Felicità e voti? Tutto collegato
Quando siamo felici e tranquilli tutto ci riesce meglio. Anche il lavoro sembra meno faticoso, vero? Bene. È ora di iniziare a pensare che questo binomio felicità-produttività vale anche per i bambini. Perché anche loro soffrono le situazioni, hanno alti e bassi, si sentono più o meno felici. E anche il loro rendimento a scuola ne risente assolutamente. Parola di ricercatori.
Felicità e voti? Tutto collegato: un team di ricercatori ha studiato il collegamento tra umore e voti scolastici, capendo che la felicità influisce positivamente proprio su tutto
Non sarà una scoperta dell’acqua calda, ma è interessante capire come lo stato mentale di un bambino possa influenzare la sua vita, in modo da provvedere sempre alla sua serenità, sia da genitori che da insegnanti.
Lo studio di cui parliamo è uscito su “Usable Knoledge”, il sito internet di informazione collegato alla Harvard Graduate School of Education, ramo della famosa università che si occupa proprio della formazione degli insegnanti. La ricerca è stata condotta dalla docente Christina Hinton, che ha voluto indagare la correlazione tra felicità, motivazione e successo, cercando anche di capire quali sono effettivamente i fattori che possono contribuire alla felicità di uno studente (per aiutare quindi le scuole a migliorarsi). Ha quindi preso in considerazione un notevole numero di studenti della St. Andrew Episcopal School di Washington D.C., dalle elementari al liceo, concludendo che la felicità ha in effetti molto a che fare con il successo a scuola.
La ricerca si è fondata sia su dati qualitativi, e cioè misurando la felicità e la motivazione degli studenti, sia su elementi più quantitativi e atti a misurare effettivamente i risultati, e cioè i voti a scuola.
I risultati sono davvero interessanti. Secondo la docente, la felicità è per tutti gli studenti associata intrinsecamente alla motivazione, ma anche con i voti. Dall’altra parte, la felicità è possibile spesso solo quando gli studenti si trovano bene a scuola, con i compagni, con gli insegnati e con i tutor. Tutto questo lo si è appreso anche direttamente dagli studenti, e non solo dai loro voti: sono stati infatti proprio loro a esporre la loro prospettiva, dichiarando come si sentono a scuola.
In sostanza e in conclusione, secondo la dottoressa Hinton, la relazione effettiva tra la felicità e i voti (che si alzano quando uno studente è in uno stato mentale positivo) è degna di nota, poiché permetterà in futuro di capire di cosa c’è bisogno per migliorare la qualità di tutte le scuole e di tutti i sistemi, mettendo al centro il benessere degli alunni.
Gli alunni interpellati hanno già provato a dare qualche risposta, dato che i ricercatori hanno chiesto loro cosa, secondo loro, potesse contribuire a supportare il loro apprendimento. Le risposte hanno spesso implicato la felicità, dato che per i ragazzi studiare in un ambiente divertente, positivo e felice è certamente più stimolante, così come studiare in una scuola sicura.
Una rete di relazioni costruttive e supporto reciproco sembrano quindi essere, nella parole della professoressa a capo dello studio, la chiave per la felicità scolastica. “Se le scuole vogliono supportare il successo e il benessere dei loro ragazzi, dovrebbero prendere davvero seriamente in considerazione l’idea di avere relazioni più positive tra studenti e insegnanti”.
Parole che paiono semplici. Ma siamo sicuri che nelle nostre scuole questa felicità e questa relazione di supporto siano davvero perseguite con serietà? Spesso i valori più importanti passano, volenti o nolenti, in secondo piano. Ma forse a volte è meglio guardare con occhi nuovi la situazione, per aggiustare il tiro e rimettere i ragazzi al centro della scena. Quella scena a cui loro appartengono, quella scena che dovrebbe supportarli e metterli sempre in primo piano.