Zucchero e tumori: come prevenire il cancro con l'alimentazione
Mercoledì, 07 Ottobre 2015 08:57L’alimentazione svolge un ruolo chiave nella prevenzione di patologie, anche e soprattutto nelle problematiche tumorali. Un alimento che forse in pochi sanno svolgere un’attività nociva in queste situazioni è lo zucchero.
Ecco allora che vi spieghiamo la connessione zucchero e tumori: come prevenire il cancro con l'alimentazione attraverso il contenimento degli zuccheri raffinati.
Uno studio italiano durato 11 anni, in cui sono state coinvolte più di 8000 donne, ha sentenziato che un’alimentazione ricca cibi ad alto indice glicemico (alimenti in grado di alzare la glicemia, ovvero il livello di zuccheri nel sangue) è associata ad un incremento del rischio di cancro al seno del 45 %. Dati sperimentali hanno dimostrato che le cellule tumorali, per crescere, si nutrono di zucchero e necessitano di insulina (ormone prodotto normalmente dal pancreas, la cui funzione è quella di abbassare la glicemia). Le cellule cancerogene sono in grado di esprimere proteine abili a captare insulina e altri ormoni simili ad essa. Queste cellule, quindi, sono capaci di incamerare all’interno di essa lo zucchero grazie all’insulina, utilizzandolo come fonte di energia per crescere e duplicarsi. L’insulina, chiamata anche ormone dell’ingrassamento, favorisce infatti la produzione di fattori che promuovono la crescita cellulare che è alla base dello sviluppo di tumori. Ciò che attiva l’insulina è lo zucchero. Un eccesso di zuccheri (soprattutto quelli ad alto indice glicemico come la pasta o i dolci) nella propria alimentazione induce un aumento della glicemia con conseguente produzione di insulina. Questi picchi di insulina, oltre a favorire il sovrappeso o peggio ancora l’obesità, comportano un’ipoglicemia (abbassamento repentino dei livelli di zuccheri nel sangue) con conseguente nuova richiesta di zuccheri e quindi fame. Maggiore è il consumo di zuccheri, maggiore è la voglia di essi. Fondamentale dunque avere un’alimentazione controllata: privilegiare l’assunzione di alimenti a basso indice glicemico e cibi integrali, riducendo l’apporto di farine raffinate, patate, marmellate e dolci. Una sana alimentazione associata all’attività fisica (altra “arma” in grado di abbattere l’insulina) permette di interrompere il circolo vizioso della richiesta di zuccheri, prevenendo lo sviluppo di cancro e altre numerosi patologie infiammatorie.
Dr. Alessio Tosatto
Biologo Nutrizionista IMBIO
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Pronto soccorso pediatrico con l'Ayurveda
Lunedì, 05 Ottobre 2015 15:28L'Ayurveda è la medicina più antica dell'umanità, risale infatti a prima del 500 a.C.: è un sistema complesso di tecniche mediche, pratiche, filosofie molto interessanti, efficaci e utili. E' basato sulla teoria dei Dosha, forze vitali che regolano il nostro organismo. L'ayurveda non è solo applicabile all'uomo adulto ma risulta estremamente efficace anche sui bambini.
Ecco allora il pronto soccorso pediatrico con l'Ayurveda: i consigli di mammapretaporter.it e Virya Ayurveda Italiana per il primo soccorso del bambino in caso di febbre, influenza e malanni
- Tapaka Virya, unguento privo di eccipienti, conservanti, coloranti che aiuta il riassorbimento rapido delle “botte“, ma anche a togliere il dolore e prurito da punture d’insetto, le scottature da sole o piccole bruciature, le irritazioni della pelle dal contatto con ortiche o dovute da qualsiaisi altra causa;
- Nirjala Virya, decotto di piante, già pronto privo di alcool, zucchero e conservanti ottimo per aiutare ad eliminare la tosse, il raffreddore e tutte le problematiche respiratorie;
- Virechan Virya, un decotto concentrato di piante che aiutano a regolare l’intestino pigro e ad eliminare muco presente nell’organismo che per l’Ayurveda è fonte dell’origine della febbre;
- Tejas Virya, compresse che possono essere schiacciate con ghee o con il VirechanVirya® da usarsi in caso di febbre;
- Grahah Virya, compresse schiacciate con un poco di miele e limone dopo il vomito, degluttito con un poco di acqua calda.
I precedenti non costuiscono prescrizione medica, consultate sempre il vostro pediatra di riferimento.
Giulia Mandrino
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Le mistery bag Montessori
Lunedì, 05 Ottobre 2015 15:11Uno dei punti cardine del metodo educativo stilato da Maria Montessori è l’avviamento del bambino verso la dimensione della scoperta e della naturale curiosità che nasce in lui dal contatto visivo e con l’ambiente. Tra i materiali utili a questo scopo c’è la Mistery Bag, letteralmente la “borsa delle sorprese”, un fagotto all’interno del quale sistemare giochi e altri oggetti.
L’obiettivo è che il bambino, aprendo la borsa in questione, sia stimolato, e incuriosito dal contenuto e cerchi di saperne di più. La domanda che ci si aspetta è, quindi: “che cos’è?”, con conseguente volontà di scoprire tutti gli oggetti che sono all’interno della borsa.
La Mistery Bag può essere una borsa qualsiasi, di dimensioni media, oppure un fagotto realizzato manualmente e chiuso con un nastro, oppure uno zainetto per bambini. Al suo interno potete metterci qualsiasi cosa, dai giochi per l’infanzia in senso stretto a diversi oggetti da sottoporre all’attenzione del piccolo.
Nel caso dei giochi, potete usare la borsa come contenitore per le figure piane, o solide, se le usate, oppure come semplice contenitore di oggetti di uso quotidiano. L’obiettivo è far scaturire stupore e curiosità nel bambino nei confronti di ciò che tirerà fuori dalla borsa.
Ecco allora come creare una mistery bag Montessori:gli oggetti da inserire in un semplice sacchetto per creare un gioco montessori per bambini.
Tra le cose più frequenti, semplici oggetti che potete facilmente trovare a casa, ci sono:
- Forme geometriche, anche in versione morbida
- Nastri o fiocchi
- Animali di gomma, come il cane o la paperella
- Gomitoli di lana
- Palline
- Oggetti che si trovano in natura, come pigne o castagne
La redazione di Mamma pret a porter
immagine tratta da http://www.howwemontessori.com/how-we-montessori/2014/07/using-the-stereognosticmystery-bag.html
Le sensory walls Montessori
Lunedì, 05 Ottobre 2015 13:54Secondo il Metodo Montessori, l’attività sensoriale e lo sviluppo dei sensi sono fondamentali per l’apprendimento del bambino e il modo migliore per mettere in pratica questo principio è puntare su un’attività ludica creativa ed esplorativa.
Ecco allora come allestire dentro casa le sensory walls Montessori: una parete sensoriale, alla lettera, che si presenta come una zona gioco volta alla scoperta dei sensi che coinvolge attivamente i bambini.
Il Metodo Montessori presuppone un approccio educativo che sottolinea con enfasi l’importanza dei sensi del bambini e la necessità di svilupparli nel modo corretto. L’obiettivo, è quello di favorire il naturale sviluppo del bambino, anche intellettivo, attraverso la scoperta personale.
Questo è il motivo per cui lo sviluppo dei sensi del corpo umano è considerato di estrema importanza, così come è importante, quindi, orientare il bambino verso un’attività ludica improntata all’esplorazione e all’arricchimento personale.
A questo proposito vi presentiamo oggi un gioco. Si chiama sensory wall, più comunemente conosciuto come parete sensoriale, si può costruire anche casa, con materiali di recupero e con le più semplici tecniche di fai da te e offre numerosi benefici per l’apprendimento del vostro bambino:
- Stimola i sensi del piccolo: vista, tatto, udito e a volte anche l’olfatto
- Aiuta lo sviluppo dell’intelligenza
- Favorisce il manifestarsi della naturale curiosità verso gli oggetti e l’ambiente
- Il bambino, giocando, si allena utilizzando tutte le sue abilità
Per costruire una parete di gioco non esiste uno schema preciso. Potete, infatti, crearne una in diversi modi, utilizzando vari materiali e puntando sul tema che più vi piace. Per iniziare, e giusto per darvi un’idea di quella che è una parete sensoriale di gioco, vi proponiamo questo bellissimo progetto creativo.
Partiamo con l’occorrente necessario per costruire la parete; una tavola di legno, viti, trapano e martello per il fissaggio, varie porzioni di tessuto, che possono essere anche materiali di diverso genere, numeri da decorazione, catene di plastica e rispettivi ganci e supporti per fissarli bene alla parete.
Per prima cosa, fissate la parete di legno al muro con le viti e a un’altezza tale da consentire al bambino di avere tutta la superficie a portata di mano, e di vista, quando sarà seduto a terra e si troverà la parete di fronte a lui.
Il legno è un supporto standard ma, se vi piace di più, potete sostituirlo con qualsiasi altro supporto. A questo punto, procedete con i tessuti, due o più di due, e sceglieteli diversi tra loro, al tatto e alla vista. Per esempio, optate per lana e ciniglia a prato, in modo da suscitare maggiore curiosità nel bambino. Ritagliate due quadrati, o cerchi, e applicateli poi alla parete con della colla.
Procedete poi con il fissaggio delle catene, vanno benissimo anche quelle in plastica colorata e dei numeri sagomati, meglio se tridimensionali e in superficie. Anche in questo caso, per fissare gli strumenti alla parete, utilizzate i ganci ma assicuratevi di applicare nel modo corretto e più sicuro per il bambino.
Non vi resta ora che aggiungere un piccolo tocco finale, applicando alla parete un quadrato luminoso, debitamente e in modo sicuro, collegato a un interruttore della luce. In questo modo il bambino potrà anche sperimentare l’accensione del pulsante in relazione alla fonte luminosa.
Immagine tratta da http://www.disneybaby.com/blog/25-totally-awesome-innovative-diy-projects-for-the-playroom/
I 10 pilastri del metodo Montessori
Lunedì, 05 Ottobre 2015 13:23Il Metodo Montessori è un approccio educativo che porta il nome dell’educatrice, medica, pedagogista e scienziata che lo ha inventato, Maria Montessori.
Adottato in molte scuole del mondo, questo metodo pone l’accento sul rispetto del bambino in ogni aspetto della sua vita, dalle sue esigenze alle sue inclinazioni personali, e sullo sviluppo naturale dei suoi sensi e della curiosità personale.
Ecco allora i 10 pilastri del metodo Montessori: come crescere un bambino sicuro di sé, consapevole e sereno secondo la pedagogia Montessori.
Rispetto delle esigenze del bambino
Essere rispettosi delle esigenze del piccolo, per estensione, significa anche insegnare a lui il rispetto, e la cortesia, nei confronti degli altri.
Libertà
Questo non significa non dare regole e insegnare che tutto è lecito, ma semplicemente stabilire un confine entro il quale il bambino deve avere diritto di muoversi in totale libertà e in modo indipendente.
Scelta
Offrire un ventaglio di scelta ai bambini li aiuta a coinvolgerli e a integrarli meglio in un determinato ambiente. Questo vale dalla scelta del colore dei vestiti al cibo, fino all’orario in cui preferirebbero mangiare.
Indipendenza
Fare qualcosa per se stessi, con spirito d’indipendenza, non come si comporterebbe un adulto, certo, ma nemmeno come un essere umano indifeso. Un esempio: vestirsi da soli o mangiare da soli, per quanto possibile.
Comunicazione
I bambini devono imparare a parlare con voce chiara, comprensibile e in modo articolato e parlare con loro significa aiutarli ad ampliare il loro vocabolario di lessico. Quando i bambini parlano, siate rispettosi e coinvolgeteli nel mondo di interazione bambino-adulto.
Insegnamento, non correzione
Nei momenti di insegnamento, non insegnate giudicando se il bambino sta facendo qualcosa di sbagliato. Se commette un errore, rendetelo consapevole senza necessariamente dire che qualcosa è sbagliato: spiegate semplicemente come qualcosa dovrebbe essere fatto o pronunciato.
Importanza del gioco
Secondo il Metodo Montessori il gioco riveste molta importanza per lo sviluppo dei sensi, dell’intelligenza e delle capacità cognitive. Sì a giochi artigianali e interattivi, come le pareti sensoriali, che aiutano il bambino a esplorare i sensi, favoriscono la manipolazione e lo sviluppo del tatto, della vista e dell’udito.
Il buon senso aiuta la crescita
Utilizzate il buon senso sempre e non sbaglierete. Fidatevi di voi stessi e del vostro intuito e farete sempre la cosa giusta nell’ambito dell’educazione e non.
Pazienza
Calma e pazienza sono il segreto per aiutare i bambini in modo duraturo. Insegnare qualcosa a vostro figlio richiederà tempo, ma i risultati saranno duraturi e nel tempo daranno i loro frutti.
Sostegno dei figli con amore
L’amore di un genitore non sbaglia mai e, anche se a volte può sembrare molto difficile e non sempre si può essere perfetti, tutto, anche gli errori, fanno parte del processo di crescita.
La redazione di Mamma pret a porter
L'autosvezzamento naturale del bambino
Lunedì, 05 Ottobre 2015 11:40Da alcuni anni ha preso piede una nuova filosofia in merito allo svezzamento: è l'autosvezzamento promosso dal pediatra dott. Piermarini nel suo libro Io mi svezzo da solo, edito da Bonomi Edizioni.
E' un approccio molto interessante sotto numerosi punti di vita:
1. Elimina il panico della mamma sulla questione svezzamento, spesso intrappolata in ansie sulla densità della pappa e se sia meglio inserire la pera o la mela: il bambino ha un instinto ben preciso che gli consente di mettere in bocca esattamente ciò che è adatto a lui nel suo stadio di sviluppo. Così i piselli perchè devono essere frullati se possono essere afferrati con le loro manine?
2. Il bambino sperimenta fin da subito forme, colori e consistenze che gli consentiranno di mangiare frutta e verdura senza problemi negli anni successivi.
3. Un ramo dell'allergologia pediatrica contemporanea consiglia di far assaggiare ai bambini ogni alimento nella finestra 4-6 mesi, così da scongiurare eventuali allergie.
Il bambino quindi mangia a tavola esattamente ciò che mangiano i genitori.
Ma, c'è un "ma" e anche molto grande. Cosa mangiano i genitori? Forse non tutti noi siamo al corrente dei grandi passi avanti fatti in campo di medicina preventiva, sopratutto in campo oncologico grazie al lavoro dell'Istituto dei Tumori di Milano e la grande opera divulgativa del dott. Franco Berrino. Ormai studi condotti anche all'estero, in particolare il progetto Epic (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition) condotto su oltre 520.000 persone provenienti da 10 stati europei, hanno mostrato come l'alimentazione giochi un ruolo fondamentale sul nostro stato di salute e al contario come l'assunzione di alcuni alimenti molto comuni siano correlati all'aumento delle malattie degenerative. Vediamo insieme i cibi che sono da evitare e quelli da limitare il più possibile nelle nostre tavole:
- Zucchero bianco: definito dal prof. Berrino come vero e proprio veleno, lo zucchero bianco dovrebbe essere bandito dalle nostre case. Così come lo zucchero di canna a meno che non sia integrale. Il problema è che è presente in quasi tutti i succhi di frutta, biscotti, cereali etc. Qui trovate un articolo che vi spiega come possiamo sostituire lo zucchero bianco tratto dal mio libro The Family Food. Quindi evitiamo almeno nel primo anno di vita di propinare ai nostri figli questo veleno con la scusa dell'autosvezzamento. Trovate qui il video del prof. Berrino.
- Farina bianca: è chiamata il veleno dei giorni nostri da molti studiosi del settore. Ci siamo mai chiesti perchè ci siano così tante persone celiache? Semplice, perchè il grano di oggi non è quello di 100 anni fa: il grano che troviamo nella pasta in commercio è un grano selezionato per essere altamente produttivo ma risulta dannoso per il nostro organismo e soprattutto davvero povero di nutrienti. Il grano o per meglio dire "i grani" data la grande varietà di tipi di grano presenti innatura è naturalmente soggetto ad abbattimento, ossia data la sua conformazione di spiga alta il vento e in generale gli agenti atmosferici tendono a farlo chinare a terra(si dice che sono soggetti ad abbattimento), quindi diventa più difficile da prelevare; inoltre i grani tradizionali hanno una lavorazione più difficile rispetto a quello commerciale di oggi perché più densi e ricchi di nutrienti. Ma proprio eliminando questa parte per rendere la materia prima più restistente e più produttiva abbiamo ottenuto del grano poco nutriente ed estremamente allergizzante di oggi che mangiamo sottoforma di pasta, pane, grissini, biscotti, creacker (vedi l'esplosione di celiaci nel mondo). Ma abbiamo la fortuna di poter mangiare una quantità di cereali notevole: qui l'articolo che vi indica quali sono.
- Carni rosse e affettati: numerosi sono gli interventi degli oncologi milanesi per ripetere che le carni conservate sono cancerogene. Detto questo, perchè dare ai nostri bambini il prosciuttino? E' assolutamente un falso mito quello che fa bene, possiamo leggere il bellissimo libro dell'Oncologo Umberto Veronesi, la scelta vegetariana che ci spiega perchè è importante evitare la carne rossa e quella conservata. E ripeto, non sono supposizioni ma dati di fatto.
- Latte vaccino e derivati: Il latte vaccino e i formaggi derivati non sono propriamente adatti ai bambini. Il motivo è semplice: sono molto più nutrienti di quel che dovrebbero, perché pensati dalla natura per nutrire i vitelli, che devono crescere in maniera esagerata in pochissimo tempo. Meglio sempre optare per latticini di capra o di pecora, evitando sempre di assumerne quotidianamente.
Credo quindi che se i genitori adottino uno stile alimentare corretto il bambino possa effettuare l'alimentazione complementare a richiesta o autosvezzamento traendone grandi benefici. E' però necessario che non siano presenti (o che vengano ridotti) nella dieta della famiglia i seguenti prodotti:
- carni rosse e affettati: da sostuire con legumi
- latticin vaccinii: da sostuire con latte di mandorla e bevande vegetali e verdure a foglia larga
- farina bianca: da sostuire con tutti gli altri cereali
- bibite gasate
- zucchero bianco: se vogliamo fare un dolce possiamo usare i dolcificanti che ho consigliato nel mio articolo e nel mio libro The Family Food, altrimenti abituiamo i nostri figli ad assaporare il gusto vero e autentico degli alimenti, senza la necessità di zuccherare. Attenzione quindi a succhi, merendine etc...
Ecco quindi le caratteristiche dell'autosvezzamento naturale: le caratteristiche che dovrebbe avere l'alimentazione del bambino e della famiglia
- inserimento dei prodotti secondo il calendario stagionale: il pomodoro a dicembre non deve essere usato, il nostro e il loro corpo non ha bisogno di questo vegetale a Natale. Acquistando frutta e verdura di stagione risparmieremo e ne guadagneremo in salute.
- legumi, frutta e verdura: autosvezzamento non signica pasta al pomodoro tutti i giorni. Il saggio dice "non mangiare quello che hai mangiato ieri". Così è importante variare il più possibile alternando cereali, legumi, frutta e verdura quotidianamente. Per non esagerare con la fibra che può irritare la sua mucosa intestinale ancora in formazione possiamo fare tanti estratti o centrifugati.
Cosa mangiare quindi? Variamo il più possibile cereali ad eccezione del grano del supermeracato, alterniamo legumi, frutta e verdura senza esagerare con la fibra, poche proteine animali. Tutto il mio libro, The Family Food, può essere un libro considerato adatto per l'autosvezzamento del bambino, perchè le ricette sono sane, veloci e naturali.
Per chi sente queste informazioni per la prima volta immagino sia uno shock ma datevi tempo, un passo alla volta. Le rivoluzioni non si fanno in un giorno.
Spesso i nostri figli sono i nostri più grandi maestri di vita: forse quello di imparare a mangiare bene ed evitare cibi dannosi è uno dei più grandi regali che ci donano.
Giulia Mandrino
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Per i super golosi come me alla ricerca di ricette per deliziare il palato in maniera naturale sia a livello di gusto sia a livello di consistenza non posso che consigliare questa meravigliosa bowl: i miei bimbi la adorano perchè amano scegliere con le loro manine i frutti da mettere e le scaglie di cocco. Come topping, oltre alle scaglie di cocco, amo aggiungere anche i semi di Chia, preziosissime fonti di omega 3 vegetali.
Ecco la ricetta della yogurt bowl ai frutti di bosco: una ricetta semplicissima per iniziare la giornata all'insegna del benessere.
Questa è una delle mie ricette salvavita: quando abbiamo voglia di cioccolato o andiamo a una festa ci viene in soccorso. La guarnizione perfetta è quella con la panna montata di cocco, che potete trovare qui.
Effettuare un periodo di detox prima dell'arrivo dell'inverno è davvero utile: rinforza l'intero organismo e attiva il lavoro delle difese immunitarie.
Ecco allora la ricetta di un frullato detox energizzante: una bevanda semplice per drenare le tossine e fare il pieno di energia.
Pannolino la notte nel bimbo grande
Lunedì, 28 Settembre 2015 20:11La maggior parte dei bambini smettono di utilizzare i pannolini tra i due anni e mezzo e i tre: in alcuni casi è un processo semplice, talvolta invece richiede periodi più lunghi e grandi opere di convincimento, sopratutto se siamo a ridosso dell'inizio dell'asilo.
Ma generalmente questo step 1 viene superato entro i tre anni. Cosa diversa invece è togliere il pannnolino la notte: se alcuni bambini riescono ad eliminare il pannolino in concomitanza dello spannolinamento diurno, in altri casi (come per i miei bimbi) il momento fatidico non sembra arrivare. La mattina il pannolino è sempre pieno zeppo.
Ecco allora che mi sono ritrovata a 5 anni e mezzo con il pannolino del mio bimbo grande ancora pieno. Mi sono recata quindi dal nostro pediatra di fiducia, il dott Luca Roasio, pediatra e omeopata pediatrico, che dopo un'accurata visita mi ha consigliato di stare tranquilla perchè a 6 anni il 10/15% dei bambini non ha ancora sviluppato il controllo dell'evaquazione la notte; i maschietti sembrano essere più soggetti a questo rispetto alle bimbe. Come procedere quindi? Nulla, è solo necessaria tanta pazienza perchè la prassi, almeno fino ai 7 anni anni, è quella di attendere che la natura faccia il suo corso.
E' assolutamente sconsigliato svegliare il bambino la notte per portarlo a fare la pipì, in quando questo processo avrebbe l'effetto di aumentare solo i livelli di stress al bambino. E' invece utile insegnare a trattenere la pipì allenando quindi lo sfintere: durante la minzione possiamo quindi giocare a fermare la pipì o cercare di farla prima piano poi forte, poi fermarsi, poi riprendere ancora.
Qual'è la parte più difficile? L'impatto psicologico sul bambino. Se per me e mio marito, una volta appurato che non ci sono problemi fisiologici, l'enuresi notturna non è assolutamente un problema e mettere il pannolone al nostro bimbo fa parte del percorso quotidiano dell'andare a nanna, amici e famigliari ne sembrano sconvolti: "Ma davvero ancora a sei anni mette il pannolone?" "Ma sei sicura che non abbia problemi?" "Ma come è possibile?". E' quindi importante spiegare alle varie zie Ignazie che l'enuresi notturna è molto diffusa tra i bambini fino ai sette anni così da evitare scene pessime davanti al piccolo.
Allo stesso tempo è utile secondo me spiegare al proprio figlio che ogni bambino ha i suoi tempi per togliere il pannolino la notte: lui non è nè "anormale" nè " disfunzionale", perchè tantissimi bimbi smettono di usare il pannolino la notte anche a 8 anni. Per i nostri piccoli, sopratutto quando arrivano alla soglia delle elementari e magari vanno a dormire da amichetti che chiaramente hanno tolto il pannolino 6 anni prima, può essere imbarazzante: ma con il nostro supporto emotivo potranno superare il disagio e mantenere una forte autostima.
Giulia Mandrino