Troppo aerosol per i bimbi italiani
Nei mesi invernali il pediatra lo prescrive per ogni piccolo malanno stagionale: naso che cola, tosse, infezione alle vie respiratorie.
Ma dall'Università degli Studi di Milano arriva l'avviso, troppo aerosol per i bimbi italiani: secondo la dott.ssa Susanna Esposito viene prescritto anche se nella metà dei casi è inutile.
La ricercatrice, pediatra esperta di infettivologia, dati alla mano ha confrontato le prescrizioni della terapia con le effettive affezioni delle vie respiratorie. In più della metà dei casi, la prescrizione della terapia aerosolica è inutile e spesso impropria.
L'efficacia dimostrata, infatti, si ha solo nella cura della bronchiolite (frequente nel primo anno di vita), del broncospasmo (il restringimento dei bronchi in conseguenza del quale il bambino si trova ad avere difficoltà a respirare) e dell'asma bronchiale. Malattie non frequentissime, oltretutto.
I pediatri d'Italia, d'altro canto, sembrano inclini a prescriverla in tutti i casi di problemi alle alte vie respiratorie. L'ipotesi è quella che le mamme, di fronte ad un problema che nella maggior parte dei casi si risolverà naturalmente da solo (sono malanni di stagione, e, ad esempio, anche nel caso della bronchite l'efficacia non è dimostrata, non riduce i giorni di malattia e non libera più rapidamente dalle secrezioni), preferiscono ricevere una cura concreta per il loro bambino, portando il medico ad assecondare la loro richiesta.
Ma piegarsi ai timori dei genitori, prescrivendo quindi una terapia inutile nei casi descritti, è rischioso oltre che improprio: l'aerosol tende a seccare le prime vie respiratorie, spiega Susanna Esposito, rendendole luogo perfetto per l'attecchimento di altri germi.
Al posto dell'aerosol, a questo punto, la dottoressa suggerisce delle semplici lavande nasali con soluzione fisiologica, da poter (anzi, dover) ripetere nei mesi più freddi (quelli in cui la colonizzazione batterica tocca il suo picco) per prevenire altri disagi, evitando l'uso dell'aerosol se non nei casi in cui la sua efficacia sia stata comprovata scientificamente (e, assicura, non sono molti...).
Fonte: ANSA
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