di grandi foglie in tessuto fonoassorbente e lampade a led, che creano un effetto foresta davvero affascinante!
I giocattoli Vitra
Vitra è conosciuta soprattutto per le sedie Eames, le classiche sedie in plastica (che esistono anche in versione sedia a dondolo). Pochi sanno però che Vitra produce anche dei meravigliosi giocattoli-scultura in legno (le Wooden Doll di Alexander Girard), deliziose come soprammobile e, perché no?, per giocarci.
E non dimentichiamo lo sgabello elefante, un’icona del design che fa impazzire i bambini.
La lampada This Is Not A Moschino Toy di Kartell
Tornando a Kartell, per genitori amanti della moda non può mancare in cameretta la lampada This is Not a Moschino Toy, una lampada da tavolo (e quindi da comodino) a forma di iconico orsetto di Moschino.
I mobiletti di Magis
Per l’angolo creativo e artistico dei bambini perfetti sono i mobiletti di Magis, iconici anch’essi, che si aprono per scivolamento dei vari piani. Ci sono in bellissimi colori e sembrano fatti apposta per stare accanto al tavolino creativo dei bimbi. Si chiamano 360° e il designer è Konstantin Grcic.
La poltrona sacco
Inizialmente fu progettata nel 1968 dall’azienda Zanotta, ma ora se ne trovano in commercio infinite versioni (come questa acquistabile su Amazon): il pouf sacco è comodo, divertente e versatile!
Quali sono le caratteristiche del lettino Montessori
Martedì, 23 Aprile 2019 08:18Il lettino Montessori è un tipo di letto per bambini ormai utilizzatissimo in tutto il mondo. Lo si preferisce al classico lettino per bambini perché è pensato apposta, come tutta la pedagogia montessoriana, per stimolare, facilitare e assecondare l’indipendenza del bambino e la sua crescita autonoma, così come il senso di libertà.
Ma vediamo insieme quali sono le caratteristiche che rendono un lettino un letto montessoriano per bambini, per creare anche a casa un angolo Montessori per la nanna.
Quali sono le caratteristiche del lettino Montessori: il lettino montessoriano, per l’indipendenza e la crescita del bambino
È basso
La prima caratteristica del letto Montessori è quella di essere basso, ovvero distare da terra al massimo 20-25 centimetri (al livello della superficie superiore del materasso), in modo che il bambino possa salire e scendere in totale autonomia. Essendo accessibile, il lettino montessoriano diventerà per il bambino un luogo sicuro, tutto suo, che può raggiungere quando vuole senza l’aiuto dei genitori, sia per la nanna sia per giocare, leggere e viverselo.
Non ha le sbarre
Altra caratteristica fondamentale di un lettino Montessori, che lo distingue immediatamente dagli altri, è l’assenza di sbarre, al contrario del classico lettino per bambini. L’assenza di sbarre è imprescindibile nella pedagogia montessoriana, poiché permette al bambino di non sentirsi in gabbia, in prigione, e di vivere il lettino come e quando vuole. Le sbarre, solitamente, servono ai genitori per sentirsi più sicuri, per la paura che il bambino cada dal letto o scenda da solo. Questo timore, tuttavia, viene ovviato dalla caratteristica precedente del lettino, ovvero l’essere basso, poiché si annulla il pericolo di ferirsi e farsi male.
È in materiali naturali
Come tutti gli strumenti e i giochi montessori, anche il lettino deve essere preferibilmente in materiali naturali dai colori tenui e non sgargianti. Meglio, quindi, non utilizzare plastica o materiali troppo colorati, ma puntare sul classico e intramontabile legno, che dà pace, tranquillizza e stimola la sensorialità.
…Come anche le lenzuola e la biancheria
Anche quando scegliamo la biancheria per il letto è meglio scegliere materiali chiari, non sgargianti e naturali, come il cotone morbido e il lino, un po’ per la sicurezza (non sono tossici per i bambini) e un po’ per la sensorialità.
Lo si può usare già dai 18 mesi
Quando il bambino è autonomo nel camminare e nel muoversi è l’ora di proporgli il lettino Montessori, nella sua cameretta. I primi tempi, magari, andrà e tornerà, arrivando anche nel lettone, ma piano piano capirà che quello è il suo spazio, e sentirà il lettino montessoriano come luogo sicuro e confortevole (molto di più rispetto ad un lettino con le sbarre).
Per i primi mesi è possibile usare un materassino aggiuntivo
Per i genitori che temono che i bimbi cadano dal lettino (anche se l’essere così basso è già di per sé sicuro), soprattutto nei primi tempi in cui si stanno abituando al nuovo letto, è possibile adagiare accanto al letto un materassino oppure un tappeto morbido: in questo modo se il bambino, girandosi e muovendosi, cadrà, non si farà male. Pian piano, poi, questo “airbag” potrà essere rimosso e il bambino potrà dormire nel suo lettino montessori tranquillo e beato!
Le cose che ogni papà dovrebbe sapere prima di avere un bambino
Venerdì, 19 Aprile 2019 14:14Si parla tanto delle neomamme, giustamente. Si parla delle loro paure, dei loro dubbi, delle loro aspettative. Si cerca di rassicurarle, perché non esiste la madre perfetta, per quanto la società ci abbia imposto per secoli un ruolo impeccabile, e ognuna ha il diritto di educare i propri figli, lavorare, stare a casa e prendersi cura della propria famiglia come meglio crede, come meglio riesce.
Ai padri ci si pensa, ma solo in un secondo momento. Solo che anche i neopapà hanno gli stessi dubbi e le stesse paure, con un limite in più: quello di essere papà, e di essere, quindi, riassicurati un po’ meno.
Ma ci sono cose che dovremmo dire loro, che dovremmo condividere e che dovremmo mettere sul tavolo, per fare sapere che siamo loro vicini, che sappiamo che loro sono vicini a noi, e che in questa avventura ci siamo dentro insieme. E che ci sono cose che accadranno, ma che non dovranno avere paura, ma starci vicino come noi cercheremo di fare con loro.
Le cose che ogni papà dovrebbe sapere prima di avere un bambino: cosa dire ad un neopapà prima dell’arrivo del bambino per rassicurarlo e vivere con serenità la genitorialità, insieme
Sai, anch’io non ho idea di come si faccia
Spesso i papà hanno questa idea: che le mamme sappiano esattamente cosa fare in ogni attimo della giornata, che abbiano le idee chiare su come crescere un bambino, dei suoi bisogni, delle cure. Ma, soprattutto con i primi figli, anche noi non sappiamo nulla! E fare sapere loro che siamo nella stessa situazione fa bene in maniera bidirezionale, perché rassicura loro e ci unisce ancora di più, ci rende ancora più squadra.
Sì, piangerò molto
Il pianto fa parte della vita dei neogenitori. Ma non solo quello dei bambini: anche quello delle mamme, che un po’ per gli ormoni e un po’ per i cambiamenti sostanziali della vita si ritroveranno spesso scombussolate. Sapete, papà? Avremo bisogno del vostro conforto, sia fisico sia mentale. E sarete anche voi a sostenerci, ad accorgervi per primi della depressione post-parto nell’eventualità che questa compaia, a tirarci su quando le lacrime ci annebbieranno la vista.
Il mio corpo è cambiato, faccio fatica ad accettarlo, aiutami anche tu
Sì, aiutami a vedermi con i tuoi occhi, ad accettarmi, a capire che tornerà tutto a posto (anche se in maniera differente). Aiutami a sentirmi sempre bella, perché una coppia è fatta anche di questo, e il tuo amore lo vedo anche nei tuoi occhi, in come mi guardano. Occhi che mi daranno la forza per stare bene con me stessa.
Stai tranquillo, non mi offenderò se mi aiuterai
Proprio per la concezione secolare per la quale sono le madri ad occuparsi dei bambini, soprattutto nei primi mesi i papà a volte sono restii ad aiutare la mamma, a prendere il bimbo per coccolarlo, cambiarlo, giocare, ma non perché non ne abbiano voglia o perché siano maschilisti: a volte sentono di non rispettarci, di non rispettare il nostro legame. Ma sta anche a noi fargli capire che siamo allo stesso livello, che è giusto che facciano la loro parte, che è bello che si occupino dei bambini ad ogni ora del giorno e della notte, soprattutto quando siamo esauste (ma non SOLO quando siamo esauste). Perché il legame si forma da subito ed è giusto e naturale che si sentano tranquilli e sereni a farlo in maniera istintiva.
Starò molto in bagno, tu non ti preoccupare
Esatto, passerò molto tempo là dentro, per due motivi: per colpa dei cambiamenti del mio corpo che ha appena dato vita ad un essere umano e che ha bisogno di assestarsi (ah, quegli assorbenti giganteschi…) e un po’ per passare del tempo con me stessa, perché ne ho bisogno anch’io. Tra doccia, bidet e wc, i sanitari saranno per un attimo i miei migliori amici.
Vorrò stare con te, con il nostro bambino, con noi
Solo con noi, senza nessun altro. E non significa che non vorrò più uscire, o avere amici e famiglia a casa, ma solo che in questo momento mi sento una mamma orsa che protegge la sua famiglia, che si gode il vostro affetto e che si crogiola nell’amore. Stiamo insieme, noi, e coccoliamoci finché ne abbiamo bisogno.
Goovi, il nuovo brand di prodotti naturali per la famiglia di Michelle Hunziker
Venerdì, 19 Aprile 2019 08:56Goovi: “Good vibes only”. La filosofia di Michelle Hunziker è quella di affidarsi alle vibrazioni positive, circondandosi di serenità e scegliendo l’armonia anche in mezzo alle tempeste più negative. E a noi piace moltissimo, perché è ciò che tentiamo di fare ogni giorno nelle nostre famiglie.
Questo stile di pensiero l’ha preso e l’ha reso marchio, un marchio che possa racchiudere in sé la positività, l’amore per la natura e la ricerca costante del benessere della famiglia. “Goovi” propone così prodotti naturali ed efficaci per il benessere femminile e familiare. Ma vediamo meglio di cosa di tratta.
Goovi, il nuovo brand di prodotti naturali per la famiglia di Michelle Hunziker: prodotti per la casa, per la cosmetica e per il benessere a base di ingredienti naturali
“Good, easy, natural”: “Buono, semplice e naturale”. Goovi è così, come recitano i cartelloni. E lo capisci anche dal packaging: semplice e accattivante, è super carino e immediato, proprio come gli ingredienti alla base dei prodotti Goovi.
Michelle Hunziker ha voluto lanciare questo brand per le donne e le famiglie come noi, ovvero che puntano alla naturalezza dei prodotti per la cura e per la casa, per circondare i bambini e la famiglia di benessere e salute. Ma che siano efficaci, naturalmente.
"Ho sempre desiderato dei prodotti per la famiglia che rendessero le mie giornate più semplici e salutari, ma che allo stesso tempo fossero divertenti, perchè l’allegria è un aspetto importante della mia vita”, dice Michelle Hunziker, che insieme agli altri cofondatori (l’azienda Artsana) ha deciso di puntare sull’autenticità del brand, sul sorriso e sulla qualità dei prodotti, che sono efficaci e preparati con ingredienti di origine naturale fino al 99,5%.
Bellezza, casa, salute: Goovi è pensato per provvedere ai bisogni quotidiani delle famiglie. Così, sullo shop online e dai rivenditori (che è possibile cercare qui) troviamo i cosmetici naturali (con gli shampoo, i balsami, la crema mani, il detergente intimo, le salviette multiuso…), ma anche gli integratori (pensati apposta per le donne), i mix per la colazione e i detergenti ecologici per la casa (che sono davvero favolosi, con più del 95% di ingredienti di origine naturale, dai profumi naturali o addirittura senza profumazioni, come il sapone per piatti, che deve essere il più naturale possibile per la sicurezza del nostro organismo!).
E gli ingredienti naturali utilizzati nei prodotti sono molti e vari: ci sono l’arancia e il limone, l’açai, il baobab, la passiflora, la salvia, il sambuco, il papavero rosso, la fibra di mela, il grano saraceno… Tutti ingredienti che ci piacciono, che conosciamo e che amiamo!
5 principi della pedagogia di Winnicott per tutte le mamme
Giovedì, 18 Aprile 2019 14:17Donald Winnicott è uno dei maggiori pedagogisti della storia. Sua è la teoria dei genitori sufficientemente buoni, che è tra le più discusse e tra le più ricche di spunti per l’educazione dei bambini. C’è chi ama questa teoria e chi vi trova molti difetti, ma se c’è un merito da dare a Winnicott è quello di avere liberato le madri (soprattutto) e i padri dal peso della perfezione inflitta loro dalla società, una società in passato maschilista.
Detto questo, le teorie di Winnicott sono davvero valide e stimate e offrono molte riflessioni, spunti e consigli che possiamo sfruttare.
5 principi della pedagogia di Winnicott per tutte le mamme: come applicare i principi della pedagogia di Donald Winnicott
Assecondare il naturale processo di holding e handling
Secondo Winnicott, mamma e bambino attraverseranno un periodo di holding e handling, ovvero gli atteggiamenti che avrà la madre nei suoi confronti per inserirlo nel mondo nella maniera più armonica possibile. Nei primi mesi la madre metterà in moto (in maniera naturale) l’holding, ovvero la protezione più profonda nei confronti del bambino, per prendersi cura dei suoi bisogni e proteggerlo da pericoli e traumi. Dopodiché, piano piano, passerà all’handling, e cioè la fase di accompagnamento del bambino verso l’indipendenza. Inizialmente il bimbo sarà totalmente dipendente dai genitori; in un secondo momento capirà che la sua dipendenza è relativa, e che le cure di mamma e papà rispondono a suoi personali bisogni; in un terzo momento, quindi, raggiungerà l’indipendenza (con la crescita), sapendo da solo come rispondere ai suoi bisogni.
La cura e l’ambiente sono fondamentali
Per crescere e svilupparsi armonicamente a livello fisico ed emotivo, il bambino necessita la presenza si una madre sufficientemente buona, come la definisce Winnicott, ovvero che sappia prendersi cura del figlio in maniera sana. E anche l’ambiente è importantissimo: deve essere buono e sereno. Altrimenti il rischio è che non riesca a diventare una persona intera e indipendente.
Non sottovalutare peluches e coperte
Dopo i primi mesi di vita, nei quali il bambino è un tutt’uno con il mondo dei genitori e si identifica con essi (soprattutto con la mamma), il bimbo comincia a capire di essere un individuo, e che esiste un mondo esterno di cui fa parte personalmente. In questo passaggio, per confort e sicurezza, per i bambini è fondamentale avere un oggetto transizionale, ovvero un qualcosa (un peluche, una coperta a cui è affezionato o un piccolo giocattolo, a seconda della storia del piccolo) che lo lega ancora alla madre e al padre, ma che lo accompagna nel distacco, facendogli sentire la presenza dei genitori ma lasciando che si allontani da loro gradualmente.
Intendere il gioco come parte fondante del bambino come essere umano
Per Donald Winnicott il gioco è un’attività che permette al bambino sia di esprimere la propria creatività, sia, soprattutto, la sua personalità, poiché durante questa attività viene eliminato il giudizio di verità sul mondo reale per fare spazio ad un atteggiamento ludico che permette al bambino di provare, tentare, recitare ed entrare in contatto con il suo io più profondo. E scoprendo se stessi e il mondo i bambini riusciranno poi a entrare pian piano nel mondo reale, dando il proprio contributo.
Dare importanza alla creatività
Ma la creatività per Winnicott non significa l’espressione artistica che intendiamo noi, quella fatta di disegni, lavoretti, costruzioni e quant’altro. È un concetto più ampio e complesso: stimolare la creatività significa dare la possibilità al bambino di incontrarsi con la realtà esterna, agendo quando vuole e come vuole, quando ne sente lo stimolo. Significa, in sostanza, vivere, provare, fare. E questa creatività resterà poi nell’individuo per tutta la vita, accompagnandolo nelle scelte e nella quotidianità, rendendolo l’individuo unico che è.
Igiene intima del bebè, 5 cose da non fare
Giovedì, 18 Aprile 2019 07:43Sviste, consigli sbagliati, convinzioni alla vecchia o abitudini che non ci accorgiamo nemmeno di avere: sono molti gli sbagli che possiamo fare con i nostri bambini quando parliamo di igiene intima. Perché l’igiene intima del neonato è qualcosa di molto delicato (e lo sanno le mamme e i papà che hanno a che fare con arrossamenti o problemi!) ed è per questo che dobbiamo fermarci un attimo e pensare ai nostri gesti, cambiando quelli errati per ottenere il meglio dal cambio pannolino e dal bagnetto.
Igiene intima del bebè, 5 cose da non fare: le abitudini sbagliate quando parliamo di igiene intima del neonato
Lavare dal dietro in avanti
Lavando le parti intime del bambino c’è una direzione che dobbiamo seguire, e non solo nel caso delle femminucce (i cui genitali esterni sono più a rischio di infezioni) ma anche nel caso dei bambini maschi. Procediamo quindi lavando sempre da davanti verso il dietro, in modo che lo sporco non si accumuli (involontariamente, perché parliamo anche di quello invisibile) sui genitali. Sulla zona anale, infatti, sono presenti moltissimi germi di origine intestinale che potrebbero restare in quella genitale. Detergiamo prima (sempre con un detergente intimo delicato e naturale) la zona dei genitali dei nostri bambini per passare poi a quella anale. E facciamo moltissima attenzione anche alle pieghe nella zona dell’inguine, altro punto critico nel quale i batteri potrebbero accumularsi, utilizzando sempre prodotti pensati apposta per la cura della pelle del bambino, biologici, naturali e delicati, come quelli di Lillydoo, che usiamo da tempo e possiamo consigliarvi vivamente.
Fare scivolare la pelle del pisellino verso il basso
Una volta erano in molti a consigliarlo, ma negli ultimi anni sono sempre più i pediatri che sconsigliano la pratica di cercare di abbassare il prepuzio per pulire meglio il pene dei bambini piccoli. È normale che nei primi anni di vita il prepuzio sia chiuso e che quindi il glande sia coperto dalla pelle. Sforzando, però, il rischio è quello di provocare piccoli taglietti anche invisibili che porterebbero a delle infezioni più gravi o addirittura ad una situazione di fimosi, nel caso in cui questi tagli si rimargino lasciando cicatrici. E una fimosi necessiterebbe un intervento chirurgico per essere risolta. Lasciamo quindi stare la pelle del pisellino dei nostri bimbi, lavando semplicemente molto bene il pene e la zona sotto lo scroto, così come tutte le pieghe (come nel caso dell’inguine) dove i batteri potrebbero accumularsi.
Applicare subito la crema anti arrossamenti
La crema anti arrossamento ed emolliente innanzitutto va applicata solo in caso di effettiva necessità, e non come prevenzione. Detto questo, dobbiamo sempre assicurarci che la pelle sia molto, molto ben asciutta e quindi è necessario lasciare passare qualche minuto prima di applicarla (lasciando asciugare la pelle all’aria in estate: è il meglio per evitare gli arrossamenti; oppure tamponando delicatamente con delle salviette in cotone morbido), con la sicurezza che anche tutte le pieghe della pelle siano asciutte e non ci sia alcuna umidità (terreno perfetto per la proliferazione dei batteri). Naturalmente facciamo anche attenzione alla crema utilizzata, che deve essere sempre pensata per i bambini e che è meglio sia naturale e delicata.
Utilizzare pannolini con profumi e lozioni
Spesso non ci facciamo caso, perché diamo per scontato che i pannolini che scegliamo per i nostri bambini siano il più possibile ipoallergenici, naturali e semplici, ma la maggior parte delle volte nei pannolini troviamo profumi e lozioni. I profumi e le lozioni, però, sono sempre un po’ aggressivi e, soprattutto, non naturali. Scegliamo quindi pannolini senza profumi e senza lozioni per evitare arrossamenti e problemi (come i pannolini Lillydoo, privi di ogni sostanza e davvero comodi perché arrivano a casa con un convenientissimo abbonamento).
Non pensare alla nostra igiene
Esatto, la nostra. Perché ciò che facciamo si riflette sui nostri bambini che vengono a contatto con il nostro corpo. Evitiamo quindi sempre di cambiare e lavare i bambini frettolosamente, ma soprattutto ricordiamoci di lavarci sempre le mani prima di farlo, con un sapone neutro. I germi che si annidano sulle nostre mani, infatti, si trasferirebbero ai genitali dei bambini. Laviamole quindi molto bene e asciughiamole con un asciugamano pulito. E laviamole anche dopo il cambio, per evitare, di nuovo, che tutti i germi genitali e i batteri intestinali rimangano tra le nostre dita e che vengano così ripassati ai bambini quando li tocchiamo. Un’eccessiva attenzione la sconsigliamo sempre, poiché sappiamo che sono anche i batteri e i germi a costruire il sistema immunitario dei nostri bambini, ma il momento del cambio è davvero delicato e quindi è quello a cui dobbiamo fare più attenzione durante le nostre giornate.
“Il giardino segreto” disegnato da MinaLima è semplicemente favoloso
Mercoledì, 17 Aprile 2019 14:04Lo amerete se amate Harry Potter, perché a disegnarlo sono stati Miraphora Mina ed Eduardo Lima (e ci torneremo tra un attimo). Lo amerete se amate i libri belli, di quelli che solo sfogliandoli vi trasmettono emozioni, sensazioni di pace e sentimenti di benessere. Lo amerete se amate i classici e se il vostro passatempo preferito è leggere i libri insieme ai bambini nel letto. Insomma: lo amerete se amate i libri, di quell’amore che solo un lettore conosce.
“Il giardino segreto” edito da L’Ippocampo è semplicemente favoloso: un piccolo gioiello di letteratura che si fa piccolo gioiello d’editoria, un libro che affascina i bambini e cattura gli adulti e che immerge, visivamente e letteralmente, in un mondo antico di amicizia, bellezza ed empatia.
“Il giardino segreto” disegnato da MinaLima è semplicemente favoloso: per L’Ippocampo Edizioni ecco il classico libro per bambini rivisitato dai graphic designer del mondo di Harry Potter
A guardarlo sembra un volume antico, di quelli come non ne fanno più, ben rilegato, illustrato minuziosamente, materico, da toccare e sfogliare con cura e amore. E in effetti è così: “Il giardino segreto” è un classico della letteratura d’infanzia, e come ogni classico che si rispetti si mostra al suo meglio indossando dei panni tradizionali.
Il classico di Frances Hodgson Burnett è delizioso, e lo è sempre stato: è uno dei primi libri che i bambini leggono, prima con mamma e papà, poi da soli non appena sentono il bisogno e il piacere di leggere qualcosa di lungo scritto apposta per loro, che li appassioni, li faccia immedesimare nei personaggi e li conduca in un nuovo mondo. Sì, è stato scritto nel 1911, ma non perde mai il suo valore e il suo fascino: la storia ddi Mary, Colin, del giardino segreto, del vecchio giardiniere Ben, di Martha, Dickon, dei personaggi cattivi e di quelli che ti fanno tirare un respiro di sollievo.
Il libro parla di amicizia, avventura, empatia, compassione, accettazione dell’altro, giustizia… Parla di un sacco di cose positive e per questo è uno dei libri perfetti per instillare nei bambini il senso della vita. E tutto questo attraverso un linguaggio semplice ma mai paternalistico, alla loro portata ma non semplificato.
Bene, ma torniamo a questa edizione. Perché se in generale “Il giardino segreto” non può non esserci nella libreria dei bambini, questo volume dell’Ippocampo è ancora più imperdibile: a curarlo sono stati MinaLima, ovvero Miraphora Mina ed Eduardo Lima, i graphic designer che hanno dato vita al mondo visivo di Harry Potter, quello dei film della saga e di Fantastic Beasts. Le locandine con Sirius che urla dalle sbarre, il Daily Prophet, i libri di Rita Skeeter, i biglietti per l’Espresso per Howgarts… Tutto è nato dalle loro penne. E ora questo libro arricchirà il nostro immaginario.
Color ocra, zeppo di disegni meravigliosi già dalla copertina, questo Giardino è bellissimo. Interattivo, al suo interno presenta tantissimi elementi pop-up che rendono ancor più segreto il giardino segreto, che è tutto da scoprire, attraverso mappe, lettere, ruote per capire i cicli di vita delle rose…
Il testo è scorrevole, non risulta appesantito dalle illustrazioni come certi libri un po’ esagerati. Qui i bellissimi disegni intervallano la narrazione con delicatezza ed equilibrio, arricchendo e impreziosendo la lettura in maniera perfetta.
Un libro da avere, nient’altro da aggiungere.
Ps. Sul sito di MinaLima (che ha un negozio fisico meraviglioso e magico a Londra, The House of MinaLima!) è possibile acquistare le stampe tratte da questo libro, per rendere la cameretta dei bambini un luogo fantastico e unico!
Sara Polotti
Un sapore diverso dai nostri, ma che risulta strano solo ad un primo assaggio: l'Anko, o marmellata di fagioli rossi Azuki, è un preparato giapponese che, come tutti i piatti etnici, titilla le nostre papille gustative facendo loro provare sapori e consistenze diverse. Ed è davvero delizioso: si tratta di una marmellata, o crema se vogliamo, a base di fagioli e zucchero. Non una marmellata tipica, quindi, ma altrettanto deliziosa, non estremamente dolce e molto morbida sul palato (un po' come una crema di nocciole, se vogliamo).
I miei figli la adorano semplicemente sui cracker, anche prima di cena come aperitivo, ma a me piace abbinarla anche ai formaggi e alle verdure crude (come le carote e il sedano!). In Giappone, invece, la usano per farcire i loro dolcetti a base di farina di riso, o addirittura per accompagnare il gelato.
Anko, la marmellata di fagioli rossi Azuki giapponese: come preparare la crema dolce giapponese a base di fagioli
Camminare a piedi nudi, per i bambini moltissimi benefici fisici e mentali
Martedì, 16 Aprile 2019 08:40A volte non riusciamo proprio a superare questa fissazione (io per prima, anche se sto cercando di cambiare!): quando in casa vediamo i nostri bambini camminare a piedi nudi, senza ciabatte e senza nemmeno delle calze antiscivolo, li rimproveriamo subito, oppure gli corriamo dietro con calze, scarpe e pantofole per infilargliele al volo. Perché? Perché siamo convinti che camminare a piedi nudi non faccia bene. Che sia malsano a livello igienico e a livello climatico, perché piedini freddi significa corpo freddo e di conseguenza malanni di stagione.
In realtà camminare a piedi nudi fa benissimo, e non solo al corpo, ma anche alla mente. A dirlo sono i podologi pediatrici (che studiano i benefici di questa abitudine sulla crescita ossea e posturale dei bambini) e gli studiosi, consapevoli che la mente guadagna serenità e benessere soprattutto dal benessere fisico, che si raggiunge anche così.
Camminare a piedi nudi, per i bambini moltissimi benefici fisici e mentali: perché dovremmo lasciare che i bambini camminino scalzi
Come spiega la podologa (specializzata in podologia pediatrica) Tracy Byrne al The Guardian, fare indossare scarpe ai bambini in età troppo precoce potrebbe essere controproducente, poiché intaccherebbe il naturale sviluppo fisico e neurologico dei bambini. E per capire il perché, basta osservare i bambini piccoli: quando cominciano a camminare, se lo fanno a piedi nudi tengono la testa molto più alzata verso il mondo rispetto a quando indossano scarpe, poiché il contatto diretto con il pavimento o la terra li fa sentire più radicati, più sicuri, più bilanciati, e non hanno dunque bisogno di continuare a guardare in terra per mantenere l’equilibrio.
Di conseguenza, camminare scalzi è certamente più consigliato, perché permette ai bambini di imparare a camminare in maniera più armonica e naturale, guardando avanti, guardando il mondo, guardando in alto. E questo ha conseguenze positive soprattutto sullo sviluppo neurologico, anche perché aumenta nel bambino la propriocezione, ovvero la consapevolezza del proprio corpo in relazione allo spazio, che gli servirà per crescere forte, con equilibrio e armonico.
Dall’altra parte, poi, ci sono i benefici fisici: camminare scalzi, spiega Byrne, aiuta lo sviluppo dei muscoli e dei legamenti del piede, e rafforza allo stesso tempo la forza dell’arco plantare (prevenendo anche il piede piatto) e la stabilità della postura corretta.
Aiuta poi la circolazione, perché quando i piedi e i muscoli sono più liberi il sangue scorre in maniera più corretta, e migliora la respirazione. Anche il sistema immunitario ne esce rafforzato, al contrario di quanto crediamo: camminare su superfici fredde (ma non ghiacciate, naturalmente!) stimola la produzione del calore corporeo e protegge così dai malanni stagionali, alzando le difese immunitarie.
Ricapitolando, quindi, camminare a piedi nudi è fondamentale per i bambini, che ne beneficeranno a livello fisico e mentale. Per questo, anche la scelta delle scarpine deve essere ponderata e sicura: oggigiorno è impossibile camminare sempre scalzi, e per questo la scelta della scarpa per bambini è importante e deve in qualche modo assecondare la crescita in maniera poco invasiva.
Anche perché, molti non lo sanno, il piede del bambino non è uguale al piede dell’adulto, anzi: alla nascita non vi sono ossa, ma solo cartilagine che con il tempo si calcifica divenendo ossa. Il processo tuttavia è lungo: dura fino all’adolescenza.
Evitiamo, quindi, scarpe troppo rigide, senza flessibilità, con troppo tacco.
Certo, il mondo in cui viviamo non permette molto di stare scalzi, ma il suggerimento è quello di approfittarne ogni volta che possiamo, togliendo le scarpe e le calze ai nostri bambini per farli camminare a piedi nudi nel mondo. Su un prato, in casa (un’abitudine preziosa!), in spiaggia, in montagna… Ogni luogo, quando non troppo cementato o pericoloso, è buono per il barefooting.