Le foto delle mamme del mondo che stanno facendo emozionare il web
Mercoledì, 06 Dicembre 2017 13:43BrightSide ha recentemente pubblicato una gallery che ci ha fatto emozionare moltissimo, e come noi ha fatto commuovere un sacco di persone in giro per il mondo.
La gallery è apparentemente molto semplice, ma racchiude in sé una profondità unica: raccoglie immagini da tutto il mondo, e queste immagini sono accomunate da una sola cosa. La bellezza della maternità.
Le foto delle mamme del mondo che stanno facendo emozionare il web: una selezione di immagini da tutto il globo per apprezzare ancora di più il “lavoro” delle mamme
“28 foto che provano che essere mamma è il lavoro più importante del mondo”: la gallery si intitola così, e il titolo è davvero evocativo e azzeccatissimo. Le mamme sono importantissime. Le mamme sono dolcissime. Le mamme sono fondamentali. Le mamme sono stanche, ma trovano sempre un sorriso.
Dal Camerun all’India, dal Vietnam a Cuba, dalla Cina alla Birmania, dal Kenya al Gambia… Paesi per noi lontani, esotici, sconosciuti, ognuno con le sue tradizioni, i suoi costumi, i suoi usi, eppure tutti accomunati dall’impegno che le mamme ci mettono nel crescere i loro figli.
Si vedono mamme che portano i bimbi in fascia, mamme che giocano con i bambini travestiti (proprio come i nostri quando si mettono il mantello da supereroe e la gonna da ballerina!), mamme che proteggono dal freddo, mamme che lasciano giocare con il proprio portafoglio, mamme che sorridono, baciano, tengono per mano, tengono in braccio… Tutti gesti che pur eseguiti così lontano da noi ci riportano nel nostro cuore, perché sono i gesti delle nostre mamme, e sono i gesti che noi riserviamo ai nostri bambini.
Pensiamo a questi paesi come a paesi del Terzo Mondo, ed è vero, non sono così induistrializzati, cementizzati e pervasi dalla tecnologia come i luoghi in cui viviamo noi. Ma l’amore è sempre lo stesso, il senso di protezione è il medesimo (anzi, a volte è anche più forte), l’affetto rimane invariato. E vedendo i sorrisi di queste donne ci sentiamo tutte uguali, tutte facenti parte della stessa, meravigliosa categoria: le mamme.
Ecco alcune delle immagini, che siamo certe strapperanno anche a voi un sorriso d’amore e di felicità.
Bolivia
(https://www.instagram.com/p/BT-eJt7FK_n/)
Vietnam
(https://www.instagram.com/christian_foto/)
Myanmar
(https://www.instagram.com/spencer_travel_photographer/)
India
(https://www.instagram.com/geosmin_photography/)
Kenya
(https://www.instagram.com/theroadprovides/)
Guatemala
(https://www.instagram.com/spencer_travel_photographer/)
Uganda
(https://www.instagram.com/theroadprovides/)
Nepal
(https://www.instagram.com/maxxetto/)
Russia
(https://www.instagram.com/maxxetto/)
Tibet
(https://www.instagram.com/p/BRLVbgwB28t/)
Camerun
(https://www.instagram.com/natgeo/)
Giulia Mandrino
Mimi, che insegna ai bimbi la vita
Mercoledì, 06 Dicembre 2017 10:15Mimi è una piccola orsetta. Come tutti i cuccioli (anche di esseri umani!) deve imparare a fare cose, a prendere confidenza con il mondo, a cavarsela da sola. Ma a volte è difficile, perché ogni bambino (ops, orsetto!) ha i suoi tempi, e non bisogna affrettarli, altrimenti è una disgrazia! Tuttavia possiamo imparare a fare tutto, perché è la nostra natura, e mentre impariamo possiamo anche divertirci moltissimo!
Mimi, che insegna ai bimbi la vita: i libri di Yih-Fen Chou e Chih-Yuan Chen che insegnano ai bambini come cavarsela nel mondo
La serie di “Mimi” è edita da Picarona, casa editrice che pubblica questi libri scritti da Yih-Fen Chou e illustrati da Chih-Yuan Chen, che con storie semplici e divertenti e illustrazioni carinissime e coinvolgenti parlano ai bambini nella loro lingua, quella della semplicità e del divertimento.
Le avventure di Mimi per ora sono quattro: “Mimi usa il vasino”, “Mimi scopre i libri”, “Mimi adora imitare” e “Mimi non vuole disegnare”.
“Mimi usa il vasino” è certamente la nostra preferita: avevamo già parlato dei libri per approcciarsi al vasino e per parlare ai bambini dello spannolinamento, e questo volume si inserisce benissimo in quella serie di letture utili e fatte davvero bene. Mimi, come tutti i bambini, è arrivata a quel momento nel quale sta diventando troppo grande per il pannolino, ma non sembra volerne sapere, perché non le riesce proprio di cercare il vasino nel momento in cui le scappa la pipì. Un po’ perché non sa riconoscere lo stimolo (e la pipì diventa una chiazza liquida che fa scivolare il suo cagnolino e una bella cascata sullo scivolo del parco!) e un po’ perché, beh, è vero, il pannolino è proprio comodo.
La mamma cerca di spingerla a conoscere questo vasino, ma è bravissima, perché non la forza: e allora Mimi trasforma quello strano oggetto in una tenerissima culla per il suo coniglietto di peluche. Ma cosa succede quando anche il coniglietto capisce che quello è un bagno nel quale fare la pipì? L’idea è della mamma, furbissima, che riesce attraverso il gioco (e attraverso i libri! Proprio come stiamo facendo noi nella realtà) a fare prendere confidenza a Mimi con quello strano oggetto che la farà diventare grande.
Anche “Mimi scopre i libri” è un volume delizioso, che ci piace molto perché parla di un argomento a cui teniamo, e cioè il fare appassionare i bambini alla lettura. Di nuovo, senza forzarli. Come fare? Lasciando che, come Mimi, giochino con i libri come sentono: trasformandoli in giocattoli, utilizzandoli come strade per le macchinine, masticandoli, strappandoli. E solo in un secondo momento leggendoli, quando ne sentono la necessità, prima facendoseli leggere ad alta voce e poi amandoli per il fatto che riescono a fare sognare anche ad occhi aperti.
La spontaneità è un tratto distintivo di tutti questi libri, unita all’intraprendenza della mamma orsa che con rispetto nei confronti della propria bambina la accompagna nel mondo e nella crescita, con amore e fantasia.
Una serie di libri davvero preziosi, da sfoderare nei momenti in cui ce n’è bisogno (e cioè quando i nostri bambini stanno attraversando quei periodi), ma anche quando semplicemente abbiamo voglia di leggere una storia divertente insieme, ammirando i disegni che parlano da soli (con moltissimi dettagli da scoprire!) e imparando a memoria ogni pagina, da leggere e rileggere anche al momento della buonanotte.
Il Santa Claus Village in Finlandia
Mercoledì, 06 Dicembre 2017 09:07(https://www.santaclausvillage.info/it/babbo-natale/esposizione-babbo-natale-christmas-house-santa-claus/)
Il viaggio perfetto per Natale? Quello al villaggio di Babbo Natale più favoloso del mondo, immerso nella neve e nell’atmosfera natalizia più autentica di tutte. Si trova in Finlandia, vicino al Circolo Polare Artico, e visitarlo è un’esperienza unica per tutti, grandi e bambini, che possono ritrovarsi così con Babbo Natale e i suoi elfi nel luogo in cui Santa prepara durante l’anno i giocattoli per i bambini del mondo.
Il Santa Claus Village in Finlandia: il villaggio di Babbo Natale più autentico e meraviglioso, nella favolosa e algida Lapponia
Guanti sulle mani, sciarpa attorno al collo, cappellini di lana in testa. E poi i maglioni brutti con le renne, che qui sono autorizzati e, anzi, incoraggiati: vestiamoci bene, benissimo, perché nel villaggio di Babbo Natale fa molto freddo. Ed è bellissimo!
Il Santa Claus Village si trova a Rovaniemi, sul Circolo Polare Artico, in Lapponia. È la “residenza ufficiale” di Babbo Natale, la casa nella quale abita e il luogo nel quale insieme agli elfi, durante l’anno, prepara il suo viaggio annuale nelle case di tutti i bambini del mondo.
(https://www.santaclausvillage.info/it/babbo-natale/studio-di-babbo-natale/)
Questo villaggio, che si può raggiungere dall’aeroporto di Rovaniemi o dalla stazione ferroviaria con facilità, è meraviglioso: ci sono l’ufficio postale di Babbo Natale (al quale possiamo inviare le letterine - l’indirizzo è Joulupukki, Joulupukin Pääposti, FI-96930 Napapiiri, Finlandia - e che è davvero fantastico, pieno di lettere e francobolli da tutto il mondo, nel quale Babbo Natale non solo riceve, ma spedisce anche i suoi personali auguri a chi vogliamo), lo studio di Santa Claus (nel quale il simpatico vecchietto riceve insieme ai suoi elfi gli ospiti da tutto il mondo), un palazzo al cui interno troviamo una fantastica esposizione a tema natalizio… E poi c’è il Santa Park, un mondo fatato costruito all’interno di grotte e caverne dove possiamo immergerci completamente nell’atmosfera natalizia.
(https://www.santaclausvillage.info/it/babbo-natale/ufficio-postale-di-babbo-natale/)
Oltre alla bellezza del villaggio di Santa Claus, una visita a Rovaniemi è davvero una fantastica idea, perché nel Santa Claus Village sono presenti degli alloggi, meravigliosi (anche se un po’ costosi: il weekend lungo per un adulto costa circa 800 euro, per i bambini 500), che diventano base perfetta per la vacanza alla scoperta di Babbo Natale.
(https://www.santaclausvillage.info/it/alloggi-a-rovaniemi/)
In realtà le possibilità di alloggio ci sono anche all’esterno, attorno alla zona di Rovaniemi, e basta cercare sul sito ufficiale della città per trovare un’accomodazione più economica ma altrettanto confortevole.
Il bello di alloggiare in questa zona è che oltre al Santa Claus Village possiamo visitare moltissime attrazioni invernali (ma anche estive: il villaggio è aperto tutti i giorni dell’anno! Basta controllare il calendario dettagliato per capire gli orari di apertura che variano in base al periodo), e provare esperienze tipicamente nordiche, come le escursioni in slitta trainati dagli husky, i safari alla ricerca delle renne, i bagni termali, i parchi giochi più entusiasmanti (c’è anche quello dedicato ai famosi Angry Birds!), i parchi avventura invernali, la visita al famoso hotel di ghiaccio con gli igloo o un’escursione per vedere le bellissime cascate Auttiköngäs nella foresta di Taiga (a circa un’ora da Rovaniemi).
(http://www.visitrovaniemi.fi/see-do/sights-and-attractions/)
Se vi interessano invece i villaggi dedicati al Natale in Italia, ecco la nostra selezione delle migliori mete.
Giulia Mandrino
7 atteggiamenti per crescere figli consapevoli
Martedì, 05 Dicembre 2017 14:48Non parliamo di educazione o di approcci pedagogici particolari. Siamo dell’idea che ogni mamma e ogni papà sappiano cos’è più giusto per i propri bambini, e che l’unica cosa di cui abbiano veramente bisogno i nostri figli siano i loro genitori.
Detto questo, siamo anche dell’idea che ci siano certi atteggiamenti, da parte nostra, che formano i nostri figli tanto quanto i precetti educativi che cerchiamo di trasmettergli. In altre parole: essendo i nostri bambini come spugne, assorbono tutto ciò che siamo e facciamo noi, prendendoci, volenti o nolenti, come esempio.
Ecco perché dovremmo abituarci a pensare un pochino di più a ciò che facciamo noi, alle nostre abitudini, ricordandoci sempre che l’educazione passa prima di tutto dal nostro buon esempio.
7 atteggiamenti per crescere figli consapevoli: le buone abitudini per far sì che l’educazione passi anche dal nostro esempio
- Come guardiamo la vita noi genitori? Con lenti nere e pessimiste o con occhiali sfavillanti che vedono il positivo in tutte le cose? Non serve vivere in un mondo fatto di unicorni e arcobaleni, ma se noi stessi, per primi, cerchiamo il bello nelle cose della vita, allora forse trasmetteremo questo atteggiamento ai nostri figli, che non si abbatteranno di fronte alle difficoltà ma cercheranno sempre il positivo in tutto ciò che accade loro.
- Allo stesso modo, cerchiamo di capire come guardiamo i nostri figli. E con “guardiamo” intendiamo come li consideriamo. Anche quando sbagliano, non solo quando sono perfetti. Soprattutto, quando ci rendiamo conto che sono persone diverse da noi, individui a se stanti, diversi da come ce li immaginavamo e lontani dalle nostre aspettative. Ripetiamo “Stai sbagliando” o chiediamo il perché delle loro scelte? Sottolineiamo il negativo o cerchiamo aggettivi più positivi? Il linguaggio fa moltissimo. Attenzione.
- Viviamo in una società nella quale spegnere il telefono è impossibile. Lo sappiamo, e non siamo delle talebane della tecnologia. Ma sappiamo anche che è pericolosa, quando sfugge di mano, e non parliamo solo dei pericoli in rete per i bambini. Parliamo soprattutto di quando gli smartphone ci catturano, allontanandoci da tutto. Quando controlliamo le mail e i social ci stacchiamo completamente dal mondo circostante, e i bambini se ne accorgono. Scegliamo quando controllare i nostri cellulari, in momenti opportuni; non facciamo sempre, costantemente!
- Come ci relazioniamo agli altri definirà davvero moltissimo la vita dei nostri figli, e in primis sta la nostra relazione con loro. Meglio fondarla sul rispetto, più che sulla mera autorità, sull’empatia, sul dialogo, sul capirsi.
- Allo stesso modo, la relazione che noi stessi abbiamo con il nostro partner è qualcosa che definisce moltissimo i nostri figli, che crescendo utilizzeranno (anche inconsciamente) la relazione dei propri genitori come un esempio-base per le loro relazioni. Anche qui dovrebbe esserci sempre rispetto, ma soprattutto non dovrebbe esserci la paura di mostrare l’affetto che corre tra di noi.
- Le relazioni però non sono solo quelle in casa. Anche quelle all’esterno sono fondamentali e sono un esempio sociale che i bambini porteranno dentro di loro per sempre, perché spesso imitano noi nel porsi alle altre persone. Non parliamo solo degli amici, ma soprattutto degli sconosciuti. Diciamo sempre “per favore” e “grazie” al barista? Sorridiamo alla nonnina sull’autobus? Concediamo una gentilezza agli sconosciuti solo per svoltargli la giornata? Rispettiamo i camerieri del ristorante? Facciamo amicizia con le mamme al parco? Piccoli gesti, ma davvero significativi.
- Non dimentichiamoci, infine, di noi stessi. Anche noi stessi siamo importanti, e se ci vogliamo bene si vede (come si vede, viceversa, se non stiamo bene con noi stessi). Concedendoci del tempo per noi mostriamo ai bambini che è giusto anche stare bene con se stessi, curandosi, coccolandosi e concedendosi del tempo, perché stare bene con se stessi significa stare bene con gli altri.
Giulia Mandrino
Giethoorn, il paese senza strade
Martedì, 05 Dicembre 2017 13:59La chiamano la Venezia dei Paesi Bassi, ma secondo noi è molto, molto di più: un paesino senza strade, con case meravigliose, tantissimo verde e solo canali e sentieri, stradine e percorsi per passeggiate. Un piccolo paradiso per chi come noi ama le cose genuine e tradizionali e il verde, la natura e gli spazi aperti.
A noi sembra la meta perfetta per una vacanza in famiglia. Non trovate?
Giethoorn, il paese senza strade: nei Paesi Bassi il piccolo paese immerso nel verde per un viaggio di famiglia tranquillo e affascinante
Giethoorn si trova nei Paesi Bassi, immerso nel Parco Nazionale Weerribben-Wieden nella provincia dell’Overijssel. Al suo interno ci sono numerosissime fattorie tradizionali dai classici tetti coperti con canne, ma il suo bello non sta solo in questa caratteristica. Ciò che lo rende unico è il fatto che queste fattorie e case sono costruite esattamente sopra piccoli isolotti di terreno torboso. I collegamenti, quindi, sono formati da tanti, tantissimi ponticelli in legno (addirittura 170!), oltre che da piccole stradine e sentieri.
Gli olandesi amano vivere sull’acqua, e questo paesino è quindi un idillio. Ci sono fiumi, laghetti, boschi, canneti… La gente si sposta a piedi, ma soprattutto in barca, ed è per questo che una volta lì una delle attività migliori da svolgere è uno dei tanti tour in barca che gli abitanti propongono.
Le barche tipiche della zona si chiamano “punter”, sono molto strette (per passare in questi canali altrettanto stretti) e a condurle sono i “punteraar”, che utilizzano un bastone molto lungo. Anche per questo Giethoorn è detta “la Venezia dei Paesi Bassi”, con le sue gondole e i suoi gondolieri. Ma rispetto a Venezia è tutto un altro mondo: pochi turisti, genuinità, poco inquinamento, tanto, tantissimo verde.
Ma non ci sono solo barche: come in tutta la zona, sono moltissime anche le biciclette, che permettono agli abitanti e ai turisti di spostarsi attraverso le stradine e attraverso i ponticelli del diciottesimo e diciannovesimo secolo.
Per quanto riguarda i viaggi di famiglia, quindi, Giethoorn è davvero una meta azzeccatissima. Si possono fare passeggiate, tour in bicicletta (anche nelle zone circostanti), tour in battello o in “punter”. E poi ci si può fermare a rifocillarsi in uno dei ristoranti tipici affacciati sull’acqua, affascinanti, classici e deliziosi. Anche gli alberghi, come potrete immaginare, si affacciano sull’acqua, e sono quindi davvero meravigliosi. E alcuni addirittura offrono i servizi di noleggio biciclette e barche, per potersi spostare liberamente durante il soggiorno.
Attorno a Giethoorn, poi, c’è tutta una bellissima zona ricca di cittadine tipiche e davvero carinissime, come Vollenhove e Blokzijl, Zwolle e Kampen, che come Giethoorn offrono passeggiate a metà tra la cultura e la natura, dal momento che al loro interno possiamo trovare gli edifici storici, i castelli e le chiese antiche, sempre con viste sull’acqua.
Giulia Mandrino
Lo yoga sospeso, o antigravity yoga
Martedì, 05 Dicembre 2017 11:25Potrebbe lo yoga diventare ancora più rilassante, energizzante, soddisfacente e armonioso di quanto già è? Sì, se al tappetino aggiungiamo delle strisce di tessuto che ci permettono di eseguire le nostre asana in sospensione: lo yoga sospeso è una pratica bellissima, che sfida la gravità per permetterci di sperimentare una disciplina ancora più coinvolgente ed emozionante, performante e armoniosa.
Si chiama anche antigravity yoga, ed ora vi spieghiamo di cosa si tratta.
Lo yoga sospeso, o antigravity yoga: un nuovo modo di eseguire le asana per capire ancora meglio il nostro corpo e sfruttarlo in tutte le sue potenzialità
Antigravity yoga, yoga sospeso, yoga in volo, aerial yoga, restorative yoga… Lo si conosce sotto molti nomi, ma il succo è lo stesso: da qualche anno molte scuole di yoga propongono corsi di yoga diversi da solito, fondati sul metodo ideato da Christopher Harrison per praticare questo sport in maniera diversa, e cioè in sospensione, grazie all’utilizzo di “amache” che permettono di eseguire le posizioni yoga (le asana) alzati da terra, in “volo”, sperimentando così i benefici e le belle sensazioni della “mancanza di gravità”.
Ovvio, la gravità non manca, ma grazie a queste morbide imbracature possiamo riuscire a praticare lo yoga senza toccare terra, come sospesi in volo. E se lo yoga già di per sé è armonioso, rilassante e coinvolgente, così lo sarà ancor di più: un allenamento gentile, delicato eppure potente, rilassante ed efficace.
Lo yoga sospeso è una pratica assai recente, ideata come dicevamo da Christopher Harrisson, un ginnasta e ballerino acrobatico di Broadway che ha provato ad unire lo yoga con la danza acrobatica, giungendo così all’antigravity yoga, che oltre ad aiutare a stare bene fisicamente fa moltissimo anche a livello mentale, grazie alla piacevolezza delle sensazioni che si provano eseguendo le posizioni.
Le “amache” sono appese al soffitto e sono assolutamente sicure. Attraverso particolari piegature e grazie alla loro versatilità queste amache permettono di eseguire le posizioni e di rilassarsi, attorcigliando i tessuti attorno alle gambe e alle braccia oppure infilandocisi dentro per rilassarsi completamente.
Il rilassamento, in particolare, è molto considerato in questa disciplina, che vuole per principio rilassare completamente il corpo liberandolo dallo stress fisico e mentale. È quindi molto diversa dallo yoga “normale”, che è più olistico e filosofico oltre che fisico, e lo si capisce anche dagli esercizi previsti, che oltre alle posizioni dello yoga tradizionale prevedono movimenti presi dal pilates e dalla danza, dalla ginnastica artistica, dal caljstenichs (il corpo libero che si pratica nei parchi delle città) e da altri sport aerobici. Un concetto, questo, che è molto in voga negli ultimi anni (pensiamo alla sbarra a terra o allo zumba, o a quegli sport che fondono più discipline prendendo il buono di qua e di là).
Tuttavia, anche se non è propriamente orientale, questo yoga sospeso è davvero un toccasana. Attraverso la sospensione, infatti, lo stress viene rilasciato, e soprattutto grazie alle posizioni, allo stretching e agli esercizi completi il corpo riesce a riallinearsi, abbandonando le compressioni dello stress quotidiano. La compressione è proprio ciò che viene abbandonato e il beneficio maggiore viene da questo: si compie il solito sforzo muscolare, ma essendo in aria questo non ricade sulla colonna vertebrale, abbassando così al minimo il rischio di traumi. La schiena si distende, il sistema muscolare ed osseo ne esce rinvigorito, così come il sistema nervoso.
Per quanto riguarda le competenze che si possono acquisire, grazie all’antigravity yoga possiamo, nel tempo, guadagnare soprattutto una maggiore consapevolezza del nostro corpo, sviluppando al contempo un più profondo senso dell’equilibrio, eleganza e fluidità dei movimenti.
Giulia Mandrino
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Un regalo intelligente: il telefono da polso per bambini
Martedì, 05 Dicembre 2017 09:20Quando la tecnologia va in aiuto della sicurezza è sempre una buona idea. E stavolta piacerà anche ai bambini, che si troveranno sotto l’albero un device tecnologico tutto per loro, che tuttavia non avrà i pericoli di uno smartphone o di un tablet. Ma, anzi, renderà ancora più sicura la loro vita.
Un regalo utile quando sappiamo che i nostri figli passano molto tempo fuori casa e vogliamo che non succeda loro nulla di male. Un regalo che facciamo a loro ma che facciamo anche a noi, per sentirci più tranquilli.
Un regalo intelligente: il telefono da polso per bambini
Si chiama Nilox Bodyguard ed è semplicemente un orologio che si comporta da telefono, collegato allo smartphone dei genitori per controllare i bambini in situazioni di distanza.
Nilox Bodyguard non è propriamente uno tra i tanti smartwatch che conosciamo, perché a differenza di questi non ha mille funzionalità e mille tasti, ma semplicemente svolge il suo ruolo, che è quello di essere un device per la sicurezza indossabile. Pochi tasti, uno schermo semplice sul quale compaiono l’orario e poche altre informazioni: è semplicissimo da utilizzare, oltre che pulito da vedere e molto apprezzato dai bambini, che comunque si sentiranno parecchio alla moda, con il loro “telefono da polso”.
L’orologio si configura in pochi passaggi (dopo averlo provvisto di una microsim 2G) e lo si collega quindi ad una applicazione che i genitori (o i nonni) possono scaricare sul proprio smartphone IOs o Android (la si trova su tutti gli App Store): Nilox Bodyguard. I due device saranno così direttamente collegati tra loro, e potranno dialogare.
L’orologio potrà quindi mandare, ogni volta che i genitori lo richiederanno dalla App, le informazioni relative alla posizione del bambino, oppure ricevere un segnale quando il proprio figlio si sta allontanando da una delle zone protette impostate.
Attraverso i pulsanti dell’orologio, quindi, il bambino da parte sua potrà chiamare il primo numero nella lista dei contatti (tenendo premuto per due secondi il tasto centrale), oppure fare partire un live tracking per tenerlo monitorato negli spostamenti.
Dallo smartphone potremo anche inviare sms allo smartwatch dei nostri bimbi, oppure chiamarli. I bambini non faranno nessuna fatica, perché il loro orologio ha pochi tasti selezionati: con quello centrale, ad esempio, rispondono alla chiamata, e con quello laterale riagganciano.
Questo orologio, poi, non si spegnerà semplicemente con un tasto: lo si potrà fare solo attraverso lo smartphone, e quindi solo attraverso una delle persone di fiducia associate, in modo da aumentare ancora di più la sicurezza.
Questo orologio-telefono per bambini è disponibile in più colorazioni, proprio per renderlo un oggetto piacevole da indossare, oltre che utile e sicuro: lo troviamo nero, basic e semplice, ma anche color verde lime e viola.
Sappiamo che l’idea di tracciare ogni minuto gli spostamenti dei nostri bambini non piace a tutti, e nemmeno noi siamo per il controllo a tappeto. Non fa bene a noi e non fa bene a loro. Tuttavia ci sono certe situazioni nelle quali questi device tornano utili (in spiaggia, nei grandi mercati, nelle fiere, quando i nostri bambini iniziano ad uscire da soli le primissime volte)… Sta ad ogni genitore decidere quanto e come usare questo strumento prezioso, sfruttandone le potenzialità ma rispettando sempre e comunque gli spazi dei propri figli.
Per noi di mammapretaporter Nilox Bodyguard ha riservato uno sconto davvero imperdibile: inserendo il codice BODYGUARDMUM il costo di questo device scenderà da 129.95 a 79.95 euro! È valido fino al 31 gennaio 2018, approfittiamone!
Giulia Mandrino
8 gesti mattutini per svoltare la giornata
Lunedì, 04 Dicembre 2017 11:57Il buongiorno si vede dal mattino, ma non è sempre detto che svegliarsi con il piede sbagliato sia sinonimo di pessima giornata. A volte è solo questione di abitudini, sane abitudini, preziose abitudini. Abitudini di serenità, pace e ordine che anche nei momenti no ci fanno vedere le cose più chiaramente, più pacificamente, e che di giorno in giorno ci faranno amare sempre di più quel terribile (per molte!) momento dell’alzarsi dal letto abbandonando il tepore del giaciglio per affrontare una nuova giornata.
8 gesti mattutini per svoltare la giornata: le abitudini del mattino per rendere ogni giorno sereno e piacevole a partire dal momento in cui apriamo gli occhi
- Dopo aver scelto una sveglia dolce e piacevole (mettiamo al bando quegli allarmi assordanti che, ok, ci svegliano, ma ci svegliano malissimo!) iniziamo subito la giornata mettendo a fuoco mentalmente, ancora tra le coperte, gli impegni, e concentrandoci su ciò che attendiamo con maggiore entusiasmo. Certo, ci sono le giornate in cui pare di non avere nulla di piacevole da fare perché gli impegni sono esasperanti e ci sommergono, ma non esiste un giorno senza qualcosa di carino e piacevole, anche piccolo, ed esserne consapevoli è il primo passo verso il benessere. Può essere il caffè dopo pranzo di sfuggita, ma che è un momento solo per noi; la lezione di danza la sera; la cena tranquilla dopo il lavoro, con nostro marito e i bambini; l’oretta di shopping che vogliamo concederci; il libro che ci attenderà nel letto. Pensiamoci, e facciamo della gratitudine per le piccole cose qualcosa che delineerà la nostra giornata e la nostra vita.
- Yoga, pilates, semplice stretching, respiri profondi: alziamoci dal letto e mettiamo subito in moto, dolcemente, il nostro corpo e la nostra energia, ancora prima di colazione.
- La colazione, non dimentichiamola: scegliamo cibi leggeri ma nutrienti, saporiti ma naturali, ma soprattutto beviamo un bicchiere di acqua calda con limone e miele a stomaco vuoto. È una preziosa abitudine: l’acqua calda risveglia il fegato, il limone depura e svolge un’azione detossinante e il miele rafforza le nostre difese immunitarie, essendo un potente antibatterico naturale.
- Dopo colazione, vestiamoci e sistemiamoci, ma non dimentichiamoci del letto sfatto: rifarlo sembra un’ossessione da maniache dell’ordine, ma non è così. Sono molte tra di noi le ragazze disordinate che tuttavia amano rifare il letto tutte le mattine, e c’è un perché: visivamente il letto rifatto e in ordine dà ordine anche alla nostra mente, che visualizza così la giornata in maniera più chiara e ordinata.
- Se non lo conoscete già, l’oil pulling è un metodo ottimo per praticare il detox, partendo dalla bocca. Qui trovate il nostro articolo dedicato a questa pratica salutare.
- Ascoltare la musica fa sempre benissimo. Accendiamo la radio sulla stazione che più preferiamo, oppure accendiamo il giradischi, o ancora attacchiamo la playlist che abbiamo creato apposta (anche se sarebbe meglio non utilizzare lo smartphone la mattina - come vi diciamo al prossimo punto - ma per la musica val bene un’eccezione!).
- Mentre facciamo colazione, o in quei cinque minuti di relax tra l’essere pronte e l’uscire di casa, evitiamo di accendere la tivù. Meglio leggere una pagina di un libro, o una rivista.
- Forse l’avrete notato: fin qui non abbiamo mai nominato la tecnologia, e in particolare lo smartphone (se non per, eccezionalmente, ascoltare la nostra musica mattutina). Bene: prendiamoci un’oretta prima di controllare i messaggi, le mail e gli impegni sul cellulare. Ci regaleremo così un’ora solo per noi e per i nostri pensieri, un’ora salutare, piacevole e rilassante, che ci permetterà di iniziare la giornata davvero con il piede giusto (anche quando aprendo gli occhi ci sembra di essere già sopraffatte dagli impegni). Non sembra, ma non controllare il cellulare ci dà una pausa da tutto. Non serve immergerci subito negli impegni della giornata. Attendiamo di essere in metro, o in ufficio, per farlo, e il nostro cervello e la nostra pace interiore ci ringrazieranno moltissimo!
Giulia Mandrino
La Didattica Costruttivista in un libro prezioso
Venerdì, 01 Dicembre 2017 09:06La didattica costruttivista si inserisce in quel filone di approcci pedagogici che amiamo e che vorremmo fossero presi un pochino più in considerazione. Come al solito, rispetto alla scuola tradizionale questa didattica implica un maggior coinvolgimento diretto dei ragazzi e dei bambini, considerati finalmente soggetto attivo e protagonista del proprio apprendimento.
La casa editrice Erickson anche in questo caso ha pubblicato un libro molto utile ed efficace, prezioso per capire tutto ciò che dobbiamo sapere sulla didattica costruttivista.
La didattica costruttivista in un libro prezioso: il volume di Anna Carletti e Andrea Varani per parlare di un approccio didattico innovativo e rispettoso del bambino
“Didattica costruttivista - dalle teorie alla pratica in classe” è stato scritto da Anna Carletti e Andrea Varani, e parte dal presupposto che la didattica in classe non si basa solo sugli elementi cognitivi, ma anche su quelli affettivi e socio-culturali, troppo spesso lasciati a lato dagli insegnanti.
La didattica costruttivista vuole invece considerare gli alunni soggetti responsabili in maniera diretta del proprio apprendimento, inseriti in una scuola aperta a loro in toto, una scuola che sia accogliente nei confronti delle loro esperienze, delle loro emozioni, dei loro valori e delle loro capacità.
Questo metodo si contrappone a quello tradizionale che pecca spesso di dare nozioni utili solo all’interno della scuola e inutili negli altri contesti. Ovvero, in altre parole: spesso la didattica tradizionale dà agli alunni conoscenze e nozioni che questi non sanno poi applicare in altri luoghi e contesti, poiché sono nozioni costruite e impacchettate in maniera non-personale. Mettendo invece in primo piano l’alunno, invece, la didattica costruttivista gli dona la capacità di costruire attivamente la propria conoscenza, dandogli strumenti in più per cavarsela in più situazioni.
Un po’ come nell’autoeducazione (anche se in maniera davvero diversa), i bambini sono spronati a sviluppare atteggiamento metacognitivi e autovalutativi, a riflettere sui propri comportamenti, a valutare le proprie competenze, sviluppando così di conseguenza un’autoconsapevolezza molto utile tanto a livello cognitivo quanto a livello personale e sociale.
“Il volume propone una metodologia efficace e originale per l'applicazione dell'approccio costruttivista nella scuola, integrando le principali correnti teoriche - dai fondamentali ispiratori (Piaget e Vygotskij) alla corrente radicale e a quella socio-culturale - con interessanti strumenti didattici, tra cui le mappe concettuali di Novak”: lo si legge in copertina e in queste poche parole sta tutto il senso del libro, che è diviso in capitoli tra il teorico e il pratico.
Si parte con la spiegazione di “Costruttivismo e didattica”, subito dopo aver specificato gli elementi epistemologici del costruttivismo. Si passa quindi ai “modelli mentali cognitivisti” e alle “mappe concettuali”, spiegati prima a parole e poi con esempi di pratiche didattiche concrete. Seguono i capitoli “Il gruppo come ambiente di costruzione della conoscenza”, “L’apprendistato cognitivo” e “L’osservazione in classe”. Largo spazio è dato alla “metacognizione”, un elemento fondamentale nella didattica costruttivista, per dare ai ragazzi gli strumenti per alimentare la conoscenza di sé, l’autostima e la comprensione dei meccanismi dei processi cognitivi.
Essendo così diviso tra teoria e pratica, il volume è davvero utile a tutti coloro che vogliano approcciarsi alla didattica, ma soprattutto agli insegnanti, che possono così capire dalle esperienze dirette degli autori e dagli esempi come applicare concretamente ed efficacemente la didattica costruttivista nella loro scuola.
Giulia Mandrino
Vitamina D e bambini
Giovedì, 30 Novembre 2017 12:41Della vitamina D, la vitamina “del sole”, ne abbiamo già parlato, perché è uno degli elementi più importanti per il nostro organismo. Ma se vogliamo capire nello specifico qual è il suo ruolo nella crescita sana dei nostri bambini dobbiamo concentrarci sugli aspetti prettamente infantili. Ecco quindi una guida semplice e chiara per capire quanto sia importante la vitamina D per i nostri figli, dall’infanzia all’adolescenza.
Vitamina D e bambini: tutto ciò che dobbiamo sapere sul ruolo della vitamina del sole per la crescita dei nostri figli
Uno degli aspetti fondamentali e più conosciuti della vitamina D è quello che fa per le nostre ossa, ed è quindi facile capire quanto sia importante per lo sviluppo dei bambini: a livello di sviluppo osseo, infatti, la vitamina D è insostituibile, perché un giusto apporto di questo elemento facilita l’assorbimento del calcio a livello intestinale, stimolando le cellule che costituiscono le ossa e aiutando il corpo a produrre la proteina che lega il calcio alle ossa stesse.
Capiamo bene, quindi, quanto sia importante questo elemento negli anni della crescita e dello sviluppo: fino ai 20 anni, infatti, l’essere umano sviluppa le sue ossa, mineralizzandole, e nel corso degli anni successivi queste stesse ossa attingeranno proprio alla riserva ossea accumulata nei primi anni di vita.
Allo stesso modo l’infanzia ha bisogno di moltissima vitamina D per quanto riguarda il sistema immunitario. Se infatti il sistema immunitario dei nostri figli si forma nei primi anni, sappiate che la vitamina D aiuta moltissimo a rafforzarlo, formandolo per gli anni successivi. Questo perché la vitamina D nei bambini è un immunostimolante e un immunomodulante.
Soprattutto, un giusto apporto di vitamina D aiuta a prevenire le malattie respiratorie e le infezioni virali che coinvolgono il sistema respiratorio, come ad esempio le tracheiti e i raffreddori, disagi che nei primi anni di scuola si susseguono moltissimo. Più vitamina D, meno recidive, insomma.
La carenza di vitamina D, di conseguenza, può essere davvero pericolosa, quando grave. Oggi il rachitismo è praticamente sparito, ma i sintomi della carenza ci sono lo stesso, e vanno dalla stanchezza cronica all’indebolimento muscolare.
Come sappiamo, la vitamina D la si prende principalmente dall’esposizione al sole e alla luce. Il problema più grave è che le ultime generazioni sono portare a stare sempre più chiuse in ambienti interni: la vita all’aria aperta, che dovrebbe essere la normalità, è scansata a favore di stili di vita che non prevedono troppe uscite giornaliere, ma giocare all’aperto dovrebbe invece diventare la regola, perché è proprio a causa delle troppe ore passate al chiuso (soprattutto in inverno) che i nostri bambini rischiano di cadere in gravi carenze di questa vitamina.
Detto questo, oltre a vari alimenti vegetali che contengono vitamina D (anche se in quantità parecchio limitate: il sole è sempre la migliore scelta), esistono fortunatamente integratori che permettono di immagazzinare questo elemento, prevenendo la carenza e aiutando a mantenere dei buoni livelli di vitamina D anche quando facciamo fatica, quindi, soprattutto, nei mesi invernali.
Il nostro consiglio è quindi quello di affidarsi da settembre ad aprile ad integratori come gli integratori Haliborange® dell’azienda Eurospital, proprio per prevenire la carenza ma soprattutto per aiutare i nostri bambini a sviluppare al meglio le loro ossa e a rafforzare efficacemente il proprio sistema immunitario: noi da qualche anno lo facciamo, e dobbiamo dire che i malanni di stagione sono notevolmente diminuiti!
Il capostipite di questi integratori, Haliborange Emulsione Orale, è un prodotto storico a base di Succo d’arancia e olio di fegato di merluzzo, ed è sempre ricordato per l’ottimo e piacevole gusto. Contiene Vitamina D3, A, C e Olio di fegato di merluzzo fonte di Omega3. Anche Haliborange Compresse Masticabili, contiene le stesse vitamine ed è perfetto dai 3 anni in su per la bontà del gusto e la praticità di utilizzo.
Per i bimbi sotto ai 3 anni, invece, vi consigliamo Haliborange Gocce, più semplice da fare assumere ma soprattutto più specifico perché ricco di vitamina D3, pura, davvero utile nei primi tre anni di vita.
Se abbiamo invece bisogno di rafforzare il sistema immunitario in maniera più diretta (come nei cambi di stagione o come durante le influenze della scuola materna), è bene scegliere Haliborange Immunostimolante, che sfrutta esattamente la forza immunostimolante della vitamina D (ma anche della B6), oltre a contenere Fermenti lattici tindalizzati non vitali, Zinco, Echinacea e Astragalo.
A uscirne vittoriosi non saranno solo il sistema immunitario e le ossa, però: nei bambini, come negli adulti, c’è sempre bisogno di energia, e la vitamina D è utile anche in questo senso!
Giulia Mandrino
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