I quattro passi del benessere (secondo la scienza!)
Il benessere è qualcosa di scientifico e non solo puramente emozionale. Le nostre scelte di vita e le nostre abitudini sono fondamentali per la serenità e per lo stare bene, e su questo non ci piove. Il 2020 ce l’ha fatto capire molto bene: isolamento, sedentarietà forzata, sentimenti di paura e di tristezza non aiutano di certo la nostra armonia mentale e fisica, ma allo stesso tempo ci fanno capire l’importanza dello stare bene.
La buona notizia è che questo “star bene” è possibile allenarlo, attraverso dei passi mentali che parrebbero essere la chiave del senso di soddisfazione e benessere umano. A stilarli sono stati alcuni ricercatori dell’Università del Wisconsin dopo attenti studi.
I quattro passi del benessere (secondo la scienza!): come allenare il proprio “star bene” secondo questa ricerca universitaria
Lo studio a cui ci riferiamo è stato pubblicato sulla rivista scientifica PNAS - Proceedings of the National Academy of Science degli Stati Uniti d’America e si intitola “The plasticity of well-being: A training-based framework for the cultivation of human flourishing”. Traduzione? “La plasticità del benessere: un quadro basato sull’allenamento per la coltivazione della crescita umana”.
I ricercatori (Cortland J. Dahl, Christine D. Wilson-Mendenhall e Richard J. Davidson) hanno svolto una ricerca i cui risultati indicano che il benessere può essere coltivato attraverso l’allenamento mentale, o mental training. Integrando diversi studi neuroscientifici e psicologici, hanno evidenziato come il benessere passi attraverso quattro dimensioni, o stadi: la consapevolezza, la connessione, la profondità e lo scopo.
Conoscendo questi “stadi”, la persona può dunque attivamente ricercare il proprio benessere, partendo dalla mente per arrivare al benessere fisico.
Prima di tutto, bisogna coltivare la consapevolezza, ascoltando se stessi e l’ambiente circostante. Un ottimo esercizio per allenarla è meditare (o pregare, per i credenti), una situazione che permette un ascolto profondo delle sensazioni, dei suoni e dei pensieri. Di se stessi.
In secondo luogo, è bene allenare la “connessione”, ovvero il legame con il mondo esterno e con le persone vicine. L’essere umano è un animale sociale e coltivare i legami è per lui fondamentale. Ecco perché è importante non isolarsi, anche quando questo sembrerebbe la soluzione o la necessità.
La profondità del pensiero è il terzo pilastro dell’allenamento mentale e coltivarlo significa conoscere se stessi, affidarsi alle proprie emozioni e seguire i propri pensieri, ascoltandoli sotto alla superficie. Ciò significa anche non abbarbicarsi sulle proprie convinzioni, ma lasciarsi guidare dalla propria mente e da ciò che si è, ascoltando comunque il mondo esterno e quello interno a noi stessi, scavando e indagando.
Infine, lo scopo, l’obiettivo, che deve essere sempre di fronte agli occhi, che può variare e prendere strade inaspettate e che va dunque ricalibrato in corsa, ma che è fondamentale per raggiungere il benessere.