Essere mamma nel mondo: la maternità a Cuba
Probabilmente tra poco cambierà tutto: l'apertura al mondo ha (finalmente?) permesso a Cuba di confrontarsi con la cultura globale, ed è probabile che molte abitudini varieranno e si rinnoveranno (speriamo però che i bellissimi colori e le tradizioni non scompaiano!).
Ma com'è essere mamma a Cuba, questa bellissima nazione coloratissima e circondata dal mare? Come ogni paese ha le sue abitudini e peculiarità, ma è ancora più interessante degli altri. Il turismo e l'embargo lo hanno reso infatti un paese tutto particolare!
Essere mamma nel mondo: la maternità a Cuba, ovvero cosa vuol dire essere mamma su una grande, bellissima isola tropicale
Innanzitutto, per capire un paese bisogna capire la sua economia. In particolare il suo tenore di vita. I cubani guadagnano molto, molto, molto poco (meno di cinquanta dollari al mese): i prezzi sono certamente più bassi, ma in ogni caso è necessario sapersela cavare. Ecco anche allora spiegato il temperamento gioioso e positivo dei cubani, che hanno la chiacchiera facile e sanno trarre del positivo da tutto.
Anche in cucina: spesso i cibi scarseggiano, anche perché la maggior parte proviene dalle colture locali, e spesso i soldi non bastano; l'improvvisazione è quindi una bella abitudine per far fronte ai problemi pratici senza che diventino insormontabili!
Nonostante il paese sia così povero, la scuola e la sanità sono davvero ottime: la scuola è infatti gratuita e obbligatoria (per questo ci sono moltissimi laureati - anche se alla fine si ritrovano magari a fare i tassisti per guadagnare molti più dollari americani). E per la sanità vale lo stesso principio: Cuba è piena di piccole cliniche nelle quali la gente si reca per ogni problema, dal più piccolo al più complicato. L'unica pecca è che, per forza di cose, la medicina non è così avanzata e tecnologica.
Per quanto riguarda i pannolini, purtroppo a Cuba sono costosi e di bassa qualità, e in generale nei supermercati scarseggiano. Ecco perché spesso le mamme, che non possono nemmeno ordinarli online, utilizzano quelli usa e getta come se usa e getta non fossero, lavandoli, stendendoli e riutilizzandoli. Purtroppo i moderni pannolini lavabili non sono ancora un'abitudine e per questo non si trovano...
Questi problemi tuttavia svaniscono quando per strada la gente ammira il tuo bambino, facendoti sentire davvero fortunata: per anni Cuba ha infatti sofferto di un pesante calo delle nascite, dovuto a moltissimi fattori tra gli economici e i sociali. Ecco perché i cubani sorridono ai bambini, li benedicono, gli toccano le manine: gli vogliono davvero bene. Nei quartieri (che sono sicurissimi: le armi sono pochissime e la criminalità molto bassa) tutti conoscono tutti, e per un bambino è il paese ideale per crescere tranquillo e spensierato!
L'allattamento? Beh, allattare in pubblico non è un problema. Sono poche le mamme che ricorrono al latte in polvere, sia per il costo sia per la scarsità, quindi è assolutamente normale. E, strano rispetto a tutti gli altri paesi, i pediatri consigliano di dare in aggiunta al latte materno anche delle puree vegetali, per assicurarsi che i bambini prendano peso.
E quando i bambini crescono diventano, come tutti i cubani, amanti assoluti dello zucchero. Lo zucchero di canna è uno dei prodotti più esportati, Cuba ne produce moltissimo, e molti dei cibi sono così zuccherati. E in tivù capita spessissimo di trovare esperti che parlano dell'alimentazione elogiando lo zucchero!
Per quanto riguarda i giochi e il tempo libero, non stupitevi se vedrete bambini impegnati in attività super anni Novanta come i rollerblade: qui sta arrivando tutto ora! Anche internet non è ancora radicato nelle abitudini, quindi giocare più analogicamente creandosi i propri giocattoli con ciò che si trova e soprattutto stare all'aperto è ancora l'attività principale.
La danza così come la musica è una grande tradizione di Cuba e coinvolge maschi e femmine indiscriminatamente: dalle strade alle scuole di danza per i più fortunati, sembra che già da piccoli la musica scorra nelle loro vene.
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Sara Polotti