Anche le mamme possono vivere lontano: basta stigmatizzarle
Ancora oggi, le madri che decidono di vivere lontano dai propri figli - per necessità o per scelta - vengono dipinte come madri snaturate, cattive e insensibili. Quando invece se a vivere lontano è il padre, la situazione viene vista come (pressoché) normale.
La parità a cui la nostra società aspira, però, passa anche da qua, e non solo dalle conquiste sul lavoro, sull'equità domestica e sulla libertà personale. E non si parla di normalizzare, ma semplicemente di togliere il senso di vergogna e di dare un freno al giudizio che automaticamente si attiva quando una mamma prende la decisione di allontanarsi da casa, temporaneamente o per periodi più definitivi.
Perché alcune mamme si allontanano
Non stiamo parlando, chiaramente, di abbandono: quello è un altro discorso. Parliamo di quelle madri che per svariate ragioni decidono di vivere separatamente rispetto ai propri figli. Potrebbe capitare in seguito a una separazione, oppure a causa della carriera lavorativa. E potrebbe trattarsi di una scelta sofferta, oppure di una decisione consapevole e non traumatica come si aspetta la società. Ancora: alcune mamme (come capita ad alcuni papà) non sopportano il peso della genitorialità. Altre, invece, vorrebbero portare questo peso, ma non viene loro concesso.
In ogni caso - che sia una mamma che vive in un'altra città per lavoro oppure di una madre che non ha l'affidamento esclusivo dei propri figli - la situazione viene guardata con uno sguardo di disapprovazione, anche inconsciamente e anche involontariamente. Senza mettersi nei panni di chi compie questa scelta, ma attivando l'unica lente che secoli di patriarcato ci hanno messo a disposizione.
Questione di cultura
Che poi, se ci si pensa, è anche questione di cultura e di punto di vista. Pensiamo solo all'altissimo numero di donne dell'Est Europa che vivono in Italia o in altri Paesi: qui svolgono lavori (spesso, ma non solo) di assistenza, vivendo lontane dai propri partner e lontane dai propri figli. Anche in questo caso è una scelta legata alle economie domestiche e familiari. E anche se si tratta di una scelta più "obbligata" dalla situazione (per perseguire stipendi più alti che possano coprire il fabbisogno della propria famiglia), nessuno si sognerebbe di recriminare loro questa decisione (giustamente).
In questo caso, lo sguardo è più di stima e di (errata) pietà, di empatia e di comprensione.
Perché, allora, se le mamme italiane (ed europee, e statunitensi) scelgono di allontanarsi per un periodo o di lasciare i figli prevalentemente con i compagni uomini vengono viste ancora come degeneri e irresponsabili?
I padri single sono sempre di più
La questione tuttavia è importante e va affrontata, e non solo perché è giusto che questo stigma venga rimosso, ma anche perché sono i tempi che lo richiedono: i padri single sono sempre di più, e questo significa che aumentano al contempo le madri che vivono lontano dai propri figli e che non hanno il classico affidamento esclusivo.
Anche perché lo sguardo sbagliato è bidirezionale e lede non solo le madri, ma anche i padri, come se non fossero abbastanza e come se il loro ruolo fosse solo secondario.
Cambiare la narrazione e modificare il giudizio, quindi, non solo andrà a beneficio della parità reale tra uomini e donne, ma sarà raggiungibile solo seguendo il percorso di parità, in un legame indissolubile.