Come rendere piacevole l’ora della nanna
Faticano a separarsi, piangono, non riescono a dormire, fanno incubi: sono moltissimi i bambini che passano, prima o poi, la fase del dramma dell’andare a dormire. Non ce la fanno proprio a viverla serenamente, e nella maggior parte dei casi il co-sleeping fa miracoli. Tuttavia il co-sleeping potrebbe non bastare, perché anche quando sono nel lettone i bimbi sembrano soffrire il momento. Perché addormentarsi è comunque sentito come una qualche forma di separazione (dal mondo, da mamma e papà) e per questo l’inquietudine non passa.
Co-sleeping o cameretta da soli, insomma, dobbiamo cercare certi gesti che rendano più piacevole, normale e rassicurante il momento dell’andare a dormire, l’ora della nanna.
Come rendere piacevole l’ora della nanna: i gesti da compiere per trasformare l’incubo dell’andare a dormire in qualcosa di naturale, delicato, rassicurante e più semplice
Innanzitutto, sappiamo che le routine e i gesti abitudinari sono fondamentali per i bambini. Ecco perché cercare una routine familiare da ripetere ogni sera è il primo passo per rendere più semplice l’andare a letto. Lavarsi i denti, mettere il pigiama, leggere una storia insieme, fare le coccole, giocare con i pupazzi nel letto… Ognuno ha le sue abitudini; l’importante è mantenere l’ordine dei gesti e ripeterlo sempre. Avere dei punti fissi rassicura molto i bambini, che piano piano si rendono conto che anche se si addormenteranno poi si risveglieranno in casa, vicini (più o meno, a seconda della modalità con la quale dormiamo) ai genitori. Un consiglio: non creiamo solo noi genitori questa routine, ma scegliamola insieme ai bambini, lasciando che esprimano le loro preferenze, in modo che si sentano coinvolti.
Ciò che è importante, inoltre, è l’arrivare a questa routine rilassati, ogni sera. Cosa intendiamo? Intendiamo dire che sarebbe meglio cominciare questa routine almeno 30-45 minuti prima dell’effettiva entrata nel letto. La routine serve infatti anche a calmare i nervi, a rilassarsi e a rallentare in modo da non arrivare nel letto ancora agitati dalla giornata. Se concentriamo la routine in 5-10 minuti non avrà nessun senso, ma sarà, anzi, controproducente, perché il bambino, ormai nel letto, sentirà di avere ancora energia da scaricare e faticherà molto di più a prendere sonno.
Se proprio si sentono esagitati come non mai (capitano quei giorni!) non comportiamoci cercando di seguire la routine alla lettera, ma seguiamo comunque il loro bisogno e lasciamo che si sfoghino. E facciamolo insieme a loro! Una battaglia con i cuscini, una canzoncina, saltare sul letto… Magari, quella particolare sera, hanno proprio bisogno di quello per tranquillizzarsi, e non farlo significa farli sentire incatenati e quindi più nervosi!
Lasciare scegliere è un altro consiglio: all’interno della routine (che già abbiamo costruito insieme, genitori e bambini) possiamo lasciare che i bambini scelgano il pigiama da indossare, la coperta con la quale coprirsi, il libro da leggere, il peluche da stringere… Il concetto è lo stesso: li farà sentire più coinvolti e più responsabili delle proprie scelte, e questo piccolo dettaglio aumenterà l’autostima e l’indipendenza, elementi fondamentali dal punto di vista psicologico di un bambino.
Ricordiamo poi che avere orari è importante, ma è ancora più importante il buonsenso. Ecco perché è bene avere un orario di riferimento per andare a letto, ma questo orario non è granitico o irremovibile: se i bambini stanno svolgendo qualcosa, se sono concentrati o se stanno per finire un’attività, non interrompiamoli ma attendiamo un attimo. Lasciare le cose a metà potrebbe infatti avere un effetto negativo, rendendo il bambino nervoso e facendogli provare una sensazione di non finito che interferisce con il sonno e la tranquillità.
A volte, poi, basta pochissimo. Bastano quei gesti che più associamo con l’amore, la serenità e la tranquillità. Ad esempio? La meditazione, da provare insieme (respirando ad occhi chiusi allo stesso ritmo o sperimentando le posizioni più dolci dello yoga).
Ma soprattutto bastano le coccole: coccolare il proprio bambino gli fa sentire la vicinanza, lo rassicura, lo fa sentire parte di noi, e gli fa sentire che ci siamo. Non neghiamo, quindi, quando sentiamo che ne hanno bisogno, le coccole e il contatto: è un loro bisogno primario, non un “capriccio” o qualcosa che diventerà “un vizio”!
Giulia Mandrino