Come fare con i bambini che rispondono male
Eh sì, ad un certo punto arriva anche quel momento. Chi prima, chi dopo, i nostri figli iniziano a risponderci male. Ed è normale: facendolo, stanno testando i nostri limiti e provando ad imporre la loro personalità. Ma anche se è totalmente sano e benefico per la loro crescita, questo non significa che dobbiamo lasciarglielo fare senza dire nulla.
Ma invece di arrabbiarci, di lasciare che la frustrazione ci prenda e di innervosirci, proviamo questi metodi.
Come fare con i bambini che rispondono male: quali strategie adottare quando i nostri figli ci rispondono male
Quando accade la rispostaccia? Nei momenti più normali, e non solo quando siamo arrabbiati tra di noi. Magari semplicemente perché il bambino vuole mangiare una determinata cosa che noi non gli concediamo, o perché vorrebbe vestirsi in un certo modo in una data occasione, oppure, ancora, semplicemente perché non ha voglia di fare ciò che gli stiamo chiedendo.
E questa rispostaccia può essere verbale (con i ragazzi più grandi che azzardano anche qualche parolaccia) o fisica, con gli occhi che si alzano al cielo, episodi di rabbia e urla, o di risate e scherno.
Ma c’è una bella linea tra il rispondere male perché stanno crescendo e il rispondere male diventando maleducati e irrispettosi. E quella linea la possiamo tracciare noi.
La prima regola, da parte dei genitori, è restare calmi. Sembrerà banale, ma è una chiave di svolta. Perché se è normale lasciarsi prendere dal nervosismo quando i nostri figli ci rispondono male, stare calmi significa prendere il toro per le corna.
Semplicemente, stando calmi i nostri figli si troveranno di fronte persone calme, e staranno calmi a loro volta quando spiegheremo le nostre ragioni e quando li rimprovereremo. Se il rimprovero arriva in maniera “esplosiva”, infatti, sarà normale per loro esplodere ancora di più a loro volta.
In questo modo, i nostri figli non solo ci ascolteranno di più, ma impareranno da noi, osservandoci, come si risolvono i problemi in maniera tranquilla.
Spieghiamo quindi le nostre ragioni e cerchiamo di capire da dove viene la rispostaccia. “Perché mi stai rispondendo così male?”. “Secondo te è piacevole sentirsi rispondere in questa maniera?”. “Come potresti dirmi questa cosa senza ferirmi?”.
Dopodiché, elenchiamo, insieme ai bambini, le regole della famiglia. Spesso, infatti, le risposte cattive arrivano quando i genitori non concedono qualcosa. Perché è giusto seguire certe regole? E quando sarà il momento giusto per, invece, fare uno strappo alla regola?
Infine, proviamo a pensare all’indipendenza dei bambini. Quando un bambino risponde male sporadicamente, non è un problema. Ma quando comincia a farlo su base giornaliera, probabilmente il problema è più profondo e non è un capriccio, né un tentativo di testare i confini o di imporre la propria scelta una tantum. Si tratta, invece, di un problema di indipendenza.
In questo caso è giusto chiedersi: lasciamo a nostro figlio/nostra figlia la possibilità di esprimersi? Di scegliere le attività da svolgere in famiglia? Di mangiare ciò che vuole nel rispetto delle regole?
In generale, infatti, è giusto che i bambini seguano le regole e le routine della famiglia, ma che allo stesso tempo abbiano la possibilità di esprimersi, di fare ciò che il loro istinto gli comunica e di condividere tutto questo con la famiglia.
Una soluzione alle rispostacce, quindi, può essere quella di concedere una volta ogni tanto, in giornate stabilite, la “sua giornata”. Una giornata che sia divertente e lontana dalle regole solite della famiglia, per sfogarsi e per, soprattutto, seguire la personalità del bambino, che sentirà di avere un po’ di controllo sulla sua vita, sentirà l’interesse da parte dei genitori e proverà un senso di responsabilità.
Ma come può una giornata sola, sporadica, contrastare il rispondere male? Può, perché è una strategia preventiva e proattiva. In questo modo non contrasteremo le rispostacce, ma le preverremo!