Il fruttosio fa male?
Come tutto, non bisogna mai esagerare e seguire una dieta variegata e naturale. Tuttavia è bene entrare un pochino più nel dettaglio: il fruttosio è un sostituto dello zucchero, ed effettivamente è un pochino più benefico di quest’ultimo. Ma è comunque un dolcificante, e come tutti i dolcificanti andrebbe limitato.
Vediamo dunque insieme le sue proprietà, le limitazioni e le attenzioni che dobbiamo rivolgere al fruttosio quando decidiamo di utilizzarlo come sostituto dello zucchero.
Il fruttosio fa male? Tutto ciò che dobbiamo sapere sul fruttosio, il sostituto naturale dello zucchero con meno calorie e meno effetti negativi sull’organismo
Il fruttosio (detto anche levulosio) è uno zucchero semplice (monosaccaride, a differenza dello zucchero di canna e di barbabietola che è un disaccaride) che si trova principalmente nella frutta e nel miele e che tra i vari zuccheri naturali è al palato il più dolce e zuccherino.
La frutta che contiene il maggior quantitativo di fruttosio sono le banane e l’uva. Ma non manca nemmeno in altri alimenti: i pomodori, ad esempio, ne contengono parecchio.
Il fruttosio lo si può trovare al supermercato sotto forma di liquido (la sua forma naturale a temperatura ambiente) o di polvere bianca, proprio come lo zucchero. Quello che compriamo deriva, appunto, dalla frutta, e viene estratto dagli scarti. Lo si può trovare, però, anche chimico, e cioè estratto dall’amido di mais.
Oltre che in merendine, yogurt, biscotti ed altri alimenti, lo possiamo trovare in moltissimi cibi comuni che compriamo al supermercato, poiché il fruttosio ha un potere anti-muffa ed è quindi un alleato della conservazione naturale.
Per quanto riguarda i benefici, certamente il fruttosio è da preferire al saccarosio (lo zucchero “normale”) e al glucosio: il primo, infatti, ha un indice glicemico nettamente minore (19-23) rispetto agli altri due (il saccarosio è a quota 68, il glucosio 100).
Ma qual è la quantità giornaliera raccomandata di fruttosio?
Solitamente si parla di 40 e 50 grammi al giorno (a seconda, anche, della conformazione fisica del soggetto e dell’attività fisica che questo svolge). La nostra dieta, però, è già ricca di zuccheri anche se non ce ne rendiamo conto (basta mangiare carboidrati), e per questo dovremmo fare molta attenzione riguardo a ciò che assumiamo: scegliere il fruttosio al posto dello zucchero, insomma, non basta. Ciò che è più raccomandato è la limitazione generale degli alimenti dolci e di zuccheri semplici durante la giornata.
I danni che il fruttosio può provocare, infatti, non sono da sottovalutare o da ritenere minori rispetto a quelli dati dallo zucchero.
Assumerne quantità eccessive non provoca solo meteorismo (un accumulo di gas intestinali), ma anche dissenteria e gonfiori. Allo stesso tempo, rende l’intestino irritabile.
Come tutti i dolcificanti, poi, anche il fruttosio (anche se con forza minore rispetto al saccarosio e al glucosio) rende dipendenti. Mangiandone troppo rischiamo di volerne sempre di più, e abituarsi a questo regime significherebbe provocare non solo un aumento di peso (sovrappeso e obesità sono dietro l’angolo), ma anche un insorgere del diabete per l’aumento della glicemia nel sangue. Ed è un circolo vizioso: il diabete provoca la mancata secrezione di insulina nel sangue, ed è anche l’insulina a dare il senso di sazietà, che, una volta perso, fa continuare sulla strada del sovrappeso.
Un luogo comune da sfatare, infine, sono le calorie del fruttosio. C’è chi sceglie il fruttosio al posto dello zucchero semplicemente perché crede che il primo abbia meno calorie del secondo (e che sia quindi meno ingrassante). In realtà non è assolutamente così: semplicemente, ha un potere dolcificante molto più alto e di conseguenza possiamo utilizzarne meno rispetto allo zucchero.
Insomma, per concludere: scegliere il fruttosio al posto dello zucchero “normale” è di certo un’ottima idea. Ma ciò non significa che siamo autorizzati a consumarne in maggiori quantità lasciandoci sfuggire la mano. Il fruttosio che assumiamo va comunque tenuto sotto controllo, tenendo sempre presente che la frutta e la verdura ne contengono già una buona quantità.
Alcune regole però sono sempre utili per la nostra alimentazione: VARIARE, quindi alternare dolcificanti sani (qui trovate altre modalità di dolcificare in maniera naturale), ascoltare il vostro corpo (io per esempio tollero molto bene il fruttosio e malissimo lo zucchero integrale di canna o lo sciroppo d'acero, che mi provocano invece molta dipendenza) e, ove possibile, farvi guidare da un bravo nutrizionista che possa fornirvi indicazioni alimentari specifiche per voi.
Giulia Mandrino
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