“La via del metodo analogico”, il libro di Camillo Bortolato
Vi avevamo già parlato del metodo analogico di Camillo Bortolato, uno strumento prezioso per gli insegnanti e per i genitori che svela come tornando alla logica infantile non compromessa dalla didattica tradizionale si possa trovare un metodo logico e matematico (ma applicabile anche ad altre materie) per scoprire la matematica in un’altra maniera, più semplice e definitiva.
Un modo nuovo di insegnare e imparare, dunque, che è spiegato benissimo in un libro che consigliamo a tutti, “La via del metodo analogico” di Camillo Bortolato.
“La via del metodo analogico”, il libro di Camillo Bortolato: il volume di Erickson per capire a fondo e in maniera semplice il metodo analogico per l’apprendimento della matematica
“La via del metodo analogico” è un libro scritto da Camillo Bortolato ed edito dalla casa editrice Erickson. L’autore insegna da più di quarant’anni nella scuola primaria e il suo metodo si basa dunque non solo su concetti, ma sulla concretezza.
“Teoria dell’apprendimento intuitivo della matematica”: così si legge nel sottotitolo, e basta questo per capire a grandi linee di cosa tratti il libro. Gli insegnanti e i genitori che vogliono saperne qualcosa di più possono quindi affidarsi a questa lettura per capire come slegandosi per un attimo dai granitici insegnamenti della matematica tradizionali si possa sperimentare un metodo semplice, intuitivo e davvero efficace per introdurre i ragazzi allo studio di questa materia.
Ciò che colpisce è che in realtà questo metodo non utilizza nulla di nuovo, ma semplicemente rispolvera qualcosa che già avevamo dentro, che già utilizzavamo, e che avevamo semplicemente spostato di lato per far posto ai concetti imparati durante la scuola. Per riscoprire questo metodo che tutti abbiamo innato dentro l’autore utilizza una metafora molto comprensibile, quella della montagna in salita, che è diversa per un insegnante e per un bambino ma che è la strada che dovremmo percorrere.
Questa montagna è fatta di tre livelli: il mondo delle cose, alla base; il mondo delle parole, al centro; e il mondo dei simboli, su in cima. Nel metodo analogico i simboli si mettono per un attimo da parte, perché per Bortolato l’apprendimento e il calcolo mentale si svolgono essenzialmente ai primi due livelli, nel mondo delle cose e in quello delle parole, che possono essere anche intesi come mondo delle immagini e mondo dei nomi.
Le immagini saranno quindi “palline”, palline che i bambini visualizzano per capire le quantità, e le parole saranno i termini associati alle quantità, e cioè i numeri. E perché si chiama “Analogico”, questo metodo? Perché si fonda proprio sulle palline, che sono l’unica cosa che non è linguaggio. Che è, insomma, qualcosa di concreto.
Da qui prende avvio tutto il metodo, che inquadra l’importanza del posizionamento di queste palline (perché non sono le palline in sé ad essere importanti ma il loro posto!), del posto, dell’ordine e dello spazio. Si utilizzano quindi immagini e analogie per spiegare il metodo, come il contenitore delle uova con i suoi spazi o la linea dei numeri di Bortolato, uno strumento utilissimo. Il tutto poi si estende alle mani e ai regoli. Perché le mani? Perché c’è chi dice che contare con le dita sia uno strumento utile, e chi invece le condanna. Ma Bortolato spiega benissimo il ruolo delle dita nel suo metodo, e vediamo come effettivamente le mani siano uno strumento davvero prezioso per approcciarci alla matematica.
Nel metodo esistono quindi varie vie, che possono essere utilizzate con ogni bambino. La via della semiretta numerica, quella dei numeri come spazio, le dita intese come confine dei numeri… Tutto per arrivare al “tempio” in cima alla montagna, la scrittura dei numeri e il calcolo mentale.
Alla fine del libro ci accorgiamo sostanzialmente di una cosa: che questo metodo è così valido proprio perché parte dal basso, dalla base della montagna, per arrivare in cima senza perdere nessun passaggio o mescolare concetti, in modo che i bambini possano rafforzare la loro logica istintiva per arrivare a padroneggiare fino in fondo la matematica.