13 idee per ricette super con la ricotta
Sabato, 09 Luglio 2016 18:48Non ostinatevi a pensare alla ricotta come ad un formaggino da ospedale, una pietanza talmente basic da non meritare menzione tra gli ingredienti creativi! E' proprio il suo gusto delicato, insieme alla consistenza unica, a renderla versatile! Ricette dolci, piatti salati, merende, cene... E' ora di prendere la vostra ricotta dal frigo, perché abbiamo delle idee davvero fantastiche per voi!
Possiamo scegliere la tradizionale ricotta vaccina o meglio ancora ricotta di pecora o di mandorla (scopri qui come realizzarla)
13 idee per ricette super con la ricotta: come utilizzare in maniera creativa, sfiziosa e gustosa il formaggio morbido dal gusto delicato
- Ok, partiamo dalla base: la ricottà sarà anche un cibo povero, ma il suo gusto è innegabilmente buono. Quando non sapete cosa mettere in tavola come contorno o cosa spiluccare all'aperitivo mettete un po' di questo ottimo formaggio in una ciotola, versate un filo d'olio extravergine e spolverate con un po' di sale, pepe e le vostre spezie preferite. E' buonissima sui crackers!
- Se preferite un sapore più intenso, potete invece optare per la salsa di ricotta e spinaci, da servire con le tortilla: mischiate in una ciotola una tazza di ricotta, due di spinaci bolliti e tritati, mezza tazza di maionese fatta in casa, sale, pepe e dell'olio d'oliva.
(foto 2 https://www.buzzfeed.com/lindsayhunt/delicious-ways-to-use-ricotta-cheese)
- Con le zucchine e la ricotta potrete invece realizzare un ibrido tra le lasagne vegetariane e i cannelloni: grigliate le zucchine a fette, quindi arrotolatele farcendole con una crema di ricotta, basilico e pepe. Infornatele quindi a 180 gradi per 25 minuti, appoggiandole in una teglia una accanto all'altra, versando sul fondo un pochino di passata di pomodoro e spolverando il tutto con del parmigiano.
(foto 3 http://reciperunner.com/zucchini-lasagna-rolls/)
- E con la ricotta come base possibiamo fare tantissime torte salate super golose: qui trovate quella viola che ha come base appunto la ricotta e il cavolo viola, ma potete scegliere rosa barbietola, verde spinacino e aracione carota!
- La ricotta, grazie al suo sapore che non invade gli altri, si presta benissimo anche alla preparazione dei dolci. Ma non solo per la cheesecake. Provate a realizzare una mousse di ricotta e cioccolato: basta mischiare mezza tazza di ricotta con 1 cucchiaio di cacao amaro, mezzo cucchiaino di estratto di vaniglia e un cucchiaino di estratto di stevia per dolcificare. Mettete quindi il composto in bicchierini, fate riposare un'oretta e servite!
(foto 4 http://www.imaginegreatliving.com/heavenly-ricotta-chocolate-mousse-sugar-free/)
- Tiramisù: non serve per forza utilizzare un pesante e poco sano mascarpone! Provate la mia variante sana a base di ricotta, lamponi e golose gocce di cioccolato bianco!
- E invece dello yogurt provate ad utilizzare la ricotta per i vostri gelati gustosi e nutrienti: frullate la frutta che preferite (ad esempio 10 fragole), mischiate il composto con due tazze di ricotta, un cucchiaio di zucchero e un cucchiaino di succo di limone, quindi mettete negli stampini e lasciate ghiacciare!
(foto 5 http://www.mybakingaddiction.com/strawberry-ricotta-popsicles/)
- Semplicissime da preparare con i bambini, divertenti e di grande effetto ecco le palline di ricotta ricoperta con granella di pistacchio.
- Per un risultato più elegante e raffinato, provate anche con i fichi: tagliatene 4 a fette, quindi create un composto con della ricotta, del latte e dello zucchero (o, in alternativa, del miele. Mischiate tutto insieme e create i vostri ghiaccioli.
- Ma non solo ghiaccioli; un altro velocissimo dessert (d'effetto!) è la crema di ricotta con lamponi. Montate con le fruste 250 grammi di ricotta con due cucchiai di zucchero, mentre a parte montate 60 grammi di panna vegetale. Mischiate il tutto dal basso verso l'alto per incorporare l'aria, quindi servite in ciotoline guarnendo con dei lamponi (o con la frutta fresca che preferite).
(foto 7 http://blog.giallozafferano.it/paola67/crema-di-ricotta-con-i-lamponi/)
- Tra il dolce e il salato è la merenda che potete proporre ai bambini: i toast con ricotta, banane e hummus alla cannella. Prima di tutto preparate il vostro hummus, mischiando 70 grammi di tahina con un cucchiaio di miele, uno di acqua e un cucchiaino di cannella. Tostate quindi alcune fette di pane integrale, spalmatele con della ricotta, appoggiateci sopra delle rondelle di banane e spennellate con la salsina.
- E finiamo con due classici, uno salato e uno dolce. Il primo? La pasta con la ricotta. Che significa semplicemente aggiungere a freddo la ricotta alla vostra pasta con le verdure (ma anche a quella semplice semplice aglio e olio!).
(foto 9 http://cooking.nytimes.com/recipes/1017463-summer-pasta-with-zucchini-ricotta-and-basil)
- Il dolce? La crema di ricotta che riprende l'idea dei cannoli. Mischiate una tazza di ricotta, una di alpigiana, un cucchiaio di zucchero e mezza tazza di gocce di cioccolato fondente. Servite in piccole ciotole contornandole con dei coni per gelato spezzettati, et voilà!
(foto 10 http://www.somethingswanky.com/cannoli-dip/)
Imparare le stagioni con il metodo Montessori
Sabato, 09 Luglio 2016 05:56Viviamo in una zona climatica che vede il cambiare delle stagioni. Non diamolo per scontato: non tutti hanno questa fortuna! Una fortuna che può diventare anche occasione didattica e di crescita. Già, perché i bambini notano i cambiamenti, e giustamente si chiedono cosa stia accadendo. Possiamo allora approfittarne e organizzare attività giocose e allo stesso tempo educative che li possono aiutare nella comprensione dei naturali cambiamenti del clima!
Le stagioni attraverso le attività sensoriali Montessori: 6 giochi per i nostri bambini, per aiutarli a capire i cambiamenti climatici attraverso i sensi
- La prima attività è la più intuitiva e utile: per capire le stagioni potete realizzare una sorta di ruota. Dividendo un grande cerchio in quattro spicchi di differente colore, lasciate collocare al bambino alcune card con i mesi e con le stagioni (che avrete precedentemente realizzato) in modo da capire anche visivamente il calendario stagionale (ogni mese sarà caratterizzato da un disegno con un elemento che lo contraddistingue - neve, sole, foglie rosse...)
(foto 1 http://www.mamashappyhive.com/montessori-calendar-for-kids/)
- Sempre con un grande cerchio diviso in quattro spicchi colorati, il bambino può collocare in ogni spicchio gli elementi tipici di una stagione, classificandoli. Fornitegli quindi il cerchio e qualche oggetto per ogni stagione: un fiore, i guanti da neve, i semi per la semina, le foglie secche, un ombrello, una zucca, secchiello e paletta...
(foto 2 http://www.mamashappyhive.com/5-montessori-seasonal-activities/)
- La stessa attività può essere eseguita in piccolo, seduti a tavola: su un vassoio disponete quattro ciotoline sulle quali avrete appoggiato un'etichetta con il nome della stagione o con un disegno che la caratterizza (sole, neve, pioggia, fiori). Stampate poi qualche immagine che rappresenti le stagioni e mescolatele in una ciotola più grande. I bimbi dovranno dividere le immagini nelle ciotole corrispondenti, familiarizzando così con le differenze delle varie stagioni.
- Stampate quattro card uguali raffiguranti un albero spoglio e date ai bimbi dei colori a dita (come quelli che vi proponiamo fatti in casa ad esempio: http://www.mammapretaporter.it/educazione/gioco-stimoli-mb/come-creare-colori-fatti-in-casa). Dovranno quindi dipingere le foglie e il prato sotto l'albero in base alla stagione: verde chiaro in primavera, verde scuro in estate, arancione in autunno e bianco d'inverno.
(foto 3 http://plantingpeas.com/learning-about-seasons/)
- Realizzate insieme ai bambini delle bottiglie sensoriali dedicate proprio alle stagioni: riempitele con gli elementi che ricordano l'autunno (foglie rosse, piccole pigne, cereali di colore ocra...), l'inverno (cotone, del riso bianco, glitter rossi che ricordano il natale, rametti secchi e spogli...), la primavera (fiorellini, coccinelle, della pasta corta verde come fosse il prato) e l'estate (con il giallo del sole riprodotto dall'orzo, della sabbia, altri fiorellini colorati). L'attività sarà doppiamente divertente: la creazione insieme e il gioco d'osservazione una volta terminate le bottiglie, da guardare, scuotere e far rotolare!
(foto 4 http://www.sunhatsandwellieboots.com/2011/10/discovery-bottles-four-seasons.html)
- Anche gli abiti, i vestiti e gli accessori sono sintomo delle stagioni: insegnate ai bambini come ognuno sia caratteristico dell'inverno, dell'autunno, della primavera e dell'estate attraverso una classificazione per stagione! E se in casa avete molte bambole potete utilizzare direttamente i piccoli abiti in miniatura, magari dividendoli su piccoli stendini con delle mollette, per allenare allo stesso tempo la manualità fine e la presa precisa.
(foto 5 http://preschoolalphabet.blogspot.it/2012/04/and-then-its-spring.html)
La natura in casa: arredare con i tronchi d'albero
Venerdì, 08 Luglio 2016 19:06Eh, già: le fanatiche della natura e delle tinte ecologiche tentano sempre di integrare nell'arredamento di casa gli elementi presi direttamente dal verde e dal mondo esterno. Non importa che il tuo gusto sia moderno, antico, shabby, vintage, classico, d'avanguardia. Il tocco rustico e naturale, se preso nella maniera giusta, è sempre d'effetto. Non solo sotto le feste, quando i rami secchi, le pigne e gli aghi di pino fanno il loro ingresso in casa.
C'è infatti un oggetto, un pezzo naturale tradizionale, ecologico e presente praticamente in ogni dove che trova sempre spazio tra le pareti domestiche, rivelandosi in ogni stanza utile e versatile!
Unico accorgimento: utilizzare con moderazione per evitare l'effetto baita di montagna!
La natura in casa: arredare con i tronchi d'albero gli usi e la bellezza del tronco naturale in casa
Innanzitutto, non correte subito nei negozi di arredamento: se decidete di portare un tronchetto in casa la cosa migliore è sceglierne uno direttamente in natura, magari di un albero già tagliato, oppure da uno scarto in falegnameria. Chiedete poi ad un esperto di levigarlo sui lati e soprattutto sulla base e sul piano superiore, in modo da evitare schegge e protuberanze spinose e graffianti.
Fate attenzione quindi alla stabilità: sarà il falegname a levigare la base, non solo per la liscezza, ma soprattutto per la stabilità. Dopo averlo levigato procedete quindi con l'applicazione di feltrini sulla base (o in alternativa di un foglio di feltro tagliato esattamente della dimensione del tronco, in modo da renderlo ancora meno traballante). E se avete bambini in casa come tutti i tavolini fate attenzione che oltre che stabile risulti difficilmente ribaltabile, per evitare spiacevoli danni!
Ed ora potete decidere dove piazzare il vostro bellissimo tronco. In terra? Be', in ogni stanza può diventare protagonista.
Se optate per il soggiorno le possibilità sono davvero infinite. Tavolino davanti al divano, poggiapiedi, tavolino accanto alla poltrona su cui appoggiare tisane e biscotti...
(http://www.marthastewart.com/270888/tree-table)
Con qualche cuscino questi tronchi livellati alla base e resi innocui dalla levigatura si trasformeranno con facilità in comodi, utili e teneri sgabelli, da sfoderare quando arrivano gli ospiti inattesi per fare un figurone!
(https://diygiftworld.com/diy-stump-wood-stools/)
Ma non solo i tronchi più grossi; anche quelli sottili, tagliati in sezione, possono diventare tavolini/sgabelli: basta integrarli con delle vecchie basi in metallo, fissandoli con solide viti al centro.
(http://diyjoy.com/diy-furniture-hacks)
Le viti e i fischer vi serviranno poi anche per creare bellissime mensole decorative: i tronchi in questo caso possono essere tagliati diagonalmente per un effetto tridimensionale (il tronco sembrerà spuntare dalla parete!).
(http://www.goodshomedesign.com/30-diy-rustic-decor-ideas-using-logs/2/)
Anche in bagno il vostro tronchetto della felicità potrà trovare un posticino adatto a lui, contribuendo a creare un'atmosfera rilassata perfetta per i bagni caldi d'inverno (e freschi d'estate!), profumati naturalmente con qualche goccia di olio essenziale. Utilizzatelo come sgabello su cui appoggiare l'occorrente: sali, oli, salviette e un buon libro!
(http://sublime-decor.com/2012/12/20/tree-stump-table-for-the-bathroom/)
Sia i grandi che i piccoli potranno poi godere della bellezza del tronco e della serenità che infonde scegliendo di utilizzarne uno come comodino accanto al letto. Guardate questo, decorato semplicemente con una mano di pittura color pastello. Non è delizioso?
(http://petitandsmall.com/14-kids-decoration-ideas-sticks-branches-logs/)
La maternità nel mondo: essere mamma in Norvegia
Venerdì, 08 Luglio 2016 18:56L'elemento principale che caratterizza la Norvegia quando si parla di crescita dei bambini? Strano a dirsi, ma è il fatto di avere un solo modo "giusto" di genitorialità, un solo modo di trattare i bambini. Come se ci fossero regole non scritte ma che tutti seguono: i bimbi vanno a dormire alle 19, mangiano le stesse cose per pranzo, indossano un sacco di stivali, vanno nello stesso tipo di asilo. Insomma, diversissimo dalle altre culture occidentali, che solitamente prevedono discorsi e discorsi sulle più svariate tematiche attorno alla maternità! Non credete?
Ma cosa significa essere mamma in questo nordico stato scandinavo?
La maternità nel mondo: essere mamma in Norvegia
Le differenze rispetto al resto del mondo cominciano sempre durante la gravidanza: qui le future mamme non sono abituate a vedere durante i nove mesi la loro ostetrica o il ginecologo di fiducia, ma se la gravidanza è fisiologica e senza problemi la prassi è essere seguite semplicemente dalla levatrice, senza troppe ecografie (solitamente è solo una!) ma con strumenti particolari e tradizionali come una specie di corno in legno attraverso il quale le levatrici seguono lo sviluppo del bambino attraverso i suoni nella pancia.
E le stranezze arrivano anche al momento della nascita: puoi scegliere l'epidurale, certo, ma gli ospedali prevedono reparti speciali dedicati alle mamme che non vogliono medicine. Intendendo proprio nessuna medicina, nemmeno gli antibiotici!
Una volta nato il bambino, il governo incoraggia le mamme a tornare al lavoro al più presto, dando comunque dieci mesi di aspettativa con paga al 100% (sia alla mamma sia al papà, che può scegliere). E' per questo che la maggior parte dei bambini inizia l'asilo già ad un anno di età. Asili naturalmente votati alla vita all'aperto: i bimbi scorrazzano fuori il più possibile, indipendentemente dalle condizioni atmosferiche: basta, come sosteniamo sempre anche noi, il giusto abbigliamento.
Tuttavia, il fatto di lavorare molto mandando i figli subito a scuola rende la Norvegia un paese povero di parchi gioco, essendo poco frequentati. Dall'altra parte però c'è da dire che l'orario di lavoro è minore rispetto agli altri paesi (solitamente 37 ore a settimana) e questo permette ai genitori di essere a casa presto, mangiando sempre tutti insieme intorno alle 17 o alle 18.
Questo mangiare tutti insieme è importantissimo (nonostante il cibo in sé non sia ritenuto qualcosa di fondamentale come per noi italiani), e riflette la filosofia di gruppo norvegese: qui infatti la gente stima moltissimo il tempo passato insieme, considerando il tempo da soli come non altrettanto di valore. La collettività è uno dei pilastri, e lo si vede già partendo dalla famiglia!
Ciò non significa invadenza o confidenza, anzi: i norvegesi in pubblico sono molto schivi, stanno per i fatti loro, non chiedono aiuto e quando lo ricevono restano scioccati. Il senso della collettività è quindi molto più ampio eppure intimo!
E le vacanze? Non è raro che i norvegesi piuttosto che il relax scelgano ferie in luoghi dispersi che in qualche modo sfidano la sopravvivenza. Ci sono un sacco di baite sperdute nel verde dello stato, ed è normale passarci del tempo senza tivù o internet. Sarà per il loro senso di sopravvivenza, chissà...
Cosa fare quando i nervi stanno per cedere
Giovedì, 07 Luglio 2016 19:15Una domanda che sorge spontanea quando i nostri bambini non sembrano ascoltare più nulla, o – peggio! - comportarsi in maniera sfacciatamente sfrontata ignorando i nostri discorsi: come comunicare meglio con i nostri figli? Già, perché il comportamento è comunicazione, è uno specchio dei sentimenti, e capire meglio questi atteggiamenti significa fare un passo verso la comunicazione più efficace e quindi verso l'ascolto.
Cosa fare quando i nervi stanno per cedere: partendo dall'analisi dei comportamenti, il metodo migliore per far sì che ai genitori non sfugga la situazione di mano
Il primo consiglio è sempre quello di fare un passo indietro, analizzando la situazione da una prospettiva più distaccata e quindi più oggettiva. Solo con questa oggettività mentale potrete infatti capire cosa vostro figlio sta cercando di comunicarvi con il suo atteggiamento sbagliato, se ve la state prendendo troppo o se il comportamento è effettivamente sbagliato e quali solo le circostanze che hanno portato a quel determinato comportamento sfrontato, arrabbiato o eccessivamente strafottente.
Magari vi accorgerete che quello scatto di rabbia è solo una richiesta di attenzione, uno sfogo di energia repressa... Oppure è effettivamente un comportamento sbagliato senza motivo, che vi offrirà l'occasione di parlare insieme e imparare qualcosa di nuovo.
In ogni caso, i comportamenti sbagliati devono essere letti in una maniera differente dalla mera occasione di punizione: l'occasione c'è, ma è un'occasione di crescita, sia per i figli che per i genitori, che possono così calibrare le reazioni e capire insieme come è meglio comunicare tra loro.
Non importa se il tuo bambino è arrabbiato, infuriato, stressato, impaurito, insicuro. Dieto ogni azione c'è effettivamente un'emozione, ma è ognuna di queste emozioni che può portare ad un'analisi profonda! Soprattutto quando il vostro bambino non è abituato o non è in grado di esprimere ciò che sente.
Il momento di defiance può trasformarsi così in occasione per scandagliare queste emozioni, risalire insieme alla causa scatenante, parlare apertamente dei cambiamenti che magari fanno paura in quel momento...
Mostrare empatia, prima di punire, è quindi il passo giusto. Offrire il proprio orecchio per ascoltare, dire parole per fare capire al bambino che è il posto giusto ed è il momento giusto per parlare apertamente, aiutarlo quando non riesce ad esprimere un concetto. Quindi scusarsi nel momento in cui si capisce di aver reagito eccessivamente, di aver punito ingiustamente, oppure fare capire meglio gli sbagli commessi.
In ogni caso, i genitori devono mettersi nell'ottica di offrire al bambino un momento di crescita. Parlare insieme significa capirsi meglio, ma soprattutto capire dove sta il giusto e dove sta lo sbagliato.
Non solo: empatizzare e comunicare con sincerità offre ai genitori l'opportunità di insegnare al bambino in maniera concreta a gestire le proprie emozioni, valutando di volta in volta qual è la reazione giusta, qual è il comportamento da adottare nelle varie situazioni.
Quando i bambini si sentono al sicuro allora si sentono a proprio agio e si esprimono. Non è un processo breve o semplice, ma pian piano l'ambiente che si creerà adottando una filosofia di genitorialità gentile ripagherà. Perché l'obiettivo non sarà più controllare i figli, ma dare loro l'attrezzatura necessaria per affrontare la vita, per controllarsi, per capire i confini personali e interpersonali.
Capiterà allora che i bambini testino questi loro confini, ma starà a noi genitori capire ciò che è in atto, senza punirli o dare loro ordini, ma indirizzandoli verso ciò che è giusto e meritevole. I limiti servono, i bambini hanno bisogno di contenimento.
Perché i nostri figli sono piccoli esseri umani con emozioni, sentimenti, pensieri, bisogni, idee. E come esseri umani non sono perfetti. Sbaglieranno? Siate per loro delle guide. Si comporteranno male? Scegliete la comprensione e l'insegnamento, non la rabbia e la punizione fine a se stessa. Sarà un pochino più difficile, ma pensateci bene: alla lunga, sarà più efficace il castigo nell'angolo o la chiacchierata sulla responsabilità?
Partiamo poi dal presupposto che noi non siamo e non dobbiamo essere genitori perfetti: fortunatamente anche noi sbagliamo. La nostra forza? Perdonarci, accogliere le nostre emozioni e non aver paura di mostrarle ai nostri piccoli: così potremo spiegare loro come ci sentiamo in quel momento, frustrati, arrabbiati, tristi, ma allo stesso tempo anche stanchi e con voglia di piangere, o così arrabbiati che avremmo bisogno di dare un pugno a qualcosa per sfogare tutte quelle emozioni. E quello di espimere ciò che si prova e mettere in atto strategie positive per vivere l'emozione è il più grande insegnamento che possiamo offrire loro.
Ecco alcuni step pratici che possono esservi d'aiuto:
- dopo aver detto no all'azione di vostro figlio che non è corretta ditegli che avete bisogno di allontanarvi per un minuto
- andate in un'altra stanza e fate 3 respiri profondi
- ricordatevi che è tutto normale e che tutti i bambini testano i limiti che giustamente sono imposti dai genitori
- lo spavento non è proporzionale all'efficacia: non è vero che più si urla, minaccia, e punisce più il bambino rispetterà i limiti
- siate fermi nelle vostre decisioni: il "no" non deve mai diventare "si, per questa volta", perchè il bambino non conosce le vie di mezzo, creano ansia e confusione
- mettete pochi "no", chiedetevi se non stiate andando contro ai bisogni fisiologici del bambino. Non ha senso impedire a un bambino di due anni di lanciare, ma potete insegnare lui a lanciare non contro la tv ma sul divano per esempio
- come noi possiamo avere una giornata no, anche i nostri figli possono avere un momento o un periodo di ansia e spesso c'è qualcosa sotto che non riescono ad esprimere
- chiediamoci che cosa evoca in noi questo momento, come ci sentiamo, cosa vorremmo fare, di cosa o chi avremmo bisogno e se il bambino ha più di tre anni esprimiamo le nostre emozioni senza paura
- ricordiamoci che la vita non è fatta di perfezione: possiamo scegliere di accettare questo o passare il tempo ad arrabbiarci con noi stessi e con gli altri
Sara Polotti e Giulia Mandrino
Questa è una ricetta incredibile, perfetta come merenda a scuola per i bambini perchè è ricca di proteine vegetali grazie alla canapa, omega 3 sempre grazie alla canapa, calcio delle mandorle e minerali dei pistacchi: la farina di riso integrale è senza glutine, quindi leggera e con un lento rilascio di energia, che rende i miei creakers ai pistacchi perfetti per sostenere le ultime e più difficili ore di scuola la mattina. Ma sono anche una base perfetta per preparare salatini e stuzzicchini per un aperitivo o per colmare le voglie di zuccheri di noi mamme durante la giornata.
Ecco la ricetta dei creackers ai pistacchi: come realizzare degli snack buoni, proteici e leggeri, senza glutine e vegan
Giulia Mandrino
Il rivoluzionario metodo Bortolato per imparare la matematica
Giovedì, 07 Luglio 2016 05:32Si chiama "metodo Bortolato", o "metodo analogico", e propone un nuovo approccio per i bambini alla matematica. L'ha messo a punto Camillo Bortolato, insegnante navigato alla scuola primaria, ed è davvero una rivoluzione!
Vi presentiamo il rivoluzionario metodo Bortolato per imparare la matematica: il nuovo approccio per comprendere numeri e operazioni attraverso le analogie, perfetto per i bambini della scuola elementare
Ma di cosa si tratta? In sostanza è un metodo più naturale e armonico per aiutare i bambini ad apprendere la matematica attraverso metafore ed analogie, ispirato dalla natura stessa dei bimbi che imparano a giocare e a parlare attraverso la loro genialità. Non attraverso la logica, quindi, ma attraverso l'analogia, attraverso gli esempi e le metafore.
Il metodo è perfetto per i bimbi della scuola primaria, ma non solo: anche in età prescolare si può iniziare ad utilizzare questo approccio, efficace sempre e comunque. Soprattutto nel caso in cui i bambini abbiano difficoltà in questa materia: riappropriandosi dei metodi mentali naturali tornano infatti alla base dell'apprendimento, rendendo tutto più semplice e favorendo il successo.
Il punto di partenza è la riscoperta di come funziona la propria mente, senza cancellare ciò che si è precedentemente imparato, ma aggiungendolo ad esso.
In questo senso il primo passo è liberarsi dalla concettualità, e cioè dall'idea che bisogni padroneggiare il concetto di numero per eseguire i calcoli mentali. Già, perché fin dalla nascita il bambino ha in sé una competenza che gli permette di attribuire nome alle quantità, ma questo non è eccezionale e non è necessario alla matematica.
Insomma, è bene allontanarsi dal pensiero che prima di tutto i numeri siano qualcosa di scritto: i bambini bravi nella matematica non pensano ai numeri scritti, ma hanno una visione più coerente e completa. Nella loro testa non hanno numeri scritti, ma "palline", senza cambi! I bimbi che non fanno fatica in matematica hanno la mente libera dai numeri scritti, vedono le palline, e questo è il segreto, questo è il concetto del metodo analogico, che vuole riprendersi le palline.
Il tutto perché il sistema decimale di calcolo che impariamo solitamente è basato sul contare sostanzialmente per uno. Una cosa alla volta. Con il metodo analogico, invece, ci si riappropria dell'atteggiamento naturale di evitare di contare una cosa alla volta, vedendo piuttosto la completezza dell'operazione.
Tutto questo a scuola si traduce in lezioni frontali che dicono pochissimo dando più peso al fare e al pensare da soli, e che non parlano troppo di decine e di unità.
Il calcolo mentale sta quindi al centro dell'insegnamento: prendendo spunto dai bambini che riescono nella matematica nonostante gli insegnamenti classici, si cerca quindi di dare a tutti i bambini la scintilla per guardare al calcolo mentale come a qualcosa di semplice, qualcosa che "si vede" e si percepisce, senza dare nome ai numeri.
Vedere le quantità con gli occhi, immediatamente; non astrarre le quantità attraverso i nomi dei numeri; superare la tendenza a contare tutto ciò che ci sta davanti mettendo piuttosto in ordine i "puntini": sono questi i pilastri del metodo, che sostanzialmente punta a ripendersi l'istintività matematica insita in ogni bambino. Anche in quelli più in difficoltà, quelli considerati discalculici, quelli che sembrano odiare i numeri e le quantità.
Per un approfondimento vi rimandiamo quindi al sito del professor Camillo Bortolato: attraverso slide, esempi e pensieri ci si immerge subito nel suo mondo fatto di analogie, metafore e puntini! http://www.camillobortolato.it/metodo_analogico.aspx
Ecco come realizzare in pochi istanti delle granite buonissime perfette come merende estive: la ricetta della granita estiva super vitaminica
Foto Credits: https://www.flickr.com/photos/65186679@N07/7604009168
Oddio, chi cazzo è? (ovvero post partum e dintorni)
Mercoledì, 06 Luglio 2016 06:29E niente, torni dalla clinica con 3 chili e mezzo di abbacchio. Per qualche giorno hai casa sempre piena di gente. Si materializzano in ogni angolo, sbucano silenziosamente offrendo aiuto, cibo, consigli (quasi sempre non richiesti). Ti ronzano intorno scrutando segni di cedimento, di stanchezza, di depressione. Ti chiedono ogni 5 minuti se “ti è entrato il latte”, con la stessa naturalezza con cui ti chiederebbero se hai ricevuto un bonifico. Sbirciano mentre cambi il pannolino al pupo, con occhio indagatore per vedere se lo lavi per benino con acqua e non con le terribili salviettine umide. Ti spiano mentre allatti per essere certi che tu non stia facendo finta e che non hai in realtà un biberon nascosto sotto al cuscino. È come stare dentro la casa del grande fratello. Poi piano piano la cosa perde di interesse, tu inizi a far capire con educazione e gentilezza che hanno abbondantemente sfracellato le ovaie e iniziano a dileguarsi. Le visite si diradano, e ad un certo punto anche il marito torna a lavoro. Il primo giorno che ti ritrovi sola a casa col nano malefico, credo rimanga impresso per sempre, stampato a fuoco sulla corteccia cerebrale.
Di colpo c'è un silenzio irreale, rotto solo dal pianto improvviso del poppante per il qualsivoglia motivo. E la prima volta che questo succede, la prima volta che il nanetto piange e tu sei sola in casa (o almeno pensi di esserlo) la reazione è più o meno la stessa per tutte: “chi cazzo è????!!!”. Si perchè per pochi attimi, quando ti ritrovi da sola a casa col pupo, e lui dorme...lo so è brutto da dire...ti scordi che c'è...non sei abituata, soprattutto col primo figlio. Cioè tu lo sai che LUI o LEI c'è, il casino te lo ricorda in continuazione, ma sei talmente stanca e cotta che in alcuni momenti lo rimuovi! Dai non dite che non è stato così anche per voi! Io saltavo sul letto la notte! Ti assopisci per mezz’ora e di colpo quell’esserino infame urla come se fosse scoppiata una bomba! E a te saltano le coronarie, ti formicolano le mani e i piedi per lo spavento e per una frazione millesimale di secondo nella tua testa passa un flash...”CHI CAZZO E’? LA TV ACCESA? IL BIMBO DEI VICINI?”...e realizzi che no...è tuo figlio! Che probabilmente ha fame, o deve fare un accidente di ruttino, o ha una sgommata sul pannolino. E siccome non può semplicemente vagire, no...troppa grazia...un cesareo che ti ha squarciato l’utero è poco...il neonato URLA! E non c’è fade in o fade out che tenga! Un urlo che parte a 4968 decibel e che resta fermo e costante fino a quando tu madre non hai soddisfatto la sua richiesta!
Idem durante il giorno. Tu tranquilla sul divano a piegare quelle 23 lavatrici di panni accumulati. La tv accesa a basso volume per non disturbare. Il baby monitor vicino, povere illuse, non sia mai che dovessimo non sentirlo...ma quanto siamo sceme...e nella quiete della casa, parte l’urlo a sirena dello gnomo! Lo senti tu e lo sentono anche in Uzbekistan, registrandolo come terremoto grado 12 della scala mercalli: distruzione totale in atto.
E i primi giorni da sola...beh da una parte ti rimettono in carreggiata, ti obbligano a cercare di costruire nuovi ritmi, a riprendere in mano la tua vita. Ma dall’altra, minchia se sono difficili! Cioè parliamoci chiaro, entri in bagno per una pisciata veloce e già stai con la morte nel cuore. Figuriamoci poi se devi lavarti...ve lo ricordate Fantozzi quando si preparava la mattina per andare a lavoro...caffelatte con pettinata incorporata e tre minuti per vestirsi...ecco non può competere con “madre di neonato che entra in bagno per darsi una parvenza”. Io ero in grado di passare da “mortacci de pippo quanto puzzo” a “beh dai se arriva qualcuno posso anche aprile la porta” in meno di 2 minuti. Cronometrati eh, mica cazzi! E appena uscivo dal bagno, pensando “beh, mi sono lavata, forse ci scappa pure un caffè”....taaaac! Neonato urlante! Lo tiri su dalla culla e...blurp...mezzo litro de rigurgito sulla maglietta fresca di bucato...bestemmi in silenzio, e....DRIIIIIINNNNNNNN! Il campanello! “signora c’è una raccomandata! Che fa esce?”...beh dipende, se posso non tornare dentro quasi quasi...e via, prendi sta maledetta raccomandata, ti riprometti di aprirla prima della fine della giornata, la posi all’ingresso e la apri il giorno che ti staccano la corrente per “mancato pagamento della bolletta”. Si perché a ridosso del parto arriva sempre qualche cosa da pagare, che ti sfugge perché ovviamente sei presa dal pensiero che a breve la tua meravigliosa Bernarda dovrà essere sottoposta a una durissima prova di agilità. E quindi non paghi...Poi a pochi giorni dalla nascita dell’erede, arriva la raccomandata con il sollecito, ma tra i 9 miliardi di impegni della giornata la cosa ti sfugge e inevitabilmente proverai l’ebbrezza di vivere come gli Oleson...
Ma la bolletta non pagata è solo un granello di sabbia, è solo la prima di una lunga serie di To do list che cominceremo a scrivere dopo il parto. Ma io ve lo dico da adesso. Lasciate perdere! Tanto tutte quelle cose che si stanno accumulando, non le farete mai più! La lampadina dell’ingresso da cambiare? La maniglia da riparare? La fodera del divano da ricucire? La scarpiera da ordinare? Lo farete con calma quando andrete in pensione! E sapete perché? Perché adesso quando fai un figlio (e lo so per certo che prima non era cosi perché mia madre me lo ha confermato), il giorno in cui ti dimettono, il pediatra di turno ti guarda in faccia e ti dice: “allora senta, io le consegno questo ragazzino, le istruzioni gliele ho scritte su questo libricino di 800 pagine. Mi raccomando, si attenga a tutte le mie indicazioni e ci rivediamo per il controllo tra una settimana. Non dimentichi di dargli le vitamine!”
Le vitamine...nella tua testa rimbomba questa parola...VITAMINE...e tu immagini un flacone magico, della capacità minima di due litri, con sopra scritto “vitamine per bambini sani e felici”. E pensi, sarà facile...’na vagonata de ste gocce una volta al giorno ed è fatta...MADDECHE’!!! MALEDETTI! Arrivi a casa, prendi in mano i fogli della dimissione e inizi a leggere...LUTEINA...FERMENTI...VITAMINA D...da somministrare alcune lontano dai pasti ,altre subito dopo, con luna calante e intonando canti alle stelle. Da conservare a temperatura ambiente, o in frigo, o in una microserra a clima tropicale. Ovviamente provate a dare le gocce col cucchiaino a un essere umano di tre giorni...una metà la sputa, l’altra metà cola sulle pieghe del collo...e quanto costano? Mediamente 20 euro a flacone, ‘na caccola! Quindi passiamo la giornata ad allattare, cambiare, dondolare, far passare coliche, lavare, coccolare e somministrare gocce. Gocce che a detta dell’ospedale sono di vitale importanza per una crescita sana ed equilibrata. E nella manciata di minuti che ci avanzano in questo delirio di giornate monopolizzate da questi fagottini rosei, la bolletta non la paghi, non la apri proprio.
Ecco perchè scopri l’importanza dei promemoria. Il telefono suona ogni 10 minuti per ricordarti qualcosa, tipo le gocce di cui sopra, il flaconcino di tisana dopo la poppata per evitare le coliche (che poi gli verranno lo stesso, ma almeno stai a posto con la coscienza che il farmacista pure sta settimana il pane in tavola lo ha messo), la visita oculistica da prenotare (io la prima l’ho fatta a 10 anni, adesso si fa a un mese, ma va tutto bene), il controllo di crescita da fissare o da spostare perché si accavalla con lo screening per l’udito. E via dicendo...un susseguirsi di dire fare baciare che non ha fine e non dà tregua. E nonostante tutto, ti appisoli sul divano, il pargolo si sveglia piangendo e la tua mente ancora dà l’allarme intruso...apri gli occhi, italia 1 trasmette i Simpson quindi sembra una giornata normale, ma quel pianto ti riporta coi piedi per terra. Corri da lui, ti fissa con quegli occhietti velati...pugnetti stretti...guanciotte pienotte...e niente, sei cotta, lessa, strafatta e il cuore perde un colpo perché...ti rendi conto che mentre dormiva ti è pure mancato, e ti rendi conto che sei folle perché pensi che lo rifaresti cento volte...poi ti accorgi che ha fatto una di quelle pupù ascellari, fin sulla schiena, tutto smerdato ovunque, incluse le lenzuola della culla. Lo cambi e dopo 10 minuti la rifà un’altra volta. Lo cambi di nuovo, lo allatti e dopo aver finito di poppare, fa un rutto di quelli che pettinano e vomita la centrale del latte. Lo cambi ancora e mentre afferri un pannolino pulito ti piscia addosso. Suona il telefono...promemoria...prendere la pillola... Facciamo che per sicurezza ne prendo due☺
Cinzia Derosas
I rimedi omeopatici per i raffreddori estivi
Martedì, 05 Luglio 2016 08:09Finalmente è arrivata l’estate, tempo di vacanze, relax e tintarella. Con la bella stagione sopraggiungono però anche caldo e afa, e sono ormai moltissime le persone che utilizzano l’aria condizionata per trovare un po’ di refrigerio, a casa, in macchina o in ufficio. Da un po’ di anni, poi, anche quasi tutti gli esercizi commerciali mantengono le temperature molto basse. L’uso eccessivo dell’aria condizionata può essere però controindicato e provocare fastidi quali tosse, mal di gola e febbre da raffreddamento. Per questo è importante mantenere la temperatura dei locali interni tra i 25 e i 27 gradi e comunque non abbassarla troppo di notte, quando anche il calore corporeo e la temperatura esterna diminuiscono.
Nel caso in cui un abuso del condizionatore causi fastidi tipici delle malattie da raffreddamento, i medicinali omeopatici possono essere una valida scelta terapeutica per curarsi e curare i piccoli di casa. Grazie alle elevate diluizioni, i medicinali omeopatici non presentano, infatti, problemi di sovradosaggio o rischi di interazione con altri farmaci e sono dunque adatti a tutti, anche ad anziani, bambini e donne in gravidanza e allattamento.
Quella tosse fastidiosa
Nel caso in cui l’aria condizionata provochi la tosse, consiglio l’assunzione di Stodal, uno sciroppo omeopatico indicato per tutti i tipi di tosse. Stodal è adatto anche ai bambini al di sotto dei due anni in quanto non contiene sostanze mucolitiche e permette di ridurre la frequenza e l’intensità del disturbo. Stodal è utile inoltre per trattare le irritazioni delle vie aeree e per ripristinarne la naturale struttura fisiologica. La posologia consigliata per gli adulti è di 15 ml (3 bicchieri dosatori, oppure un cucchiaio da minestra) mentre per i bambini è di 5 ml (un bicchierino dosatore o un cucchiaino da tè), 3-5 volte al giorno.
Per chi è spesso fuori casa, o per chi semplicemente non ama gli sciroppi, Stodal è disponibile anche in granuli, un formato pratico da inserire in tasca o in borsetta. In questo caso, la posologia è di cinque granuli 3-5 volte al giorno.
Esistono inoltre diversi medicinali a nome comune che possono venirci in aiuto in caso di tosse provocata da aria condizionata. In presenza di tosse secca con tonalità quasi acuta il medicinale più adatto è Spongia tosta 9 CH, mentre in caso di bruciore posteriore allo sterno consiglio Bryonia 9 CH. Per entrambi i medicinali la posologia è di 5 granuli ogni 3 ore. In caso invece di nausea da tosse grassa, in particolare nel caso dei bambini, consiglio Ipeca 9 CH, 5 granuli ogni 3-4 ore. Quando la tosse di manifesta di notte, pregiudicando il sonno e quindi il riposo, il mio consiglio è di assumere 5 granuli ogni 3 ore di Drosera 9 CH. Antimonium tartaricum 9 CH, 5 granuli ogni 3-4 ore, è invece particolarmente indicato in caso di tosse produttiva e abbondante.
Quando il mal di gola arriva “fuori stagione”
Il mal di gola è uno dei sintomi più tipici dovuti all’uso dell’aria condizionata. Si tratta di un’infiammazione del cavo orale che, durante l’estate, è causata principalmente dall’alto tasso di umidità e dagli sbalzi di temperatura, i quali favoriscono la proliferazione di virus e batteri nelle alte vie aeree e digestive. In questi casi prescrivo Aconitum 9 CH, nella posologia di 5 granuli ogni 2-3 ore. In caso invece di infiammazione estesa della gola con dolore laringeo consiglio ai miei pazienti Phytolacca 7 CH, 5 granuli ogni 2-3 ore. In presenza di gola secca, bruciante e particolarmente arrossata il medicinale più indicato è Arum triphyllum 9 CH, 5 granuli ogni 2-3 ore. Sambucus 5 CH può essere invece assunto in via preventiva, nella posologia di 5 granuli alla sera prima di coricarsi.
Febbre
L’aria condizionata può provocare anche un raffreddamento che sfocia in febbre, disturbo particolarmente fastidioso quando si presenta in estate. Nel caso in cui la febbre sia elevata, con ansia e tachicardia, e dovuta a sbalzi termici, consiglio l’assunzione di Aconitum 9 CH, 5 granuli ogni ora. Per la febbre a esordio improvviso caratterizzata da sudorazione abbondante, viso arrossato e mal di testa Belladonna 9 CH, nella posologia di 5 granuli ogni ora. La febbre può presentarsi inoltre in forma graduale e associata a cefalee e tosse secca. In questi casi suggerisco Bryonia 9 CH, 5 granuli ogni 3 ore. Per gli stati febbrili con intensa prostrazione, indolenzimento degli arti e cefalea utile un’unica dose di Gelsemium 30 CH, poi 5 granuli di Gelsemium 9 CH, ogni 6 ore. In caso di sindromi febbrili con indolenzimento, dolori ossei e ai bulbi oculari si può assumere Eupatorium perfoliatum 9 CH, 5 granuli ogni ora.
Raffreddore da aria fredda
Freddo, sbalzi di temperatura e altri fattori ambientali sono tra le cause più frequenti per contrarre il raffreddore. Non appena si riconoscono i sintomi del raffreddore (starnuti, naso tappato o che cola, bruciore alla gola...) suggerisco di assumere una dose di Oscillococcinum il prima possibile e poi di ripetere l’assunzione fino a tre volte al giorno, ogni sei ore circa. Il medicinale secondo la mia esperienza aiuta a velocizzare il decorso della malattia.
Inoltre, in questi casi prescrivo Allium cepa 5 CH, 5 granuli più volte al giorno. In presenza di muco denso e di color giallo è invece utile assumere Cinnabaris 5 CH, 5 granuli 4 volte al giorno, mentre Sticta pulmonaria 9 CH, nella posologia di 5 granuli ogni ora, è indicato per le sinusiti etmoidali bloccate (naso chiuso), con dolore alla radice proprio del naso. Infine, quando la respirazione è difficile a causa delle narici intasate, consiglio Nux vomica 9 CH, 5 granuli 4 volte al giorno.
MEDICINALI OMEOPATICI: POSOLOGIA E SOMMINISTRAZIONE
La somministrazione dei medicinali omeopatici è molto semplice: i granuli e i globuli omeopatici, ovvero le forme farmaceutiche specifiche più diffuse dell’omeopatia, vanno lasciati sciogliere in bocca, preferibilmente sotto la lingua.
Per la somministrazione ai neonati e ai bambini sotto i due anni di età possono anche essere sciolti in un po’ d’acqua, preferibilmente oligominerale e a temperatura ambiente (meglio evitare la miscelazione con tisane o bevande aromatiche) e proposti in un bicchiere, nel biberon, o con un cucchiaino.
A cura del dottor Dario Vicenzi, medico di famiglia esperto in omeopatia a Modena
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