In America i genitori stanno chiamando i loro figli con questi nomi ispirati alla moda e al beauty
Venerdì, 26 Marzo 2021 09:39Avete presente quelle volte in cui qualcuno vi dice: “Ma sai come hanno chiamato il loro figlio?!”, con l’altro che se ne esce con un nome bizzarro che fa sorridere? Niente in confronto a ciò che accade negli Stati Uniti d’America. Perché nei paesi anglosassoni la tradizione di inventare nomi e di prenderli dalla cultura pop è qualcosa di normale. Ecco perché questi nomi non sono solo bizzarri, ma anche parecchio diffusi!
L’ultima tendenza in fatto di nomi per bambini? L’ispirazione dal mondo della moda e da quello del beauty. Ecco i più diffusi, secondo la U.S. Social Security Administration rispetto ai dati del 2020.
I nomi per bambini ispirati al mondo della moda e a quello del beauty
Chanel
Questo è il più normale, dal momento che, dopo Illary Blasi e Francesco Totti, sono stati molti i genitori italiani che hanno deciso di chiamare le proprie bambine con il cognome dell’indimenticata stilista francese. E, forse, anche le Gabriella nate negli ultimi anni prendono spunto proprio da lei, in maniera più tradizionale. In USA però va di moda anche un altro nome relativo a Chanel: a chiamarsi Coco, diminutivo della stilista, sono 85 bambine.
Armani
712 bambini maschi e 515 bambine femmine: un numero altissimo, vero? I genitori americani hanno quindi scelto un cognome italiano per chiamare i propri bambini, rendendolo un nome gender-free.
Celine
Francese e delicato, questo nome ispirato al brand oltralpe è stato scelto per più di seicento bambine, battendo Chanel (che ha affascinato “solo” 352 genitori).
Dior
“Pochi” bambini (138) e molte bimbe (quasi 500) negli Stati Uniti d’America si chiamano Dior, ispirandosi allo stilista francese Christian Dior.
Maybelline e Sephora
Non solo la moda, ma anche il beauty: 18 bimbe si chiamano infatti Maybelline, come il brand newyorkese, mentre Sephora (che negli USA viene pronunciato “Sephòra”) è stato dato a 38 bambine.
Nivea
Un nome strano, ma molto dolce: a chiamarsi come la classica crema sono 30 bambine.
Hermes
Si ispira al brand di haute couture, ma ha un’origine mitologica (Ermes era il messaggero degli dei nella tradizione greca, figlio di Zeus e Maia.
Kenzo
Per I boys, più diffuso è Kenzo (334 maschietti). Ma non mancano le femmine: sono in cinque a chiamarsi così.
Estee
Anche questo è un nome francese, e molto dolce. In USA, tuttavia, sono poche le bambine che si ispirano al brand beauty Estee Lauder: solo in tredici.
Fendi
16 bambine si chiamano Fendi, e ad ascoltarlo è un nome davvero bello. Per quanto bizzarro.
Donatella
Infine, l’omaggio alla nostra Donatella Versace: anche in questo caso sono 16 le bimbe a chiamarsi con questo nome della tradizione italiana ormai associato alla grande stilista sorella di Gianni.
I migliori podcast per bambini
Giovedì, 25 Marzo 2021 09:27Dopo avervi consigliato i migliori podcast per mamme, ecco una selezione dei più bei podcast per bambini, piccoli momenti audio per imparare cose nuove, divertirsi e riflettere. Perché i podcast non sono solo per adulti: anche i bambini possono ascoltarli in macchina con mamma e papà, mentre sistemano la loro cameretta, mentre disegnano…
Ecco quindi i migliori podcast per i più piccoli!
I pezzettini di Babalibri
Se amate - come noi! - i libri targati Babalibri, c'è una buona notizia: è uscito il podcast "Pezzettini", un programma audio con letture, approfonrimenti e giochi per scoprire la lettura in maniera diversa e coinvolgente, con contenuti originali che ricordano sempre il bellissimo catalogo della casa editrice. Qui il link a Spotify.
Racconti per bambini liberi
Si tratta di un podcast per bambini che ad ogni puntata porta una storia diversa, tra il realistico e la fiaba, per mostrare ai bimbi le diverse situazioni della vita stimolando allo stesso tempo la loro intelligenza emotiva. Lo trovate su Spotify.
Libri e storie per bambini
In questo podcast i bambini potranno ascoltare le più belle fiabe per loro, da quelle dei fratelli Grimm a quelle di Gianni Rodari (che troviamo anche nel podcast Omaggio a Gianni Rodari) e di Bruno Munari, più contemporanee.
Le storie fantastiche del signor Rockteller
Per i bambini che vogliono immergersi nella storia del rock attraverso un linguaggio pensato apposta per loro, ci ha pensato il Signor Rockteller a proporre loro un podcast, fatto di piccoli episodi che di volta in volta portano la vita di personaggi diversi, da Elton John a Bob Marley.
Vastatore, dinosauri detective
Per i bimbi e le bimbe che amano i dinosauri, ma soprattutto per i piccoli lettori che amano le storie coinvolgenti, la proposta è questo podcast dedicato a due dinosauri pasticcioni che si lanciano nella professione detective.
Storie della buonanotte per bambine ribelli
Su Audible i bambini potranno ascoltare le storie della buonanotte per bambine ribelli per scoprire la storia di moltissime donne che hanno cambiato il mondo. Non solo la sera prima di andare a dormire!
I libri di Sepulveda
Sempre su Audible, bellissimi sono i libri recitati di Luis Sepúlveda, come la “Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà”.
Le favole a teatro
La serie completa si trova su Audible: il teatro valorizzato e reso fruibile dai bambini è diventato un bellissimo e coinvolgente podcast.
Lingosing
Si sa: i bambini imparano le lingue come una spugna. E sappiamo anche che spesso le canzoni possono essere il miglior metodo per imparare una nuova lingua. Questo podcast per bambini fa proprio questo: unisce la musica all’inglese per insegnarlo ai bambini in maniera leggera ed efficace.
The inexplicable disappearance of Mars Patel
Questo podcast entusiasmante, recitato dai ragazzini per i ragazzini, è pensato per la fascia d’età 8-12 ed è ottimo per chi ascolta l’inglese, anche per allenarlo. Parla dell’undicenne Mars Patel e dei suoi amici JP, Toothpick e Caddie, che si avventurano alla ricerca di due amici scomparsi. È una sorta di podcast-giallo per bambini che amano le avventure.
I migliori podcast per mamme
Martedì, 23 Marzo 2021 10:12C'è chi li ascolta nel tragitto casa-lavoro, chi in macchina, chi durante il workout, chi camminando, chi facendo i mestieri in casa: il podcast è bello per questo, ovvero per la sua versabilità di fruizione. In altre parole: possiamo ascoltarlo quando vogliamo e dove vogliamo, riempiendo tempi morti e imparando un sacco di cose, ascoltando argomenti che ci stanno a cuore e ampliando i nostri orizzonti.
L'altro aspetto positivo? Gli argomenti, appunto. Perché di podcast ce ne sono per tutti: per gli amanti del true crime (imperdibile è Blu Notte di Carlo Lucarelli), per chi vuole aggiornarsi professionalmente, per chi vuole approfondire temi importanti come la parità di genere, per chi ama la letteratura... E per le mamme. Non c'è, naturalmente, un tema unitario e preciso, ma di certo esistono podcast davvero molto consigliati per le mamme, per quelle che lavorano, per quelle in attesa, per quelle disperate, per quelle ecologiste... Ecco quali sono i migliori, secondo noi.
Cos'è un podcast
Innanzitutto, cos'è un podcast? Un podcast è una narrazione a voce e a puntate. Si tratta di un programma audiofonico seriale, con i conduttori che, di puntata in puntata, parlano di diversi temi legati ad un macroargomento. È come fosse, insomma, una rubrica ascoltabile dove vogliamo, poiché i podcast vengono caricati sulle varie piattaforme di volta in volta, restando a disposizione del pubblico per un periodo solitamente illimitato.
Ci sono Apple Podcast, Spotify, Audible... Le piattaforme su cui si possono trovare i podcast sono moltissime, e ognuno può scegliere quella su cui si trova meglio. Tendenzialmente, i creatori dei podcast caricano i loro programmi su diverse piattaforme, oppure in altri casi le piattaforme hanno l'esclusiva. In ogni caso, quando ci interessa un podcast possiamo cercarlo sulle varie piattaforme, scaricarlo oppure ascoltarlo direttamente.
I podcast per mamme
Prima di tutto, ascoltateci! Anche Mamma Pret a Porter ha il suo podcast, e si intitola Genitori Pret a Porter. Lo trovate su Spotify, Apple Podcast, Spreaker...
Alle mamme lavoratrici piacerà di certo Mamma Superhero di Silvia D'Amico, mamma imprenditrice che condivide trucchi e consigli per alleviare la fatica, toccando tutti i temi della genitorialità.
Un podcast fatto a "pillole", con puntate brevi e comode, è Mamma che podcast!, con informazioni molto utili per le mamme in attesa (e non solo).
Per le mamme interessate all'educazione Montessori, alla sostenibilità e alla genitorialità imperfetta ma gentile segnalo invece Educare con calma di Carlotta Cerri.
Ci sono poi tutti i vari podcast per aggiornarsi a livello professionale: basta cercare il proprio ambito (marketing, industria, educazione...) per trovare moltissimi titoli adatti alla propria crescita.
Per chi vuole informarsi sul femminismo e sulle questioni di genere molto interessante è Maschiacci di Francesca Michielin: la cantante in questo podcast cerca di indagare le lotte attuali, con la sua conosciuta sensibilità e profondità. E imperdibile in questo senso è Morgana di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri, che presenta di volta in volta la storia di una donna controcorrente.
Gli episodi singoli
Ci sono poi singoli episodi di podcast più ampi che di certo le mamme apprezzeranno. Ad esempio, la puntata dedicata alle mamme in natura dal podcast Il gorilla ce l'ha piccolo, per capire come le orche, i capidogli, l'elefante o le coccodrille portano e crescono i loro piccoli; oppure La gara a chi è la mamma migliore di Maura Gancitano per il podcast di Tlon.
Anche in questo caso, il consiglio è quello di utiizzare la funzione "cerca" delle varie piattaforme: non compariranno solo podcast completi, ma anche episodi singoli dedicati agli argomenti che più amiamo.
I segnaposto per la tavola di Pasqua, graziosi e golosi!
Martedì, 23 Marzo 2021 09:49Siamo in primavera, Pasqua si avvicina, e con lei il senso di rinascita che, credenti o no, questa festività porta con sé. Fuori gli alberi fioriscono, gli uccellini tornano cantando, le giornate si allungano... Celebrare questo periodo è quindi un'ottima idea.
Per Pasqua proviamo a decorare la tavola in maniera graziosa e originale sfruttando uno dei simboli di questa festività, l'uovo, che si trasformerà in un dolce (e gustoso) coniglietto: in questo modo il pranzo acquisterà un'atmosfera ancor più familiare, partecipata e gioiosa. Anche perché i segnaposto possonoe ssere realizzati insieme ai bambini, esattamente come tutte le altre attività di decorazione delle uova pasquali.
I segnaposti pasquali: cosa serve
Per realizzare i nostri segnaposto pasquali serviranno (per ogni posto) un sottopiatto e un piatto, della iuta o un tessuto grezzo ritagliato, un tovagliolo bianco, dello spago, un uovo e un pennarello nero. Più i materiali saranno grezzi e materici, più l'effetto rustico renderà la tavola pasquale e informale, familiare e coinvolgente.
Come realizzarli
Sistemiamo sulla tavola il sottopiatto e il piatto, quindi ritagliamo un quadratino di iuta o tessuto e adagiamolo sopra.
Bolliamo nel frattempo le uova, ottenendo delle uova sode (dovranno quindi cuocere più o meno nove minuti dall'inizio del bollore, dopo averle messe sul fuoco ancora in acqua fredda). Quando saranno cotte, sciacquiamole sotto acqua fredda corrente, in modo da raffreddarle, quindi asciughiamole.
Prendiamo il pennarello nero a punta fine e decoriamo i nostri ovetti sodi con dei piccoli volti: occhietti, nasino, lentiggini... Le uova, infatti, si trasformeranno grazie al tovagliolo in piccoli coniglietti.
Avvolgiamo ora il tovagliolo attorno all'uovo, incrociando gli angoli superiori (in modo da ottenere le orecchie da coniglio) e fissadoli con un piccolo nodino con dello spago.
Appoggiamo l'uovo sul ritaglio di iuta e avremo così realizzato il nostro segnaposto per Pasqua, che i commensali potranno anche gustare come aperitivo, magari accompagnato da una salsa tonnata (che si sposa benissimo con le uova sode!) o semplicemente con un filo di olio e sale.
La disortografia, un DSA meno conosciuto
Lunedì, 22 Marzo 2021 14:49Quando si parla di DSA, o Disturbi Specifici dell’Apprendimento, si nominano prima di tutto dislessia e discalculia. Ma non sono gli unici. Tra gli altri, esiste anche la disortografia (che non è la disgrafia, altro DSA), che quando non viene diagnosticata porta prima i genitori e poi i figli a pensare di “non essere capaci” in grammatica, quando in realtà si tratta proprio di un disturbo specifico della scrittura.
La disortografia
Se la disgrafia è un DSA che porta il bambino (e l’adulto) ad avere difficoltà nella stesura grafica delle parole (con i quaderni molto disordinati e pieni di errori e riscritture), la disortografia è riconoscibile quando, fin dai primi anni di scuola, non si riescono ad applicare le regole ortografiche delle parole e delle frasi. Errori “grossolani” (come scrivere acqua senza il “cq”, omettere le “h” quando servono e non riuscire proprio ad applicare le “sci” quando servono), punteggiatura errata, sbagli grammaticali molto frequenti… La disortografia si manifesta così, e non si tratta (come in tutti i DSA) di ignoranza delle regole, ma di difficoltà di utilizzo delle stesse.
In altre parole, il bambino immagazzina queste regole ma non riesce ad automatizzarle, e per questo motivo continua a fare errori quando scrive.
Come capire se tuo figlio è disortografico
Tendenzialmente questo Disturbo Specifico dell’Apprendimento si manifesta dal primo anno della scuola elementare, quando, cominciando a imparare le regole grammaticali e ortografiche, il bambino pare fare molti errori. Bisogna quindi fare attenzione ai dettati, ai testi, ai compiti di grammatica.
Di solito ci sono errori che si ripetono spesso: le doppie (dimenticate o aggiunte dove non servono), gli scambi di lettere, l’uso errato di accenti e apostrofi, dimenticanze di lettere…
Dopo aver notato gli errori, possiamo provare a fare attenzione ai meccanismi di scrittura. I bambini con disortografia, infatti, pensano molto di più alle regole rispetto agli altri. Non gli viene, dunque, naturale scrivere una determinata parola perché è scritta in quella maniera (acqua, scuola senza la q, qui e cui…), ma devono ogni volta pensare alla regola memorizzata in precedenza. Non memorizzano, quindi, la parola, ma ricordano la regola e vanno ad applicarla ogni volta. Il processo, di conseguenza, è molto più lungo e laborioso, e quando si trovano a dover scrivere più velocemente è normale commettere errori.
Se gli errori e la fatica continuano ad esserci anche dopo la seconda elementare, allora è bene chiedere aiuto ad uno specialista.
La diagnosi
Come per tutti i DSA, la diagnosi la farà un esperto del settore che sottoporrà il bambino a test specifici, come ad esempio un dettato, esercizi di scrittura, compiti di composizione di testi… In base agli errori commessi dal bambino (che possono essere di tipo fonologico o di altra natura) si capirà il livello e il tipo di disturbo al quale si è di fronte.
Contestualmente, lo specialista controllerà anche le difficoltà o i punti di forza del bambino nel calcolo e nella grafia: la disortografia, infatti, può spesso andare di pari passo con gli altri DSA, ovvero la dislessia (che concerne la lettura), la disgrafia (la scrittura) e la discalculia (la matematica).
Se il bambino è disortografico, quindi, i logopedisti, gli psicologi e i pedagogisti di riferimento sapranno indicare la via più adatta verso il potenziamento, in modo da aiutare il bambino a fare meno fatica trovando anche strumenti compensativi e laterali utili ed efficaci.
Paghetta sì, paghetta no, paghetta quando, paghetta quanto? Tutto ciò che dobbiamo considerare
Giovedì, 18 Marzo 2021 09:07Tutti, probabilmente, siamo cresciuti con la paghetta. Chi prima, chi dopo, arriva un momento nella giovane vita nel quale i genitori sentono sia giusto concedere una piccola somma di denaro da spendere settimanalmente. Alle elmentari? Alle medie? Alle superiori? Il "quando" non è standard, così come non lo è il "quanto". Ma resta una certezza: al di là della somma, la paghetta ai bambini è una pratica molto positiva, perché permette di responsabilizzarli e di fargli capire il valore del denaro (tra le altre cose).
Ecco, quindi, una piccola guida alla paghetta.
L'importanza della paghetta
Tra i benefici della paghetta, spicca su tutti di certo l'insegnamento della responsabilità. I soldi sono importanti, hanno un valore, e conservarli prima di tutto senza perderli è un primo passo. Non spenderli in cose inutuili è il secondo. Con naturalezza si passa poi al concetto di spreco: una volta che hanno il loro gruzzolo in mano, i bambini si trovano a dover decidere se comprare qualcosa che vogliono moltissimo, qualcosa che gli serve, qualcosa che in quel momento vorrebbero ma che costa ancora troppo... Si tratterà di figurine, di un libro, di un giocattolo: non importa il valore del papabile acquisto, ma è fondamentale il processo decisionale che i bambini metteranno in pratica. E di certo qualche volta sbaglieranno, ponderando male i pro e i contro e pentendosi subito dopo l'acquisto, ma anche questo fa parte dell'insegnamento.
C'è poi la parte "generosa". Ovvero: arriverà ad un certo punto il momento in cui i bambini decideranno di investire una parte della paghetta (se non tutta) per un regalo a qualcuno a cui tengono. Sarà un momento bellissimo, che mostrerà loro la bellezza del dono (facendogli allo stesso tempo capire che i regali che acquistiamo noi genitori non sono gratis!).
Avendo una loro paghetta, infine, capiranno il valore del denaro riflettendo su ciò che si può acquistare con tot soldini. Sarà quindi più semplice per loro comprendere ciò che i genitori fanno ogni giorno, ovvero far quadrare i conti con ciò che si ha. Perché il denaro non cresce sugli alberi.
Quando dare la paghetta
Come accennato, non c'è un'età precisa e starà ai genitori decidere. Tuttavia, possiamo dare qualche consiglio. Tendenzialmente, infatti, la paghetta viene data ai bambini a partire dai 7/8 anni, ovvero dal periodo delle elementari, quando già si ritrovano a voler comprare figurine o caramelle, anche in situazioni in cui noi non ci siamo (al mare con i nonni, quando escono con le famiglie dei loro amichetti, all'oratorio...). Basterà, in questo caso, qualche monetina, anche solo 1 o 2 euro. L'importante è spiegare che sono importanti, che hanno un valore (ad esempio, 1 euro sono tot caramelle, 2 euro tot figurine...), e che starà a loro decidere cosa comprarci.
Alle medie i bambini cominceranno ad avere esigenze diverse e si potrebbe passare a cinque euro a settimana, soldini con i quali i ragazzi potrebbero comprarsi il biglietto per il cinema, o una bibita in lattina con patatine per il pomeriggio con gli amici.
Alle superiori bisogna invece ponderare le spese, alzando ancora un pochino la paghetta, ma senza comunque esagerare (20/30 euro è una cifra adatta, se i ragazzi si devono pagare anche autobus per gli spostamenti e servizi quotidiani): la paghetta è educativa anche e soprattutto quando "non basta", costringendo i ragazzi a rinunciare a qualcosa per concedersi altro, no?
La paghetta secondo gli aiuti in casa
Quando questa paghetta non basta (perché, magari, la teniamo volutamente bassa) possiamo aggiungere uno step in più, ovvero il guadagno della paghetta. I ragazzi, infatti, potrebbero aiutare in casa per guadagnare qualcosa di più. Evitiamo, però, di "prezzare" le faccende più comuni come pulire, fare le lavatrici o sparecchiare (quelli sono compiti di tutti, responsabilità civili da dividere), scegliendo di pagare i ragazzi per compiti straordinari, come portare la spazzatura in discarica, dipingere le pareti, sistemare un vecchio mobile, riparare le tende... In questa maniera comprenderanno direttamente e concretamente anche il valore applicato al lavoro, ottenendo allo stesso tempo ciò che desiderano (il denaro per comprare quella cosuccia che puntano da tempo).
Quando si ha voglia di portare in tavola qualcosa di gustoso e un po’ diverso dal solito, non si può non chiamare in causa il pollo al curry. Piatto semplice da preparare e perfetto quando si punta a far conoscere ai più piccoli i sapori piccanti, è la risposta ideale nelle sere in cui, prese tra i vari impegni, diventa difficile portare in tavola più di una portata. Detto questo, non resta che scoprire la ricetta passo passo.
Pollo al curry: la ricetta e i consigli per prepararlo al meglio
Festa del Papà, i libri da regalare ai padri dei nostri figli
Martedì, 16 Marzo 2021 16:00Per la festa del papà, al posto dei regali più classici (dopobarba, profumo e cravatta vi dicono qualcosa?) quest'anno possiamo puntare su un dono diverso, magari più personale e sentito, proprio come può esserlo un libro. Insieme ai bambini, scegliamone uno che parli della relazione tra i papà e i figli, oppure scegliamo un romanzo particolarmente significativo.
In ogni caso, un libro è sempre un ottimo regalo, e questi sono libri perfetti per tutti i papà.
"Sei troppo forte papà!"
Appena uscito, questo libro edito da Mondadori e scritto da Federico Taddia è una divertente e utile guida per scegliere con i bambini le attività da svolgere per godersi il tempo insieme.
"Papà ti voglio bene perché"
Un libro che non è un libro finché un libro lo diventa, perché a scriverlo sono proprio i bambini! Eccolo.
"Cara Ijeawele"
Non è un libro solo per papà di figlie femmine. È un libro per tutti, per capire come l'educazione sia fondamentale per cambiare il mondo. Si intitola "Cara Ijeawele" ed è scritto dalla bravissima scrittrice nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie.
"Voglio il cellulare"
Se i vostri figli sono in quell'età lì (eh sì, ci arrivano sempre più presto!), questo libro può essere un grandissimo aiuto per destreggiarsi tra la reticenza di regalare il cellulare (sono ancora così piccoli...) e la voglia di non farli restare "indietro" rispetto ai coetanei.
"Vita da papà"
I libri da colorare sono ormai un must e sono davvero, davvero rilassanti. In questo periodo come non mai, quindi, questo libro da colorare per papà potrebbe essere il regalo che ci vuole!
"Molto forte, incredibilmente vicino"
Se il papà da festeggiare è un gran lettore di romanzi, non può non leggere questo di Jonathan Safran Foer, che parla della struggente ricerca di Oskar, che ha perso il papà nell'attentato alle Torri Gemelle l'11 settembre 2001. Ormai un classico.
"Febbre a 90"
Per i papà amanti del calcio, un libro cult di Nick Hornby, che racconta la sua storia di tifoso nella quale in molti si rispecchieranno.
"About a boy"
Sempre di Nick Hornby, un romanzo su un padre che non è un padre, ma che mostra come i rapporti familiari possano essere costruiti e come possano rafforzarsi di giorno in giorno. Anche se dall'altra parte c'è un adolescente testardo.
"Iconic whisky"
Un libro coffee-table (e quindi anche bello da vedere) per i papà che apprezzano l'alcool nelle sue forme più classiche ed eleganti. Il bello è che si tratta di una guida per infografiche, molto hipster.
"Infografica della seconda guerra mondiale"
Un libro nerd per papà cool che amano le infografiche, i fun-fact e la storia. Bellissimo da vedere e stupendo da sfogliare.
Festa del Papà, cosa vi auguriamo
Lunedì, 15 Marzo 2021 16:47La Festa del Papà è un evento bellissimo. Ci permette di celebrare voi papà, il vostro amore, il vostro ruolo, la vostra presenza. Perché voi papà siete preziosissimi, unici e finalmente presenti davvero nella quotidianità dei bambini.
Ma voi, papà del 2021, siete papà che ancora devono andare nel bagno delle donne se volete cambiare il vostro bambino. Siete papà che ancora non possono mostrarsi con le lacrime agli occhi per non passare per “femminucce”. Siete papà che ancora si sentono chiamare “mammo” se fate la spesa o vi occupate dei bambini con costanza.
Il nostro augurio, quindi, è che il sessismo venga sconfitto anche nei vostri confronti, e che le conquiste di genere rendano il vostro essere papà finalmente completo, gioioso, normale e paritario.
Vi auguriamo di trovare i fasciatoi nei bagni degli uomini, e non solo in quelli delle donne.
Vi auguriamo un congedo parentale che pareggi quello delle vostre mogli, compagne, madri dei vostri figli.
Vi auguriamo di non venire più chiamati “mammi”.
Vi auguriamo di non sentirvi più baby-sitter, genitori secondari o aiutanti.
Vi auguriamo di poter fare i mestieri in casa senza sentire che la vostra virilità venga messa in discussione, e che i vostri figli prendano esempio da voi.
Vi auguriamo di passare del tempo con i vostri bambini senza il terrore di non sapere dove sono i pannolini, o di come di fanno le trecce, o di portarli a scuola in ritardo, perché la mamma non c’è e la tragedia è dietro l’angolo.
Vi auguriamo di avere una borsa del cambio tutta vostra da sfoggiare con naturalezza e una punta di orgoglio, perché siete abituati ad uscire da soli con i bambini.
Vi auguriamo di poter uscire prima dal lavoro perché vostro figlio ha la febbre e vi cerca, senza il timore di risultare poco professionali.
Ve lo auguriamo, e ce lo auguriamo anche noi mamme, perché la parità e l’equità non sono a senso unico: sono tutti cambiamenti che andrebbero a beneficio dei papà e delle mamme, ma soprattutto dei figli. E della società.
La Festa del Papà: la festa più culinaria che ci sia!
Lunedì, 15 Marzo 2021 09:58I piatti tipici che la celebrano, regione per regione.
La festa del 19 marzo ha origini lontane, anche se nel nostro Paese è stata ufficializzata nel 1968 e ha una valenza fortemente religiosa. Il padre che si festeggia, infatti, è San Giuseppe. Studiosi hanno però individuato radici antiche risalenti addirittura all’antica Roma.
Il 19 marzo i romani festeggiavano le baccanali e in tutte le regioni dell’Impero si preparavano dei banchetti per i poveri con pane e zeppole (frittelle che ricordavano quelle che Giuseppe vendeva per mantenere la sua famiglia quando lui, Maria e Gesù fuggirono dall’Egitto).
La festa è caratterizzata da due tipiche tradizioni, rispettate in tutta Italia: la prima, legata ai falò per la fine dell’inverno, solitamente fatti per purificazione agraria e legati alle tradizioni pagane, la seconda, culinaria, e riferita, in primis, alle zeppole di San Giuseppe, anche se vi sono altri piatti tipici associati alla Festa del Papà.
La Pasta e ceci di San Giuseppe. Gustata su tutto il territorio italiano per San Giuseppe, la pasta e ceci trova una declinazione speciale a Roma (piatto tipico) e nelle regioni del Sud, in particolare Sicilia e Calabria. Il Pane di San Giuseppe è una tradizione consolidata in Sicilia, dove è anche chiamato pane votivo di Salemi. Il pane raffigura fiori, frutta e animali ma rimanda anche a richiami simbolici legati alla sacralità della festa. Al termine della preparazione di questo pane, che dura diversi giorni, viene posto nell’altare di famiglia. La Minestra di San Giuseppe, a base di verdure, ma che si differenzia dal minestrone perché gli ingredienti vengono aggiunti poco alla volta. Il Macco di San Giuseppe, tipico piatto siciliano, a base di fave e a cui si aggiunge, in base alle zone, zucca, pomodoro e pasta fatta a pezzetti. I Tortelli o frittelle di San Giuseppe, simili alle castagnole, sono un classico delle regioni del Nord e, in particolare, della Lombardia. Facili da preparare e in due versioni, con o senza crema all’interno. I Carciofi imbottiti o con il tappo. Anche questo piatto è tipico siciliano. Cotti in tegame, vengono chiamati anche “con il tappo” e sono spesso preparati dai bambini che si divertono a “riempirli” e a richiuderli. I Maritozzi, tipici del Lazio, panini a base di farina, uova, burro, miele e sale farcito di panna montata, caratterizzati dal contrasto fra il salato del panino e il dolce ripieno di panna. Le Raviole bolognesi, dolce tipico emiliano, fagottini di pasta frolla a forma di mezzaluna, ripieni di marmellata (di solito di mele cotogne o di prugne). La Sfincia di San Giuseppe, ancora una volta dolce tipico della Sicilia realizzato con una pasta fritta nello strutto e ricoperta di ricotta di pecora, canditi e pezzetti di cioccolato. La Focaccia di Gavina, un calzone ripieno di cipolle, alici e uva passa e, per finire, le Zeppole scaldatelle, cilentane, a base di farina, vino bianco, mandarini, limoni, arance e miele millefiori.
Dopo questa “carrellata” di piatti tipici da preparare al papà per festeggiarlo il 19 marzo, non resta che fornirsi degli ingredienti per realizzarli o di pietanze tradizionali già pronte. Noi vi suggeriamo di dare un’occhiata ai dolci tipici regionali su Destination Gusto, lo shop online degli amanti del buon cibo italiano. I dolci, si sa, sono un vero e proprio gesto d’amore. Ma se oltre al dolce voleste stupirlo con un regalo di gusto completo di altre prelibatezze e fargli sapere quanto sia speciale per voi, troverete sempre sul portale una selezione di idee enogastronomiche tutte per LUI!
Fonte:
Solo libri
Thecolvinco
Lorenzo vinci
Il giornale del cibo