“Facciamo la nanna”, il libro giusto sul sonno dei bambini
Sì, è vero, il titolo ricorda “Fate la nanna” di Eduard Estivill Sancho e Sylvia de Béjar. Ma non ha niente a che vedere con questo libro, che come abbiamo più volte spiegato propone un metodo educativo deleterio e sbagliato. E lo si vede già dal verbo: dal "fate" imperativo passiamo al "facciamo", che include il concetto di condivisione e di "insieme".
No, Grazia Honegger Fresco non propone metodi brutali, ma varie soluzioni dolci e rispettose per rendere il sonno del bambino, soprattutto quando inquieto, più tranquillo. Insomma, l’autrice ci guida alla scoperta dei cicli di sonno dei bambini, per comprenderli meglio e sapere trattare la situazione con delicatezza e senza ricorrere a metodi drastici e rigidi che possono avere conseguenze molto negative sui nostri figli.
“Facciamo la nanna”, il libro giusto sul sonno dei bambini: Grazia Honegger Fresco ci spiega come conoscere la nanna dei bambini e come fare per renderla il più serena possibile
Premessa: l’autrice è un’allieva di Maria Montessori, e questo fatto si respira benissimo nel suo libro dedicato alla nanna dei bambini, "Facciamo la nanna". Perché è una lettura che parla del sonno dei bambini e dei metodi che possiamo utilizzare per renderlo più sereno in maniera dolce, rispettando i loro ritmi, e il rispetto del bambino è proprio ciò che caratterizza sempre la didattica di Maria Montessori (qui potete trovare tutti i nostri articoli a lei dedicati).
I bambini fanno fatica a dormire, capita. Hanno un ritmo sonno veglia differente dal nostro. Ma questo non significa che dobbiamo abituarli sin da subito alle nostre nottate lunghe, e soprattutto non significa che dobbiamo negargli un bisogno naturale che hanno, che è quello di essere consolati e coccolati. Non è un vizio, non è un capriccio, nella maniera più assoluta: è un bisogno umano primario, e la violenza dei metodi che consigliano di imporre l’autonomia anche quando il bambino palesemente ne soffre sono davvero tristi e dannosi.
Ciò da cui dobbiamo partire è un concetto semplice: il sonno sta alla base delle ore di veglia. O meglio: un buon sonno ha effetto positivo sulla giornata, e una giornata serena è diretta conseguenza di una buona nottata.
Per questo motivo i genitori dovrebbero iniziare a guardare al sonno dei loro figli da una nuova prospettiva, che non è quella dell’indipendenza a tutti e costi, e subito, ma quella del benessere psicofisico che deriva dal sonno di qualità. Non serve (anzi, è proprio sconsigliato) ricorrere ai metodi veloci, immediati e autoritari che cercano di imporre un determinato al sonno al bambino, spesso con conseguenze negative e comunque con pochi risultati. Serve invece trovare approcci rispettosi e amorevoli, che rispettino l’individualità e le tendenze del bambino, che è diverso da tutti gli altri.
Come una mamma sa riconoscere il linguaggio del suo neonato quando ha fame, ha sonno, è inquieto o sta male, così saprà riconoscere, attraverso un po’ d’attenzione, qual è il sonno migliore per il suo bimbo, cercando di donargli di volta in volta e con dolcezza la calma. Sarà questa calma la chiave delle notti serene.
Tra i consigli che si trovano nel libro ce ne sono alcuni davvero preziosi.
Innanzitutto, cerchiamo di abituare i bambini al ritmo sonno veglia in maniera graduale, sin dai primi giorni, che sono quelli fondamentali poiché questo ritmo è dettato dall’ora del giorno o della notte in cui il bambino nasce. Cerchiamo quindi di arrivare al ritmo sonno-veglia biologico (quello che segue il giorno e la notte) gradualmente, senza forzare ma sfasando piano piano le dormite.
Anche i rituali della nanna sono importanti, e più sono abituali meglio è. Una ninna nanna costante, una lettura ogni sera, una particolare coccola: scegliete qualcosa di piacevole e ripetetelo ogni sera.
Cercate anche di non iperstimolare i bambini durante il giorno. Non vale infatti la regola “se si stanca poi avrà sonno”, perché l’eccessiva stimolazione stressa il bambino.
Il co-sleeping, almeno fino all’anno di età, è altamente raccomandato. Nel lettone o comunque nella stessa stanza, il bambino acquisirà benefici poiché il suo ritmo si sincronizzerà con quello di mamma e papà.
E, soprattutto, non ignorate il vostro bambino. Anche quando dormirà da solo, se avrà bisogno di voi andate da lui. Vicino. Non lasciatelo a piangere come qualcuno suggerisce. I bambini sono cuccioli di esseri umani e il loro istinto li porta a voler stare vicino alla mamma. Non è vizio e non è capriccio, è natura, e il senso di sicurezza che si instaura durante questi momenti è di vitale importanza per lo sviluppo e la crescita.
Anche perché, siamo seri: prima o poi i bambini imparano a dormire da soli, a non venire nel lettone, a non spaventarsi e a dormire sonni tranquilli. Ognuno con i suoi tempi, senza affrettare nulla!
Giulia Mandrino