I 12 sensi nella pedagogia steineriana
Nella pedagogia steineriana, o pedagogia Waldorf, c’è un concetto davvero molto interessante: secondo Rudolf Steiner i cinque sensi ai quali siamo abituati a riferirci parlando dell’essere umano non sarebbero sufficienti. Esisterebbe infatti una più vasta gamma di sensi: Steiner ne individua addirittura dodici.
I dodici sensi di Steiner partono da un presupposto: ne esistono molti di più rispetto ai cinque associati ai nostri organi sensoriali. Questi cinque sensi, infatti, vengono presi uno per uno, senza interazione. Ma mettendoli in relazione scopriremmo che la sensorialità è molto più complessa e ciò che noi percepiamo può essere suddiviso in più categorie rispetto ai soliti vista, udito, tatto, gusto e olfatto.
Ma vediamo meglio di cosa si tratta quando parliamo dei 12 sensi di Steiner. Conoscendoli, potremo essere più sensibili e consapevoli della percezione dei bambini, indirizzando gli insegnamenti in una direzione più consona e coinvolgendoli in maniera più profonda.
I 12 sensi nella pedagogia steineriana: perché secondo Rudolf Steiner vista, udito, tatto, olfatto e gusto non bastano per inquadrare la sensorialità dell’essere umano
I 12 sensi inquadrati da Rudolf Steiner sono i seguenti:
Tatto: È la risposta mentale ad un contatto con il mondo esterno ed è anche detto “senso della cute”, ad indicare l’importanza del tocco.
Gusto: Simile al tatto, è la risposta al contatto con un sapore, che è ascoltato e saggiato direttamente.
Vista: Attraverso gli occhi, si trasferiscono le immagini provenienti dal mondo esterno all’interno del nostro corpo.
Udito: Non è solo il trasferimento dei suoni provenienti dal mondo esterno (come la vista, ma attraverso le orecchie), ma è il senso attraverso il quale, insieme alla vista, capiamo gli oggetti esterni, poiché a seconda del suono che producono e riflettono possiamo capirne la forma, il materiale e molte altre caratteristiche.
Olfatto: Un senso che ci relazione con il mondo esterno ascoltando gli odori trasportati dall’aria attorno a noi.
Vita: Il senso della vita è semplicemente la sensazione di vita, di essere vivi, del proprio benessere.
Movimento: Un senso che si relaziona profondamente con la propriocezione, e cioè l’autoconsapevolezza corporea, poiché è attraverso esso che ci rendiamo conto internamente di come le nostre parti si muovono nel mondo e di come sono in relazione le une con le altre.
Equilibrio: Direttamente collegato al senso di movimento, il senso di equilibrio è fondamentale per l’orientamento nel mondo, attraverso le direzioni principali (alto, basso, destra e sinistra).
Calore: Collegato al tatto e alla cute, ci permette di capire il calore proveniente dal mondo esterno e quello degli altri corpi o oggetti.
Linguaggio: Il senso del linguaggio è anche detto capacità di parlare, ma non significa propriamente capacità di parola, perché riguarda più la capacità di comunicare e percepire, leggere, udire e parlare.
Pensare: Senso (detto anche senso dei concetti) attraverso il quale non siamo consapevoli solo dei nostri pensieri, ma anche di quelli delle altre persone (un po’ a livello empatico).
Ego: È il senso di se stessi, dell’io, quello attraverso il quale non solo sentiamo noi stessi (quello è più il senso del movimento, anche interno), ma soprattutto sentiamo l’io dell’altro, individuandolo e scorgendone l’individualità. È essere consapevole dell’altro oltre che di se stessi.
Giulia Mandrino