Pappa di sogliola
Lunedì, 31 Luglio 2017 13:21Dopo la pappa al nasello dei giorni scorsi, ecco un'altra pappa per lo svezzamento a base di pesce azzurro, elemento importante per l'alimentazione dei nostri bambini poiché ricco di acidi grassi Omega3, da inserire già a sette mesi: la pappa di sogliola.
Pappa di sogliola: la nostra ricetta per una pappa per lo svezzamento a base di pesce cotto al vapore
INGREDIENTI
1 zucchina
1 filetto di sogliola
PROCEDIMENTO
Grattugiamo la zucchina e inseriamola nel cestello del nostro EasyMeal Chicco. Inseriamo poi anche il filetto di sogliola e aggiungiamo l'acqua per la cottura al vapore. Cuociamo al vapore per circa 20 minuti, fino a che gli ingredienti non saranno ben morbidi.
Versiamo quindi le zucchine e la sogliola cotte nel boccale e frulliamo con 3 cucchiai di farina di riso e 2 di olio di oliva evo, fino a che tutto non si omogenea.
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Given, un docu-film sull'educazione outdoor
Lunedì, 31 Luglio 2017 12:50“Ho chiesto a mio papà: perché stiamo partendo? E lui mi ha risposto che il motivo era perché era quello che lui aveva fatto con suo padre”.
Il trailer parte così, con le parole di suo figlio. E parte poi una carrellata di luoghi. E poi una carrellata di volti. Che mozzano il fiato. “Given” è questo, un documentario sul mondo. Ma non esattamente come siamo abituati a pensare i documentari sul mondo.
Given, un docu-film sull'educazione outdoor: una pellicola davvero interessante su cosa significa crescere i bambini in mezzo alla natura
Jess Bianchi ha infatti girato questo docufilm riprendendo una famiglia particolare, che ha deciso di intraprendere un viaggio lungo e articolato. Aamion e Daize Goodwin: sono loro i genitori che hanno deciso di partire, e al loro seguito hanno portato True, neonata, e Given, il bimbo tre-enne (che alla fine del documentario ha però sei anni, dato che il viaggio è durato tre anni) che dà titolo al film. Vediamo così il mondo dai suoi occhi. Occhi di un bambino fortunatissimo, che i genitori, surfisti tra i più conosciuti in tutto il mondo, hanno deciso di portare con sé nel loro giro del mondo alla ricerca dell’onda perfetta.
Non uno sfizio: l’onda era più che altro un pretesto. Un pretesto per fare vivere ai bambini un’esperienza autentica di vita, una vita all’aria aperta fatta di verità, autenticità, genuinità e concretezza. Dalle Hawaii (il punto di partenza) al Sudamerica, dal Sudafrica all’Irlanda, dalla Thailandia agli Stati Uniti fino all’Islanda e alla Nuova Zelanda: il viaggio è stato lungo, hanno percorso 16 mila chilometri via terra e 130 mila via aereo.
“Nel primo anno della tua vita, ti prendi tutto ciò che ti sta attorno. E così questo sarà il nostro tempo per imparare”.
A dirlo è proprio Given, che è anche il narratore della storia. Perché Jess Bianchi, regista, ha deciso di rendere il biondissimo bambino protagonista, documentando la sua esperienza al fianco dei genitori. È davvero una testimonianza preziosa: parliamo sempre di quanto la vita outdoor e il crescere a contatto con la natura siano di vitale importanza per i nostri figli. E qui vediamo cosa significa davvero farli crescere prendendo gli insegnamenti dal mondo, dalla natura.
“Given è sbocciato ed è diventato un tenero eppure forte esploratore che cerca di comprendere la vita attraverso i suoi legami familiari e i loro contatti con la natura. Profondamente emozionante, Given ci dona il contrasto di una piccola voce che viaggia per questo grande mondo e trova la sua strada verso casa”: si legge questo, sul sito ufficiale del progetto, ed è un pensiero che bene riassume il senso del film.
Aamion e Daize Goodwin, insieme a Given e True, possono così rendere visibile il vero potenziale dell’educazione all’aria aperta, mostrando come la natura (così come il viaggio) possa diventare precettrice e maestra di vita, concretamente e non solo filosoficamente.
Film che, purtroppo, in Italia non è ancora stato distribuito. Tuttavia è possibile scaricarlo direttamente dal sito, al costo di 12.99 dollari (oppure noleggiarlo per 5.99 dollari).
“See the world through a child’s eyes”: guardiamo il mondo con gli occhi di un bambino. Stavolta seguendo letteralmente il senso di questa frase.
Proteine naturali cercasi? Noi rispondiamo con le lenticchie, buonissime e così versatili da permetterci di realizzare simpatiche polpette che piacciono sempre a tutta la famiglia.
Polpette di lenticchie: la nostra ricetta per polpette veg ai legumi saporite e divertenti per le cene in famiglia
La prima torta in bicchiere per lo svezzamento
Venerdì, 28 Luglio 2017 12:41Una torta semplice, veloce e perfetta per lo svezzamento (ma anche per noi grandi! È davvero deliziosa), con pochi ingredienti naturali e selezionati. Preparata con il nostro cuocipappa Easymeal di Chicco, è senza burro e senza olio, ma con tanto, tantissimo gusto!
La prima torta in bicchiere per lo svezzamento: la ricetta per una torta buonissima perfetta anche come primo dessert per i nostri bambini
INGREDIENTI:
20 biscotti secchi senza zucchero
3 cucchiai di burro di mandorle
50 grammi di ciliegie denocciolate
4 cucchiai di ricotta di pecora
PROCEDIMENTO:
Frulliamo insieme i biscotti e il burro di mandorle, fino a che non otteniamo un composto omogeneo (una sorta di crumble), che verseremo sul fondo nel bicchiere facendo uno strato compatto di circa 1 centrimetro (schiacciandolo con il cucchiaino).
Frulliamo quindi le ciliegie (tenendone da parte qualcuna per la guarnizione) con la ricotta e versiamo sopra lo strato di biscotti. Decoriamo quindi con qualche ciliegia e con un po' del crumble di biscotti e burro di mandorle.
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Fluoro sì, fluoro no?
Venerdì, 28 Luglio 2017 09:43Spesso i genitori, giustamente, cominciano a interessarsi dell’igiene orale dei bambini sin dalla comparsa del primo dentino. È giustissimo: anche se i denti sono ancora da latte, l’igiene orale è fondamentale per prevenire disturbi e malattie del cavo orale.
Detto questo, c’è sempre latente una domanda: fluoro sì o fluoro no? Perché se noi adulti siamo abituati a rafforzare i nostri denti con dentifrici contenenti questo minerale, i bambini potrebbero incorrere in intossicazioni notevoli, un po’ per il rischio (alto) di ingerimento, e un po’ perché naturalmente le quantità di fluoro raccomandate per loro sono molto più basse.
Vediamo quindi insieme quali sono le implicazioni per una scelta consapevole.
Fluoro sì, fluoro no: un’analisi sul dibattito sul fluoro quando si parla di igiene orale dei bambini prima dei sei anni
Il fluoro, innanzitutto, è il minerale più importante per i nostri denti. Essendo le carie causate da una demineralizzazione dei denti (dovuta agli zuccheri e ai carboidrati, i cui residui si depositano sullo smalto: ricordiamo sempre non solo di lavarci i denti, ma anche solo di sciacquarci la bocca dopo i pasti!), questi hanno bisogno di essere rimineralizzati, e il fluoro è la sostanza più in grado di farlo.
“La fluoroprofilassi, intesa come prevenzione della carie attraverso l’utilizzo del fluoro, rappresenta la pietra miliare della prevenzione della carie”: lo scrive in una pubblicazione del 2013 il Ministero della Salute. E in altre parole: “Il fluoro è un minerale presente nello smalto, la sostanza bianca e resistente che riveste la superficie dei denti e li difende dall’azione dei batteri che provocano la carie”: a dirlo è Uppa, un pediatra per amico, che sull’argomento c’è stato nel 2015, nel numero 3 della rivista. Anche i denti da latte incorrono in questo rischio; tuttavia dall’altro lato della questione c’è il fluoro, e cioè una sostanza che se per l’adulto non è pericolosa (se presa nelle giuste quantità! Altrimenti il rischio di intossicazione resta), per il bambino può essere rischiosa.
Prima dell’avvento dei denti definitivi bisogna quindi scegliere se puntare su dentifrici fluorati o meno. Perché l’uso dello spazzolino è fondamentale, ma le mamme si chiedono se utilizzare o meno il dentifricio (che come spiegano su Uppa può essere anche preparato in casa, in questo caso senza fluoro).
Ma facciamo un passo indietro. Anche se i pareri nella comunità scientifica non sono univoci, quasi tutti concordano sul fatto che basta fare attenzione a non ingerire quantità troppo elevate di fluoro. Molti paesi del mondo, per prevenire disturbi del cavo orale, hanno integrato per legge il fluoro nell’acqua potabile: la fluoroprofilassi via dentifricio non diventa infatti necessaria se nell’acqua bevuta ci sono più di 0,7 mg/dl di fluro. In poche parole: se beviamo un’acqua contenente fluoro, non c’è bisogno di integrarlo con il dentifricio. Tuttavia, in Italia questa prassi non c’è, e le nostre acque ne sono povere. Ecco perché sarebbe opportuno integrare questo minerale in altri modi.
Gli altri modi possono essere due: la via topica, e quindi l’utilizzo del dentifricio; e la via orale, e cioè l’assunzione di integratori al fluoro. Sulla seconda opzione, le opinioni sono molto contrastanti e non c’è un parere univoco nella comunità scientifica. Sui dentifrici, invece, tutti concordano sul fatto che sia il modo migliore per prevenire la carie e che, anzi, sia di primaria importanza.
Per quanto riguarda i bambini, quindi, si consiglia semplicemente l’uso del dentifricio fluorato, e non la somministrazione per bocca, che secondo quanto riportato dal Ministero della Salute sembra essere la modalità con la quale sale maggiormente il rischio di eccessiva assunzione con conseguente fluorosi (eccesso di fluoro nell’organismo e sui denti).
Basta osservare qualche accorgimento e seguire delle regole base, facendo attenzione che i bambini non ingeriscano mai il dentifricio e scegliendone uno che non contenga troppo fluoro. Come infatti dice il Ministero della Salute:
“Gli individui in tenera età, non sapendo ancora controllare efficacemente il riflesso della deglutizione, tendono a ingerire involontariamente parte del dentifricio apportato durante le manovre di igiene orale domiciliare, con conseguente assorbimento sistemico. Un’assunzione eccessiva e protratta nel tempo di fluoro, (acqua fluorata, dentifricio, supplementi fluorati, latte in formula) durante l’età pediatrica può essere causa di fluorosi dentale, patologia che si manifesta con macchie dello smalto.
Esistono alcune prove in base alle quali iniziare a usare un dentifricio fluorato prima dei 12 mesi di vita del bambino può essere associato a un maggior rischio di fluorosi. Esiste, inoltre, forte evidenza che l’uso di dentifricio che contiene almeno 1000 ppm di fluoro fino a 5/6 anni di età è associato ad un incremento del rischio di fluorosi.
È, quindi, consigliabile un’accurata supervisione della quantità di dentifricio fluorato somministrato al bambino nei primi anni di vita da parte del genitore (pea-size) per ridurre al minimo il rischio di fluorosi”.
“Pea size”? Nel senso che la quantità di dentifricio non deve mai superare la dimensione di un pisellino primavera!
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Non è vero che i cookies debbano essere per forza pesanti. Perché basta modificare un pochino la ricetta per renderla molto più semplice ma soprattutto sana e leggera! Al posto del burro usiamo l'olio di semi di arachide e del latte di mandorla e il gioco è fatto.
Cookies senza burro: la nostra ricetta per biscotti con gocce di cioccolata più leggeri e sani
La Vitamina B12
Venerdì, 28 Luglio 2017 07:19La cianocobalamina o B12, è una vitamina della quella si necessita un piccolo quantitativo (tra i 2 e i 3 µg al giorno, mentre i depositi presenti nell'organismo ammontano a circa 4 mg) ma quel poco è davvero fondamentale. Il fabbisogno aumenta ovviamente durante la gravidanza e l'allattamento.
Importante ricordare che il nostro organismo non è in grado di sintetizzarla autonomamente ma deve assumerla attraverso l’alimentazione. La carenza di vitamina B12 provoca una malattia nota come anemia perniciosa; questa patologia è dovuta non tanto alla carenza della vitamina, quanto al deficit di eritrociti. La vitamina B12 è infatti essenziale per la sintesi di globuli rossi da parte del midollo osseo.
Le fonti di vitamina B12 sono di origine animale (carne, latte e derivati, uova), per questa ragione i rischi di carenza sono più concreti nei vegetariani. Una dieta vegana stretta seguita dalla madre in gravidanza può essere pericolosa per il nascituro. Va detto però che la B12 è l'unica vitamina di cui esistono riserve importanti nell'organismo che, concentrate a livello epatico, riescono a coprirne il fabbisogno per lunghi periodi di tempo (fino a 3-5 anni).
La mucosa gastrica produce una proteina, detta fattore intrinseco, che risulta fondamentale per l'assorbimento della vitamina B12. Legandosi ad essa, origina un complesso che la veicola fino all'intestino tenue, dove viene assorbita. In assenza di fattore intrinseco, la vitamina B12 viene quasi completamente eliminata con le feci; quindi risulta molto importante avere un tratto gastrointestinale ben funzionante. Piccole quantità di B12 vengono sintetizzate anche dalla flora batterica intestinale e ciò rivela ulteriormente come il microbiota intestinale svolga un’azione essenziale per tutto il resto dell’organismo.
Attraverso esami su feci e urine è possibile studiare la composizione del microbiota e la permeabilità intestinale. Correggendo eventuali alterazioni evidenziate dalle analisi, è possibile ottenere un corretto assorbimento di tutti gli aminoacidi, vitamine e oligoelementi, nutrienti chiave per il mantenimento della salute.
Dr. Alessio Tosatto, Nutrizionista IMBIO
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Andare a braccio non è poi così male...
Venerdì, 28 Luglio 2017 07:10L’otto giugno è finita la scuola per la mia bimba più grande...e fino alla fine del mese siamo state sole a casa io e lei, mentre il fratello ha frequentato l’asilo. Le giornate con lei scorrono lisce...ha quasi 8 anni, è molto indipendente e con lei posso fare davvero tutto. Giochi da grande, la spesa assieme, pulire casa mentre mi da una mano, cucinare. Insomma, come da sempre sostengo, più i figli crescono più a mio avviso diventa semplice la loro gestione. E onestamente il tempo trascorso assieme a una bimba di otto rispetto a quello trascorso con un neonato urlante...ecco...beh...non c’è proprio storia.
Sì, sono carini, piccoli, morbidi, profumati e tutto quello che vi pare. E mi mancano le loro manine minuscole e i loro piedini da bambola...ma me ne sto facendo una ragione!
Comunque dicevo, le tre settimane passate con la mia bimba sono filate in fretta e indolori. Poi è finito l’asilo per il mio treenne...e lì sono sincera le cose si sono complicate un attimino. Perché sebbene si adorino, Madonna Santa quanto litigano questi figli miei! E le giornate sono lunghe da far passare...trooooppo lunghe!! Quindi ho iniziato a ingegnarmi, a stilare liste e controliste di attività da proporre loro che andassero abbastanza bene per entrambi e che non implicassero l’implosione della mia casa. Mi sono scervellata per cercare posti da vedere e cose da fare. Ho cercato ricette per pappe veloci e leggere che non levassero troppo tempo a loro. Insomma, il mio cervello macinava e macinava per cercare di organizzare il loro e il mio tempo fino alle tanto sognate ferie (ancora lontanissime). Andavo sul web e cercavo spunti e idee, segnavo tutto su post it volanti, prendevo appunti mentali, facevo mezzanotte alla ricerca di...di cosa? Ve lo dico io di cosa...di qualcosa di impossibile! Perché organizzare il tempo quando il tempo non c’è...è matematicamente impossibile.
E sapete cosa stava succedendo? Che spendevo ore per organizzare le mie ore...Signore mio ditemi voi se non c’è qualcosa di seriamente contorto in un ragionamento del genere. Tutto questo fino alla settimana scorsa...quando ad un certo punto mi sono resa conto che stavo solo perdendo momenti bellissimi e spontanei con i miei bambini. E ho ripensato all’inverno, che peraltro io amo tantissimo, e alle nostre giornate dove ogni singolo secondo era incasellato dentro a una griglia che non lasciava scampo a ritardi. Giornate passate a correre per riuscire a far tutto! Scuola danza compiti pediatra ancora compiti ancora danza influenza pediatra di nuovo! Un corri corri che mi lasciava a fine giornata stremata! Un corri corri che mi vedeva alle 21 morta sul letto spesso senza essere riuscita nemmeno a coccolare i miei figli 5 minuti.
E mi sono detta...è questo che voglio anche durante le vacanze estive? I miei figli devono avere giornate super programmate che non lasciano tempo a quel meraviglioso oziare che io stessa da bambina adoravo? No. Ben venga la noia, la totale disorganizzazione, il piatto di pasta col tonno, il pigiama mai tolto, i denti lavati a mezzogiorno, i muffin dell’ultimo minuto senza la metà degli ingredienti, i giochi con l’acqua in giardino, i panni stirati la sera mentre i grilli cantano, la televisione accesa nelle ore più calde, quando anche solo respirare diventa un peso, l’orario di cena che...boh chissà se ceniamo vista la doppia merenda del pomeriggio! Ben venga il gelato alle sette perché, ma si usciamo che adesso c’è fresco, il panino al mc Donald che oggi non cucino manco morta, il riposino nel lettone tutti assieme, una passeggiata in pineta, un pic nic a sorpresa e tirar tardi a letto. E pazienza se la sera poi un po’ di cose le devi fare...perché siamo mamme, motore del mondo.
Dobbiamo comunque lavorare pulire stirare cucinare...ma senza orari, Dio mio quanto è bello! E va bene cosi per adesso! La nostra estate proseguirà a braccio...come se ogni giornata fosse un dono, un pacchetto da scartare, una sorpresa. Senza troppi orari e troppe regole...accettando anche i momenti di noia...perché noi mamme davvero non abbiamo tempo (ahimè) di annoiarci, ma i nostri figli dovrebbero poterlo fare. Star fermi senza far nulla, a fissare le immagini di un libro, in silenzio. Buttati per terra sul pavimento fresco ad ascoltare solo i propri pensieri. Invece di cercare di riempire le loro giornate, dovremmo solo cercare di riempire i loro cuori e le loro teste di tanti ricordi meravigliosi. I ricordi delle estati che scorrevano lente e pigre, giornate tutte diverse, passate in riva al mare o al parco sotto casa. Lasciamo loro il ricordo dell’immobilità , un’istantanea della loro meravigliosa infanzia. Fermiamo il tempo, rallentiamolo un pochino...che già di suo scappa così in fretta. Sospesi per sempre su un’altalena che vola, mentre le foglie degli alberi vanno a tempo con le cicale che cantano e il sole pian piano se ne va a dormire. Fermi. Immobili. Felici.
A colazione il meglio è davvero il latte vegetale arricchito con del muesli. Fare in casa il muesli è molto semplice! Basta scegliere i propri ingredienti base e preparare barattoli da conservare in dispensa. Proprio come facciamo noi, in questa ricetta tratta dal libro The Family Food di Giulia Mandrino e Antonella Alfieri.
Muesli tropicale fatto in casa: la ricetta per preprare con le proprie mani il muesli mattutino
Al Mudec la Klimt Experience, per un’esperienza artistica totalmente immersiva
Giovedì, 27 Luglio 2017 07:43Quante volte avete ammirato le opere di Klimt? Quante volte le avete guardate, sognate, quante volte vi hanno fatto emozionare? E anche se avete avuto l’occasione di goderne dal vivo, siamo sicure che non le avete mai fruite così, come le sta proponendo da ieri il Mudec, il Museo delle Culture di Milano.
Perché la Klimt Experience non è semplicemente una mostra. È un’esperienza completa, immersiva, coinvolgente e interattiva. Da portarci assolutamente i bambini!
Al Mudec la Klimt Experience, per un’esperienza artistica totalmente immersiva: la nuova mostra al Mudec di Milano, dedicata al secessionista austriaco Gustav Klimt
Ha aperto i battenti ieri, 26 luglio, e resterà allestita fino al 7 gennaio 2018: parliamo di “Klimt Experience”, la nuova mostra del Mudec di Milano (via Tortona 56) che vuole portare il pubblico nell’arte e nella vita di Gustav Klimt, il pittore austriaco che visse a cavallo di Ottocento e Novecento (l’anno prossimo ricorrerà il centesimo anniversario della sua morte) e protagonista indiscusso della secessione viennese, in maniera affascinante e completa.
Cross Media ha ideato per il Mudec un percorso multisensoriale che farà vivere l’arte di Klimt e dell’ambiente secessionista viennese di fine Ottocento e inizio Novecento in maniera assolutamente unica e nuova: alle pareti dell’experience room si susseguono senza soluzione di continuità i quadri dell’artista, ma anche i suoi segni, i disegni, le forme e tutte le produzioni artistiche da lui realizzate. Non solo: gli ingrandimenti giganteschi dei dettagli fanno vivere ancora più unicamente e completamente la sua arte, in una maniera assolutamente impossibile in una mostra tradizionale.
In questo senso, la tecnologia si offre all’arte, che la prende per mano e ne sfrutta tutte le potenzialità, per fruire dell’arte in un modo assolutamente innovativo, emozionante e coinvolgente, empatico e comprensivo. Non solo gli adulti: anche i bambini possono così immergersi in questa arte lontana dal nostro tempo eppure affascinante come poche, scoprendola in maniera innovativa e curiosissima.
Ad accompagnare le opere di Gustav Klimt ci saranno però anche elementi aggiuntivi preziosi e interessantissimi: sulle pareti compaiono infatti anche immagini dell’architettura viennese del tempo, fotografie della società, delle arti applicate, della moda e del design del periodo. La vita dell’artista e della società dell’epoca potrà quindi essere scoperta attraverso le ricostruzioni in 3D. E in sottofondo ad accompagnare il pubblico ci saranno nientemeno che Strauss, Mozart, Wagner, Lehár, Beethoven, Bach, Orff e Webern, i creatori della musica che tanto influenzò Klimt.
Infine l’esperienza culturale si completerà con l’apparato informativo e didattico dell’area d’introduzione alla mostra.
I biglietti (12 euro l’intero, 10 il ridotto e 8 euro il ridotto speciale) sono acquistabili su Ticket24ore. Il museo è aperto: il lunedì dalle 14.30 alle 19.30; martedì, mercoledì, venerdì e domenica dalle 9.30 alle 19.30; giovedì e sabato dalle 9.30 alle 22.30.