Il rumore del phon calma DAVVERO il neonato: ecco perché
Bimbo che dorme, genitori felici. Per due ragioni: dormire bene è fondamentale per il benessere, e sapere che il bebè sta bene è quanto mai importante. Secondo: se lui o lei dormono, è probabile che anche le mamme e i papà dormano.
Ma cosa fare quando il bambino non riesce a dormire? Un metodo che molti genitori scoprono in autonomia, spesso per caso, è utilizzare il phon. No, non per asciugare il neonato! Semplicemente, quando c'è il phon acceso i bimbi sembrano addormentarsi più facilmente e velocemente. Ma sarà vero o è solo una suggestione?
Essendo quello del phon acceso un rumore bianco, una verità di fondo c'è. Ecco dunque tutto ciò che c'è da sapere sul potere dell'asciugacapelli che calma i neonati: i pro e i contro, ma anche le evidenze scientifiche.
Il potere dei rumori bianchi sui bebè
Come per molti adulti, anche i bambini e le bambine - soprattutto neonati - trovano i rumori bianchi rilassanti. La ragione non è stata ancora del tutto chiarita, ma potrebbe essere una questione di semplice abitudine: se i suoni quotidiani, infatti, distraggono i bambini dal sonno, perché si è abituati a reagire ad essi, i rumori bianchi aiutano a mascherare questi suoni. Come, per esempio, quelli del traffico fuori dalla finestra, oppure quelli dei lavori all'aperto se si vive in campagna.
Alcuni rumori bianchi, tuttavia, risultano più universalmente efficaci di altri e sono considerati più rilassanti. Prendiamo le onde o i rumori della foresta pluviale: sono effettivamente calmanti in maniera pressoché unica.
Anche i bebè, quindi, non sono immuni al potere magico del relax causato dai rumori bianchi. Quello prodotto dal phon è uno di questi rumori, insieme alla lavatrice e alla lavastoviglie: essendo un suono costante e vibrante, provoca un senso di rilassamento nei neonati, che si addormentano così più facilmente.
Lo studio che conferma la teoria
Il potere dei rumori bianchi sui neonati potrebbe tranquillamente essere ritenuto reale anche solo osservando i propri bebè; ma se vogliamo essere puntigliosi, anche la scienza lo conferma.
È del 1990 uno studio che ha effettivamente cambiato le carte in tavola affermando che esistono effettivamente alcuni specifici suoni che favoriscono il sonno dei bebè. Si tratta della ricerca White noise and sleep induction condotta da J.A. Spencer, D.J. Moran, A. Lee e D. Talbert, pubblicata negli Archives of Disease in Childhood. I ricercatori hanno preso in considerazione 40 neonati tra i due e i sette giorni di vita; l'80% di loro si è addormentato in solo cinque minuti, quando "cullato" dai rumori bianchi selezionati (gli altri si sono addormentati spontaneamente prima). La conclusione degli studiosi è che questi rumori potrebbero aiutare i genitori che si trovano a dover fare i conti con neonati e neonate che fanno fatica a dormire.
Phon, asciugatrice, lavastoviglie: pro e contro per la nanna del neonato
Sfruttare il potere calmante dei rumori bianchi per fare addormentare meglio e più velocemente i neonati non è sconsigliato: è effettivamente efficace e, quando i bambini faticano a dormire, può essere uno strumento per rendere la nanna più profonda e rilassata. Un beneficio per l'organismo, insomma, dal momento che dormire male è deleterio (causa stress, nervosismo, iperattività e altri problemi legati direttamente alla mancanza di sonno).
Dall'altra parte, è bene non esagerare e soprattutto usare i rumori bianchi in maniera consona e intelligente.
Primo: non serve tenere acceso il phon per ore e ore, rischiando anche di farsi male, di scottarsi e di provocare guasti elettrici. Meglio optare per i suoni bianchi delle white noise machine o quelli disponibili su YouTube e Spotify.
Quando usiamo le macchine per i rumori bianchi o le playlist, ricordiamoci poi di tenere il volume basso, non superando mai i 50 decibel e tenendo il suono ad almeno due metri di distanza dal bebè.
Infine, sarebbe opportuno alternare i rumori bianchi alla loro assenza, cercando di fare addormentare i bambini anche senza. Se abituati a sentirli sempre, infatti, potrebbero diventarne dipendenti e potrebbe diventare un problema soprattutto quando, più grandicelli, avranno bisogno di adattarsi quando cambiano abitudini.
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